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Storia del Turismo Termale in Italia

L’impiego delle acque termali per idroterapia, nel bacino del Mediterraneo, era conosciuto fin dai tempi antichi, come evidenziato dai reperti archeologici, dalle testimonianza letterarie e scientifiche, dalle numerose epigrafi.

I Greci praticavano i bagni in acque calde e ritenevano che le acque calde e i vapori che sgorgavano dalla terra avessero un significato sovrannaturale. Non è un caso che presso località termali sorgessero importanti templi come quello di Olimpi e il famosissimo Tempio di Apollo a Delfi, ove la Pizia, avvolta dai fumi, prediceva con arcane parole il futuro. Agli occhi delle popolazioni antiche la presenza di divinità giustificava i poteri terapeutici e le proprietà caratteristiche delle acque termali.

Lo stesso Ippocrate, incoraggiava il ricorso alle terme e nel trattato “Uso dei liquidi” decantava le virtù delle acque minerali e delle sorgenti calde.

Se, dunque, i Greci furono tra i primi popoli a conoscere ed apprezzare le acque termali, i Romani esaltarono questo strumento di cura e di relax attraverso la realizzazione delle monumentali Thermae pubbliche che si affiancavano al balneum privato. Le terme diventarono così un luogo di incontro al pari del foro e accanto agli stabilimenti vennero creati spazi per le passeggiate, parchi e giardini, musei e biblioteche.

Tra le più note strutture oggi ancora visibili nella città di Roma possiamo ricordare le Terme di Diocleziano e quelle di Caracalla. Ci piace immaginare l’arrivo in questi Balnea di personaggi come gli imperatori, Plinio il Vecchio, Seneca e Marziale che alle Terme dedicò alcuni dei suoi epigrammi, Catullo, Tito Livio, Tibullo, Vitruvio, Orazio e l’elenco potrebbe proseguire a lungo data la rilevanza e la quotidianità del ricorso ai bagni termali che coinvolgeva persone appartenenti a tutte le classi sociali. Per tale ragione, per consentire il più ampio accesso alle terme, il costo d’ingresso veniva contenuto.

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D’altra parte anche i medici romani e tra questi Plinio, Celso e Galeno confermavano i salutari effetti del ricorso alle acque provvedendo a vari tentativi di classificazione in relazione alle caratteristiche chimico-fisiche e alle patologie.

La caduta dell’Impero Romano, il decadimento delle strutture, il consolidarsi della religione cristiana che invitava a fuggire dalle occasioni di edonismo e ad evitare luoghi diversi dalle chiese portò al declino delle terme come fenomeno culturale e sociale.

Nel corso del Medioevo la pratica termale venne ristretta al solo uso terapeutico, è questo il periodo in cui l’indagine sui benefici delle cure si mescola con le speculazioni empiriche e popolari che ricollegano ad un’acqua un particolare effetto. Da queste valutazioni empiriche si distinguono, invece, i primi studi idrologici condotti a partire dal XIII secolo da scienziati e medici come Pietro d’Abano, Michele Savonarola, Pietro da Eboli che con il suo De Balneis Puteolanis descrisse le qualità mediche di ben 35 fonti campane e che risulta arricchito da stupende miniature, Gentile da Foligno, Pietro da Tossignano, Tura di Castello, Falloppio, Ugolino da Montecatini autore del Tractatus de Balneis, Andrea Bacci autore del De Thermis, un esame delle analisi e dei bagni noti in Italia nel XVI secolo.

Da centri di cura le località termali si andarono trasformando in centri di villeggiatura e di vita mondana richiamanti la popolazione dell’intero continente e destinate ad assumere una fisionomia propria ed autonoma riconosciute come stazioni e città termali. Ciò con un notevole riflesso anche sull’architettura dei centri che si dotano di ampie ville, hotel, parchi e giardini. Ci avviamo così al termalismo dell’età moderna caratterizzato sotto il profilo degli studi da un’applicazione del metodo sperimentale con un approccio innovativo circa le cure, sotto il profilo dell’erogazione delle cure si assiste, invece, a quello che è stato definito il termalismo d’élite. Le classi economicamente e culturalmente elevate si recavano presso le Terme, rinnovati centri di vita mondana per “passare le acque” e trascorrere giornate di riposo.

