Vivere a Palermo: Esperienze di Stranieri tra Volontariato, Sfide e Opportunità
Chiudi gli occhi, ti lasci trasportare e BAM: sono passati 8 mesi della tua vita da adulta e non ricordi come sei arrivata fin qui, ma ricordi che una volta c’era una ragazza appena uscita dal liceo che sognava di vivere all’estero come una del posto e fare qualcosa di buono per il mondo.
Volontariato a Palermo: Un'Esperienza Trasformativa
Sono venuta a conoscenza del volontariato a lungo termine del Corpo da sola, ma tutto è iniziato con un amico che mi ha parlato dei progetti a breve termine quando avevo solo 17 anni. Quindi, un flashforward al marzo 2024. Sapevo cosa volevo fare: partecipare all’organizzazione di progetti e possibilmente lavorare in un ufficio nei periodi in cui non c’erano progetti in corso. Inoltre, speravo di poterlo fare in una grande città.
Sono stata volontaria per l’Associazione InformaGiovani, dove avevo il compito di aiutare i miei colleghi d’ufficio nella preparazione di scambi giovanili, campi di volontariato, progetti estivi e tanto altro ma anche di svolgere MOLTO lavoro amministrativo quando era necessario. A dire il vero, le mansioni amministrative non mi pesavano, ma speravo di avere più opportunità di guidare un gruppo o semplicemente di avere l’opportunità di essere al centro di un progetto.
Nonostante ciò, ho avuto l’opportunità di essere leader di un piccolo gruppo in un campo di volontariato e posso dire senza ombra di dubbio che è stata l’esperienza più bella di tutto il mio percorso ESC a Palermo. Stare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con persone giovani, entusiaste e laboriose, che ti fanno ridere mentre stai lottando per preparare un’intera scuola a riaprire le porte per il nuovo anno scolastico, è qualcosa che consiglierei a tutti i giovani.
Ho avuto anche l’opportunità di contribuire al benessere di alcuni compagni volontari del Corpo Europeo di Solidarietà e di aprire le menti di alcuni palermitani rendendoli consapevoli delle esperienze positive e negative del vivere a Palermo da stranieri. Il mio progetto personale, dal titolo “Human Library: Expats in Palermo” prevedeva l’utilizzo del metodo di educazione non formale dello storytelling, in cui alcuni volontari del ESC, che hanno partecipato, dovevano condividere le loro storie con una parte della comunità palermitana.
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Posso dire che è stato un progetto di successo, in quanto i volontari sono andati in profondità nelle loro vite palermitane, essendo vulnerabili, ma a loro agio nel parlare con gli altri, e alla fine delle sessioni tutti si sono sentiti più illuminati, liberi e ascoltati. Per me è stato un enorme piacere vedere tanta empatia da parte delle persone e sapere di essere riuscita a migliorare il benessere di qualcuno, anche se si trattava di poche persone.
Spero di aver fatto qualcosa per rendere i giovani più informati e curiosi sul volontariato del CES, perché per me essere volontaria mi ha cambiato completamente la vita, e non si tratta di un’affermazione smielata.
Palermo: Una Città di Contrasti e Bellezze Nascoste
La mia amica Anna me lo ripeteva da tempo: “Palermo non è quella che pensi. Sì, ha una storia travagliata - che continua tutt’oggi - e interi quartieri sono in stato di decadenza da diversi anni. Ma qui crescono generazioni di nuovi abitanti che credono nel progresso sociale e agiscono per prendere in mano il destino di questa città. Devi venire a trovarmi.”Anna vive a Palermo da alcuni mesi. Dopo aver vinto una borsa di studio per un dottorato, ha lasciato Milano per trasferirsi - a scatola chiusa - in Sicilia, dove non aveva mai messo piede.
