Cos'è un Laboratorio Linguistico per Alunni Stranieri?
Gli alunni NAI sono quegli studenti stranieri che, arrivati da poco nel nostro Paese, non parlano ancora la lingua italiana, o la parlano molto poco. Come anticipato, si definiscono studenti NAI tutti quegli alunni che sono arrivati in Italia da poco tempo e che perciò non conoscono ancora la nostra lingua, e che decidono di continuare la loro formazione scolastica nel nostro Paese. Si tratta quindi di alunni con cittadinanza straniera che ancora non parlano italiano o conoscono poco la nostra lingua.
Inserimento degli Alunni NAI nel Sistema Scolastico Italiano
Vediamo infine quali sono le modalità di inserimento degli alunni NAI all’interno del sistema scolastico italiano. L’iter di inserimento dell’alunno NAI, infatti, cambia in base all’ordine e grado della scuola nella quale verrà iscritto. Se lo studente è ancora in età di obbligo scolastico sarà inserito in una classe che corrisponde alla propria età anagrafica.
L’iscrizione dei minori non italofoni può avvenire in qualsiasi momento dell’anno scolastico (DPR 394/99) anche per quegli alunni privi di documentazione anagrafica o in posizione di irregolarità. Ai fini dell’iscrizione di un minore straniero o comunitario neoarrivato in Italia, la scuola è tenuta a richiedere al genitore o a chi esercita la potestà genitoriale la stessa documentazione richiesta per l’iscrizione degli studenti italiani. Ai sensi dell’art. 45 del D.P.R. 394/1999, i minori stranieri privi di documentazione anagrafica o in possesso di documentazione incompleta sono iscritti con riserva.
Le Linee guida 2014 precisano che “la normativa in materia di autocertificazione si estende anche ai cittadini stranieri che, pertanto, possono autocertificare i propri dati anagrafici”. Per quanto riguarda i documenti scolastici, le Linee guida 2014 chiariscono che “la scuola richiede la presentazione di adeguata certificazione (pagelle, attestati, dichiarazioni ecc.) che specifichi gli studi compiuti nel Paese di origine. In mancanza di certificazioni, richiede ai genitori informazioni in merito alla classe e al tipo d ́istituto precedentemente frequentato.
La CM n. 375 del 25 gennaio 2013 ricorda che “l’obbligo scolastico, integrato nel più ampio concetto di diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, concerne anche i minori stranieri presenti sul territorio nazionale, indipendentemente dalla regolarità della posizione in ordine al soggiorno in Italia (art. 38 del D.L.vo 25 luglio 1998, n. 286; art. 45 del D.P.R. n. 394/99).
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La Nota MIUR prot. n. 465 del 27 gennaio 2012 ha rilevato che possono iscriversi alla scuola secondaria di secondo grado anche i minori di cittadinanza non italiana in ingresso in Italia pur se privi del diploma di licenza conclusivo del primo ciclo di istruzione. La Circolare MIUR n. 2 dell’8 gennaio 2010 ha stabilito che il numero degli alunni con cittadinanza non italiana non può superare di norma il 30% del totale degli iscritti in ciascuna classe e in ciascuna scuola.
Il Ruolo del Laboratorio di Italiano L2
Scegliere di allestire un progetto di laboratorio per l’insegnamento dell’italiano lingua seconda (L2) è sicuramente un’operazione complessa, poiché, essendo una misura di facilitazione ad hoc, ha bisogno di un contesto preparato e disponibile e di una politica scolastica trasversale volta all’integrazione. Il laboratorio di italiano L2 rappresenta una realtà dinamica, in continua evoluzione, mai uguale a se stessa: il turnover, l’alternarsi, l’inserimento continuo degli alunni nel corso dell’anno scolastico, diventano caratteristiche peculiari che lo diversificano e lo rendono unico rispetto ad altre tipologie di laboratorio. Le attività che vi si svolgono necessitano di un’organizzazione articolata e continua, in grado di soddisfare i diversi bisogni comunicativi dei discenti.
Alla luce di quanto evidenziato il laboratorio di italiano L2 si pone, quindi, come uno spazio pensato e gestito per facilitare l’apprendimento e lo studente, con tutto il proprio vissuto culturale ed emotivo, ne diventa protagonista. L’insegnante assume invece il ruolo di tutor, una guida capace di proporre attività e creare stimoli che favoriscono l’acquisizione di nuove conoscenze. Chi lavora in laboratorio sa benissimo che il primo obiettivo dell’applicazione di questo dispositivo ‘ponte’ è la necessità di garantire l’integrazione agli alunni stranieri (soprattutto neo-arrivati) per accedere alla comunicazione nella classe e all’orientamento nella nuova scuola, ma sa anche che la pratica didattica laboratoriale non è esente da ostacoli.
