Rieti Turismo: Cosa Fare e Vedere in Sabina
Recentemente, ho trascorso alcuni giorni nella provincia di Rieti, soggiornando all'abbazia di Farfa. Il motivo del mio soggiorno era un corso di Food and Wine Event Planner organizzato dal CTS. Lo confesso: non sapevo nemmeno che esistesse questa zona tra Lazio, Umbria e Abruzzo identificata con il nome di Sabina.
Cosa c’è da vedere e da fare in Sabina? Se vi aspettate attrazioni e servizi turistici per la massa, ben poco. In questa zona il turismo si divide in due categorie: il turismo rurale, di chi vuole soggiornare presso agriturismi e b&b, e il turismo di lusso, con una buona scelta di resort e spa di categoria quattro-cinque stelle. Se cercate relax, la Sabina è un’ottima scelta.
Il paesaggio è collinare, verde e molto dolce, puntellato da ulivi e qualche vigneto. La coltivazione principale è quella dell’uliveto, ma sono presenti anche altre attività artigianali tradizionali come la lavorazione della lana e la coloritura mediante erbe spontanee. Una lana di pregio che viene poi usata per maglioni di lusso, perlopiù acquistata da sceicchi arabi.
Borghi da Visitare
Di borghi da visitare c’è ampia scelta. Sono tutti molto piccoli, per cui ne potete fare più d’uno in giornata. Io ho soggiornato a Farfa, una frazione del comune di Fara in Sabina. Si tratta di un paesino in cui attualmente vivono solo 60 persone. L’attrazione turistica del borgo è l’Abbazia di Santa Maria di Farfa di proprietà dei monaci benedettini.
E’ possibile visitarne l’interno, anche se devo dire che non ho trovato la visita guidata particolarmente interessante. Mi emozionava di più passeggiare nel borgo la mattina presto, quando i miei compagni di corso stavano ancora facendo colazione. Mi facevano compagnia i graziosi mici che popolavano le vie del borgo, un silenzio ristoratore e gli sgargianti colori dei fiori che adornavano le case in pietra. Un altro momento magico era la notte, quando dal buio uscivano stormi di lucciole.
Leggi anche: Recensioni Quad Rieti
Un altro borgo che ho visitato durante il corso è Nerola, di cui ricordo solo la principessa e il suo profumo.
Abbazia di Santa Maria di Farfa
Incantevole abbazia, uno dei centri monastici più importanti del Medioevo, talmente importante che arrivò a controllare vaste zone dell’Italia centrale. E anche da un punto di vista culturale ebbe un ruolo prestigioso grazie alla qualità dei codici che produceva nel suo scriptorium. Questo merita sicuramente una visita insieme all’antica biblioteca che conserva oltre 50.000 volumi oltre a manoscritti originali medievali miniati. L’intero complesso è stato dichiarato nel 1928 monumento nazionale.
Si rimane colpiti dalla quantità di stili che rispecchiano i diversi periodi della sua realizzazione. In particolare, affascina il chiostrino longobardo con elementi romanici, dal quale si ammira lo scorcio con il campanile decorato da quattro piani di bifore. Dal chiostro grande, seicentesco, si accede invece alla cripta carolingia che conserva un sarcofago romano e pitture murali. E infine, attiguo al grande chiostro, nel Museo civico sono raccolti reperti archeologici e una scenografica installazione dell’illustratore Emanuele Luzzati che racconta la storia dell’abbazia.
Casperia
Case e torri in pietra, viuzze e scalinate in un borgo nel quale si entra a piedi attraversando una porta. Così si presenta Casperia, acciambellato su un colle con un panorama che si apre sulla valle del Tevere, il monte Soratte e la bellezza selvaggia dei monti Sabini. Borgo antichissimo citato da Virgilio nell’Eneide, oggi certificato Bandiera Arancione daL Touring Club Italiano.
Il suo nome rimanda a un insediamento romano con un nucleo storico medievale che si è mantenuto omogeneo fin dall’antichità, e in cui si sono integrati servizi ricettivi per accogliere i turisti, con negozietti e ristoranti che lo rendono particolarmente piacevole e godibile. Il centro è fatto di giri concentrici, che si stringono fino a culminare nella piazza dedicata a San Giovanni Battista con la chiesa parrocchiale di origini medievali, poi ampliata nel Cinquecento, e che conserva il campanile del 1200. A circa un chilometro, la chiesa di S.
