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Frah Quintale: Un'Analisi del Suo Stile e delle Sue Opere

Nel tennis, si definisce lungolinea “colpo che fa correre la palla lungo una delle linee laterali del campo”. Il dritto lungolinea di Roger Federer, ad esempio, è uno dei colpi più riconoscibili e allo stesso tempo letali del tennis moderno. Intiutivamente, si è spinti a pensare che il lungolinea sia semplice, immediato, quasi banale e naturale; ma così non è, e nasconde una complessità tale per cui, per poterlo utilizzare a certi livelli devi essere, per l’appunto, Federer. Sul bilanciamento tra semplicità e ricercatezza Frah Quintale ci ha costruito la sua carriera.

Una carriera che inizia a Brescia con i Fratelli Quintale e che passa da diversi singoli azzeccati e poi a “Regardez Moi”, il suo primo album, fino a “Lungolinea.” appunto, un modo diverso di intendere un disco, più simile a un tape anni ‘90 che a una playlist digitale. Semplice, eppure di impatto.

Così come è la poetica di Frah Quintale, fatta di parole e immagini che raccontano una realtà sempre molto vicina - “relatable”, direbbero in America - senza mai perdere l’ambizione di sognare. Una poetica che si è evoluta dall’hip hop old school, quello delle jam e del writing, in una sorta di indie urbano. Una poetica che passa, come ovvio, da un uso di frasi, parole e figure retoriche perfettamente inquadrate nella modernità, nel romanticismo 2.0 e nella voglia di non prendersi mai troppo sul serio.

"Missili": Un Successo Estivo con Profondità

Il 2018 è stato l’anno che - più d’ogni altro - ha reso Frah Quintale uno dei protagonisti dell’indie. Merito di alcune tracce contenute in “Lungolinea.”, in particolare di “Missili”, realizzata insieme con Giorgio Poi e Takagi & Ketra, tre tra i nomi migliori di quello che oggi viene chiamato itpop. “Missili” è un brano estivo, realizzato per quella stagione, ma che mette in mostra tutte le possibilità vocali e liriche di Frah Quintale.

In questa frase infatti Frah Quintale richiama elementi tipici del romanticismo con figure più moderne, che servono a sdrammatizzare l’idea di una canzone d’amore troppo classica e canonica; ritrovando, proprio in questo modo di fare, una delle caratteristiche del nuovo indie italiano di fine anni ‘10.

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"Non ci servono gli occhi per poterci guardare / e anche se sbaglio le strade poi ti trovo lo stesso / senza navigatore" - da "Missili"

"Nei Treni La Notte": Metafore e Radici Provinciali

In una intervista con “WU”, Frah Quintale ha dichiarato di aver cominciato a scrivere e comporre “Nei Treni La Notte” partendo proprio da questa frase. Una frase fortemente metaforica, che gioca sulla figura della strada come amica, complice e forse amante. Ma anche una strada “di casa”, di quella provincia italiana - Brescia - da cui Frah Quintale proviene e che ha spesso raccontato nei suoi testi in maniera alternativa e nuova rispetto alle modalità tradizionali con cui si parla di provincia nel rap/pop italiano.

Se è vero che anche nei testi di Quintale ritorna l’idea della rivincita, la sua capacità di unire le parole ha spesso l’effetto di rendere i testi meno cupi di quello che potrebbero essere.

"La strada è una pista da ballo / mi sorride con i denti in metallo" - da "Nei Treni La Notte"

"Colpa del Vino": Amore e Leggerezza

Secondo la migliore tradizione di genere, una buona parte dei brani di Frah Quintale parlano d’amore. Lo fanno, come detto, in maniera molto poco drammatica, quasi leggera, in uno stile che è molto facile riconoscergli come unico e distinguibile.

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In quello che per gran lunga è stato il suo brano più famoso, “Colpa del vino”, una storia d’amore finita male viene convertita nell’immagine di una festa piena di sconosciuti in cui si finisce a bere vino e - come la frase suggerisce - a non pensare alle conseguenze delle proprie azioni in determinate situazioni. Gli va però riconosciuta la capacità di aver mantenuto sempre molto coerente il suo stile, che si nutre anche di una buona componente di citazioni che riguardano il complesso universo della cultura pop.

Un universo che non sempre, in Italia, gli artisti sono riusciti ad assimilare. Frah Quintale invece lo fa in naturalezza, come dimostra ad esempio questa frase di “8 miliardi di persone”, in cui rielabora una delle citazioni più celebri dell’era moderna, “Houston, abbiamo un problema”, nata all’interno della missione dell’Apollo 13 e poi mutuata in - praticamente - qualsiasi tipo di ambiente.

"Io che pensavo non avessi bisogno di te / ma a certe cose non ci pensi prima delle tre" - da "Colpa del vino"

"Cratere": Tristezza Nascosta Dietro l'Apparenza Positiva

Nonostante le radici ben salde nel mondo del rap, la storia musicale di Frah Quintale prende comunque slancio e ispirazione dalla tradizione italiana “leggera” e di musica tradizionale italiana. Discorso che vale soprattutto per la scelta delle tematiche da affrontare nei testi, in cui campeggia l’amore: un amore mai troppo drammatico, ma che comunque alle volte lascia trasparire venature tristi dietro un'apparenza sempre positiva.

È il caso di “Cratere”, che Frah Quintale, in una intervista dello scorso anno, ha dichiarato essere la sua canzone preferita tra quelle composte, e della frase da cui poi prende forma il titolo.

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"Non mi hai chiesto mai la luna / ma nel petto ora ho un cratere" - da "Cratere"

"64 Bars": Ritorno alle Origini Rap

In “64 bars”, la traccia realizzata con Bassi Maestro per la serie realizzata da Red Bull Music, Frah Quintale è tornato alle sue origini, rappando “dritto” come non faceva da un po’, e mostrando le sue doti anche da liricista e performer puro. In particolare, in diversi passaggi del pezzo, ci tiene a sottolineare le differenze tra di lui e tutti i rapper della nuova generazione, come in questa frase.

"Rimo sul serio, anche senza tattoo sopra la faccia / siete Ferrari col motore Dacia" - da "64 bars"

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