L’optimum a cui tendere dovrebbe essere un laboratorio permanente, in un ambiente stabile e accogliente, con un orario annuale e un docente facilitatore professionale fisso, ossia un luogo educativo ‘contenitore’ di tutti i tipi di interventi e percorsi linguistici (alfabetizzazione, prima comunicazione, lingua per lo studio) e interculturali indirizzati agli studenti stranieri e all’intera classe. Una strutturazione del genere garantirebbe la continuità e la progressione cognitiva e affettiva essenziale ai ragazzi stranieri e al loro diritto all’istruzione, e assicurerebbe alla scuola anche una preziosa crescita in competenza ed efficacia, intervento dopo intervento, arrivando all’ottimizzazione delle risorse umane e strutturali, e del clima interculturale della scuola.
Il Facilitatore L2: Profilo e Ruolo
Il primo elemento fondamentale per la costituzione e il buon andamento del laboratorio è il facilitatore L2, ossia il ‘regista’ dell’accoglienza e dell’integrazione degli alunni stranieri, di cui manca ancora un preciso identikit e riconoscimento ufficiale. Per moltissime scuole italiane la ricerca e l’individuazione di risorse di facilitazione L2 sono diventate un bisogno irrinunciabile. Spesso, però, quello che manca non sono i fondi ma figure professionali competenti, qualificate e reperibili (su tutto il territorio nazionale), a cui affidare stabilmente progetti d’inserimento dei minori immigrati e d’intercultura.
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Quella del facilitatore è una mediazione educativa esperta e complessa: le sue potenzialità non si esplicano soltanto nell’attento e puntuale allestimento spazio-temporale, tecnico-didattico e disciplinare del laboratorio L2, costruito intorno ai bisogni affettivi e cognitivi di ciascun alunno, ma sono preziose risorse di raccordo positivo tra laboratorio/classe e facilitatore/docenti, tanto che potremmo definirla una figura passepartout d’integrazione socio-linguistica, a beneficio dell’intera comunità scolastica.
Un riconoscimento ufficiale del proprio ruolo, una chiara definizione dell’interazione tra insegnanti e facilitatori e una serie di accorgimenti tecnici potrebbero essere alcune delle soluzioni da adottare.
Strategie Didattiche e Approcci Metodologici
Gli approcci didattici e le strategie utilizzate per i processi di apprendimento in relazione agli alunni NAI devono prediligere le attività di gruppo. Partendo proprio dai presupposti legati agli approcci e alle metodologie che appartengono all’area umanistico-affettiva è necessario far leva su tecniche capaci di incentivare e mantenere alta la motivazione. A questo proposito è possibile predisporre e organizzare il lavoro in modo modulare attraverso l’impiego di unità di apprendimento.
L’unità di apprendimento consente, attraverso attività diverse, di riproporre, consolidare e rinforzare periodicamente funzioni comunicative, strutture ed elementi lessicali già incontrati. Essa permette, inoltre, di utilizzare con creatività materiale didattico autentico, diversificabile sulla base dei livelli di competenza, dei contenuti e del grado di difficoltà. A questo proposito anche le attività ludiche e di cooperazione, come giochi e lavori di gruppo che prevedono l’utilizzo di oggetti concreti e la condivisione di capacità ed esperienze, assumono rilevanza particolare.
Per aumentare l’efficacia dell’insegnamento svolto nel laboratorio L2, evitando il rischio di interventi fini a se stessi, l’istituzione scolastica potrebbe dotarsi di un piano d’integrazione strutturato. Il sillabo delinea, oltre alle funzioni linguistiche e comunicative, le strutture e i contenuti grammaticali, il lessico, le informazioni, le letture utili a un confronto interculturale ed è suddiviso per argomenti o per aree tematiche che, secondo il concetto di “sillabo a spirale”, ritornano periodicamente per essere consolidate e approfondite. Il curricolo è inteso invece come strumento modellabile che propone obiettivi e mete da realizzare attraverso percorsi, contenuti e strumenti eterogenei e diversificati; è incentrato sui bisogni degli allievi e quanto più possibile personalizzato.
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Pertanto, come da PDP, tutti i docenti dovranno individuare modalità di semplificazione e di facilitazione linguistica per ogni disciplina, tenendo conto che tutta l’attività scolastica concorre all’apprendimento della seconda lingua.
