Albergo Atene Riccione

 

Marocco: Itinerari Fai da Te per Turisti Avventurosi

Il Marocco fai da te è possibile, basta sapersi organizzare al meglio! Un'avventura indimenticabile tra oasi, deserto, montagna e città imperiali ti aspetta.

Diario di Viaggio: Un'Esperienza Indimenticabile

Giorno 1 - Da Pisa ad Agadir

Atterriamo all’aeroporto di Agadir nel tardo pomeriggio di un sabato soleggiato di fine ottobre, dopo circa 3 ore e mezza dalla partenza dall’aeroporto di Pisa. Il volo purtroppo è partito con mezz’ora di ritardo a causa della congestione causata dai controlli a terra. Avendo riempito e stampato a casa il modulo “ONDA”, che è l’unico documento sanitario che dal primo di ottobre di quest’anno viene richiesto per chi entra in Marocco, siamo i primi che riescono a passare il controllo dei passaporti.

Nella zona del nastro del recupero dei bagagli ci sono delle ragazze che vendono le SIM, da utilizzare per la connessione internet, di diverse compagnie telefoniche. Avevo letto sul forum del Marocco di Tripadvisor che tutte le compagnie telefoniche fanno lo stesso prezzo di vendita per le SIM-dati e la qualità del servizio è del tutto paragonabile, per cui decidiamo di prendere due schedine della Orange con 10 Gb di traffico incluso, al costo di 10 euro ciascuna.

Poco dopo sul nastro trasportatore arrivano i bagagli. Usciamo nell’atrio dell’aeroporto e cerchiamo l’ufficio del noleggiatore di auto che abbiamo prenotato ma non troviamo quello della nostra agenzia, la Wanalou, scelta sul portale Carjet. Chiedendo informazioni in giro, ci dicono che dobbiamo andare al parcheggio e così facciamo. Attraversiamo la strada e troviamo un tale che ci stava aspettando con i documenti del veicolo noleggiato. Invece che la piccola Kia Picanto che avevo opzionato ci consegnano una Dacia Logan che risulterà per noi molto utile, soprattutto per la capacità del bagagliaio e per il fatto che le valigie sono invisibili dall’esterno del veicolo.

Avendo letto che i limiti di velocità in Marocco sono da rispettare in modo pedissequo, tengo un’andatura piuttosto bassa, adeguandomi al flusso delle altre vetture. Grazie al navigatore sul nostro smartphone raggiungiamo facilmente l’hotel Timoulay prenotato da casa al prezzo di 74 euro, colazione inclusa. Dopo aver fatto check-in prendiamo possesso della camera che è molto bella e molto spaziosa. L’hotel si trova in seconda linea rispetto al lungo-oceano e dopo esserci riposati un pochino andiamo verso la spiaggia.

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C’è tantissima gente che come noi si sta avvicinando a piedi verso il mare, anche se ormai il sole è tramontato. Camminiamo per circa un chilometro e mezzo prima di trovare il primo gruppo di ristoranti affacciati sul lungomare, tutti molto affollati, tra cui uno con cucina italiana. Consumiamo la nostra prima cena in Marocco senza assaggiare la cucina tipica visto che l’unico ristorante che ha posto disponibile è di stampo spagnolo. Purtroppo non abbiamo ancora contanti in dirham, non avendo cambiato gli euro in aeroporto, per cui paghiamo con la carta di credito non lasciando la mancia, cosa malvista in Marocco.

Torniamo verso il nostro albergo non senza notare che l’ampia passeggiata fronte-mare assomiglia ad una delle tante presenti alle Canarie o in costa Brava, così piena di alberghi molto lussuosi e con tante camere. Le onde dell’oceano arrivano sulla battigia con una frequenza tale che provocano un rumore di fondo intenso che non ha niente a che vedere con quello piacevole che abbiamo nel Mediterraneo. La sabbia è molto gradevole al tatto e di molto fine che tradisce la sua provenienza sahariana.

A questo punto, pur essendo stanchi per il viaggio, decidiamo di andare in auto a vedere cosa può offrire Agadir il sabato sera. La risposta è un gran traffico di auto che viaggiano a passo d’uomo indirizzate dai numerosi poliziotti presenti agli incroci. Arriviamo fino al porto dove ci sono numerosissimi pescherecci ormeggiati. Agadir è il porto più attrezzato dell’Atlantico per la pesca della sardina e il complesso industriale lì vicino emana un “delizioso” odore che ricorda quello dei croccantini al pesce per gatti. Sulla strada del ritorno riusciamo a trovare un cambiavalute ancora aperto e finalmente abbiamo i nostri primi dirham nel portafoglio.

