Scopata in Villaggio Turistico: Tra Realtà e Fantasia
Andiamo, chi non è mai rimasto affascinato dalle navi da crociera? Chi non si è mai lasciato trasportare, anche solo per un istante, vedendo quei giganti bianchi salpare con la prua puntata verso l’orizzonte, e i ponti colmi di migliaia di turisti abbronzati, felici e costantemente sbronzi che vanno alla scoperta dei posti più belli del globo…? Immaginarsi lì, in mezzo a loro, a vivere tutte quelle avventure nella spensieratezza più totale, perché tanto, quello che succede tra le murate di quello scafo, lì rimarrà, per sempre.
Al di là del romanticismo e della loro presenza scenica, ciò che si nasconde dietro a tutto questo affascina: nel retroscena della settimana da sogno del passeggero, si cela letteralmente un mondo, non tanto per il lavoro che c’è dietro, quanto per l’enorme numero di nazionalità diverse che si trovano a bordo a lavorare e la rapidità con la quale si sviluppano le relazioni interpersonali. Inoltre, sicuramente ognuno di noi avrà sentito dire che, lavorando in questo tipo di ambiente, si hanno una quantità innumerevole di “opportunità” con l’altro sesso.
Opportunità che possiamo cogliere senza starci a preoccupare di niente, dato che l’altra persona, nella quasi totalità dei casi, proviene dall’altra parte del mondo. Il sogno di tutti, insomma. Purtroppo, nella realtà non funziona proprio così. Sì, cambiano le tempistiche, cambiano i freni inibitori, nonché alcuni particolari dovuti alle diverse culture d’origine o altro, ma i meccanismi che regolano queste relazioni, purtroppo, sono gli stessi che si trovano ovunque nel mondo. Insomma, è il sogno di tutti, che anche in questo caso, vivono solo pochi eletti.
La nave deve essere vista come un micromondo, popolato da gente che (nella maggior parte dei casi) non rivedremo mai più nella vita, dove si può essere chi si vuole senza grandissime ripercussioni a livello sociale (anche se con la dovuta cautela), ecc.., che però non deve essere visto come un’Oasi, dato che i privilegi, pure in questo caso, come in Erasmus, saranno in mano ai top.
Esperienze Personali: Tra Illusioni e Delusioni
Questo è stato il mio primo imbarco, della durata di sei lunghi mesi, alcuni dei quali sono letteralmente volati, mentre altri sono stati una vera e propria agonia. Tornando a noi, ero imbarcato come allievo di coperta (c.d.: “futuro capitano”, come adorava chiamarmi una ragazza), praticamente sto facendo come un tirocinio che poi mi servirà per prendere la licenza e diventare un ufficiale vero e proprio. Non appena giunsi a bordo, mi accorsi da subito che stavo ricevendo non poche attenzioni, tra l’altro anche da parte delle più carine che erano presenti a bordo. Inizialmente non ci ho dato affatto peso, ero disorientato come un ratto sull’autostrada del sole, e stare a perdere tempo ed energie dietro ad una ragazza era l’ultimo dei miei problemi e pensieri. Non resistetti a lungo, specialmente perché, nei confronti di una di queste, l’interesse era ricambiato.
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Le più “appagate” sembravano lei ed un’altra, entrambe Argentine, che poi scopro essere pure compagne di cabina. La mia “preferita”, a quanto pare, ha iniziato ad aumentare il suo interesse verso di me sentendo l’altra (che friendzonai a causa della nostra elevata differenza d’età) parlare continuamente di me (preselezione). Resistetti un mesetto senza fare alcuna mossa, poi dopo alcuni dei famosi “SEGNALIH!!1!!1!” da parte sua, decisi di buttarmi. Finì che cominciai a frequentarmici, e mi ci affezionai, mi ci affezionai troppo. All’inizio sembrava tutto perfetto, tanto da farmi credere di aver finalmente trovato la persona giusta dopo anni di pali, umiliazioni e sofferenza, arrivando addirittura a sperare che la cosa continuasse, in qualche modo, anche in futuro.