I due conflitti mondiali certamente ridussero considerevolmente l’afflusso verso le stazioni termali che ripresero la loro attività nel dopoguerra in quella che è stata definita la stagione del termalismo sociale. La riconosciuta efficacia terapeutica delle acque termali ha, infatti, comportato il loro inserimento nel sistema sanitario nazionale e nei livelli essenziali di assistenza prevedendo, nell’ottica costituzionale della tutela della salute, l’estensione delle terapie, a costi contenuti, all’intera popolazione.

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A questo punto abbiamo lasciato alle nostre spalle il passato e ci inoltriamo in quello che è il presente del mondo termale.

Italy's connection with thermal baths dates back to ancient times: even in the ancient Etruscan civilizations, thermal waters were known and exploited for their healing properties, considered a true gift from the gods. After the decline of the Roman Empire, many of these magnificent structures fell into ruin. Yet, the importance of thermal waters was never forgotten: during the Middle Ages, monasteries and convents were erected near thermal springs, so they could be used for therapeutic purposes. The Renaissance, with its renewed interest in the body and health, saw a return to the thermal baths by the Italian elite.

From the times of the ancient Romans to modern thermal wellness centers, Italy has a long tradition of thermalism. In contemporary Italy, the thermal baths represent a perfect combination of tradition and modernity.

With over 380 thermal centers scattered throughout the country, Italy offers a wide range of treatments, from medical therapy to aesthetic courses. Campania, Veneto, Emilia-Romagna, Tuscany, Lazio and Lombardy are the regions with the highest number of thermal establishments, testifying to the importance of this tradition in the national panorama.

The Italian thermal waters are globally appreciated and known for their unparalleled variety and therapeutic properties they offer. Depending on the source and the region from which they spring, these waters are distinguished by their unique composition, enriched with minerals such as sulfur, bicarbonate, magnesium and many others.

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The variety of Italian thermal waters is also evidenced by the vast array of pathologies they can treat.

The antiquity and thermal tradition of Italy are reflected in the numerous centers scattered throughout the territory, witnesses of a culture of well-being that has spanned centuries and today represents an expanding sector. In addition to representing an economic resource because they attract wellness enthusiasts from all over the world, the Italian thermal baths are the emblem of a perfect combination of health and relaxation.

Known since Roman times, these baths are famous for their waters rich in sulfur, bromine and iodine, offering therapeutic and relaxing properties. During the Middle Ages and the Renaissance, despite socio-political changes, the reputation of the baths continued to grow. Artists, writers and nobles flocked there, seeking inspiration and refreshment. The 20th century further consolidated Salsomaggiore's role as an elite spa center. Despite the challenges of the times, such as the world wars, the baths remained a bastion of tranquility.

The Palazzo Berzieri, in particular, represents the symbol of European thermalism and the city of Salsomaggiore.

Il panorama del turismo sta evolvendo molto rapidamente ed in modo sempre più complesso, questo non solo per un generale aumento di consapevolezza legata alla valorizzazione del territorio ma anche ad una rivalutazione delle esigenze del tessuto sociale che premia scelte più sostenibili e riposiziona le priorità del turista. Possiamo tranquillamente dire che questo decennio sarà caratterizzato da turisti non più “consumatori”, come l’economia ci spingerebbe a definirli, ma bensì viaggiatori consapevoli ed estremamente attenti alle proprie scelte.

Ma se dovessimo fare una panoramica del turismo termale ad oggi, quali aspetti emergerebbero? Una prima analisi delle abitudini dei viaggiatori rispetto al turismo del wellness in questo senso, ce la restituisce una ricerca promossa dalla piattaforma specializzata in ritiri ed esperienze di benessere BookRetreats, la quale prende come campione di riferimento il periodo che intercorre tra luglio 2023 e gennaio 2024, portando alla luce un dato decisamente interessante: tra le tendenze più ricercate vi è proprio il turismo del benessere con una crescita del 25% su base annua.

Parlando poi nello specifico di turismo del benessere non possiamo che rivolgere la nostra attenzione al turismo termale, di cui l’Italia è un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale.

Analizzando i dati condivisi da FederTerme Confindustria è possibile ricostruire una fotografia dello stato di salute del turismo del benessere e dei trattamenti wellness, in cui il turismo termale si posiziona come un fondamentale pilastro per il settore, con numeri che evidenziano un trend di forte crescita.