Giorno 2 - Da Agadir a Ouarzazate

La mattina seguente ci svegliamo molto presto e facciamo una ottima colazione al fornitissimo buffet dell’albergo. Essendo bassa stagione non c’è tanta gente in questo piacevole hotel, a parte dei surfisti che qui ad Agadir trovano delle belle onde su cui scivolare. Dopo aver fatto check-out, carichiamo i bagagli sulla Logan e partiamo verso Taroudant dove arriveremo intorno alle 09:30. Taroudant è una delle cittadine “tipiche” e allo stesso tempo “genuine” più vicine ad Agadir, che è del tutto moderna in quanto ricostruita a seguito della devastazione dovuta al terremoto del 1960, ma è piuttosto abituata ad accogliere turisti.

Troviamo infatti vicino al parcheggio una di quelle cose che saranno una costante in tutto il nostro viaggio cioè uno di quei personaggi che apparentemente sono lì per caso ma in realtà stanno aspettando il turista per poterli fare da guida e guadagnarsi una mancia. Questo anziano e simpatico berbero ci conduce verso il souk, che ancora non è molto frequentato essendo appena le 10 del mattino e quando lo raggiungiamo molti negozi non sono ancora aperti. Dopo avere fatto comunque alcuni acquisti, cercando di evitare quei posti proposti dalla nostra “guida”, ritorniamo indietro e percorriamo le mura esterne della città che sono integre ed estremamente lunghe. All’interno di esse c’è poco da vedere, a parte la bella porta di ingresso. Chi definisce Taroudant una piccola Marrakech ha forse troppa fantasia.

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Ripartiamo intorno alle 10:30 e seguendo le indicazioni di Google Maps prendiamo la strada più corta. Probabilmente era meglio prendere subito la statale N 10 visto che quando la imboccheremo ci accorgeremo che è decisamente migliore delle parti di strada che abbiamo fatto fin lì. Ambedue le strade che partono da Taroudant passano lungo la valle dell’Asif Tifnout, piena di coltivazioni all’aperto e nelle serre in tessuto che servono per riparare le piante dal vento e dalla sabbia. Lasciata questa valle e salendo un po’ di quota, il paesaggio cambia e diventa più arido. Dopo più di quattro ore di auto che non offrono molto da vedere, arriviamo finalmente ad Ait Ben Haddou.

La cittadina è veramente molto bella, indubbiamente uno dei posti più iconici di tutto il Marocco. Lasciamo l’auto lungo la strada e grazie al ponte che attraversa il torrente saliamo verso l’apice della casbah insieme a tantissimi altri turisti, molti dei quali sono arrivati da Marrakech grazie alle gite organizzate che da lì in gran numero offrono questo servizio, percorrendo la N9. Il paese è costruito sul versante della collina con fango e paglia seccati al sole e viene costantemente restaurato per evitarne la disgregazione. Salendo verso la cima siamo circondati dai numerosi negozietti ricavati dalle abitazioni in fango che vendono esclusivamente souvenir per turisti. Arrivati in cima c’è una bellissima vista sul torrente e su tutta la vallata sottostante.

Dopo circa un’oretta scendiamo a prendere la macchina e facciamo quella che sarà l’immancabile operazione in tale circostanza, cioè lasciare una mancia al posteggiatore di turno. Torniamo verso sud per raggiungere Ouarzazate che dista poco più di 25 km. L’hotel che abbiamo scelto è l’Oscar che è all’interno dell’area degli studi cinematografici Atlas. L’albergo non è molto grande però è molto ben concepito, con camere a tema ovviamente cinematografico, che si affacciano verso l’interno dove c’è una bella piscina. Sono circa le 16:30 e finalmente ci riposiamo dopo il lunghissimo viaggio che abbiamo fatto oggi.