Sì, perché affezionandomi parecchio, cominciai a darle sempre più attenzioni, che iniziarono a diventare troppe e a farle perdere interesse. Al solito, parte di questa sua “infatuazione” era dovuta proprio al fatto che, all’inizio, la ignoravo quasi completamente (solo per il fatto di aver cose molto più importanti da fare e a cui pensare). Ma ciò che probabilmente fece iniziare il declino, fu quando si accorse che, in realtà, non ero proprio quello che credeva: lei inizialmente vide uno che aveva a che fare con gli ufficiali e il comandante (il top del top, in pratica), quindi, molto probabilmente, mi avrà immaginato sopra di lei su un bel letto oversize di una cabina senior col servizio in camera.
Ma il fatto di trovarmi tra i top, non per forza significa che io sia uno di loro. Perciò, tutto ciò che potevo offrirle era una cabinetta doppia, larga quanto uno sputo, e solo nelle ore in cui il mio coinquilino era altrove. In altre parole, a orari improponibili. Non vi sto neanche a dire che, la ragazza in questione, cambiò completamente atteggiamento nei miei confronti, tanto da sembrare addirittura un’altra persona. Probabilmente, anzi, sicuramente, era un’altra persona, ed io mi innamorai di qualcuna che semplicemente non esisteva. Da sentirmi dire continuamente “piace un sacco pure a me!” “ci sono stata pure io/vorrei tanto andarci pure io”, ecc.., da sentirmi fare dei complimenti che NESSUNA mi ha mai fatto prima d’ora, da vederla essere pure una sottona incredibile, da un giorno ad un altro ha tirato fuori il suo vero essere: acida, fredda, insicura, femminista libertina di sto gran cazzo e pure bisex (sponda su cui, da dopo quest’altra deludente esperienza, ho messo una croce grossa come una casa, e che odio con tutto me stesso). Mi evitava, mi rispondeva a monosillabi, mi dava buca all’ultimo momento, e tutto ciò durò una settimanetta, fino a quando non sbroccai, e lei oltretutto rigirò la frittata con una scusa della serie “mi hai trattata troppo male, è meglio finirla qui”. Ah sì? Non vedevi l’ora, e cercavi l’occasione che ti ho appena servito su un piatto d’argento per liquidarmi, ve’?
Ma questa pagliacciata, amici miei, non finisce qui. Giorni dopo, viene fuori che, in realtà, avrebbe voluto che rimanessimo trombamici (pur non avendo ancora mai chiavato), e guarda caso, invitandomi proprio durante quelle sere in cui ero occupato. Essendo ancora preso, ricominciai a sbavarle dietro, nella speranza che, prima o poi, ci avrei ficcato. Ciò non successe, tra noi ci fu solo un misero bacio, e questa farsa mi costò (in tutto) quasi un mese di tempo. In fondo, pur essendo apparso all’ inizio come un (quasi) Chad, che addirittura si è potuto permettere di scegliere chi frequentare, alla fine rimango pur sempre il ragazzino insicuro ed inesperto che sono sempre stato, e che sono tutt’ora (ancora non sono riuscito a consumare né avere una relazione).
Perché sì, nonostante abbia provato ad aprire gli occhi su certi aspetti, sono tutt’ora l’equivalente di come potevo essere a 15/16 anni. Evidentemente, il modo in cui si è comportata lei all’inizio, mi aveva fatto ricredere su alcune cose che, con fatica e dopo un bel po’, ero riuscito a realizzare. La pillola rossa, a quanto pare, non aveva fatto effetto. Fu così che, per un po’ di tempo a venire, caddi in depressione. Mi ci volle un po’ per realizzare che in realtà, come ho già detto, la persona di cui mi innamorai non esiste.
