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Turismo a San Marino: Storia e Sviluppo

La Repubblica di San Marino possiede una forte vocazione turistica prosperata nel corso del Novecento ed in particolare nella seconda metà di questo secolo grazie alla sua principale caratteristica: essere un piccolo stato indipendente con un centro storico di rilievo. A questo si aggiunge la sua particolare collocazione a pochi chilometri da una delle zone d’Italia in cui più forte è il turismo di massa: la Riviera romagnola.

Alle origini del turismo sammarinese

Tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento in Europa il benessere si allargò a molti ceti sociali, questa fase interrotta solo dalla tragedia della Grande Guerra si sovrappose alla capillare diffusione delle comunicazioni stradali, ferroviarie e marittime che ridusse le distanze e aumentò la mobilità collettiva dai grandi centri urbani così come dalle campagne verso i luoghi delle vacanze. In questi decenni pacifici e spensierati il turismo e la passione per i viaggi si allargarono dai ceti aristocratici e benestanti alle classi medie urbane e rurali.

Queste, da un lato, seguivano nei loro itinerari le orme dei viaggiatori sette-ottocenteschi nelle grandi città d’arte europee e, dall’altro, inventavano percorsi nuovi verso svaghi e divertimenti diversi, dalle stazioni termali ai paesi esotici extraeuropei, dalle escursioni in montagna ai bagni in mare e nei laghi. La crescita dei flussi turistici balneari verso la costa romagnola finì per determinare anche le fortune turistiche della Repubblica di San Marino. Rimini, Riccione e il profilo del Titano si legarono indissolubilmente già all’inizio del Novecento, perché, sempre più spesso, si univa il soggiorno al mare con una rapida visita alla Repubblica di San Marino, così come suggerivano le numerose guide destinate a quei turisti che cercavano di essere informati al meglio sui centri che stavano visitando e sui loro dintorni.

La tecnologia giocò negli stessi anni un ruolo importante nel favorire l’arrivo dei turisti in cima al monte Titano. L’eclisse di carrozze e calessi, di cavalli e vetturini per la visita nella Repubblica di San Marino si consumò così nel giro di pochi decenni: già nel corso degli anni Trenta i motori e il collegamento ferroviario dominavano incontrastati nei flussi turistici da Rimini alla cima del Titano. Alcuni automobilisti hanno fortunatamente lasciato testimonianza del viaggio, continuando la tradizione della vocazione alla cronaca dei viaggiatori giunti a San Marino nei secoli precedenti.

Tra le testimonianze più interessanti quella del medico francese Paul Hamonic che raggiunse la vetta del Titano nel 1914. Attento come ogni medico alla situazione igienica trovò a San Marino un sistema d’approvvigionamento dell’acqua potabile che lo lasciò perplesso: l’acqua che veniva utilizzata per uso potabile era esclusivamente quella piovana raccolta in ampie cisterne. Ormai la strada ai nuovi mezzi di trasporto era stata aperta: già nel 1911 funzionava il servizio d’automobile tra Rimini e San Marino al posto dell’ormai superata diligenza.

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Il ruolo della ferrovia e l'accordo con Mussolini

Il 17 agosto del 1926 Benito Mussolini si recò sul Titano per firmare un importante accordo nel quale s’impegnava, in cambio della rinuncia sammarinese ad avere una propria stazione radio, a costruire un tronco ferroviario sul non facile collegamento tra Rimini e il centro storico di San Marino. Il nuovo tronco ferroviario, realizzato in soli quattro anni tra il 1928 e il 1932, mostrò immediatamente la sua valenza turistica in un momento particolarmente favorevole per le fortune balneari di Rimini e della costa romagnola. Grazie ai tempi brevi del percorso tra i due capolinea, circa 55 minuti, ed alla frequenza delle corse, ulteriormente implementate nel periodo estivo, era possibile partendo da Rimini nella prima mattinata compiere un’escursione nel centro storico di San Marino nell’arco pieno di una giornata.