Secondo le rilevazioni di FederTerme, alla fine del 2023 gli stabilimenti termali in attività ammontavano complessivamente a 317, dei quali oltre il 90% da strutture che operano in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale. L’impareggiabile offerta fa sì che ogni anno le strutture termali italiane accolgano un numero sempre maggiore di visitatori, attratti da una varietà della proposta e da proprietà benefiche delle acque uniche nel loro genere, ma anche - e soprattutto - dai trattamenti orientati alla cura della persona e da un servizio puramente complementare. Tutti fattori che si stanno rivelando dei veri driver di cambiamento, come vedremo successivamente.

Sono difatti 5 le composizioni chimiche delle acque termali rilevate nel territorio italiano, ognuna delle quali capace di apportare specifici benefici anche in campo terapeutico: acque solfuree, solfate, bicarbonate, arsenicali-ferruginose e salsobromoiodiche. Alla base di questo successo c’è una proposta sempre più sofisticata ed attenta che intercetta le esigenze dei viaggiatori moderni: qualità, professionalità e grande varietà dei trattamenti che definiscono il cuore vivo dell’offerta termale italiana.

Il settore termale non è, quindi, solo un’opportunità di svago ma un simbolo di uno stile di vita orientato al benessere, capace di unire tradizione e innovazione per rispondere alle tendenze globali che abbiamo evidenziato nella premessa di questo articolo.

Dopo il pareggio ai livelli pre-pandemia registrato nel 2023, il turismo termale nel 2024 si conferma un pilastro strategico dell’industria del benessere, con trend che consolidano l’Italia come una delle destinazioni predilette sia in Europa ma anche a livello internazionale.

Come emerge da un’intervista del 2023, secondo Massimo Caputi, presidente di FederTerme, il mercato globale del wellness, che include anche il turismo termale, è destinato a crescere significativamente nei prossimi anni. L’espansione, va ricordato, è anche in parte supportata dall’aumento degli investimenti in strutture e servizi termali. E’ quindi facilmente prevedibile che il valore di questo mercato nel Belpaese, che nel 2023 è arrivato a pesare ben 5.610 miliardi di dollari, dovrebbe facilmente superare gli 8.000 miliardi entro il 2027 con un tasso di crescita annuo previsto attorno all’8,6%.

In questo contesto macroeconomico, l’Italia detiene un ruolo da protagonista che la vede collocarsi al settimo posto per il turismo del benessere nel suo significato più esteso e al quinto, in modo specifico, per le acque e le strutture termali.

Come abbiamo introdotto nelle primissime righe di questo articolo, le esigenze del turista sono molto cambiate rispetto a quelle del periodo pre-pandemico. I temi con cui l’offerta turistica termale deve scontrarsi, ad oggi, vanno di pari passo con le tematiche che influenzano e plasmano il turismo internazionale.

Tra i tanti punti scottanti c’è sicuramente la situazione dell’overtourism, resa nota dall’esasperazione degli abitanti dell’arcipelago delle isole Canarie, abbracciata poi da città d’arte come Firenze, divenuto palcoscenico del dibattito su scala nazionale. Il settore termale, rispetto a queste tematiche, risponde bene proponendosi come una leva fondamentale per la destagionalizzazione del turismo, assicurando uno scaglionamento delle prestazioni in tutti i periodi dell’anno e rispondendo alla nuova domanda di viaggi sostenibili, riducendone drasticamente i picchi.

A differenza di altri segmenti che si concentrano principalmente nei mesi estivi o invernali, il turismo termale offre esperienze di benessere che attraggono visitatori durante tutto l’anno, grazie alla possibilità di godere dei benefici terapeutici delle acque, in modo del tutto indipendente dalla stagionalità. Iniziative come il progetto “Italcares” di FederTerme, che promuove il turismo medicale e del benessere termale, sono figlie di questo cambiamento che agevola i flussi turistici organizzati e contribuisce a una maggiore distribuzione dei visitatori durante tutto l’anno, offrendo vantaggi sia in termini economici che ambientali.