Leggi anche: IA e il futuro del turismo
Turismo Agricolo
Un’altra attività tipica del turismo nella Sabina è visitare aziende agricole. Nell’ambito del corso ne abbiamo visitate due. La prima è stata l’azienda agricola La Mola, produttrice di oli pregiati già vincitori di premi internazionali. La proprietà e la gestione è interamente femminile: Anna Maria Billi e Francesca Pingi, una madre con la passione della campagna e la figlia che si è fatta trascinare da questa passione. L’altra figlia, Paola Pingi, gestisce l’annesso ristorante agrituristico Le Comari di Farfa.
Un altro luogo dove immergersi nella cultura dell'olio è la tenuta dei fratelli Bertini a Canneto, una frazione di Fara in Sabina, borgo arroccato di origine longobarda, oggi elegantemente ristrutturato. Qui si può ammirare un ulivo millenario, che pare sia stato piantato da Numa Pompilio, il secondo re di Roma.
La Strada dell'Olio della Sabina
In Sabina tutto ci parla di olio, del resto è da sempre considerata il regno degli oliveti, rappresentati da una leggenda che ha come protagonista un mastodontico esemplare di ulivo. Ed è un olio, quello della Sabina, celebrato per la sua bontà, di colore giallo oro dai riflessi verdi, dal profumo fruttato il tutto grazie a terreni poco profondi, ricchi di calcio e riparati dal vento. Per assaggiarlo e scoprirne i luoghi di produzione più significativi basta seguire la Strada dell’olio della Sabina, che offre diversi itinerari uno dei quali passa per Fara in Sabina e l’ulivo millenario.
Rieti: L'Ombelico d'Italia
Rieti è il capoluogo della Sabina, quella del ratto delle Sabine narrato da Tito Livio e “Umbelicus Italiae”. Ombelico d’Italia. Marco Terenzio Varrone, nell’antica Roma, definì Rieti il centro geografico del Belpaese.
Le vestigia archeologiche romane da scoprire nelle viscere della città con percorsi guidati nella Rieti sotterranea, e visibili nella cinta muraria in via Cintia e nel ponte sul fiume, grande costruzione a tre archi del I secolo d.C. in gran parte nascosto dall’acqua. I monumenti medievali: la Cattedrale e il battistero trecentesco, oggi sede del Museo diocesano, la chiesa di S. Francesco, il palazzo Papale (o vescovile) con le scenografiche volte e un presepe gigante, il palazzo comunale con il Museo civico. L’eredità rinascimentale, invece, la si trova nei palazzi Vecchiarelli e della Prefettura. Altro orgoglio dei ratini è il teatro Flavio Vespasiano, ottocentesco.
Leggi anche: Analisi del rapporto turismo-PIL in Italia
In ogni caso, se la suggestione di essere nel centro esatto dello stivale è irrinunciabile, si può andare in piazzetta S. Rufo, come ricorda il monumento circolare in piazza San Rufo.
Cosa Vedere a Rieti
- La piazza Vittorio Emanuele II, con la fontana dei Delfini e il neoclassico palazzo comunale
- Il rinascimentale palazzo del Governo
- La Cattedrale con il campanile romanico
- Il palazzo Papale con il suo inconfondibile loggiato di arcate gotiche
- Il teatro Flavio Vespasiano di fine Ottocento
Immancabile la passeggiata lungofiume e una sosta sul ponte Velino che conduce all’imbocco della centrale via Roma, ricostruito dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale e dal quale si scorgono i resti del ponte romano in travertino.
Con un percorso di soli 48 km circa fuori Rieti vi troverete di fronte a due colpi d’occhio di impatto e suggestione: il primo, in direzione est, è l’eremo di S. Cataldo a Cottanello, e il secondo verso nord-ovest è il santuario di Greccio, letteralmente aggrappato alla roccia e circondato da un bosco di lecci.
Terme di Cotilia
Le Terme di Cotilia si trovano in una zona ricca di storia e tradizione termale, nelle vicinanze di Castel Sant’Angelo, a circa 10 km da Rieti. Le acque termali di Cotilia, che sgorgano a una temperatura costante, sono apprezzate per le loro proprietà antinfiammatorie e disintossicanti.
Le sorgenti termali di Cotilia erano conosciute già in tempi antichi per le loro proprietà curative, tanto che furono menzionate da storici come Seneca e Virgilio e utilizzate da personaggi illustri dell’epoca per alleviare vari disturbi fisici. Nel corso del XX secolo, il complesso termale è stato ristrutturato e modernizzato, con l’introduzione di tecnologie all’avanguardia che hanno permesso di ampliare l’offerta terapeutica e di rendere le terme accessibili a un pubblico sempre più ampio.