Si venne chiaramente delineando come la ferrovia stesse orientando l’economia turistica verso la scelta di un veloce escursionismo giornaliero. Non è facile fare delle stime sulla quantità di visitatori che negli anni Trenta grazie alla ferrovia e ad altri mezzi di trasporto raggiunsero la Repubblica di San Marino.

Il Dopoguerra e la Ricostruzione

Negli anni che seguirono la fine della Seconda guerra mondiale la vicina Italia conobbe le prime trasformazioni economiche che porteranno allo sviluppo industriale degli anni successivi. In generale, l’immediato dopoguerra sammarinese fu caratterizzato da una complessa fase di ricostruzione materiale ed economica con aspetti simili ma anche divergenti rispetto a quella italiana. Tra i fattori di somiglianza c’è sicuramente il turismo che, così come nella vicina costa romagnola, divenne un motore fondamentale per lo sviluppo economico.

Tra le differenze c’è la diversa impostazione politica, caratterizzata negli anni tra il ١٩٤٥ e il ١٩٥٧ da un’alleanza di governo dei maggiori partiti di sinistra. Negli stessi anni il governo incentivò i lavori pubblici necessari a far tornare la Repubblica alla normalità e a stimolare il turismo. Gli interventi governativi riguardarono principalmente la ristrutturazione delle strade, la ricostruzione di cinque ponti distrutti dal conflitto e la realizzazione di nuovi tratti viari. Lo Stato intervenne anche nei lavori di riattivazione dei servizi elettrici, di quelli telegrafici e degli acquedotti e nella ricostruzione di parte del centro storico danneggiato. Lo sforzo economico fu notevole anche se per alcuni progetti particolarmente costosi si poté intervenire solo negli anni Sessanta con l’arrivo di ingenti finanziamenti dall’estero.

L’opera che i sammarinesi avrebbero voluto maggiormente in quegli anni non arrivò mai: la ricostruzione della ferrovia. Per riattivarla dopo il conflitto sarebbero serviti ingenti fondi, oltre alla collaborazione dello Stato italiano. Mancarono entrambi, anche perché in Italia in quegli anni si pensava più a finanziare il trasporto su gomma che su rotaia. Intanto nella vicina costa romagnola masse di vacanzieri tornavano ad affollare le spiagge nei mesi estivi con un’intensità maggiore rispetto al periodo precedente la guerra. I lunghi soggiorni nelle località balneari erano infatti diventati alla portata di tutti e non più soltanto delle élite, come in passato. Rimini in particolare diventò una vera e propria icona per il turismo balneare di massa.

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La risposta fu la creazione di una casa da gioco che operò tra il 1949 e il 1951 nel palazzo del Kursaal, nel centro storico. In Italia il gioco d’azzardo era stato limitato dopo la guerra a solo quattro località, la più vicina delle quali era Venezia. Il successo del casinò sammarinese fu perciò immediato, già nell’estate del 1949 gli incassi furono ottimi. Gli stessi risultati furono raggiunti anche nel 1950 suscitando l’ira del governo italiano, contrario a quel flusso di soldi verso l’estero, e anche alcune critiche interne. A difesa dell’iniziativa, il governo sammarinese dichiarò che gli incassi del Kursaal sarebbero serviti a rimodernare il centro urbano. Inoltre, c’era l’intenzione di creare intorno al casinò una serie di eventi mondani e culturali in grado di incentivare il turismo sul Titano.

Non fu però così. Il governo italiano pose, infatti, una sorta di blocco doganale intorno al territorio sammarinese aumentando i controlli su chi passava la frontiera. Furono in realtà disincentivati sia i giocatori che i turisti, e i risultati si videro nel 1951 quando, alla vigilia dell’estate, non solo le sale del Kursaal ma anche le strade del centro storico erano desolatamente vuote. La situazione era così grave che le associazioni degli albergatori e dei commercianti minacciarono uno sciopero per spingere il governo ad arrivare ad un accordo, che arrivò ad agosto, con il quale l’Italia toglieva il blocco e garantiva un anticipo sui canoni doganali arretrati.