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Le mie performance sul lavoro, di conseguenza, peggiorarono, ed ero ad un passo dal farmi mandare a casa… “Ma vabbè dai, vedrai che ti passa e le cose andranno meglio, ora imbarcano le ballerine” … Che culo. Da lì a poco, come detto, arrivarono queste. Che dire, fighe assurde, ma che ho iniziato ad evitare come la peste fin dal primo momento in cui le ho sentite aprir bocca. E penso fosse proprio questo il motivo per il quale non mi avevano tanto a genio: ero l’unico a non dar loro attenzioni. Un po’ per il fatto che fossero delle oche allucinanti, e un po’, ancora, per via del palo che non mi sarei aspettato di prendere. A una certa, forse mosso dalla disperazione che sprizzavo da ogni poro, cominciò a darmi un mucchio di consigli che non gli avevo mai chiesto, spiegarmi le dinamiche sociali e come evolvono i rapporti tra uomo e donna, raccontandomi di essersi trovato pure lui, alla mia età, nella mia stessa situazione.
Continuava a dirmi che, se avessi voluto, mi sarei potuto fare chiunque io volessi, provando a dimostrare il tutto tramite trucchetti patetici, che tutto erano meno che efficaci. "guarda che carina quella là, è già da un po’ che la adocchio, me la farei molto volentieri… sta a vedere”. Poco dopo va, le offre una birra e torna da me. “Aspetta massimo cinque minuti, vedrai che verrà a parlarmi”, mi disse. Aveva ragione, lei dopo qualche minuto arrivò ringraziandolo e complimentandosi per la scelta. “visto? Che ti avevo detto?” Sì, ho visto, ma ho visto pure quando è andata a dormire dal primo ufficiale due giorni dopo… Sipario.Una volta, per curiosità, gli chiesi quante se ne fosse fatte, grazie alla sua maestria, dopo quasi 10 mesi a bordo: “eh no, sai, a questo giro sono stato sfortunato, ma la colpa è sicuramente di questa nave, non ci sono abbastanza ragazze, le poche che ci sono se la tirano, ecc… Ma durante il contratto precedente mi è andata molto meglio, non ti puoi immaginare, me ne sono fatte 7 in due mesi, tutto documentato, e la mia attuale ragazza (un cesso a pedali indonesiano) sono addirittura riuscito a rubarla ad un ufficiale”
Peccato che tutte le prede di cui si vantava, fossero nient’altro che spazza scale filippine, che pure io avrei potuto timbrare senza praticamente muovere un dito, e che inoltre l’ambiente fosse piuttosto diverso: la nave era più grande, quindi c’erano più cabine singole a disposizione (fattore P più elevato), e in più a questo sì aggiungeva un passaporto Europeo (fattore N), il tutto in un ambiente più ricco di fagiana (il che comporta un livello generale di “tiraggio” più basso). E riguardo alla sua “vittoria”, quella della quale si vantava tanto, che dire, chapeau… Ma il fatto che questa abbia ipogamato di brutto, mollando l’altro per mettersi con lui, credo sia stato solamente un caso. Poi, più che altro, capisco che l’aver saputo che questa abbia tradito e lasciato un altro con sia LMS che PNL nettamente superiori al suo, possa avergli dato una botta di autostima esagerata, ma questa qui, tra l’altro, si trovava su un’altra nave mentre lui me lo raccontava, quindi, chi gli dice che non stesse facendo lo stesso a lui? Al solito, le basi della teoria Redpill l’hanno fatta da padrone, dopo un po’, ma si sono rivelate veritiere. L’unica cosa per cui ringrazio questo individuo, però, è il fatto di aver sputtanato quella vacca di cui mi ero innamorato.
