Alla scoperta di Volterra: Un viaggio tra storia, arte e cultura toscana
Volterra, una splendida città borgo toscana, domina la valle di Cecina. Nonostante i suoi diecimila abitanti, le sue dimensioni non sono così raccolte come quelle di altri borghi toscani. Vale la pena indossare scarpe comode e partire alla scoperta di questa città in un continuo sali e scendi tra i suoi vicoli, fino a giungere alla bella piazza dei Priori, cuore del centro.
Le mura imponenti cingono una storia antica di secoli, con resti etruschi che si fondono con quelli romani e medievali, tutti conservati in una suggestiva cornice, tipica dei borghi toscani.
Dove si trova Volterra
Volterra è in Toscana e, più precisamente, in provincia di Pisa. In realtà il suo territorio è molto vicino alla provincia senese, dista infatti 65 chilometri in direzione sud est dalla città di Pisa e 55 chilometri da Siena.
La zona in cui è immersa Volterra è nota come Maremma Pisana e si snoda lungo il corso del fiume Cecina. Il centro storico, su di un colle, ha un’altitudine di 531 metri sul livello del mare che permettono di dominare la valle di Cecina.
Dove parcheggiare a Volterra
L’intero centro di Volterra è circondato da mura storiche. Conviene quindi parcheggiare alla base del colle su cui è costruita la città. Tra i migliori parcheggi c’è il parcheggio P3 Docciola, di ampie dimensioni e gratuito. Proprio davanti al parcheggio troverai la porta di Docciola, inizio del nostro itinerario attraverso il quale, percorrendo una lunga scalinata, arriveremo nel cuore del centro cittadino.
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Un altro parcheggio gratuito è il P5 Vallebona, mentre sono a pagamento il P1 piazza Martiri della Libertà, il P4 Porta Fiorentina e quello della Vecchia Stazione (entrambi al costo di 3€ per tutto il giorno).
Perché è famosa Volterra?
Volterra è stata una delle principali città-stato della Etruria, ovvero l’antica toscana, e nel medioevo ospitò un’importante signoria che controllò buona parte delle colline toscane. Passeggiare per il suo centro significa respirare la storia, potrai infatti vedere alcuni resti di epoca etrusca, le rovine romane e i numerosi edifici medievali che caratterizzano buona parte del centro.
A rendere famosa ai giorni nostri la città di Volterra sono però due aspetti, oltre alla sua bellezza e la sua storia: la lavorazione dell’alabastro, particolare pietra calcarea che si trova facilmente nei dintorni. L’intero centro è ricco di botteghe che creano sculture con questa pietra e la espongono nelle loro vetrine; è una location della celebre saga di Twilight.
Nel secondo episodio, dal titolo New Moon, l’autrice americana Stephenie Meyer, nomina Volterra come città in cui risiedono i membri del clan Volturi, ovvero la famiglia reale di vampiri che devono garantire il rispetto delle leggi della specie. Nonostante ciò, però, le scene dell’omonimo film non vennero girate qui, ma nel borgo di Montepulciano, in provincia di Siena.
Volterra è un bellissimo e grande borgo costruito sulla collina. Per questo motivo l’itinerario prevede un continuo sali e scendi per le sue vie, da dentro a fuori le mura. Sono molte le cose da vedere anche appena fuori dalla cinta muraria.
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Nello specifico con questo itinerario ti muoverai lungo il perimetro della città per poi salire nella parte culminante con la piazza centrale e i suoi stupendi edifici. Andrai alla scoperta di porte antiche, mura massicce, palazzi storici, resti archeologici e tanto, tanto altro. Potrai farlo in appena mezza giornata se hai gambe allenate, oppure scegliere di passeggiare con più calma e dedicare un intero giorno a Volterra.
Iniziamo l’itinerario alla scoperta di Volterra!
Porta di Docciola
Cominciamo il nostro itinerario alla scoperta di Volterra da Porta di Docciola, ai piedi del centro storico. Appena varcata la porta ci troviamo davanti le omonime fonti e ben 253 scalini che percorrono la via di Sotto.