Negli stessi anni il governo agiva con la creazione dell’Ente per il turismo, un organo in grado di regolare, dirigere e promuovere le iniziative pubbliche in favore del turismo. I primi anni di vita dell’Ente servirono soprattutto a promuovere il dibattito sul futuro del turismo sammarinese, da incentrarsi sia sul proficuo rapporto con la costa romagnola sia puntando sulle attrattive locali. Proprio per questo motivo, il Kursaal passò in mani pubbliche per diventare un centro per eventi di richiamo. L’intenzione era ottima ma i risultati furono deludenti, in quanto gli eventi organizzati non attiravano così tanti visitatori come faceva il casinò e, soprattutto, non rendevano allo stesso modo.

Svolta Economica e Crescita Turistica (1957-1980)

Il 1957 fu l’anno della svolta per il turismo e più in generale per l’economia della piccola repubblica, grazie al cambio di coalizione politica al governo e a un rinnovato rapporto di fiducia con lo Stato italiano. Tra il 1946 e il 1957 si erano poste le basi per lo sviluppo economico, ma è proprio nel periodo successivo, fino alla metà degli anni Settanta, che si è costituita la struttura produttiva che ancora oggi rappresenta l’ossatura economica e occupazionale di San Marino. Il terziario, l’industria e l’artigianato crebbero agevolati proprio dall’espansione turistica. L’elemento che però spinse di più verso lo sviluppo fu l’arrivo di grandi capitali dall’estero.

Furono realizzate fognature più moderne, un acquedotto con una maggiore portata idrica e un più moderno e razionale sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Il nuovo governo realizzò invece, nel 1958, un accordo con lo Stato italiano per la costruzione della superstrada di collegamento con Rimini. Furono questi gli anni dell’esplosione del settore alberghiero: se nel 1957 esistevano solo 7 hotel, già dieci anni dopo ce n’erano 22, un numero destinato ancora a salire di qualche unità fino alla fine degli anni Settanta.

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La crescita del settore alberghiero era foraggiata dal crescente movimento di turisti, con una parte sempre più corposa di visitatori che sceglieva di soggiornare negli hotel sammarinesi, differenziandosi così dalle grandi masse di turisti di giornata. I numeri erano importanti: nel 1963 le persone alloggiate negli hotel erano poco meno di 9.000, nel 1971 erano più di 30.000 e alla fine del decennio, nel 1980, erano più di 60.000. Il crescente numero di visitatori di giornata fece la fortuna del piccolo commercio nel centro storico che in questi anni vide una vera e propria proliferazione di piccoli negozi spesso destinati alla vendita di souvenir.

Gli anni Settanta mettono in evidenza una fase di stasi per il turismo sammarinese, che non conobbe particolari novità, se non una lenta crescita nel numero delle strutture alberghiere e delle presenze. Anche gli anni Ottanta si caratterizzarono per un clima simile soprattutto nel dibattito politico, mentre un certo dinamismo si vide nella creazione di nuovi eventi promozionali, in particolare nel settore sportivo. Dal 1981 al 2006 la repubblica di San Marino diede il proprio nome ad un Gran premio di Formula 1 sul circuito Dino e Enzo Ferrari di Imola. Un’operazione simile si è svolta per una gara del Motomondiale che si svolge ancora oggi nella vicina Misano Adriatico.

Crisi e Rinnovamento (Anni '90 - 2000)

La fine del secolo in un quadro di generale rinnovamento del settore turistico ha visto San Marino vivere un periodo di crisi, seguito da un periodo di rinnovamento per adattarsi al nuovo contesto, che ha dato i suoi frutti più importanti negli anni più recenti. Gli anni Novanta fecero apparire in maniera lampante tutti i limiti del settore turistico con la chiusura di numerose attività e un notevole calo nei numeri sia dei turisti che dei gitanti. L’arrivo del Duemila segnò una sorta di rinascita del turismo sammarinese, con un adattamento al nuovo contesto, nel quale le piccole località sono state fortemente rivalutate.

Patrimonio UNESCO

Nel 2009 i centri storici di San Marino, di Borgo Maggiore e il monte Titano sono entrati a far parte dei siti del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. San Marino ha guadagnato questo riconoscimento in quanto simbolo della democrazia rappresentativa, una caratteristica di lunga durata della storia della Repubblica.

