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Storia del Turismo in Sardegna: Un Viaggio tra Passato e Futuro

Pur essendo un fenomeno recente, il turismo in Sardegna si inquadra in quella complessa vicenda storica che ha portato l'esperienza del viaggio prima e quella del turismo poi ad assumere diverse connotazioni. Il che significa che i viaggiatori e i turisti con il loro muoversi, attraversare, sostare, ripartire, lasciano sempre sul luogo e sulla società ospitante dei segni materiali e culturali ben visibili, così come i viaggiatori, a loro volta, risentono degli influssi che la società ospitante trasmette loro.

In questo volume il turismo è visto come un modo per capire la natura e l'origine recondita della vita quotidiana e dei tratti permanenti del territorio insulare e della sua popolazione. Alla luce di questi approcci sono oggetto del volume tre modelli di turismo - balneare, culturale e rurale - e due studi di caso che riguardano un'area di forte attrazione turistica, la Costa Smeralda, e un'area debole non solo sotto il profilo turistico, l'Anglona.

Le Origini del Turismo Moderno

La storia del turismo moderno in Sardegna era iniziata un decennio prima che l'Aga Khan fondasse il Consorzio Costa Smeralda nel 1962. La destinazione non era la Costa Smeralda, ma la più umile Alghero, e il promotore non era l’Aga Khan, ma un giornalista e imprenditore britannico di origine russa di nome Vladimir Raitz.

Nel 1949, dopo aver ereditato 3.000 sterline da sua nonna e lasciato il suo lavoro all’agenzia di stampa Reuters, Raitz aveva fondato Horizon Holidays, la prima società di pacchetti vacanza rivolta al turista medio. Vladimir Raitz è poco conosciuto in Italia, ma fu lui che più di ogni altro portò in Sardegna il turismo di massa.

È importante rendersi conto che, prima che Raitz iniziasse a spedire gli inglesi della classe media ad Alghero, la Sardegna era tra i luoghi più sperduti d’Europa. Non era mai stata una tappa nel Grand Tour del diciottesimo e diciannovesimo secolo, e non aveva mai figurato come destinazione durante “l’età d’oro dei viaggi” tra il 1880 e il 1930.

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A partire dal 1820 la Sardegna aveva periodicamente attratto scrittori e studiosi europei (il più famoso fu D. H. Lawrence, che arrivò nel gennaio 1921 e le dedicò un libro), ma continuava a essere una scelta eccentrica, descritta da ognuno di questi viaggiatori come un’isola selvaggia e remota.

Fino all’avvento dei voli commerciali a metà degli anni Cinquanta, però, la Sardegna rimaneva estremamente difficile da raggiungere. Quando lo scrittore e giornalista inglese Douglas Goldring, durante un rilassante soggiorno in Provenza nel 1928, decise di visitare la Sardegna, scoprì che molti a Nizza non l’avevano nemmeno sentita nominare. L’unica possibilità per arrivarci era passare prima dalla Corsica.

L'Avvento dei Voli Commerciali e Horizon Holidays

Nei primi anni Cinquanta, però, il cambiamento era già in atto. Per la prima volta gli aerei furono utilizzati per uso commerciale, e molti piloti della Royal Air Force che avevano combattuto nella Seconda guerra mondiale continuarono a volare perché ingaggiati dalle compagnie aeree. Nel Regno Unito il mercato delle vacanze all’estero esplose, e le vacanze “soleggiate” all inclusive diventarono l’aspirazione dichiarata del consumatore borghese.

Quando Raitz fondò Horizon Holidays nell’ottobre del 1949, il suo era un modello di business innovativo e non ancora collaudato. La sua unica destinazione era la Corsica e, per ordine del ministero dell’Aviazione civile, i suoi unici clienti dovevano essere studenti e insegnanti. La descrizione che lo storico dei trasporti Peter Lyth fa di queste prime vacanze Horizon in Corsica restituisce vividamente lo spirito imprenditoriale di Raitz: dopo un volo di sei ore fino a Calvi su un Douglas DC-3 (Dakota), fino a qualche anno prima impiegato come aereo da guerra, i vacanzieri inglesi trascorrevano due settimane in tenda su una spiaggia della Corsica nel nuovo “Club Franco-Britannique”, con due pasti “a base di carne” al giorno e vino locale a fiumi, per attrarre astutamente i giovani frustrati dai razionamenti ancora in vigore nell’Inghilterra del dopoguerra.