Mi permise di scoprire che, in realtà, non era quella ragazza innocente, tenera e tranquilla che mi si era presentata, bensì una scrofa da monta che si è fatta cavalcare da parecchia gente, dandola ai fortunati dopo poco, pochissimo tempo. Oltre ad aver ricevuto quella che era letteralmente un’RKO emotiva, mi accorsi di un particolare che accomunava tutti quelli che “ce l’hanno fatta”: proprio lei, la cabina singola. Da qui capii che, in realtà, questo micromondo non cambia affatto rispetto al mondo vero e proprio. Come ho già accennato, cambiano gli ingredienti, ma la zuppa è la stessa. In definitiva: la figa è come i soldi, non sarà mai distribuita in maniera equa. Ci sarà sempre chi ha troppo e chi invece non ha abbastanza, se non addirittura niente.
Se solo potessero parlare, se solo potessero dirci qualcosa su cosa hanno visto, queste cabine senior, rimarremmo esterrefatti, e anche abbastanza disgustati. Poco prima di venir via, mi è stato raccontato, proprio da uno di questi senior, che nel suo corridoio, ogni notte, c’era un via vai di scrofe a girare per queste cabine, paragonandolo addirittura al quartiere a luci rosse di Amsterdam. Come a terra cercavano quello che le stantuffasse nella sua casa di proprietà, dopo averle scarrozzate in Mercedes a mangiare il crudo di mare, in mezzo all’Atlantico cercano quello che le può riempire su un letto più comodo del loro, che può portarle a mangiare al ristorante anziché alla mensa, ecc… Cambiano i dettagli, ma come ho già detto, il sistema è il medesimo, purtroppo non si scappa.
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Riflessioni Finali
La fine del mio contratto è sempre più vicina, manca appena un mese e mezzo e posso finalmente tornare a casa. In questo periodo, non nego di aver avuto alcune occasioni, che non ho colto proprio a causa di questo sdegno, cosa di cui non mi pento affatto, conoscendomi mi sarei solamente fatto del male. Le performance lavorative però migliorarono di brutto, il che mi rese più felice e sicuro di me. Inoltre, la vacca argentina che mi fece dannare per buona parte dell’esperienza sbarcò, il che mi diede un certo sollievo.
Parlando poi con un mio amico, mi consigliò di provare a scaricare Tinder e puntare alle locali nei porti. Provai, ma senza sperarci un gran che, d’altra parte eravamo in Alaska, dove i paesini hanno tre abitanti in croce, inoltre pensai che le locali, belle com’erano, non mi avrebbero filato di striscio. Mi sbagliai di brutto, dato che i match arrivavano. L’unico problema fu il pochissimo tempo a mia disposizione: in porto ci stavamo solo mezza giornata, e se avevo la possibilità di uscire, si trattava al massimo di un paio d’ore. Perciò, nonostante i buoni feedback, neppure a questo giro, riuscii a combinare niente (peccato).
Mancava un mese dal mio ritorno a casa, ero esausto, completamente. Già stavo a pensare a cosa fare non appena rientrato. Di ciò che accadeva su quella nave non volevo saperne più niente. Forse per questo non mi accorsi dell’ultima occasione interessante che mi capitò. Si trattava di una ragazza filippina (una delle tante), che però era molto carina a livello estetico (sicuramente mulatta), me ne accorsi all’ultimo, esattamente il giorno in cui sbarcai, e fu la sua amica a farmelo notare (figura del babbeo: fatta).
Mancano poi tre settimane, ci troviamo a Vancouver per l’imbarco dei nuovi passeggeri e l’inizio della crociera successiva. Mi concedo, al solito, un paio d’ore per fare una passeggiata sul lungomare. Mentre camminavo, mi cadde l’occhio su questa ragazza seduta su una panchina...
L'Esperienza dell'Animazione Turistica: Un Inferno di Lavoro, un Paradiso di Opportunità?