La porta è dotata di archi a tutto sesto ribassati ed è collegata direttamente alle mura medievali che circondano ampiamente il centro. La sua costruzione è del XIII secolo, quand’era affrescata e dotata di una torre di difesa per il controllo del territorio.
Dentro alla porta di Docciola trovavano posto anche i gabellieri, preposti all’esazione del dazio sulle merci che facevano l’ingresso in città e, ancora oggi, vediamo i loro posti tra la porta e la controporta.
Fonti di Docciola
Appena varcata porta di Docciola e prima di imboccare la lunga scalinata, ci troviamo davanti le fonti di Docciola. Ben segnalate da due grandi archi a sesto acuto, sono dotate di una grande vasca rettangolare.
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Le fonti di Docciola risalgono al 1245. Avevano lo scopo di creare una riserva d’acqua nel caso in cui Volterra fosse assediata. Successivamente, in epoca medievale, servirono agli opifici per il lavaggio e la cardatura della lana. Davanti ai grandi archi c’è ancora in funzione la sorgente che rilascia acqua in maniera continua.
Casa Torre Toscana a Volterra
A pochi passi dal termine della lunga scalinata che ti porta fino al centro di Volterra troverai la Casa Torre Toscana. Questo è un complesso piuttosto massiccio, composto da tre parti: la torre, la casa torre e il palazzo rinascimentale.
La torre è la parte più antica. A pianta quadrata venne costruita in una posizione che gli permetteva di monitorare le principali vie di ingresso al centro medievale. La casa torre, invece, venne fatta costruire nel 1250 su volontà del tesoriere del re Renzo di Sardegna ed ha una forma a L che avvoge la torre più antica. Il suo scopo era, come suggerisce il nome, quello abitativo. Il palazzo rinascimentale fu invece aggiunto successivamente dalla famiglia Guarnacci.
L’intero complesso della casa torre toscana è stato ristrutturato nel 1949, lasciando fuori la parte più alta della casa torre che da sempre risulta essere incompiuta. Saltuariamente viene aperta al pubblico a pagamento.
Chiesa di San Michele Arcangelo
Proprio al fianco della casa torre toscana trovi la chiesa di San Michele Arcangelo. Questa chiesa è conosciuta anche con il nome di San Michele in Foro, perché qui aveva sede l’antico foro romano.
La chiesa di San Michele Arcangelo di Volterra risale al duecento ed è dotata di una bella facciata romanica a capanna con decori bicromi sugli archi. Sulla lunetta che sormonta il portone di ingresso è posizionata la statua di una Madonna col Bambino. I due livelli della facciata presentano entrambi un archeggiatura con dimensioni più grandi man mano che ci si avvicina al centro.
Gli interni della chiesa di San Michele Arcangelo sono stati profondamente rivisti nella prima metà dell’ottocento, creando un’unica aula in stile neoclassico. Tra le opere più antiche qui presenti c’è la Madonna con il Bambino in terracotta invetriata del XV secolo e conservata in un tabernacolo in marmo, e l’affresco della Madonna del Riscatto dello stesso periodo.
Al fianco della chiesa di San Michele Arcangelo c’è il collegio maschile dei Padri Scolopi, che ospitò anche Giovanni Mastai Ferretti, ovvero papa Pio IX.
Porta Fiorentina
Eccoci pronti ad uscire nuovamente dal centro storico. Questa volta lo facciamo attraverso Porta Fiorentina, così chiamata per la direzione verso Firenze. Anticamente, però, era nota anche come Porta di Sant’Agnolo, per la vicinanza alla chiesa di San Michele Arcangelo. Quella attuale sostituisce dal trecento una vecchia porta di origine etrusca, nota come Porta Diana che fino a quel tempo era l’unico accesso settentrionale al centro di Volterra.
Porta Fiorentina è ovviamente sulle mura medievali ed era dotata di torre difensiva e di un’antiporta. Purtroppo la torre fu colpita nel 1530 durante un assedio e, essendo utilizzata come deposito di munizioni, causò ingenti danni anche alla porta. Quest’ultima venne ripristinata nel 1545, quando fu anche ulteriormente rinforzata con la costruzione di un bastione mediceo che le conferisce un aspetto ancora più imponente. Esternamente presenta ancora lo stemma della famiglia dei Medici.
