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Paesi Fuori Area Schengen: Cosa Significa e Quali Sono

Lo spazio Schengen è una zona di libera circolazione delle persone. Ogni anno i cittadini europei effettuano più di 1,25 miliardi di viaggi nello spazio Schengen, attraversando le frontiere interne senza controlli.

Cos'è l'Area Schengen?

In breve, l’area Schengen (chiamata anche Spazio Schengen o Zona Schengen) è l’area composta da 26 stati europei più 3 extra UE, che, attraverso l’omonimo Trattato di Schengen, hanno abolito i controlli alle frontiere creando di fatto un territorio dove è possibile circolare liberamente.

L’area Schengen è una zona di libera circolazione senza controlli alle frontiere interne, istituita il 14 giugno 1985 con l’accordo che prende il nome dall’omonima cittadina lussemburghese in cui venne sottoscritto da Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Implicazioni per i Viaggiatori

All’atto pratico, nel caso in cui si viaggi verso paesi NON Schengen, il viaggiatore dovrà sottostare ad ulteriori controlli sui documenti alle frontiere (nel caso di paesi Europei come Gran Bretagna o Irlanda) o, nel caso di paesi extra-UE, possedere un visto secondo le normative di ciascun paese.

Per informazioni aggiornate sui documenti necessari per entrare in ogni paese vi rimandiamo al sito web della Farnesina Viaggiare Sicuri.

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Paesi Aderenti al Patto di Schengen

Nei paesi seguenti è possibile circolare liberamente senza controlli alle frontiere:

  • Austria
  • Belgio
  • Città del Vaticano *
  • Danimarca **
  • Estonia
  • Finlandia
  • Francia
  • Germania
  • Grecia
  • Islanda
  • Italia
  • Lettonia
  • Liechtenstein
  • Lituania
  • Lussemburgo
  • Malta
  • Monaco *
  • Norvegia **
  • Paesi Bassi
  • Polonia
  • Portogallo
  • Rep. Ceca
  • San Marino *
  • Slovacchia
  • Slovenia
  • Spagna
  • Svezia
  • Svizzera
  • Ungheria

* stato non membro ma con frontiere aperte
** vedere Eccezioni

Eccezioni

In Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania, pur essendo stati membri dell’area Shengen, la libera circolazione non è ancora entrata in vigore a causa della mancanza dei necessari adeguamenti tecnici. Restano pertanto al momento attivi tutti i controlli alle frontiere.

I seguenti territori inoltre, seppur facenti parte politicamente di stati sottoscriventi l’accordo, non sono coperti:

  • Danimarca: Groenlandia e isole Fær Øer
  • Francia: Guyana francese, Guadalupa, Mayotte, Martinica, Nuova Caledonia, Polinesia Francese, Riunione, Saint-Barthélemy, Saint-Martin, Saint-Pierre e Miquelon, Wallis e Futuna
  • Norvegia: isole Svalbard
  • Paesi Bassi: Aruba, Curaçao, Isole BES e Sint Maarten.

Paesi NON Schengen

Gli unici paesi dell’Unione Europea che non hanno aderito al patto di Schengen sono Irlanda e Regno Unito.

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Storia e Sviluppo dello Spazio Schengen

Dopo il primo accordo tra i cinque paesi fondatori, firmato il 14 giugno 1985, è stata elaborata una convenzione, firmata il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore nel 1995, che ha permesso di abolire controlli interni tra gli Stati firmatari e di creare una frontiera esterna unica lungo la quale i controlli all’ingresso nello spazio Schengen vengono effettuati secondo procedure identiche.

Sono state adottate norme comuni in materia di visti, diritto d’asilo e controllo alle frontiere esterne onde consentire la libera circolazione delle persone all’interno dei paesi firmatari senza turbare l’ordine pubblico. Per conciliare libertà e sicurezza, inoltre, la libera circolazione è stata affiancata dalle cosiddette “misure compensative” volte a migliorare il coordinamento tra polizia, dogane e amministrazioni giudiziarie nonché a combattere, in particolare, il terrorismo e la criminalità organizzata.

A tal fine, si è creato il complesso Sistema d’informazione Schengen (SIS), che consente di scambiare dati sull’identità delle persone e sulla descrizione degli oggetti ricercati.

Lo spazio Schengen si è esteso progressivamente a tutti gli Stati membri. Gli accordi sono stati firmati dall’Italia il 27 novembre 1990, dalla Spagna e dal Portogallo il 25 giugno 1991, dalla Grecia il 6 novembre 1992, dall’Austria il 28 aprile 1995 e da Danimarca, Finlandia e Svezia il 19 dicembre 1996. Successivamente, il 21 Dicembre 2007 si sono aggiunti Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Malta; il 12 Dicembre 2008 la Svizzera; il primo Novembre 2009 il Liechtenstein.