Nel suo libro del 2001 Flight to the Sun. The Story of the Holiday Revolution Raitz racconta di aver scelto Alghero come destinazione per i suoi «antichi edifici», la sua «incantevole spiaggia» e perché aveva trovato «sistemazioni in albergo sufficienti per un aereo carico di turisti a settimana», che altrove in Sardegna evidentemente non c’erano.

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Nel marzo del 1954 il poeta e giornalista sportivo Alan Ross pubblicò The Bandit on the Billiard Table (Il bandito sul tavolo da biliardo), un libro sul suo tour in Sardegna dell’anno precedente. Ross dovette viaggiare su un piroscafo da Bonifacio a La Maddalena, ma i lettori del suo libro potevano ormai prendere un volo diretto da Gatwick ad Alghero. I pacchetti per quindici giorni all inclusive partivano da 43,10 sterline (che nel 2024 corrisponderebbero a circa 1.200 euro).

La Costa Smeralda e l'Aga Khan

E infatti nell’immaginario comune è in Costa Smeralda che ebbe inizio lo sviluppo turistico della Sardegna. Era il 1962 e l’Aga Khan fondò il Consorzio Costa Smeralda con l’obiettivo di acquistare e sviluppare migliaia di ettari di terreno incolto lungo le coste della Gallura. Inizialmente il progetto dell’Aga Khan era esplicitamente anti-turistico, o almeno pubblicizzato come tale: «La Costa Smeralda ha tutto, tranne folle di turisti. E non le avrà mai», si legge nel 1968 in un annuncio a tutta pagina sulla rivista patinata inglese Country Life.

Nel comune di Arzachena, in provincia di Sassari, molti sostengono per esempio che la Costa Smeralda abbia portato lavoro e investimenti in una regione che una volta era fra le più povere dell’isola, eppure quel tratto di costa sembra anche rappresentare tutto lo sfruttamento, l’iniquità e l’idiozia dell’industria turistica.

L’ideatore e fondatore della Costa Smeralda, il principe Karim Aga Khan IV, e un gruppo di investitori internazionali guidati dall’inglese John Duncan Miller scelsero il luogo esclusivamente perché affascinati da una natura pressoché intatta. Essa rappresenta tutt’oggi un raro connubio di visione imprenditoriale e raffinata espressione di architettura, antesignana dei concetti di attenzione e rispetto dell’ambiente.

Un altro aspetto che rende Costa Smeralda un esempio davvero singolare nel panorama turistico italiano è che il suo Consorzio si occupò personalmente nella realizzazione delle infrastrutture pubbliche e non sono delle private.

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Il Design Mediterraneo Moderno

L’architettura della Costa Smeralda si ispira alla combinazione di elementi tradizionali con linee pulite, forme geometriche e materiali contemporanei. Gli architetti della Costa Smeralda hanno spesso utilizzato materiali locali nella costruzione delle loro opere, come la pietra naturale, il legno e il granito. Un elemento chiave dell’architettura della Costa Smeralda è l’integrazione armoniosa degli edifici con il paesaggio circostante.

Fattori di Successo della Costa Smeralda

  • Elemento Naturale: il territorio offre paesaggi mozzafiato, con accostamenti cromatici davvero incantevoli di spiagge di sabbia bianca, acque cristalline e il verde intenso della macchia mediterranea rimasta pressoché allo stato originario.
  • Esclusività e Lusso: sin dai progetto originario, la Costa Smeralda è stata associata al lusso e allo stile di vita esclusivo.
  • Progettazione Architettonica: gli sforzi per preservare l’aspetto naturale della costa e per integrare le costruzioni con l’ambiente circostante hanno reso la Costa Smeralda un esempio di progettazione architettonica estremamente raffinata ma attenta all’ambiente.
  • Marketing e Pubblicità: la Costa Smeralda è stata promossa con successo a livello internazionale come una destinazione di lusso attraverso campagne di marketing mirate e una presenza costante sui media.
  • Servizi di Alta Qualità: oltre alle strutture ricettive di lusso, la Costa Smeralda offre una vasta gamma di servizi di alta qualità, tra cui ristoranti gourmet, boutique di moda, campi da golf e centri benessere.
  • Sviluppo Sostenibile: la Costa Smeralda può ben dirsi un assoluto precursore dei tempi per l'attenzione crescente alla sostenibilità ambientale e al rispetto del territorio nella gestione dello sviluppo turistico.

