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Turismo Sportivo: Definizione e Sviluppo

Il turismo sportivo è un settore in forte crescita che offre la possibilità di completare l’offerta di mercato per un dato territorio, andando a sottolineare e cogliere sfumature e ricchezze che si allontanano dall’essenza di un altro tipo di viaggio.

Definizione e Tipologie di Turismo Sportivo

Per apprezzare e capire questo tipo di turismo, bisogna prima di tutto capire da dove nasce. Se è vero però che viene fatta una distinzione netta per tipologie di turismo sportivo, è altrettanto vero che per massimizzare l’offerta del mercato, molte agenzie di viaggio cercano di mettere in risalto la differenza tra sport nazionali e popolari.

Il turismo sportivo può essere suddiviso in due categorie principali:

  • Attivo: In questo caso si parte dal presupposto che il turista possa praticare “attivamente” uno o più sport durante il suo soggiorno.
  • Passivo: Nel caso del profilo “passivo” invece si fa riferimento a viaggi dove i turisti si recano in determinati luoghi solo per assistere a eventi o manifestazioni sportive.

Ogni diverso Paese può raccontare la sua essenza e il suo carattere attraverso il suo sport nazionale e popolare in modo da identificarsi e soprattutto diversificarsi grazie alle piccole tipicità. Con il passare del tempo lo sport popolare subisce man mano delle variazioni legati agli stili, alle stesse regole che possono anche arrivare a seguire un percorso e una trasformazione internazionale.

Pensate a un viaggio in Inghilterra per poter seguire una partita di cricket, oppure in America dove poter ammirare una partita di football americano e vivere da vicino la grande emozione che regala questo sport.

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Turismo Outdoor: Una Panoramica

Trekking ed escursionismo, cicloturismo, turismo sportivo, ma anche ecoturismo e turismo lento: sono tante le anime del turismo outdoor, che oggi in Italia sta vivendo una fase di forte crescita, consolidandosi come una leva strategica per la valorizzazione del territorio e per lo sviluppo economico locale.

Basti pensare che nel 2024 si prevedono oltre 71 milioni di presenze e 11 milioni di arrivi nel settore open air, con un impatto economico stimato in oltre 8 miliardi di euro.

L'Iniziativa "Camminare l'Italia"

A conferma della sempre maggiore rilevanza del settore, il CAI - Club Alpino Italiano si è fatto promotore di un grande evento nazionale: gli “Stati Generali del Turismo Outdoor - Camminare l’Italia: verso una visione comune”, a Venezia il 23 e 24 novembre 2024. La due giorni di lavori è stato un importante momento di confronto tra istituzioni, imprese e associazioni, con l’obiettivo di delineare linee guida condivise per la governance e la promozione del settore.

Da qui, ma soprattutto dal lavoro di otto tavoli di lavoro tematici online organizzati dal CAI nelle settimane precedenti, è nato un ampio dossier di linee guida per lo sviluppo del turismo outdoor in Italia, consultabile online. Tanti i temi affrontati, tra cui comunicazione, itinerari tematici, digitalizzazione e sostenibilità, ma anche il miglioramento della governance degli itinerari escursionistici. In questa direzione andrebbe in particolare la creazione di un Tavolo di confronto permanente, annunciato dal Ministero del Turismo, con il coinvolgimento di Club Alpino Italiano, regioni e associazioni di categoria.

Gli esempi virtuosi di gestione e promozione di percorsi escursionistici a livello nazionale e internazionale non mancano, dal Cammino di Santiago in Spagna alla Via Francigena in Italia, per arrivare a destinazioni come Finale Ligure o Arco di Trento, che sono diventate punti di riferimento indiscussi per gli appassionati di outdoor. Questi modelli hanno evidenziato l’importanza di una pianificazione attenta, di investimenti infrastrutturali mirati e dell’integrazione tra turismo, comunità locali e tutela ambientale.

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Verso un Osservatorio Nazionale dell'Outdoor

Gli Stati Generali hanno messo in luce diverse sfide per il settore, tra cui la necessità di migliorare la manutenzione e la segnaletica dei sentieri, incrementare l’accessibilità per tutti, sviluppare strumenti digitali per la promozione e garantire la sostenibilità delle destinazioni.

“Resto fermamente convinto che serva anche un osservatorio nazionale che consenta di raccogliere in maniera scientifica e strutturata i dati sul turismo outdoor, senza dimenticare mountain bike, arrampicata e altre discipline” ha commentato in quell’occasione Antonio Montani, presidente del Club Alpino Italiano. “È necessario un cammino condiviso che ci permetta di aprire una nuova stagione, capace di riconoscere il lavoro di tutti gli operatori del settore, e dell’impatto economico che lo stesso genera sui territori. L’attenzione del Ministero è chiara e auspichiamo che la rete che stiamo creando si allarghi sempre più incontri anche con altri soggetti”.

La Sfida della Formazione

Da un lato ci sono l’esplosione della domanda di turismo outdoor e di prossimità come diretta conseguenza della pandemia e l’aumento dei Cammini e degli itinerari anche grazie a importanti investimenti pubblici. L’altra faccia della medaglia è però, in diverse regioni e molti territori, la scarsa preparazione di chi gestisce l’offerta - enti pubblici o privati - rispetto alle necessità specifiche del turista attivo.

“C’è un gap che va colmato” spiega Alberto Renzi, destination manager, formatore facilitatore di network territoriali, che ha collaborato alla stesura del dossier Camminare l’Italia. “Le risorse pubbliche ci sono, ma servono progetti di maggior qualità che rispondano alle esigenze delle diverse tipologie di turista outdoor, dalle famiglie agli sportivi”.

Da qui nasce una delle sfide più attuali per il settore: la formazione. “Sono sempre più necessari profili professionali specializzati”, continua Renzi, che è anche coordinatore del Corso in progettazione e marketing per il turismo outdoor di Accademia Creativa Turismo, giunto quest’anno alla quinta edizione. “Servono progettisti in grado di elaborare progetti per accedere ai finanziamenti, travel designer che possano ideare nuovi itinerari tematici, cammini e proposte di viaggio, ma anche esperti di marketing e comunicazione, che sappiano attivare i giusti strumenti multimediali volti alla promozione e alla fruizione sostenibile del territorio”.

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Un Futuro Sostenibile per il Turismo Outdoor

Oggi è sicuramente una stagione d’oro per il turismo outdoor: un turismo sostenibile, capace di coniugare la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale con lo sviluppo economico locale.

Anche così si possono mettere a frutto le straordinarie opportunità che il turismo outdoor apre a tutti i territori: “Valorizzare il patrimonio culturale, paesaggistico e naturalistico del nostro Paese, destagionalizzare i flussi nelle destinazioni del turismo balneare e culturale per cui siamo più conosciuti nel mondo, contrastare lo spopolamento delle aree interne e rilanciarle: sono solo alcuni degli effetti positivi che possono essere innescati da una buona gestione del turismo outdoor”.

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