Stranieri in Svizzera: Analisi Statistica e Implicazioni
La presenza di stranieri in Svizzera è un tema complesso e sfaccettato, con implicazioni che si estendono dalla demografia all'economia, dalla giustizia alla politica. La popolazione straniera residente di una nazionalità diversa da quella elvetica corrisponde al 27% degli 8,9 milioni di persone che abitano nella Confederazione.
Complessivamente, alla fine del 2023, circa 2,3 milioni di persone straniere abitavano in Svizzera - circa un quinto delle quali è nata nella Confederazione. La maggior parte di queste proviene dai Paesi vicini, come la Germania o l’Italia. C’è anche un’importante comunità portoghese e di gente che arriva da ancor più lontano.
L’immigrazione netta è aumentata dell’11,7% lo scorso anno rispetto al 2022, con i nuovi arrivi che hanno superato le partenze con un margine di 98’851 persone. Lavoratrici e lavoratori dell’UE e dell’AELS rappresentano il più grande gruppo di persone immigrate ogni anno. Nel 2023, erano il 72% di tutti i nuovi arrivi.
L'evoluzione dell'immigrazione in Svizzera
L’immigrazione del Dopoguerra era inizialmente spinta soprattutto dagli arrivi di molti italiani e italiane che cercavano una vita migliore di quella possibile nel loro Paese devastato dal conflitto. La comunità italiana è ancora quella più rappresentata in seno alla popolazione straniera residente in Svizzera (14%) seguita da quella tedesca (13,4%), portoghese (10,6%) e francese (6,8%).
Non è sorprendente notare che molta immigrazione proviene dai Paesi confinanti, un fenomeno legato, oltre alla prossimità geografica, alla lingua in comune. Lavoratrici e lavoratori dai cosiddetti “Paesi terzi”, come gli Stati Uniti, la Cina, l’India e il Regno Unito, rappresentano poco meno del 10% dell’immigrazione totale. Il numero di permessi di lavoro non UE/AELS è limitato a 12’000 ogni anno.
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Perché la Svizzera attrae così tanti stranieri?
In Svizzera hanno sede molte aziende multinazionali e il Paese è considerato uno dei posti migliori dove vivere e lavorare, secondo diversi sondaggi condotti tra la popolazione espatriata. Le persone interpellate in questi studi citano spesso come punti forti gli elevati salari, i bei paesaggi, l’ambiente relativamente pulito, l’efficienza delle infrastrutture, la stabilità, la pace e la sicurezza.
Tuttavia, c’è anche chi si lamenta dell’elevato costo della vita e delle difficoltà a interagire con la popolazione locale.
La percezione degli stranieri in Svizzera
Da una parte, il settore economico apprezza le lavoratrici e i lavoratori stranieri che possono occupare posizioni altamente qualificate e di conseguenza danno una spinta all’economia.
L’alta proporzione di persone straniere residenti ha anche suscitato lamentele da parte dei sindacati, preoccupati dal rischio di dumping salariale, e da parte dei partiti di destra, che temono un annacquamento dell’identità nazionale.
Nel 2014, il popolo ha sostenuto in votazione un’iniziativa dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) che chiedeva un freno all’immigrazione. Ciò ha acceso delle tensioni tra la Svizzera e l’Unione Europea che restano ancora irrisolte.
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Sei anni più tardi, un altro tentativo di limitare l’immigrazione dall’UE è stato respinto alle urne. Ma lo spinoso dibattito continua a tenere banco nella Confederazione. Tra gli immigrati, gli italiani sono tra i più numerosi.
A fine aprile 2013 la Svizzera contava infatti 1.846.500 stranieri domiciliati (57.175 in più rispetto all'anno precedente), due terzi dei quali provenivano da stati dell'Unione europea e dell'Associazione europea di libero scambio (Efta), secondo le statistiche ufficiali. I gruppi più cospicui sono quelli degli italiani (circa 290mila) e dei tedeschi (più di 280mila), ciascuno dei quali con una quota del 16%, seguiti dai portoghesi (13%).
Dall'introduzione dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone con l'Ue, nel 2002, il bilancio migratorio è stato particolarmente importante con la Germania (circa 16.100 persone all'anno) e il Portogallo (circa 8.700 persone all'anno), ma il maggior aumento del numero d'immigrati tra il 2011 e il 2012 è stato osservato tra le persone provenienti dai Paesi dell'Europa meridionale, ovvero da Grecia (+44,8%), Spagna (+36,2%) e Italia (+28,1%).
La Svizzera ed il suo benessere economico attirano inoltre molti frontalieri dai Paesi confinanti ed in particolare da Germania (56.920), la Francia (145mila) e l'Italia, oltre 65mila quasi tutti in Ticino.
Stranieri e sistema penitenziario: un'analisi europea
I dati più aggiornati intorno alla situazione carceraria e alle misure alternative alla detenzione nell’Europa larga dall’Atlantico agli Urali sono raccolti dall’Università di Losanna nei rapporti Space I e Space II.