Le principali città italiane sono tutte ben collegate con l’aeroporto di Palermo. Personalmente mi sono affidato a Wizzair, il prezzo basso è la mia priorità - nonostante orari piuttosto scomodi. Partire da Milano Malpensa alle sei di mattina significa atterrare a Punta Raisi all’alba, a pochi metri dal mare che si risveglia. Un comodo e rapido treno mi porta a Palermo Centrale senza cambi. Qui Anna - ormai cittadina onoraria a tutti gli effetti - stempera con parole e racconti il forte impatto con questa nuova realtà.
Il Traffico e la Vita Quotidiana
La relazione sentimentale tra il traffico di Palermo (tuktuk, motorini e altri veicoli di varia dimensione) e i suoi pedoni assume dimensioni platoniche: entrambi i protagonisti di questa storia d’amore procedono secondo gesti e regole che, per chi viene da fuori, sono difficili da interpretare. Il guidatore palermitano è esperto e sempre allerta: il pedone può fargli affidamento, lasciandosi guidare dagli spostamenti sciolti e solo apparentemente caotici del traffico locale. Suoni e movimenti della viabilità palermitana sono armonie che fluiscono senza interruzione.
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Anna condivide con una coinquilina francese un grazioso appartamento a pochi metri dai Quattro Canti, indiscusso centro geografico. Quattro facciate speculari, decorate in stile barocco siciliano, corrispondono ai quattro angoli smussati dell’incrocio tra Corso Vittorio Emanuele e Via Maqueda. Discendenti del modello cardo e decumano, il primo asse collega - da ovest a est - il mare alle storiche sedi del potere panormita (Palazzo dei Normanni - Cattedrale); perpendicolarmente, Via Maqueda taglia la città da nord a sud.
Il Centro Storico: Un Lusso Accessibile
Vivere - come Anna - in pieno centro storico è un lusso per pochi, secondo i parametri delle metropoli europee. Ancora una volta, come visto per il traffico, Palermo costringe invece a un cambio di paradigma. Gran parte delle famiglie benestanti del capoluogo siculo abita in quartieri periferici residenziali, in appartamenti moderni protetti da ampi giardini: pochi palermitani ancorati alla tradizione hanno deciso di restare negli antichi palazzi nobiliari. Così il centro storico è in larga misura rimasto nelle mani di studenti fuorisede e giovani lavoratori - spesso stranieri - con affitti a prezzi (quasi sempre) bassissimi.
Cibo e Cultura: Un'Esplosione di Sapori e Profumi
Fin dai primi istanti, Palermo apre il cuore (e lo stomaco) del viaggiatore. Un apparato decorativo stupefacente ricopre i suoi antichi edifici e luoghi di culto; parallelamente, profumi di carni, pesci e fritti riempiono i vicoli della città. Si gira tutto tranquillamente a piedi, con scarpe comode - ovviamente. Per il primo pranzo, il Caffè del Kassaro ci accoglie con i suoi tavolini all’aperto lungo Corso Vittorio, a pochi metri dalla Cattedrale.
Se amate la parmigiana di melanzane, ma non sapete rinunciare ai carboidrati, la Pizza Parmigiana è una bella sorpresa - o almeno così è stato per me. Pesto alla trapanese, caponate, cannoli, cassate…la cucina siciliana vi conquisterà in un istante.
All’ombra di S. Maria dello Spasimo - struttura del Cinquecento mai completata e rimasta a cielo aperto - Giovanni e Paolo si conobbero giovanissimi, sognando una Sicilia diversa. A volte, accerchiati dalle imponenti facciate del centro storico, dimentichi che Palermo è anche - e soprattutto - città di mare.
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All’improvviso, sbucando da uno dei vicoli intorno a Piazza Marina, senti un gabbiano schiamazzare, vedi un banco di pesce freschissimo in mezzo alla strada e in un attimo ti ritrovi in piedi sopra a uno scoglio, all’altezza del Foro Italico. La brezza del Mediterraneo attraversa senza fretta i prati e alberi di questa spianata lungomare, dove si conclude al tramonto questa prima giornata palermitana.