Nord vs Sud: Un Turismo Diverso ma Complementare

Atzeri ha poi tracciato una differenziazione tra il nord e il sud della Sardegna. Mentre la Costa Smeralda si è sviluppata come destinazione di lusso con una clientela internazionale, nel sud dell'isola si è affermato il concetto di villaggio turistico, capace di ospitare migliaia di persone, come il Forte Village. La Gallura è diventata una zona di villeggiatura per l'élite internazionale, mentre il sud si è consolidato come una destinazione per il turismo organizzato e familiare, offrendo una varietà di opzioni per diversi tipi di clientela.

Le Sfide e la Necessità di una Visione a Lungo Termine

Tuttavia, non sono mancati momenti difficili, come le crisi economiche globali, la mancanza di investimenti nelle infrastrutture turistiche e le difficoltà nei collegamenti con il resto d'Italia e d'Europa. Atzeri ha parlato della mancanza di una visione politica a lungo termine e della carenza di infrastrutture adeguate, elementi che hanno frenato il pieno sviluppo turistico di alcune aree, come Alghero.

Ha sottolineato l'importanza di una cooperazione tra le autorità del turismo e quelle dei trasporti per garantire una continuità territoriale che permetta ai visitatori di raggiungere l'isola con facilità. Una delle sue raccomandazioni è stata quella di integrare meglio questi due settori, sulla scia di quanto già avviene in altre destinazioni internazionali di successo.

Durante la puntata, è emersa anche la necessità di rinnovare le strutture turistiche, in particolar modo quelle di Alghero, che soffrono ancora di una ricettività ormai obsoleta, caratterizzata da stanze piccole e prive delle comodità moderne richieste dai turisti. Atzeri ha esortato la nuova generazione di imprenditori sardi a investire nella qualità, piuttosto che nella quantità, puntando su un turismo di nicchia, sostenibile e capace di valorizzare le risorse naturali e culturali dell'isola senza comprometterle.

"Per non calpestare il futuro, dobbiamo conoscere il passato”, ha concluso Atzeri. La storia del turismo in Sardegna è un esempio di come visioni ambiziose e investimenti strategici possano trasformare una terra in una delle destinazioni più esclusive al mondo.

Tappe Imperdibili in Sardegna

Partendo dal Nord dell’isola, una delle tappe imperdibili è la La Pelosa a Stintino, una spiaggia tropicale di sabbia bianca e acque cristalline, incastonata tra Capo Falcone, l’isola Piana e il Parco Nazionale dell’Asinara. Proseguendo verso Est, la provincia di Olbia ospita l’incredibile Spiaggia Rosa a sud dell’isola di Budelli. Per conservare la naturale bellezza della sabbia, di colore rosa grazie ai frammenti di corallo, non è più possibile attraccare con la barca ma, anche se vista da lontano, è una tappa imperdibile per gli amanti della Sardegna. La Maddalena e le altre isole dell’arcipelago sono diamanti che luccicano sul mare: Santo Stefano, Santa Maria, Budelli, Spargi, Razzoli e la celebre Caprera che ha ospitato Garibaldi negli ultimi 25 anni della sua vita. Continuando la discesa verso Sud, Cala Brandinchi, Cala Luna, Cala Goloritzè, dichiarata Monumento Nazionale Italiano nel 1995 e Cala Mariolu nel Golfo di Orosei, offrono spiagge da sogno e acque limpide e turchesi. Le tappe perfette per fare snorkeling e rimanere incantati di fronte alla meraviglia della natura sottomarina. Per completare il giro dell’isola, sono tappe imperdibili anche Porto Giunco a Villasimius, la spiaggia di Tuerredda circondata dalla macchia mediterranea, Cala Domestica e l’incredibile “spiaggia di riso”, Is Arutas, dove la sabbia è composta da piccoli quarzi simili a chicchi di riso.

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