San Marino Oggi

Esistono località e territori spesso ancora poco conosciuti nel nostro Paese, e San Marino è uno di questi. Grazie alla sua posizione, San Marino può contare su un clima davvero piacevole, temperato e senza picchi di caldo o di freddo estremi.

Attrazioni e Monumenti

San Marino sa richiamare davvero tanti tipi di turisti diversi: da coloro che sono maggiormente interessanti alla cultura, a chi voglia curiosare tra le sue vie. Si inizia con i monumenti, che comprendono la Statua della Libertà, creata nel 1876 dall’architetto Stefano Galletti, fino al busto dedicato a Garibaldi, del 1882. All’interno della Prima Torre si può trovare un castello e una chiesa, nella seconda si trova nuovamente un castello, ma anche il museo delle armi, e poi c’è la terza torre, con mura e copertura realizzata in tegole.

Eventi e Festività

Per poter vedere San Marino al suo massimo splendore la si potrà visitare durante alcune delle sue festività più importanti, che spesso ricordano momenti essenziali della storia del luogo.

Cucina Tipica

La cucina tipica dell’area di San Marino, come si può immaginare, ha moltissimo della cucina italiana in generale. Sono presenti ricette tipiche delle Regioni contigue, come l’Emilia Romagna e le Marche. Tuttavia, i veri buongustai non potranno lasciarsi scappare un assaggio di quelli che sono i dolci tipici del luogo, come la Torta Tre Monti e la torta Titano. La prima può essere intesa come un vero e proprio Wafer circolare, del diametro di circa 20 centimetri, e che viene farcito con crema alle nocciole e al cacao. La Torta Titano è, anch’essa, a base di cialde, ma in questo caso si tratta di cialde quadrate. Gli strati che compongono la torta sono in genere cinque, e vengono farciti con crema al cacao, caffè e nocciole.

Come Arrivare

Come si può capire, San Marino sa offrire moltissimo a tutti i turisti, e per visitarla ci si potrà muovere dalle città vicine, come Rimini e Riccione.

Storia e Leggenda

La Repubblica di San Marino prende il suo nome dal Santo Marino, un tagliapietre venuto dall’isola di Arbe in Dalmazia che nel 301 d.C. La leggenda narra che nel 257 d.C., Marino venuto dalla natia isola di Arbe, salì sul Monte Titano dove fondò una piccola comunità di cristiani, perseguitati per la loro fede al tempo dell’Imperatore Diocleziano. Pian piano si affermò qui, come in altre città d’Italia, la volontà dei cittadini di dare a sé stessi una forma di governo.

Nel 1243 si nominarono i primi due Consoli, il Capitano e il Rettore, che da allora fino ai giorni nostri si avvicendano ogni sei mesi nella suprema carica dello Stato: si tratta dei Capitani Reggenti, ovvero i Capi di Stato. All’Arengo si deve la definizione delle prime leggi, gli Statuti, ispirati a principi democratici. Con il consolidarsi della propria autonomia, il popolo del Monte Titano iniziò a vivere anche delle situazioni pericolose come le due occupazioni militari avvenute nel 1503 e nel 1739, rispettivamente da Cesare Borgia e dal Cardinale Giulio Alberoni. Napoleone nel 1797 offrì l’estensione del territorio fino al mare, doni e amicizia alla Repubblica di San Marino.

Cosa Vedere a San Marino

Borgo Maggiore

A m 521 - è Borgo Maggiore, l’antico Mercatale, situato proprio ai piedi del Titano, che di qui si vede levarsi quasi a picco come una grigia muraglia solcata da canaloni e coronata dalle tre torri. All’inizio del borgo si incontra il santuario della Beata Vergine della Consolazione (Giovanni Michelucci, 1966).

