Troppi Stranieri in Italia: Analisi Statistica e Percezioni
L'immigrazione è un tema fortemente controverso che si riaffaccia costantemente nel dibattito pubblico e politico, specialmente nei momenti di crisi economica. La percezione molto diffusa è che gli stranieri rappresentino un peso per lo Stato, poiché utilizzano i servizi di welfare in misura maggiore rispetto al loro contributo in termini di tasse. Ma è davvero così? Quanti sono gli immigrati in Italia e in Europa?
Dati Demografici sull'Immigrazione in Italia
Secondo i dati Istat, al 1° gennaio 2023 gli stranieri residenti in Italia sono circa 5,05 milioni e costituiscono l’8,6% della popolazione residente. Questo rende l’Italia il quarto paese in Europa per numero assoluto di cittadini stranieri residenti, al pari della Francia e dopo Germania (10,6 milioni) e Spagna (5,4 milioni). Al 1° gennaio 2024, risiedono circa 5,3 milioni di cittadini stranieri (8,9 per cento del totale dei residenti), in aumento di 112 mila unità (+2,2 per cento), rispetto all’anno precedente.
Dei circa 5,2 milioni di stranieri residenti, 2,5 milioni sono cittadini europei, di cui 1,5 comunitari e 1 milione di non comunitari. 1,1 milioni sono i cittadini africani residenti in Italia. Tra le tre comunità più numerose storicamente presenti in Italia, Romania, Albania e Marocco sono stabilmente sul podio da anni, anche se la loro crescita si è quasi fermata perché molti dei loro componenti sono diventati cittadini italiani e dunque usciti da queste statistiche.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale degli immigrati in Italia al 1 gennaio 2021, le regioni con la maggiore incidenza della popolazione straniera residente sono quelle del centro-nord: Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Umbria, provincia di Bolzano, Veneto. Storicamente, gli stranieri sul territorio italiano si sono concentrati soprattutto nelle ripartizioni del Centro-nord dove, al 1° gennaio 2023, risiede l’83,2 per cento degli stranieri residenti in Italia.
Nel confronto con il 2023, le regioni che hanno mostrato l’incremento maggiore sono: Molise, Basilicata, Trentino-Alto Adige/Sudtirol e Campania.
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Al 1° gennaio 2024, l’83,9 per cento dei cittadini non comunitari regolarmente presenti ha un permesso rilasciato o rinnovato nel Centro-nord, mentre solo il 16,1 per cento l’ha ottenuto o rinnovato nel Mezzogiorno. Le regioni con le quote più elevate di rilasci o rinnovi di permessi di soggiorno sono: Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto.
L'Italia nel Contesto Europeo
Al 1° gennaio 2023, l’incidenza degli stranieri residenti in Italia (8,7 per cento) è leggermente inferiore alla media UE. Al tredicesimo posto nella graduatoria dei 27 paesi europei, l’Italia segue la Germania (14,6 per cento) e la Spagna (12,7 per cento), ma precede la Francia (8,2 per cento).
Occupazione e Integrazione nel Mercato del Lavoro
Se l’integrazione degli stranieri è il processo di acquisizione di una condizione di parità con la popolazione nativa (Cesareo e Blangiardo, 2009), l’occupazione non è l’unica dimensione da considerare quando si studia l’integrazione degli stranieri nel mercato del lavoro. Importanti sono anche i lavori in cui gli stranieri sono occupati.
Come si evince dalla Tabella 1, la popolazione straniera svolge occupazioni meno qualificate rispetto alla popolazione italiana, non configurandosi pertanto come un ostacolo o una minaccia alla sua partecipazione al mercato del lavoro, ma essendone piuttosto complementare in un mercato del lavoro segmentato come quello italiano (Fullin e Reyneri, 2010).
I maschi stranieri sono principalmente impiegati come artigiani, operai specializzati e agricoltori (il 31,6%, contro il 20,4% degli italiani), svolgono professioni non qualificate (il 29,1%, rispetto all’8,3% degli italiani), lavorano come conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli (16,1% contro l’11,5% degli italiani) ed esercitano professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (il 14,3%, quasi come il 14,1% degli italiani).
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Per quanto riguarda, invece, le donne straniere, il 42,1% svolge professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (che comprendono le badanti), contro il 23,9% delle donne italiane, mentre il 37,8% esegue professioni non qualificate, rispetto all’8,5% delle donne italiane.