Monte Pellegrino e Mondello: Natura e Relax
Venerato come fosse anch’esso un santo cittadino, il Monte Pellegrino domina Palermo. Un blocco di pareti di roccia, incastonato tra il mare e la Conca d’Oro. La ripida camminata che conduce al Santuario di Santa Rosalia, patrona della città, vale il viaggio. Esistono comunque comode alternative: gli autobus 704 e 812 e, ovviamente, taxi e auto private.
Arrivati in cima il panorama è strepitoso, ma altrettanto affascinanti sono gli ex voto accumulati nel tempio in devozione della “santuzza”, le cui reliquie si dice abbiano protetto Palermo dalla peste nel 1624. Tutt’intorno, la vegetazione del leggendario promontorio è rigogliosa - difficile tenerla a bada - e ci accompagna durante una lunga passeggiata in discesa che, dai 429 metri della sommità, porta me ed Anna sulla spiaggia di Mondello.
Acque caraibiche e sabbia pulita a pochi metri dai quartieri della quinta città d’Italia: Mondello è una sorpresa fin dai primi istanti, e non potrebbe essere altrimenti considerata la sua fama. I Florio con altre famiglie nobili e borghesi scelsero questi luoghi per le loro residenze di villeggiatura: alle spalle della seducente spiaggia, sorgono ville e palazzine in pieno stile Art Nouveau.
Ballarò: Un Mercato Multiculturale
Rientrati a Palermo, è arrivato il momento di dedicare del tempo al quartiere di Ballarò, che ospita il più vivace mercato del centro storico. In queste straducole, popolate da bancarelle di ogni natura e dimensione, le attività di antiche famiglie locali si affiancano a quelle di nuovi immigrati. Si può comprare di tutto, contrattando sul prezzo, anche se vestiti e gastronomia la fanno da padroni. A Ballarò la presenza di culture lontane si vede forse più che in altri luoghi.
Qui la cura degli interni conta più della cura degli spazi esterni: all’interno di palazzine pericolanti e scrostate si possono nascondere cortili e appartamenti di grande fascino. A Palermo invece, ogni giorno è buono per ricevere visite - e da esse non ci si può sottrarre. Si tratti di uno scantinato della Vucciria o di un grande loft al Teatro Massimo, la casa del palermitano deve essere splendente, ordinata, ricca di oggetti attraenti per occhi e mani.
Integrazione e Accoglienza
A pochi passi da Ballarò, il Circolo Arci Porco Rosso e l’Impresa Sociale MoltiVolti sono luoghi di aggregazione e sostegno sociale apprezzatissimi dalla comunità. Persone di ogni età arrivano in Sicilia da Africa e Medio Oriente dopo lunghi viaggi di solitudine e paura. Palermo per loro dovrebbe essere solo la Porta d’Europa ma molti, nonostante un’economia locale spesso in crisi, trovano qui una dimensione a loro congeniale - e decidono di restare. Chi lavora al Porco Rosso e al MoltiVolti conosce bene queste nuove realtà e ne appoggia inserimento e integrazione.
Si crea una dimensione di grande tolleranza, che cozza con l’idea ingiustamente diffusa di una società siciliana chiusa alle nuove tendenze. Non avrei mai pensato di mangiare falafel e hummus tunisini e ballare danze mauritiane tra i ciottoli di Piazza Casa Professa, davanti agli scalini del Gesù - forse la chiesa barocca più sfarzosa e decorata dell’intera isola.
L'Eredità Arabo-Normanna
Questi luoghi hanno costruito la loro identità con influenze secolari provenienti da tante dominazioni diverse: il presente di Palermo non è altro che una continuazione del suo glorioso passato. Usciamo di prima mattina per dedicare la giornata ai grandi monumenti della Palermo Arabo-Normanna, patrimonio UNESCO dal 2015.