Grazie alle loro proprietà antinfiammatorie, disintossicanti e antisettiche, le acque di Cotilia sono particolarmente indicate per il trattamento di diverse patologie respiratorie, come bronchiti croniche e sinusiti, nonché per malattie dermatologiche come psoriasi ed eczemi.
Il centro delle Terme di Cotilia offre una vasta gamma di trattamenti termali, ideati per rispondere alle esigenze di salute e benessere dei visitatori:
- Fangoterapia: I fanghi termali, preparati con le acque sulfuree, sono applicati su specifiche aree del corpo per trattare patologie muscoloscheletriche e osteoarticolari.
- Cure inalatorie: Le acque sulfuree di Cotilia vengono utilizzate anche per trattamenti inalatori, che includono aerosol e docce nasali.
- Balneoterapia: I bagni termali, effettuati nelle piscine con acque sulfuree, sono ideali per il trattamento di patologie reumatiche e dermatologiche.
Oltre ai trattamenti termali classici, le Terme di Cotilia offrono percorsi benessere, massaggi rilassanti e trattamenti estetici che completano l’esperienza rigenerante del visitatore.
Come Arrivare alle Terme di Cotilia
In auto, se si arriva da Roma, è possibile prendere l’autostrada A1 in direzione Firenze e uscire a Fiano Romano. Da lì, si prosegue sulla SS4 Salaria in direzione Rieti e si seguono le indicazioni per Castel Sant’Angelo e le terme. In treno, la stazione ferroviaria più vicina è Rieti, che è ben collegata a Roma tramite treni regionali.
Ripartire da Amatrice: Il Polo del Gusto e le Ricchezze del Territorio
Ripartire. Guardare avanti. Ricostruire. Lo ha già fatto altre volte quest’angolo di Lazio proteso verso gli Appennini, dopo i terremoti che l’hanno più volte colpito nel passato (1639, 1646, 1672, 1883, 1898, 1948…). E anche oggi, dopo il sisma del 2016, è pronto a voltare pagina, a rimboccarsi le maniche e a ricominciare. Da Amatrice, dalle sue frazioni.
L’epicentro della rinascita è una piazza rettangolare, ad Amatrice, frazione Villa San Cipriano, 8.500 mq con vista sui Monti della Laga. Si chiama Polo del gusto, della tradizione e della solidarietà, alias Area Food. Progettata dallo Studio Boeri, è stata realizzata grazie alle donazioni raccolte da Corriere della Sera e La7, con il sostegno della Regione Lazio. Ospita una mensa scolastica e otto ristoranti, portabandiera della ricetta conosciuta in tutto il mondo: l’amatriciana.
Il piatto-simbolo a base di guanciale e pecorino è solo il primo tassello. C’è molto altro da scoprire, e da vivere, lungo i 65 chilometri che separano Rieti da Amatrice, in tutto il bacino della Provincia. Borghi come Cittaducale, Antrodoco, Posta, Borbona, Leonessa, Cittareale, Accumoli.
Esperienze all'Aperto: Trekking e Cammini
Camminare è il modo migliore per immergersi nel territorio. Dopo gli interventi di ripristino e rinnovo della segnaletica, il tratto del Sentiero Italia che unisce Leonessa ad Amatrice passando per Cittareale, è appena stato re-inaugurato: il primo gruppo di trekker guidati dal Club Alpino Italiano (CAI) Lazio ne ha percorso i circa 35 chilometri a inizio maggio (tappe n. 122 e 123). Oggi, gli itinerari sono a disposizione di tutti i camminatori che vogliono scoprire a passo lento il paesaggio reatino, tra boschi, sentieri, strade bianche e viste che spaziano verso i Monti della Laga e il Gran Sasso.
A poca distanza da lì, ad Accumoli, ecco il Cammino nelle Terre Mutate, “viaggio lento nel cuore dell’Appennino” che da Fabriano a L’Aquila, unisce i territori colpiti dai terremoti del centro Italia.
Altre Attività e Luoghi da Scoprire
- A Cittareale, un tour lungo il percorso dell’imperatore Vespasiano, la Rocca di Manfredi e una degustazione di birra artigianale al birrificio Alta Quota.
- A Posta, il cippo del 69° miglio della Via Salaria e l’incanto della Valle Scura, dove si può avvistare il volo dell’aquila reale.
- Leonessa, un borgo medievale Bandiera arancione, con i suoi palazzi storici, ai piedi del Terminillo.
- Castel Sant’Angelo lungo il fiume Velino offre le sponde balneabili del Lago di Paterno.
- Cittaducale è un piccolo gioiello di urbanistica che ruota intorno all’ariosa piazza del Popolo, porta di accesso al capoluogo.
TAG: #Turismo