Se volessimo ricostruire l’identikit del turista che beneficia delle acque termali a partire dai dati, avremmo sicuramente a che fare con una persona che ricerca fortemente una fidelizzazione con le strutture, prediligendo soggiorni lunghi e che nella maggior parte dei casi si posiziona nei segmenti della Terza e della Quarta età. Questa tendenza è confermata anche dal report pubblicato dalla piattaforma “SkyScanner”, dal quale si evince facilmente un netto divario generazionale in termini di approcci alla salute e al benessere tra gli intervistati: il 47% dei viaggiatori di età pari o superiore a 65 anni dichiara di essere propenso ad adottare un approccio attento alla salute durante le vacanze mentre solo Il 25% dei viaggiatori tra 18 e 24 anni ammette di esserne interessato.

Il turismo termale, pur essendo una componente fondamentale del più ampio settore del turismo del benessere, presenta sfide significative nella raccolta e nell’analisi dei dati poiché, spesso, gli stessi dati hanno un forte bisogno di contestualizzazione e necessitano di una discreta abilità nel saperli interpretare. Una delle principali difficoltà riguarda la varietà e la fluidità delle definizioni che circondano il concetto di “benessere” e “salute”, che possono variare ampiamente a seconda delle tradizioni culturali, delle pratiche locali e delle esigenze specifiche dei turisti.

Ad esempio, mentre in Europa il turismo termale è storicamente associato alle acque curative e ai trattamenti ad orientamento terapeutico, in altre parti del mondo, come ad esempio in Asia, l’approccio è spesso più integrato e legato a dimensioni spirituali ed olistiche del benessere. Questa mancanza di univocità nelle definizioni rende complicata la raccolta di dati precisi, l’individuazione di tendenze e l’analisi comparativa tra i vari mercati con la conseguenza che, spesso, questi dati sono soggetti a grandi differenze a seconda dell’ente che li ha raccolti e resi pubblici.

A ciò si aggiunge il fatto che le strutture termali - che giocano un ruolo cruciale in questo contesto - spesso offrono una varietà di servizi non più esclusivamente legati alle applicazioni cosmetiche o terapeutiche ma hanno investito per adeguarsi alle richieste di un mercato sempre più esigente, spaziando dalle attività orientate al benessere fisico alle discipline olistiche, facendo sfumare i confini tra ciò che è puramente termale e ciò che è unicamente benessere.

Il settore termale non risente ad oggi di sfide estremamente specifiche per la categoria, ma è chiamato a monitorare con grande attenzione ciò che sta succedendo nel mondo e i trend che stanno plasmando il turismo a livello globale. A cambiare non sono solamente le tecnologie ma è anche l’approccio del turista, sempre più attento a politiche di sostenibilità e sempre più dettagliato nelle sue richieste.

I centri termali, in questi anni, hanno dovuto rivedere il proprio status di spazi terapeutici, investendo sempre più per posizionarsi come autentici laboratori di innovazione dove benessere, scienza e tecnologia coesistono per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più esigente e attento alla propria salute.

I centri termali più innovativi, come evidenziato da numerosi report specialistici del settore wellness nel 2024, stanno quindi evolvendo per offrire esperienze di benessere sempre più complete e all’avanguardia, in cui il confine tra ciò che è terapeutico e ciò che è unicamente benessere, non è più così netto. Tra questi driver, simbolo di un cambiamento, spicca la crioterapia, una pratica rivista in chiave moderna che unisce tradizioni antiche, come l’alternanza di bagni caldi e freddi - ben nota già ai Romani - a nuove tendenze rilanciate da figure iconiche come Wim Hof, celebre per i suoi record legati all’esposizione prolungata al ghiaccio. Pratiche che prevedono le immersioni in acqua gelida, ispirate alle tradizioni nordiche e seguite da saune calde, sono ormai parte integrante delle offerte nei centri termali di alta gamma.

Un’altra innovazione fortemente richiesta e collegata al fenomeno della digital detox - molto attuale tra i fruitori dei social network - sono le camere di deprivazione sensoriale. In queste strutture (per lo più vasche), immerse nel buio e riempite con acqua salata, i clienti sperimentano un isolamento sensoriale totale che favorisce diversi processi di rilassamento psicofisico. Anche le terapie a infrarossi stanno lottando per guadagnarsi un ruolo all’interno dei centri termali, grazie alla loro capacità di coniugare terapia e benessere. Dalle cabine termiche a infrarossi alle docce arrivando anche ai nuovissimi materassini riscaldanti, queste soluzioni arricchiscono i percorsi termali con un tocco di innovazione, rispondendo alla crescente domanda di esperienze olistiche fortemente personalizzabili.