Gli stupefacenti mosaici della Cappella Palatina inserita nel Palazzo dei Normanni e le tortuose forme della Cattedrale sono sulla bocca di tutti i turisti e occupano gran parte della giornata di visita. Preferisco però dedicare qualche riga alle iconiche cupole rosse della Chiesa di S. Cataldo. A mio parere, nessun altro monumento palermitano incarna meglio la commistione di influenze e stili legata a secoli di complicate vicissitudini storiche. La sua costruzione fu affidata dalla nobiltà normanna a maestranze orientali. Le forme sinuose, le dimensioni ridotte, l’apparato decorativo scarno e sobrio: tutto rimanda a tendenze bizantine e islamiche provenienti da lontano.
Cucina Tipica e Tradizioni Locali
Per cena, tappa obbligata al Vecchio Club Rosanero, tra le trattorie più popolari della città, nel quartiere del Capo. Migliaia di recensioni sui diversi motori di ricerca lo segnalano come “il” luogo per mangiare a poco - e in grandi quantità - piatti della cucina locale. L’esperienza diretta conferma: si può scegliere liberamente tra decine di tipi di pasta condite con i tipici ingredienti. Le melanzane e i pomodori la fanno da padrona, insieme a pesce spada, sarde e vari tagli di carne.
Tutto il locale è arredato con cimeli, fotografie e gagliardetti del Palermo Football Club, una specie di religione per molti frequentatori. Cala la notte e le statue di Piazza Pretoria prendono vita, come fossero giocattoli animati in un film di Toy Story. Scattando fotografie a lunga esposizione hai l’impressione che alcuni corpi di marmo cambino posizione durante quei lunghi secondi. Si apre una sfida a “un due tre stella” tra i miei occhi e le loro sinuose silhouette. Di notte, perde il suo valore quella “vergogna” con cui teneramente i palermitani chiamano questa fontana - riferendosi alle sue spregiudicate nudità.
Integrazione Lavorativa e Storie di Successo
Viaggio tra i migranti del progetto Ragazzi Harraga di Palermo. «Arrivati coi barconi, qui abbiamo imparato a studiare e a vivere. Amadou è un fuoriclasse, caparbio e umile, dotato di una innata gentilezza che conquista coetanei e insegnanti, tutor e imprenditori. A 20 anni frequenta l’ultimo classe dell’istituto per il turismo Ferrara di Palermo, dove è entrato al terzo anno dopo un’estate di studio 'matto e disperatissimo', a pochi mesi dal suo approdo, salvato durante la traversata del Mediterraneo.
Amadou, assieme a Rita, nigeriana di 24 anni, da settembre lavora part time alla foresteria di Casa Santa Chiara, nata dal progetto Ragazzi Harraga, svolge attività di accoglienza, di sistemazione delle stanze, check-in e checkout, come ha imparato nel tirocinio frequentato a Palazzo Sitano. Questo giovane della Guinea ha tutta la vita davanti e la possibilità di inserirsi in maniera professionale e competente nel settore turistico, ma la spada di Damocle del decreto sicurezza non lo lascia per niente sereno. Ha paura che l’impegno profuso negli ultimi tre anni, lo studio, la perseveranza possano non servire a nulla e che lui possa essere condannato alla clandestinità.
Da questa occasione di crescita e condivisione a Palermo si sta costituendosi una 'Rete delle imprese accoglienti'. «È oggi più che mai importante lavorare insieme per mettere a valore le competenze e le risorse di questi ragazzi e di queste ragazze - sottolinea Alessandra Sciurba, coordinatrice Ciai di Ragazzi Harraga - perché prenderci cura del loro futuro significa anche prendersi cura della nostra società. Ma purtroppo questo modello di inclusione è messo a rischio da provvedimenti normativi irrazionali, che cancellando i permessi di soggiorno per motivi umanitari renderanno tutti questi ragazzi straordinari dei clandestini».