Ingresso nello Spazio Schengen per Cittadini Non-SEE

Per essere consentito l'ingresso nello spazio Schengen, i cittadini dello Spazio economico europeo (SEE) devono presentare una carta d'identità valida oppure un passaporto meno di cinque anni, non-SEE cittadini devono anche produrre i documenti necessari per l’ottenimento del visto per l’ Italia (domanda di visto ,lettera di invito, passaporto, polizza sanitaria per ingresso stranieri e fideiussione per il visto che giustificano lo scopo e le condizioni della loro visita.

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Inoltre, devono disporre di fondi sufficienti sia per la durata del loro soggiorno. Per i non-SEE terzi che sono soggetti all'obbligo del visto in base alla loro nazionalità, il visto deve specificare la durata del soggiorno autorizzato. Ricordiamo che non può essere superiore a 90 giorni nell’arco in un semestre.

In entrambi i casi, l'ingresso o il transito di un non-SEE viaggiatore nello spazio Schengen si materializza tramite il timbro sul passaporto per determinare il punto di partenza del soggiorno autorizzato. Se il documento di viaggio non reca il timbro d'ingresso, le autorità possono presumere che il titolare non soddisfa o non soddisfa più le condizioni relative alla durata del soggiorno.

Sospensione di Schengen e Controlli Alle Frontiere Interne

L'Europa torna ad alzare le barriere. Dopo l'annuncio dei Paesi Bassi di voler sospendere Schengen per contrastare i flussi migratori irregolari, sale a otto il numero di paesi che hanno reintrodotto i controlli alle frontiere interne dell'Unione europea.

I Passi Bassi si uniscono così ad Austria, Germania, Francia, Svezia, Slovenia, Danimarca e alla Norvegia, paese extra-Ue ma parte dell'area Schengen, in quella che appare come la più grave crisi dell'area di libera circolazione dalla sua nascita. Le motivazioni oscillano tra sicurezza e immigrazione: l'Olanda punta il dito contro l'eccessivo flusso di migranti irregolari, mentre la Norvegia ha appena prolungato i controlli fino a dicembre 2024 citando il rischio di attentati terroristici, con particolare attenzione alla protezione degli obiettivi ebraici e israeliani.

I controlli olandesi scatteranno ai confini con Germania e Belgio. "La polizia di frontiera inizierà a effettuare controlli aggiuntivi", ha dichiarato, come riporta Il Corriere della Sera, la ministra per le Migrazioni e l'asilo Marjolein Faber in una nota alla Commissione europea, promettendo di ridurre al minimo l'impatto su merci e pendolari transfrontalieri.

Da Bruxelles è arrivata immediata la replica: secondo quanto riporta Today, la portavoce della Commissione europea Anitta Hipper ha ricordato che la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne nella zona Schengen deve essere adottata in maniera "eccezionale" ed essere "strettamente limitata nel tempo".

L'Espansione di Schengen

Nonostante queste chiusure temporanee, lo spazio Schengen sta paradossalmente vivendo una fase di espansione. Dal marzo 2024, infatti, Romania e Bulgaria sono entrate a far parte dell'accordo per quanto riguarda le frontiere aeree e marittime. È possibile che presto possano aderire completamente, se l'Austria deciderà di ritirare il suo veto. Un incontro decisivo è previsto per il 22 novembre in Ungheria.

Il Sistema d'Informazione Schengen (SIS)

Il Consiglio europeo spiega che per gestire in modo efficace e sicuro questo enorme flusso di persone, i paesi membri si affidano al Sistema d'informazione Schengen (Sis), un grande archivio digitale condiviso dalle forze di polizia. Questo database contiene ben 86,5 milioni di segnalazioni su persone ricercate, oggetti rubati o scomparsi e altre informazioni rilevanti per la sicurezza.

Le autorità lo consultano ben 35 milioni di volte al giorno, un numero impressionante che dimostra quanto sia fondamentale per garantire la protezione dei cittadini e combattere la criminalità oltre i confini nazionali. In futuro, il Sis sarà integrato con nuovi strumenti tecnologici per monitorare ancora meglio chi entra ed esce dall'area Schengen, come il sistema di ingressi/uscite (Ees) che registrerà le informazioni sui viaggiatori extraeuropei, e il sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (Etias), una sorta di visto elettronico per i visitatori dei paesi terzi esenti dall'obbligo di visto.

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