Infine, la terapia con ossigeno iperbarico sta pian piano diventando una realtà in molti centri termali italiani, con strutture che sono sempre più propense ad investire per dotarsene. Attraverso camere pressurizzate “prese in prestito” dal mondo medico e sportivo, questo trattamento aumenta i livelli di ossigeno nel corpo in modo controllato, apportando diversi benefici in processi come la rigenerazione cellulare, il miglioramento della circolazione ed accelerando la fase di guarigione generalizzata.

Secondo Jeremy White, senior innovation editor della rivista Wired, l’intelligenza artificiale sarà la tecnologia con il maggiore impatto nel settore turistico entro la fine del 2025, rivoluzionando il modo in cui viaggiamo ed usufruiamo delle esperienze turistiche. In un’intervista pubblicata su National Geographic Traveller (UK), White mette in guardia riguardo all’uso crescente di questa tecnologia, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle prenotazioni attraverso sistemi che monitorano la domanda in tempo reale, riducendo i costi o, al contrario, incrementandoli.

Il mercato delle sorgenti termali e minerali in Europa sta vivendo una fase di forte ripresa, un segno tangibile della resilienza di un settore che, pur accusando le conseguenze indirette della pandemia, è riuscito a rimanere stoico nei suoi piani di crescita. Secondo i recenti dati condivisi dal “Global Wellness Institute” nel corso del 2023, il fatturato delle strutture termali europee ha raggiunto i 26,17 miliardi di dollari con un incremento pari all’1% rispetto all’anno precedente, segnando così il ritorno ai livelli pre-pandemici e superando addirittura del 104% il fatturato del 2019. Questo risultato fa pensare ad un mercato maturo, stabile e sano, propenso anzi a mantenere una crescita costante nei prossimi anni, in modo tendenzialmente analogo a quanto previsto per il mercato italiano.

L’Italia, in particolare, si conferma come una delle destinazioni più importanti anche per i dati del Wellness Institute, con un incremento del 15,1% dei ricavi nel 2023, che hanno raggiunto 1,7 miliardi di dollari. L’Ungheria ha visto una crescita decisamente interessante, con un aumento del 27,6% dei ricavi, consolidando la sua posizione di leader del mercato termale in Europa, soprattutto grazie alle storiche terme sparse sul territorio di Budapest come le rinomate Terme di Széchenyi.

Oltre alla crescita economica, il settore termale in Europa sta evolvendo grazie a un crescente interesse per la sostenibilità e l’innovazione. Le strutture termali stanno incorporando pratiche sempre più eco-sostenibili, con l’adozione di tecnologie a basso impatto ambientale - come l’utilizzo di energie rinnovabili e la gestione ottimizzata delle risorse idriche - soluzioni necessarie anche per adattarsi al cambiamento climatico. Inoltre, il mercato termale sta beneficiando della digitalizzazione, con molte strutture che hanno implementato tecnologie avanzate per ottimizzare l’esperienza dei clienti. L’intelligenza artificiale, ad esempio, viene utilizzata per raccogliere e analizzare i dati dei visitatori, offrendo trattamenti personalizzati e creando un’esperienza più su misura.

Un altro dato interessante emerso dal Global Wellness Economy Monitor riguarda l’aumento degli investimenti nel settore. Nel periodo 2020-2023, sono stati inaugurati circa 230 nuovi centri termali in tutto il mondo, con la previsione che questa tendenza possa essere portata avanti anche nei prossimi 5 anni. Paesi come Italia, Francia, Ungheria e Spagna stanno investendo notevoli risorse per ampliare e rinnovare le loro strutture termali, offrendo esperienze sempre più all’avanguardia e pronte a rispondere alle esigenze del turismo moderno.

Il mercato del turismo termale in Europa, ed in particolare in Italia, continua a registrare una costante crescita, consolidandosi come uno dei settori più dinamici e tutto sommato resilienti del panorama turistico globale. I dati, anche se confrontati tra le diverse realtà che li hanno raccolti, evidenziano univocamente una ripresa significativa con il ritorno ai livelli pre-pandemia nel 2023 e una crescita continua durante tutto l’arco del 2024. L’Italia si conferma tra i paesi leader...

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