In serata usciamo per la cena recandoci in centro città, che dista circa 6 km, al Jardin des aromes che abbiamo scelto tramite Tripadvisor. Il ristorante è molto carino, al primo piano, con patio affacciato sul giardino, dove mangeremo degli ottimi piatti marocchini. Sperimentiamo, durante la cena, che qui ad Ouarzazate la temperatura la sera scende molto repentinamente ed è bene portarsi dietro qualcosa per coprirsi. Prima di rientrare in albergo facciamo un giretto a piedi al mercato, dove c’è anche una bella piazza piena di gente che stanno concludendo il fine settimana all’aperto. Rientriamo in albergo e finalmente ci riposiamo.

Giorno 3 - Ouarzazate, Keelat Mgouna e Skoura

Il mattino seguente partiamo verso Skoura e la sua oasi che è a circa 40 km da Ouarzazate. A pochi km dal paese ci fermiamo a visitare la casbah Amridil, segnalata da un cartello a lato della strada. Questa casbah è divisa in due distinte proprietà, entrambe visitabili pagando 40 dirham, è molto ben tenuta e ci dà un’ottima idea di come era la vita all’interno di queste costruzioni di fango e paglia. Chi lo desidera può avvalersi della guida che illustrerà ogni anfratto dell’edificio. Dopo essere ripartiti ci fermiamo al vicino mercato dove acquistiamo un kg di ottimi datteri di Erfoud per soli 30 dirham e dove prendiamo anche della frutta da mangiare durante la giornata.

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Proseguiamo quindi verso Keelat Mgouna, la porta della valle delle rose. Anche se non è la miglior stagione per visitare la valle, visto che la fioritura delle rose avviene tra la primavera e l’estate, proviamo ad andarci. La strada non è molto comoda e l’asfalto è soltanto al centro e quindi dobbiamo spesso mettere le ruote di destra nello sterrato per poter evitare i veicoli che sopraggiungono. Dopo qualche chilometro però decidiamo di tornare indietro perché il paesaggio non offre molto da vedere. Prima di ritornare verso Ouarzazate ci fermiamo a Keelat Mgouna per fare degli acquisti in una delle tantissime profumerie che vendono tutto quello che è fatto con l’essenza di rose, come saponi, creme e così via.

A questo punto torniamo verso Ouarzazate dove arriviamo intorno alle 15:30. Dato che è ancora presto per chiudere la giornata, decidiamo di visitare gli Atlas Studios, il cui ingresso è accanto al parcheggio del nostro albergo. Il biglietto non costa molto, circa 8 € e la visita guidata dura un’oretta. Gli studios non sono molto molto belli ma grazie alla guida ci viene piacevolmente spiegato il loro funzionamento rendendo bene l’idea di come vengano effettuate le riprese. Nei tanti anni di vita di questi studi cinematografici sono stati girati molti film tra cui il Gladiatore di Ridley Scott. Il set principale è quello rimasto a seguito del film Asterix e Cleopatra ma vedendone alcuni spezzoni su Youtube ci si accorge di quanto poi sia stato fatto al computer per arricchire le scene girate.

A cena questa sera andiamo a mangiare da Dimitri, uno dei locali più antichi di tutta la città. Il locale è veramente un pezzo di storia degli ultimi cento anni di Ouarzazate e alle pareti ci sono molte fotografie di coloro, soprattutto star del cinema, sono passati di lì. Il menù è molto semplice e sembra sia cambiato pochissimo dall’epoca del fondatore che proveniva dalla Grecia e che ha portato con sè i sapori della sua terra. I prezzi dei piatti sono molto contenuti.

Giorno 4 - Da Ouarzazate a Zagora e Tinghir

Il giorno seguente partiamo molto presto perchè l’idea è quella di raggiungere Zagora percorrendo la valle del Draa. Il fiume è quasi in secca e dopo pochi chilometri troviamo la città di Agdz dove ci fermiamo. Ancora è molto presto per cui il mercato, che è l’unica cosa attraente della cittadina, è praticamente chiuso. Ripartiamo lungo la valle del Draa dove sono disseminate molte casbah, alcune lasciate in malora mentre altre sono ancora in buono stato. Ci fermiamo in un’oasi per visitarne gli orti ed i palmeti. Da queste parti la vita scorre molto lentamente come il mezzo di locomozione più usato, il somaro (ce ne sono tantissimi, sempre con quell’aria triste di chi è costretto a sopportare pazientemente il pesante carico sulla schiena e anche qualche bastonata).

