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Incentivi Fiscali per Stranieri in Italia: Come Funzionano

Negli ultimi anni, il governo italiano ha introdotto diverse iniziative legislative per attrarre capitali umani e incoraggiare gli stranieri a trasferirsi in Italia. Queste iniziative comprendono regimi di tassazione speciali che offrono notevoli risparmi sulle imposte dovute.

Regimi Fiscali Agevolati per il Rientro in Italia

Esistono tre regimi principali che agevolano il rientro in Italia per soggetti che non sono stati residenti nel paese per un determinato periodo di tempo. Questi regimi prevedono una riduzione delle imposte dovute, calcolate in modalità differenti a seconda del regime specifico. I regimi a disposizione sono:

  • Regime dei lavoratori impatriati: Destinato a lavoratori dipendenti e autonomi che trasferiscono la residenza fiscale in Italia. Prevede una detassazione del 50% o del 60% (in determinate condizioni) del reddito prodotto in Italia, entro il limite massimo di un reddito agevolabile di 600.000 euro. È necessario non essere stati residenti in Italia nei tre anni precedenti il trasferimento.
  • Regime per docenti e ricercatori: Rivolto a docenti e ricercatori che hanno svolto attività all’estero. Prevede un’esenzione dall’IRPEF del 90% sui redditi derivanti dall’attività di docenza o ricerca per un periodo di sei anni, estendibile al verificarsi di determinate condizioni.
  • Regime dei “neo residenti“: Destinato a persone fisiche con una grande capacità contributiva (elevato reddito e/o patrimonio estero). Consente di applicare un’imposta forfettaria di 200.000 euro (trasferimenti dal 10 agosto 2024) sui redditi prodotti all’estero. La durata è pari a 15 anni e può essere estesa ai familiari (con pagamento di un'addizionale).

Come Funziona il Regime Impatriati?

Il regime dei lavoratori impatriati, noto anche come "rientro dei cervelli", prevede specifiche condizioni e requisiti per l'accesso alle agevolazioni fiscali. I trasferimenti di residenza effettuati a partire dal 2024 comportano l’applicazione del nuovo regime dei lavoratori impatriati (art. 5 del D.lgs n. 209/2023). Il vecchio regime (art. 16 del D.lgs. 147/015) è applicabile per i trasferimenti fino al 2023 compreso, in quanto è stato abrogato dall’art. 5 del D.lgs n. 209/2023.

Il visto per la residenza elettiva permette di entrare e soggiornare in Italia per lunghi periodi senza avere la necessità di richiedere il visto per lavoratori o altri visti speciali. Questo è un visto a lungo termine per gli stranieri che vogliono risiedere e viaggiare in Italia per più di 90 giorni all’anno e permette agli stranieri di entrare e soggiornare in Italia per un periodo indefinito di tempo.

L'art. 5 del D.Lgs. 209/2023 dispone che possono accedere all'agevolazione i lavoratori in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione come definiti dal D Lgs. 28.6.2012 n. 108 e dal D Lgs.

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Requisiti per Accedere al Regime Impatriati

Per beneficiare del regime impatriati, è necessario soddisfare diversi requisiti:

  • Non residenza in Italia: Non essere stati residenti in Italia nei 3 periodi di imposta precedenti al trasferimento. Nel caso in cui l’attività lavorativa sia proseguita in Italia con il medesimo lavoratore o per un datore del medesimo gruppo il requisito di permanenza è elevato a 6 o 7 periodi di imposta a seconda che il lavoratore abbia lavorato in Italia già in precedenza per questo datore di lavoro.
  • Elevata qualificazione o specializzazione: Essere in possesso dei requisiti di elevata qualificazione o specializzazione indicata dal D.lgs. n.108/2012 e dal D.lgs. n. 206/2007. Il titolo di laurea è spesso qualificante, è sempre necessario analizzare il caso concreto.
  • Impegno di residenza: Impegno a risiedere fiscalmente in Italia per almeno quattro anni e prestare l’attività lavorativa per la maggior parte del periodo d’imposta nel territorio italiano.