Fare l'animatore significa fare una vita d'inferno, non dormire mai, fare il facchino e all'occorrenza "l'uomo di fatica", cioé il mulo, e guadagnare molto, molto poco. Un mese di lavoro, a me, che sono animatore di contatto, in ritenuta d'acconto viene pagato 600.000 lire lorde. Lavoro sei giorni e due terzi su sette. Comincio alle 8 del mattino con il risveglio muscolare, finisco alle due del mattino, dopo aver fatto le prove per lo spettacolo del giorno dopo. Un massacro, insomma. In compenso, se uno riesce a stare sveglio, dopo le due del mattino si scopa come ricci. Io e gli altri col sorriso fesso siamo qui praticamente per questo, dei quattro soldi che ci danno ci importa sega. Figa, quella sì, che importa.
Ma del resto abbiamo vent'anni, siamo praticamente indistruttibili, e soprattutto non capiamo un cazzo, ma questo potrò dirlo solo tra vent'anni, quando starò dietro ad una tastiera a scrivere questa storia. Figa figa figa. Qesta è la molla che ci fa alzare ogni mattina, anche se abbiamo dormito meno di tre ore. Figa, figa, figa. Figa di tutti i colori, di tutti i sapori, giovane e meno giovane (dalla sbarbina diciottenne che te lo ciuccia timida alla signora quarantacinquenne con tanta, tanta fame che vuole essere scopata a raffica da quattro o cinque di noi), figa sposata e fidanzata con mille fantasie diverse su di noi, morti di figa dal sorriso fesso che improvvisamente, grazie alla scritta "èquipe" sulle spalle, ci siamo ritrovati ad essere così pieni di figa da non avere il tempo di leccarla tutta.
Un Caso Studio: Sara e il Gioco del Caffè
Esempio di un'interazione tra animatore e turista: Costume Blu (o Occhi Verdi, come preferite) si offre immediatamente volontaria per il gioco del caffè. Si chiama Sara. Sa recitare a memoria il proprio codice fiscale (per poter partecipare al gioco caffé ci inventiamo delle selezioni idiotissime, sì), quindi si guadagna di diritto la partecipazione al gioco. La faccio accomodare al suo posto, le stringo la mano augurandole pomposamente buona fortuna (capirai, si giocano un cazzo di caffé del bar della piscina. Sa sempre di bruciato), scosto il microfono dalla bocca, e con il mio sorriso posticcio mi avvicino ad Alex, l'istruttore di tennis, che mi sorride di rimando. Questa me la scopo io, gli dico all'orecchio un attimo prima di mettermi a selezionare il secondo volontario per il gioco caffé. Alex si mette a sorridere in maniera più genuina. E' lui l'arbitro, essendo il più anziano del gruppo: andiamo da lui a dire chi ci vogliamo scopare, e se nessuno ha messo prima di te in lista la tipa in questione nessuno ti deve rompere i coglioni. Patti chiari, amicizia lunga, figa per tutti. Non ci si pesta i piedi a vicenda. Non ci si disputa una donna, non c'è tempo: si va a colpo sicuro.
Sara è seduta al buio, sulla sabbia portata fin lì a carriolate dalla spiaggia, la schiena poggiata contro il muro. Senza dire una parola mi siedo accanto a lei. "La prossima volta dirò car-cio-fo", mento rivolgendomi a nessuno in particolare, e si leva qualche ridacchiata sparsa. "Dì pte-ro-dat-ti-lo", rimbomba la voce di Piero dal buio. Altre risate. Ridono per un cazzo, l'ho già detto? Non c'è una stella a pagarla, uno spesso strato di nubi oscura quasi completamente la luna. I miei occhi sono stressati dalle luci stroboscopiche di Alberto, e non vedo sinceramente un cazzo. Sento il profumo di lei, però, seduta alla mia destra. Muschio bianco. E, sotto, una nota di sudore umano, un odore caldo e dolce che mi fa imbarzottire il Soldatino Là Sotto.