- ⮚ la lingua italiana del contesto concreto, indispensabile per comunicare nella vita quotidiana (lingua per comunicare).
- ⮚ la lingua italiana specifica, necessaria per comprendere ed esprimere concetti, sviluppare l’apprendimento delle diverse discipline e la riflessione sulla lingua stessa (lingua per lo studio).
La lingua per comunicare può essere appresa in un arco di tempo che può oscillare da qualche mese ad un anno, in relazione all’età, alla lingua d’origine, all’utilizzo in ambiente extrascolastico. Per apprendere la lingua dello studio, invece, possono essere necessari alcuni anni (in genere due o tre), considerato che si tratta di competenze specifiche.
Protocollo di Accoglienza e Documentazione
Il Protocollo di Accoglienza è un documento che fornisce le indicazioni operative contenute nella normativa vigente in materia di minori non italofoni. Tale documento intende presentare un modello di accoglienza che offra una modalità pianificata per affrontare l'inserimento scolastico degli alunni non italofoni.
- · Comunicativo e relazionale (prima conoscenza).
- · raccogliere il documento attestante le vaccinazioni obbligatorie che deve essere tradotto in italiano.
- fornire materiali di presentazione del corso di studi in formato bilingue per facilitare la comunicazione con gli insegnanti.
La gestione dell’accoglienza richiede la partecipazione di tutto il personale scolastico e la creazione di una Commissione che si occupi della relazione con i genitori e con il territorio. La Commissione Accoglienza alunni stranieri è un gruppo di lavoro coordinato dalla Funzione Strumentale per l’Inclusione, e composto dal docente referente per l’accoglienza degli alunni stranieri, dal docente referente per l’acquisizione della lingua L2 e dai docenti di Italiano delle classi in cui vengono inseriti gli/le studenti/esse. Gli insegnanti coinvolgono i ragazzi nell'attivare forme di comunicazione e modalità di condivisione per facilitare l'inserimento.
Registri del laboratorio: presenze e percorso svolto durante le lezioni. Schede della biografia linguistico-scolastica degli alunni. Regolamento e orario del laboratorio ben visibile. Schede per il monitoraggio in itinere dell’interlingua e delle competenze sociali. Le schede riguardanti gli alunni potrebbero essere raccolte in un portfolio di laboratorio dello studente, insieme ai lavori prodotti e a qualsiasi informazione utile a descrivere (come un diario di bordo) il percorso dello studente a tutti i docenti, in modo da facilitare la programmazione, accompagnare i ragazzi verso i progressi che si attendono e meritano, e aiutare gli insegnanti nella valutazione e riflessione anche sul proprio operato.
Valutazione e Personalizzazione del Percorso
Anche le forme di verifica di valutazione dello studente NAI devono essere personalizzate sulla base dei suoi specifici bisogni. Il Piano Didattico potrà individuare, se necessario, obiettivi ridotti e/o semplificati, modifiche al piano di studio predisposte in base alla specifica situazione dell’alunno (es. La decisione di predisporre un percorso personalizzato è solo del Consiglio di Classe o del Team Docente. Il percorso personalizzato avrà una durata non superiore all’anno scolastico e la sua adozione ha lo scopo di favorire il successo scolastico dell’alunno ma non di garantirlo.
In generale, l’alunno non italofono o non ancora sufficientemente italofono non è incompetente su tutto. Egli si trova, per qualche tempo, in una situazione in cui non ha le parole per comunicare in italiano le sue competenze. La valutazione non può che tenere conto di ciò. Anche in attuazione delle più recenti innovazioni introdotte dalla normativa, le verifiche “intermedie e le valutazioni periodiche e finali sul rendimento scolastico devono essere coerenti con gli obiettivi di apprendimento previsti dal piano dell’offerta formativa” (Art. 1, c. 4, Regolamento sulla valutazione DPR 122/2009) e, nello specifico, dal Piano di Studio Personalizzato (o dal Piano Didattico Personalizzato) elaborato dal CdC/Team Docente per gestire sia la fase di accoglienza, sia quella di accompagnamento allo studio.
Coinvolgimento dei Genitori
Infine, all’interno di qualsiasi strategia didattica è fondamentale il coinvolgimento dei genitori, che rivestono un ruolo fondamentale nel processo di crescita dell’alunno. I genitori devono infatti stimolare il proprio figlio verso l’indagine e la conoscenza di tutti quegli aspetti di tipo culturale, sociale e artistico del nuovo Paese in cui vivono.
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