Pian piano, percorrendo la lunga strada ben tenuta, arriviamo alla fine a Zagora che subito ci appare piuttosto deludente. Zagora è la porta di uno dei luoghi desertici più visitati del Marocco anche se le dune di sabbia sono lontane alcune decine di km dal centro-città. Da qui si può raggiungere il deserto grazie alle escursioni che le molte agenzie presenti offrono oppure noleggiando un fuoristrada (oppure portandoselo da casa; abbiamo potuto vedere che molti, soprattutto francesi fanno delle spedizioni di molti giorni con dei mezzi 4×4 o moto tipo Parigi-Dakar). In genere i turisti che raggiungono Zagora prendono il fuoristrada con la guida e si fanno accompagnare per 30-50 km in una delle parti più desertiche del Marocco, dormendo nei campi tendati permanenti.

Alla fine Zagora non ci sembra un granché per cui proseguiamo verso Tazarin sulla N12. La strada è praticamente deserta, non incrociamo quasi nessuno durante il tragitto. La scelta di questa via alla fine risulterà sbagliata perché non era il caso di arrivare così a sud. Forse era meglio passare dalla valle del Draa dal lato nord da Agdz, non prendendo la N9. Ogni tanto troviamo dei paesini che però non ci sembrano interessanti. Passiamo da Alnif e prima di arrivare a Tinghir troviamo un posto di blocco della Gendarmeria Nazionale dove veniamo fermati e dove ci viene contestata un’infrazione: secondo loro non mi ero fermato completamente allo stop e questa cosa ci costerà 150 dirham. Queste multe sono spesso fatte ai turisti dalla gendarmeria e sono delle estorsioni pure e semplici.

Proseguiamo verso Tinghir e ci fermiamo al Kasbah Petite Nomade, un bel riad gestito da una famiglia molto ospitale posto vicino all’inizio della valle del Todra. Dopo aver preso un bel tè alla menta e qualche dattero che il nostro ospite ci ha offerto per rinfrancarci, andiamo a piedi verso il vicino palmeto e la casbah che la sovrasta. Nel palmeto incrociamo dei ragazzi francesi che erano stati fermati dai gendarmi poco prima di noi e scopriamo che non hanno pagato la pseudo-multa in seguito alle loro proteste. La casbah riuslta un po’ deludente in quanto la parte abitata non è così bella come quel che si vede da lontano. Torniamo indietro e lascio mia moglie, che non si sente molto bene, al riad e vado a cercare a Tinghir un bancomat. Lo sportello automatico è comodo per ritirare i contanti ma le commissioni applicate sono piuttosto alte. Ceniamo al riad, dove i nostri ospiti ci preparano delle pietanze in stile marocchino molto gustose.

Giorno 5 - Todra e le Gole del Dades

Giorno 6 - Merzouga e Ifrane

Giorno 7 - Azrou e Meknes

Giorno 8 - Fez

Giorno 9 - Volubilis, Chefchaouen

Giorno 10 - Verso Rabat

Giorno 11 - Verso Marrakech

Giorno 12 - Marrakech

Giorno 13 - Marrakech e rientro in Italia

Viaggio in Marocco: Informazioni Pratiche

Internet e Telefono

Nella zona del nastro del recupero dei bagagli ci sono delle ragazze che vendono le SIM, da utilizzare per la connessione internet, di diverse compagnie telefoniche. Tutte le compagnie telefoniche fanno lo stesso prezzo di vendita per le SIM-dati e la qualità del servizio è del tutto paragonabile, per cui decidiamo di prendere due schedine della Orange con 10 Gb di traffico incluso, al costo di 10 euro ciascuna.

Mance

Lasciare la mancia è una cosa malvista in Marocco.

Come Guidare in Marocco

Avendo letto che i limiti di velocità in Marocco sono da rispettare in modo pedissequo, tengo un’andatura piuttosto bassa, adeguandomi al flusso delle altre vetture.

Clima, Cosa Mangiare e Curiosità Varie

Tabella Riepilogativa Costi e Spese

Spesa Costo stimato
SIM dati (10GB) 10 euro
Hotel (a notte) 74 euro (con colazione inclusa)
Cena (per due persone) Variabile (dipende dal ristorante)
Ingresso Atlas Studios Circa 8 euro
Bancomat Commissioni Alte
Pseudo-multa Gendarmeria 150 dirham

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