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In premessa va detto che non è facile sistematizzare informazioni provenienti da ben 47 Paesi molti dei quali non hanno uffici di rilevazione statistica dei dati penitenziari o comunque rispondono alle sollecitazioni accademiche - seppur avallate dal Consiglio d’Europa - con grave ritardo.
I detenuti nelle carceri europee sono invece poco più di un milione e 700 mila, per la precisione 1 milione e 737 mila. I detenuti erano circa 100 mila in più l’anno precedente. Il tasso medio di incarcerazione è di circa 150 detenuti ogni 100 mila abitanti.
Tra il 2011 e il 2012 in un numero ristretto, ma significativo, di Paesi vi è stato un decremento della popolazione detenuta superiore al 5%; tra questi vi sono la Federazione Russa, la Spagna, la Turchia e la Svezia. Ma anche in Inghilterra, Germania, Olanda vi è stata un’inversione percentuale, seppur meno significativa, rispetto a precedenti lunghi periodi di crescita. In Italia un calo sia in termini percentuali che assoluti è avvenuto tra il 2012 e il 2015.
Immigrati dietro le sbarre: un focus sulla Svizzera
La presenza media di immigrati nello spazio penitenziario europeo è del 21%. Poco più di un detenuto su cinque non ha il passaporto del Paese che lo imprigiona. In Svizzera la popolazione detenuta non elvetica è invece addirittura del 74,3%. Un numero impressionante che può essere spiegato anche in considerazione delle tradizionali chiusure frontaliere della Svizzera.
Più nello specifico dei 4.896 detenuti stranieri in Svizzera (una parte dei quali italiani), solo 1.330 hanno un permesso regolare di soggiorno e ben 716 hanno lo status di richiedente asilo. Tutti gli altri sono invece irregolari. Gli immigrati che dispongono di regolare permesso di soggiorno, non solo in Svizzera, hanno tassi di devianza bassi. L’integrazione costituisce un’occasione non rinunciabile e di solito entra a far parte di un patto di rispetto delle regole di vita.
Confronto europeo: Austria, Belgio, Francia e Inghilterra
Una percentuale di stranieri rispetto al totale della popolazione detenuta superiore al 40% (al di là di Andorra, Cipro, Liechtenstein, Lussemburgo e Principato di Monaco i cui numeri totali della detenzione non sono significativi essendo Paesi di per sé molto piccoli) si riscontra, come detto, in Austria con il 46,7% e in Belgio con il 42,3%.
Francia e Inghilterra, che hanno ampie comunità immigrate al proprio interno, hanno invece numeri di detenuti stranieri ben più bassi, rispettivamente il 17,9% e il 12,6% del totale. Ciò può avere una doppia spiegazione: da un lato un più facile accesso alla cittadinanza da parte di coloro i quali hanno provenienze nazionali dalle ex colonie, dall’altro legislazioni interne più elastiche sul diritto d’asilo che riducono i rischi della creazione di quel circolo vizioso che parte dall’immigrazione irregolare e termina nella devianza criminale.
La situazione in Italia
La percentuale italiana della componente reclusa immigrata è superiore alla media europea di oltre 11 punti percentuali essendo pari al 32% (dato 2015). Circa 4 punti percentuale in più rispetto alla Germania, che per l’appunto ha uno dei tassi di affollamento più bassi nell’area della Unione Europea ben inferiore ai 100 detenuti per 100 posti letto.
In Italia gli stranieri regolarmente soggiornanti sono circa l’8% della popolazione. I detenuti il 32% della popolazione reclusa. I soggiornanti regolari, secondo stime a campione effettuate su singoli istituti, sono una quota inferiore al 10% del totale dei detenuti stranieri, ovvero circa il 3% del totale della popolazione detenuta nel nostro Paese. Una percentuale dunque più bassa rispetto agli italiani che vanno a finire in carcere.
I detenuti stranieri che non stanno scontando una condanna in via definitiva nei Paesi europei sono il 37,9% del totale degli stranieri in carcere. Ben di più di uno straniero detenuto su 3 (quasi 2 su 5) non è per la giustizia nazionale una persona colpevole.
La custodia cautelare: un'analisi critica
Il peso medio generale della custodia cautelare è invece intorno al 25%, ovvero 12 punti in meno rispetto al dato che riguarda la componente straniera. Complessivamente, non un detenuto su 3 come per i soli stranieri bensì un detenuto su 4 è dunque dentro in attesa del giudizio finale.
Dunque nei confronti degli stranieri la giustizia rischia di essere discriminatoria: la carcerazione preventiva si applica con più facilità e dunque diventa una sorta di pena anticipata. Guardando ai dati dei singoli paesi europei si va dal 10,4% dell’Azerbaijan al 75.6% della Bosnia ed Herzegovina.
Sono effettivamente molto basse nei confronti dei loro cittadini ma diventano altissime nel caso degli stranieri: si pensi al 50,6% dei detenuti stranieri in carcerazione preventiva in Finlandia rispetto al totale degli stranieri in prigione, al 53,2% della Norvegia e dell’Olanda, al 57,2 della Danimarca.