Chiese

  • Chiesa di S. Michele (1935)
  • Chiesa di S. Chiesa dei Cappuccini, o di S.
  • Chiesa di S. Francesco, costruita a partire dal 1361

Città di San Marino

Aggrappata al declivio occidentale del Monte Titano, la Città di San Marino (m 739, ab. 4.197), meta di un intensissimo flusso turistico, è una cittadina densa di edifici, dominata dalla Rocca e dalla basilica. Numerosi e appariscenti sono i rifacimenti in stile eseguiti nella prima metà del Novecento, che le conferiscono un’aria per lo più artefatta e, talvolta, possono trarre in inganno il visitatore circa l’autenticità dell’origine. L’intera compagine urbana presenta comunque aspetti ambientali d’indubbio valore e piacevolezza, in quanto i rifacimenti non riguardano in genere la struttura urbanistica, che si è mantenuta genuina e il cui sapore medievale si ricupera facilmente soprattutto d’inverno. Grande interesse rivestono i magnifici panorami, come pure certi ambienti caratterizzati da semplici case in pietra, da giardini pensili, da piccoli orti, da vie e scalette ripide - alcune delle quali scavate nella roccia - da piazze irregolari. Il centro storico è ancora racchiuso dalle mura cinquecentesche, ma conserva traccia di cinte difensive precedenti: la più antica, dei secoli XIII-XIV, era limitata alla parte alta del paese, attorno all’antica pieve; un’altra, databile tra XIV e XV secolo, raggiunge il secondo scaglione del monte, dove sorge la torre detta Cesta.

Musei e Pinacoteche

  • Pinacoteca e Museo di S. Francesco
  • Museo di S.

Palazzi e Biblioteche

  • Palazzo Valloni: sede della Biblioteca di Stato e dell’Archivio governativo
  • Palazzo Begni

Piazza della Libertà

Centro della vita civile di San Marino. Aperta sull’amplissima distesa dei rilievi montefeltrani, la cingono il seicentesco palazzo Mercuri e il palazzo delle Poste, rifatto (1932) sull’antica Domus communis, mentre al centro è la statua della Libertà (Stefano Galletti, 1876), donata da Otilia Heyroth Wagner.

Palazzo Pubblico

Detto anche Palazzo del Governo, eretto (1894) nel posto dell’antica Domus magna communis su disegno di Francesco Azzurri, che si ispirò allo stile dei palazzi comunali trecenteschi. La facciata è animata dagli stemmi dei castelli del territorio ed è coronata da una torre merlata con orologio, decorata dalle figure di S. Agata, S. Marino e S. Leo. L’interno è una ricostruzione d’ambiente medievale severa ma fastosa.

Basilica di S. Marino

Iniziata nel 1826 su disegno di Antonio Serra, compiuta nel 1836 e consacrata nel 1855, che sorge sul sito dell’antica pieve e ha la facciata di linee neoclassiche preceduta da pronao esastilo corinzio. L’interno, diviso in tre navate da colonne corinzie, è pure neoclassico. All’altare maggiore, S.

Contrada di S. Bartolomeo

Si snoda nel quartiere più antico del borgo. Al numero 31, la casa Biordi, ora Amati, con portale a sesto acuto è forse del XII secolo e si vuole sia stata la prima sede del Comune.

Torri di San Marino

  • Guaita (Prima Torre): Detta la Rocca o Guaita o anche prima torre (m 738), la torre, in ardita posizione sulla rupe a picco, fu costruita probabilmente nel secolo XI, ma rifatta nel Quattrocento e ancora nel Cinquecento, quindi restaurata alla fine di quel secolo e nel 1615. La cingono due ordini di mura: quello esterno è coronato da merli e rafforzato agli angoli da torrioni, abbassati nel secolo XVI. L’interno verte su un pittoresco cortile di forma irregolare.
  • Cesta (Seconda Torre): Oltrepassate le mura della Fratta, costruite nel Trecento e restaurate nel 1934, si giunge, al termine di una rampa, alla seconda torre, detta la Cesta (m 749), sul picco più alto del monte. Eretta probabilmente sullo scorcio del XIII secolo, fu ricostruita quasi completamente nel 1924-25 da Gino Zani. L’interno accoglie il Museo delle Armi antiche.

Tabella: Crescita del Settore Alberghiero a San Marino

Anno Numero di Hotel
1957 7
1967 22

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