Sara mi si avvicina all'orecchio. "Che, ce ne andiamo?", mi dice, e la sua mano sinistra ha già preso in mano la mia. Ovvio, dico io. Usciamo silenziosi dal cerchio buio, e attraversiamo lentamente la pineta. Passiamo per la spiaggia deserta ed entriamo nel villaggio da una entrata "segreta", diciamo così. C'è un cancello, e la chiave è sotto ad un sasso.
Quando entriamo nella stanza degli animatori le luci sono accese, e c'è già Daniele che sta dandosi da fare con una bionda sui trentacinque che ha agguantato ieri. Lui ne ha diciotto. Sta dandosi da fare rumorosamente, è doveroso aggiungere. Ha aperto le due ante degli armadi posti alle estremità della piccola stanza, e ha tirato un copriletto tra le due ante, dividendo a metà l'ambiente. Non si possono vedere, ma si possono sentire, ce li abbiamo a due metri. A giudicare dal rumore lui si sta adoperando nella tecnica che Luttazzi ci ha descritto come la "farfalla di venere": rapidi colpi con il piatto della lingua sul bottoncino del piacere, mentre le mani divaricano le piccole labbra e permettono un accesso agevole alla lingua.
La stanza che io e Daniele condividiamo è collegata a quella di Alex e Piero da un corridoio privo di porte. In mezzo c'è il bagno. In tutto saranno trenta metri quadrati: quattro sere su sette ci sono otto persone che scopano contemporaneamente, in quei trenta metri quadrati. Talvolta le cose degenerano, e si finisce col tirare via i copriletti dalle ante aperte degli armadi, così, per caso, come se fossero caduti da soli. Quando i copriletti "cadono" nessuno fa anche solo finta di volerli rimettere al loro posto. Le donne al limite ridono. Ma poi cominciano a guardarsi attorno, e va a finire che ci prendono gusto, a guardare e a farsi guardare, e vengono come una diga che cede.
Metto un dito sulle labbra di Sara, le faccio cenno di fare silenzio. Lei cerca di ridacchiare in silenzio, dato che quella oltre il copriletto ha cominciato a gemere. Stiamo in silenzio ad ascoltare, il mio dito sulle labbra. Lap lap lap lap. Quando quella viene, e dal suono sembra che sia venuta proprio bene, bravo Daniele, Sara si mette il mio dito in bocca e mi poggia una mano sul pacco. Sara si accovaccia lasciando risalire la gonna e spostandosi verso sinistra, dalla parte del copriletto steso. Mi tira giù la zip, trova il mio Soldatino già sull'attenti e mi guarda con aria di approvazione. Lo mette in bocca, lentamente, e comincia a succhiarmelo. Diventa ancora più duro, e del resto ho vent'anni. Granito. Va a finire che va a tempo con la bionda dall'altra parte del copriletto. Ciump ciump...
Analisi della Partecipazione Femminile nei Forum Nudisti
E' interessante notare come la partecipazione femminile nei forum a tema nudista sia un argomento di discussione ricorrente. Dai dati raccolti in una discussione specifica, si evince una disparità significativa tra il numero di uomini e donne che intervengono attivamente.
Tabella: Analisi della Partecipazione Femminile in un Forum Nudista
| Categoria | Numero | Percentuale |
|---|---|---|
| Donne | 5 | 21% |
| Uomini | 19 | 79% |
| Coppie (con partner femminile nudista) | 4 | N/A |
| Totale Profili | 24 | 100% |
Questa analisi evidenzia come, nonostante l'interesse per il tema del nudismo, la partecipazione attiva nei forum sia prevalentemente maschile. Le ragioni di questa disparità possono essere molteplici, tra cui la maggiore timidezza delle donne nell'esprimere le proprie opinioni online, la percezione di un ambiente prevalentemente maschile, o la preferenza per altri canali di comunicazione. E' interessante notare come diversi utenti del forum abbiano sollevato questo tema, auspicando una maggiore partecipazione femminile e un arricchimento del dibattito con diverse prospettive.
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