Nella partecipazione al mercato del lavoro, permangono alcune differenze tra italiani e stranieri. Nel 2024, il tasso di occupazione degli stranieri (20-64 anni) è di poco inferiore a quello degli italiani autoctoni: rispettivamente, 66,2 per cento, a fronte del 67,2 per cento. Tuttavia, rispetto al 2023, l’occupazione è cresciuta più intensamente per gli stranieri (+1,2 punti percentuali, rispetto a + 0,8 punti per gli autoctoni).
Nel 2024, il tasso di disoccupazione scende al 6,1 per cento fra gli autoctoni e al 10,1 per cento fra gli stranieri, con un calo di intensità simile per entrambi i gruppi (rispettivamente 1,2 e 1,1 punti percentuali).
Povertà e Condizioni di Vita
Se l’incidenza della povertà assoluta nel 2019 è del 4,9% per le famiglie di soli italiani, tale valore sale al 22% per le famiglie con stranieri (cioè dove vi è almeno uno straniero) e al 24,4% per le famiglie di soli stranieri. Tali dati vedono un netto peggioramento se si considerano solo gli stranieri residenti al Mezzogiorno, dove l’incidenza della povertà è pari al 32,1% e al 36,1%, rispettivamente per le famiglie con stranieri e per le famiglie di soli stranieri.
È interessante notare che tra il 2018 e il 2019 vi è stato un miglioramento generalizzato, anche per effetto dell’entrata in vigore del Reddito di Cittadinanza; tuttavia, è difficile ipotizzare che tale tendenza possa continuare nei prossimi anni a causa delle conseguenze socioeconomiche della pandemia di Covid-19.
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Questi dati suggeriscono sicuramente l’esistenza di un legame tra presenza straniera e povertà, dovuto non solo alle sopra descritte caratteristiche dell’inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro italiano, ma anche ad altri fattori, come la maggior incidenza di famiglie con bambini tra gli stranieri e la mancanza di supporto nelle reti sociali e familiari di cui godono generalmente le famiglie italiane, soprattutto nei momenti di crisi (Colombo e Dalla-Zuanna, 2019), rafforzando la convinzione che le politiche di contrasto alla povertà e di sostegno all’infanzia debbano necessariamente includere anche gli stranieri.
Percezioni sull'Immigrazione
Laboratorio Futuro, infatti, il 46,5% degli italiani è d’accordo con l’affermazione che l’immigrazione incide negativamente sui costi dei servizi di welfare e consumi risorse che potrebbero essere utilizzate dagli italiani (il 41,9% è invece in disaccordo e l’11,6% non si esprime). Inoltre, il 48,5% concorda con il fatto gli immigrati abbiano spesso la priorità su chi vive in Italia da lungo tempo, per quanto riguarda gli aiuti e le agevolazioni, l’assegnazione della casa e l’accesso ai servizi pubblici, mentre il 39,2% si trova in disaccordo con questa affermazione e il 12,3% non si esprime.
In conclusione, in Italia la percezione allarmistica nei confronti dell’immigrazione non è giustificata da una maggiore dimensione del fenomeno rispetto agli altri Stati dell’Ue. L’opinione negativa sul tema è, dunque, da collegare più alla dimensione presunta dell’immigrazione che a quella effettiva.
Flussi Migratori e Richiedenti Asilo
Se rapportati alla popolazione totale, anche i dati sui flussi migratori si ridimensionano. Nel 2021, l’Italia è stata il quarto Paese per influsso migratorio in termini assoluti (318.366) ma quartultima in UE in termini relativi. Considerando solo il 2022, il nostro paese è stato invece ultimo tra i grandi Paesi Ue per numero di richiedenti asilo. Questo nonostante l’invasione russa, che a fine febbraio 2022 ha portato 166.467 rifugiati ucraini a cercare protezione in Italia.
Tabella: Principali Indicatori sull'Immigrazione in Italia
Indicatore | Valore |
---|---|
Stranieri residenti in Italia (1° gennaio 2023) | 5,05 milioni |
Percentuale della popolazione residente | 8,6% |
Stranieri residenti in Italia (1° gennaio 2024) | 5,3 milioni |
Aumento rispetto all'anno precedente | +2,2% |
Tasso di occupazione degli stranieri (20-64 anni) nel 2024 | 66,2% |
Tasso di disoccupazione degli stranieri nel 2024 | 10,1% |
Incidenza della povertà assoluta per le famiglie di soli stranieri (2019) | 24,4% |