La media percentuale degli stranieri in custodia cautelare rispetto al totale delle persone non condannate presenti in carcere è del 28% contro il 21% della loro rappresentazione complessiva (che comprende i condannati). In Italia la percentuale dei detenuti stranieri in custodia cautelare è più o meno in linea con il dato europeo. Ma l’Italia è anche il Paese dove in generale il peso della custodia cautelare è tradizionalmente ben più alto rispetto alla media europea, essendo oggi di circa il 31,3% ma solo pochi anni fa raggiungeva quasi il 50%.
Gli immigrati subiscono maggiormente i provvedimenti cautelari detentivi rispetto ai cosiddetti detenuti nazionali. La sovra-rappresentazione degli immigrati fra coloro che sono dentro in attesa della condanna è in più il segno di un sistema giudiziario discriminante su base etnica. Nei confronti di un immigrato irregolare è certamente più difficile trovare soluzioni cautelari diverse dalla carcerazione.
I giudici di sovente motivano i provvedimenti di carcerazione sostenendo la tesi che gli immigrati privi di permesso di soggiorno non hanno un domicilio stabile ove poter andare agli arresti domiciliari. In realtà molto spesso gli irregolari una casa o una stanza dove vivere ce l’hanno ma non possono essere indicate quale domicilio regolare essendo loro stessi in una generale condizione di irregolarità.
I sistemi dell’immigrazione che si fondano sulla previsione e regolamentazione dei flussi, ovvero la maggioranza delle normative dei paesi europei occidentali, negano i diritti di cittadinanza (voto, lavoro, abitazione) a chi non entra regolarmente nel paese. Pertanto l’immigrato non regolare finirà più facilmente in carcere in custodia cautelare rispetto allo straniero regolare. È quindi la legge sull’immigrazione che incide direttamente sui tassi di detenzione.
Ugualmente accade rispetto a quelle misure alternative alla detenzione che si fondano su riferimenti abitativi regolari esterni all’istituto penitenziario. Il numero di concessioni nei confronti di detenuti stranieri non regolari è più basso in percentuale rispetto al numero di concessioni per i detenuti autoctoni.
Il dato sulla presenza di detenuti provenienti da paesi non comunitari deve tenere conto oltre che dell’incidenza in negativo di quelle misure cautelari o alternative che richiedono riferimenti abitativi stabili, anche del fatto che i loro Paesi di origine, a differenza di quelli dell’area Ue, con minore frequenza fissano o rispettano accordi di estradizione o di trasferimento dei condannati. In assenza di questi ultimi la magistratura si sente legittimata a lasciare in carcere il detenuto straniero, non fidandosi della maggiore ‘libertà’ connessa alla misura non detentiva.
Il peso della cittadinanza europea
Quanto incide la cittadinanza europea nella componente immigrata? Ovvero quanti sono in Europa fra gli immigrati quelli originari dell’area Ue? Il 32,4%. Una percentuale che risulta in linea con il dato tedesco che deve sopportare il maggior peso dell’immigrazione polacca, croata e rumena e con quello inglese che è invece meno soggetto alla immigrazione dai Paesi della costa sud del Mediterraneo. Più bassa dunque l’incidenza della nazionalità comunitaria in Italia o Spagna dove la percentuale dei detenuti dell’area Ue rispetto al totale della popolazione detenuta straniera scende al 20%.
Posto che i detenuti stranieri ristretti nelle carceri dei 47 Paesi del Consiglio d’Europa sono circa 370 mila e considerato che quelli di origine comunitaria sono più o meno 120 mila ne deriva che i detenuti non comunitari nell’intero spazio giuridico europeo sono circa 250 mila. Complessivamente rappresentano il 14% della popolazione detenuta in tutte le galere d’Europa.
Sarebbe sufficiente che alcune legislazioni nazionali divenissero più elastiche nell’accoglienza primaria e nella possibilità di diventare cittadini regolari, per non creare quelle condizioni sociali e giudiziarie che favoriscono, come spiegato, la detenzione soprattutto nella fase cautelare.
In ogni caso va sicuramente detto che nonostante una forte retorica anti-immigrati presente in molti Paesi, nonostante le difficili condizioni sociali in cui gli immigrati vivono un po’ dappertutto a causa di processi di marginalizzazione e stigmatizzazione, nonostante una minore disponibilità di strumenti di difesa legale, i numeri non sono così elevati da giustificare allarmi per la sicurezza. La criminalità straniera non costituisce l’urgenza politica e giudiziaria dell’Europa. I numeri della devianza penale straniera non spiegano campagne xenofobe.
Tabella riassuntiva: Presenza di Stranieri nel Sistema Penitenziario (Dati Selezionati)
Paese | Percentuale di Stranieri sul Totale dei Detenuti | Percentuale di Detenuti Stranieri in Custodia Cautelare |
---|---|---|
Svizzera | 74.3% | N/D |
Austria | 46.7% | N/D |
Belgio | 42.3% | N/D |
Francia | 17.9% | N/D |
Inghilterra | 12.6% | N/D |
Italia | 32% | In linea con la media europea |
Finlandia | N/D | 50.6% |
Norvegia | N/D | 53.2% |
Olanda | N/D | 53.2% |
Danimarca | N/D | 57.2% |
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