Ciò che viene apprezzato particolarmente è «la voglia di riscatto di questi giovani, la voglia di fare, la disponibilità a fare sacrifici pur di imparare» sottolinea Marco Miceli, titolare di Laros, un celebre negozio di abbigliamento di Palermo, dove Abdoulaye ha coronato il suo sogno: diventare un modello. Lo racconta lui stesso, partito tre anni fa dalla Costa d’Avorio «con pochi soldi e tanta speranza».
Nel centro storico palermitano Bisso bistrot è un luogo noto in città per cenare con piatti di cucina siciliana raffinata in un ambiente liberty. Dario Bisso ha offerto a Adic, un ragazzo ospite della comunità Stellaria, la possibilità di svolgere un tirocinio e oggi ha un contratto, così come Enus, entrambi del Bangladesh. «Abbiamo adottato lo stesso metodo di lavoro per chiunque arrivi qui: si entra come fattorino e piano piano si cresce - dice Bisso -. Adic è arrivato da qualche mese: da fattorino è passato ad aiuto cuoco ».
Il Fascino della Sicilia: Un'Attrazione Irresistibile per gli Stranieri
Turisti innamorati della Sicilia. Innamorati a tal punto che c’è anche chi molla tutto per vivere nella parte più a sud dell’Italia. Così, grazie a un team di avvocati, c’è chi da Bruxelles ha messo radici a Ispica, con l’unico desiderio, post Covid, di lavorare in smart working in una villa fronte mare. O ancora, una coppia di francesi che ha lasciato la città dell’eterno amore per vivere a due passi da Palazzo dei Normanni, a Palermo, stregati dal lusso e dalla storia del Palazzo reale.
Gli stranieri che scelgono di investire nell’Isola, secondo una indagine dello studio legale, lo fanno innanzitutto per i prezzi accessibili (sia degli immobili ma soprattutto del cibo e dei servizi), oltre al fascino “decadente” della città. Ad avallare il passo finale, anche una buona connessione internet che consente di lavorare da remoto senza problemi. Normalmente la casa viene usata solo per alcuni mesi l’anno, ma come nel caso della villa ad Ispica, le eccezioni non mancano.
Nel caso di Palermo vengono mal visti in generale, i servizi della pubblica amministrazione (servizi sanitari e immondizia ad esempio), l’inquinamento acustico in determinate zone e la scarsa conoscenza della lingua inglese in alcune agenzie immobiliari e nelle strutture pubbliche.
“Abbiamo seguito decine di casi negli ultimi 6 mesi, fornendo un servizio che in pochi offrono - spiega l’avvocato Palmigiano, management dello studio -. Abbiamo, infatti, un team di professionisti che parlano inglese e francese, in modo da dialogare con i clienti stranieri senza difficoltà. Il nostro compito è, in primo luogo, quello di far capire agli stranieri la mentalità delle persone e dell’amministrazione, controllare poi la documentazione, anche grazie a una squadra tecnica e, se occorre, agevoliamo anche logisticamente la trattativa e l’atto notarile. Spesso abbiamo sconsigliato investimenti o acquisti perché vi erano situazioni debitorie elevate o per le case, abusi di vario tipo. Mentre, in tanti altri casi, siamo riusciti a far realizzare ‘l’affare’”.
Ad effettuare gli investimenti, sono stranieri quasi sempre benestanti o anche imprese europee o statunitensi. “Crediamo che sia importante e motivo di orgoglio - aggiunge Palmigiano - portare, attraverso questo nuovo servizio, benefici economici stabili alla nostra città. I nostri investitori non sono turisti occasionali che rappresentano un beneficio ‘mordi e fuggi’ per l’economia locale, ma sono stranieri felici di vivere o lavorare nella nostra città che creano ritorni economici che si mantengono nel tempo”.
Altre mete risultate interessanti, sono state quelle di Marsala, Cefalù e Taormina. Su Palermo, sono stati evitati degli scivoloni con acquisti considerati dagli esperti “a rischio”.