Determinazione dei Tre Anni di Residenza Fiscale Estera

Per la determinazione di questi tre anni si possono utilizzare le previsioni tributarie nazionali (art. 2 del TUIR) e le convenzioni contro le doppie imposizioni. È quindi possibile applicare il regime del rientro dei cervelli anche per chi si fosse dimenticato di iscriversi all’AIRE.

La normativa tributaria prevede all’art. 2 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) che a partire dal 2024 si considerano residenti chi per la maggior parte del periodo di imposta (183 giorni) ha alternativamente: la residenza ai sensi del codice civile e il domicilio nel territorio dello stato: luogo in cui si sviluppano in via principali le relazioni personali e familiari della persona.

Solo a partire dal 2024 è ammessa prova contraria nel caso in cui manchi l’iscrizione AIRE. La prova contraria è ammessa (anche pre-2024) nel caso in cui ci si trasferisca in un paradiso fiscale (es. Principato di Monaco, Emirati Arabi Uniti, …).

Come Calcolare i 183 Giorni?

Come indicato nella circolare n. 17/E/2017 rientrano nel computo non solo i giorni lavorativi ma anche le ferie, le festività, i riposi settimanali e altri giorni non lavorativi. Non sono invece computati i giorni di trasferta di durata superiore a 183 giorni, o il distacco all’estero, essendo l’attività lavorativa prestata fuori dal territorio italiano.

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Tassazione del Reddito degli Impatriati

Il regime dei lavoratori impatriati prevede che i redditi da lavoro dipendente (e assimilati) e da lavoratore autonomo (derivanti dall’esercizio di arti e professioni) concorrono alla formazione del reddito limitatamente al 50% (o al 40% nel rispetto di alcune condizioni) nel limite massimo di 600.000 euro.

Questo comporta l’esclusione dalla tassazione della metà o del 60% del proprio reddito. Ipotizziamo un reddito di 100.000 euro. Non si pagheranno imposte su 50.000 euro o 60.000 euro. Sui restanti 40.000 euro si applicheranno gli scaglioni IRPEF.

È possibile ottenere il massimo beneficio fiscale se:

  • Il lavoratore si trasferisce in Italia con un figlio minorenne.
  • Nasce un figlio o si adotta un minore nel periodo di fruizione.
  • È necessario che il minore sia residente in Italia.

L’agevolazione per i lavoratori impatriati è applicabile dal periodo di imposta del trasferimento e per i successivi quattro. La nuova disposizione conferma la durata pari a 5 periodi di imposta, non prevedendo però la possibilità di rinnovo. Dopo 5 anni si perderanno i benefici fiscali.

Per richiedere il bonus impatriati è necessario produrre al datore di lavoro una dichiarazione sostitutiva che indica il rispetto dei requisiti e la richiesta di applicazione del beneficio fiscale. Il beneficio verrà applicato dal mese successivo alla comunicazione.

Leggi anche: Codice Fiscale per stranieri: la procedura

Il Visto per Investitori

Il cosiddetto “Investor Visa” rappresenta una delle leggi più importanti approvate dal Parlamento italiano negli ultimi anni per attrarre nuovi investitori in Italia. Questa norma prevede un processo semplificato e minori requisiti per l’ottenimento di un visto per l’Italia. Il visto ha una durata di 2 anni ed è possibile rinnovarlo per altri 3 anni se l’investimento o la donazione originari sono mantenuti in essere. Dopo 5 anni (2 + 3), è possibile richiedere un permesso di soggiorno di lungo termine, ma in questo caso sorge l’obbligo di prendere la residenza fiscale e di effettuare la dichiarazione dei redditi in Italia.

Tabella Riepilogativa dei Regimi Fiscali Agevolati

Regime Fiscale Benefici Requisiti Principali Durata
Lavoratori Impatriati Detassazione del 50% o 60% del reddito (max 600.000€) Non residenza in Italia nei 3 anni precedenti, elevata qualificazione, impegno a risiedere in Italia per 4 anni 5 anni
Docenti e Ricercatori Esenzione IRPEF del 90% sui redditi da docenza/ricerca Attività di docenza/ricerca all'estero 6 anni (estendibile)
Neo Residenti Imposta forfettaria di 200.000€ sui redditi esteri Elevata capacità contributiva 15 anni

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