“Se dentro il tuo cuore vorresti tornare, ma non hai abbastanza forza, fattela venire. “Chi decide di tornare in Sicilia è un sognatore e chi sa sognare non vede solo aspetti negativi. “La Sicilia non è per tutti. “L’Eden, in fondo, lo possiamo trovare ovunque, anche qui in Sicilia. “Trasferirmi qui è stato come tornare a casa. “Oggi, grazie alla mia esperienza fuori, riesco a dare maggiore valore a questa terra che, nonostante tutto, mi è mancata. “Anche se mi dispiace dirlo, la mia esperienza è stata triste e deludente. “In Sicilia ho trovato il mio centro […] Non mi sono mai sentita estranea”. “Il posto di cui hai nostalgia in realtà esiste solo nel passato in cui lo hai lasciato.
L'Esperienza SVE a Palermo
La mia esperienza SVE è cominciata all'inizio della primavera nella città storica di Palermo, grazie al progetto "NO ONE IS OUT". La prima persona che ho conosciuto a Palermo è stato il mio mentor Mattia, che è venuto a prendermi alla fermata dell'autobus. Mi ha accompagnato a casa, mi ha spiegato tutto quello che avrei dovuto sapere sull'alloggio e sui miei coinquilini e poi mi ha fatto visitare un po' la città. Abito in un appartamento grande e confortevole che condivido con altre 6 persone di diverse nazionalità. L’appartamento è in centro, quindi posso raggiungere molti luoghi della città a piedi. In generale, Palermo è una città in cui si possono fare grandi passeggiate per godersi la bellezza dei monumenti.
Sono stata coinvolta nelle attività di diversi centri locali. Il primo è il Centro Astalli, un centro di accoglienza per migranti che ha anche uno SPRAR che ospita i richiedenti asilo arrivati in città. Offre servizi di prima accoglienza (docce, distribuzione di vestiti, lavanderia), e altri più specialistici come la scuola di italiano per adulti, consulenze legali, supporto psicologico, ecc. Aiuto a preparare la colazione tre giorni alla settimana e poi, do una mano nel "Bazaar", e una stanza dove ci sono vestiti, scarpe, giocattoli e altri oggetti (tutto frutto di donazioni). Il mio ruolo è quello di gestire la distribuzione alle persone che vengono al centro.
Il secondo posto in cui lavoro si chiama "Spazio Donna", un centro dove le donne di diverse estrazioni sociali o vittime di violenza si recano per conoscere i loro diritti, acquisire nuove competenze e avviare processi di emancipazione. Mi è piaciuta molto questa parte del mio lavoro, perché ho partecipato a molti laboratori con donne riguardo alla preparazione di ricette o di maschere per capelli. Inoltre, ho anche preso parte a dei laboratori nelle scuole superiori, in cui mettiamo gli studenti a fare giochi di ruolo e li invitiamo a esprimere le proprie opinioni personali sugli stereotipi di genere e sui diritti umani.
Il centro in cui lavoravo una volta alla settimana è, invece, l’asilo nido Fantabosco. La cosa più interessante di Fantabosco è il fatto che ospita sia bambini italiani che stranieri e questo mi ha permesso di saperne di più sulla mentalità siciliana: ho visto che trattano a tutti allo stesso modo, indipendentemente dal loro background. In sintesi, posso dire che mi sono trovata molto bene a Palermo in questi due mesi.
Tabella: Pro e Contro di Vivere a Palermo per gli Stranieri
Aspetti Positivi | Aspetti Negativi |
---|---|
Prezzi accessibili (immobili, cibo, servizi) | Servizi della pubblica amministrazione (sanità, rifiuti) |
Fascino storico e culturale | Inquinamento acustico in alcune zone |
Buona connessione internet per lavoro da remoto | Scarsa conoscenza dell'inglese in alcuni contesti |
Opportunità di integrazione e volontariato | Burocrazia complessa |
Clima mite e bellezza del paesaggio | Precarietà del mercato del lavoro |
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