Alla destra di porta Fiorentina c’è il poderoso bastione cinquecentesco, fatto costruire da Cosimo I con lo scopo di avere un baluardo da cui manovrare le artiglierie per proteggere questa parte della città.
Teatro Romano di Volterra
Usciti dalla porta Fiorentina puoi accedere al Teatro Romano, subito fuori le mura di Volterra. Non è troppo celebre, nonostante la sua importanza archeologica sia decisamente notevole.
Chi vuole può acquistare il biglietto e scendere all’interno del parco che ne ospita i resti. Se invece hai meno tempo a disposizione puoi rientrare dalla porta Fiorentina e, seguendo la cinta muraria, arrivare al punto panoramico sul teatro.
Il teatro Romano di Volterra venne costruito tra il I secolo a.C e il I secolo d.C. dalla ricca famiglia etrusca dei Cecina che volle così celebrare i rapporti tra Volterra e Roma. Ciò è suggerito dalle statue di Augusto, della moglie Livia e di Tiberio le cui teste sono oggi conservate nel museo Guarnacci, oltre che da una targa con dedica.
Originarimante il teatro poteva contenere 1700 spettatori e ancora oggi potrai vedere la grande cavea a due ordini di gradinate costruita sfruttando il pendio naturale della terra. A questo si aggiunge il semicerchio dell’orchestra, il proscenio e la scena di 36 metri che anticamente era costituita di due piani.
I bracci laterali con colonne in marmo e capitelli corinzi con l’esedra centrale vennero invece aggiunti in età claudia.
Incredibilmente il teatro Romano di Volterra fu utilizzato per secoli come discarica e, proprio questo fatto, ha permesso al teatro di conservarsi in buone condizioni. Le strutture seppellite dal pattume passarono inosservate durante i saccheggi della città. Alcuni blocchi di marmo vennero però impiegati per costruire altri edifici cittadini durante il medioevo. Nel 1950 vennero avviati gli scavi che riportarono alla luce il teatro, ai quali parteciparono anche gli ospiti dell’ospedale psichiatrico di Volterra.
Chiesa di San Lino
Tra le case del centro storico di Volterra è nascota anche la facciata della chiesa di San Lino. Esternamente non sembra essere niente di particolare. La sua facciata intonacata di un colore mattone ha come uniche aperture un portone del 1513 incorniciato nella pietra e dotato di lunetta e due finestre rettangolari.
La chiesa di San Lino venne costruita sopra all’abitazione del santo, ritenuto il secondo pontefice della chiesa.
Entrando verrai accolto da un’aula a navata unica con copertura a volte riccamente affrescate. Sono presenti dodici lunette che descrivono la vita di Cristo e altri episodi. Anche questi affreschi risalgono al cinquecento. Dentro la chiesa riposa Raffaello Maffei, il fondatore di questo luogo. Il corpo è contenuto all’interno di un particolare sepolcro verticale in marmo carrarese, creato da Silvio Cosini, studente di Michelangelo.
Porta San Francesco
Usciamo nuovamente dal centro storico di Volterra e, questa volta, lo facciamo per via della porta San Francesco. Anticamente conosciuta come porta Santo Stefano o porta Pisana (vista la direzione a cui si rivolge), è di origine medievale.
Porta San Francesco risale infatti al duecento, periodo nel quale vennero ricostruite le mura cittadine. La struttura è semplice e coronata da tre merletti che sovrastano l’arco a tutto sesto. Inoltre ha due particolarità: è la porta più grande di Volterra ed è l’unica a conservare ancora alcune tracce degli affreschi che anticamente erano presenti in ogni porta.
Il nome di porta San Francesco gli venne attribuito in seguito all’erezione della vicina chiesa di San Francesco.
Chiesa di San Francesco e Cappella della Croce di Giorno
La posizione della chiesa di San Francesco è rialzata e quasi nascosta tra le fronde gli alberi che gli sono davanti.
La facciata della chiesa di San Francesco è semplice, così come quelle delle altre chiese duecentesche. La cortina di pietre ospita due aperture al centro: un grande portone con una lunetta dotata di bassorilievo marmoreo e un grande rosone circolare. Ancora sopra una croce bianca si avvicina alla sommità.
Gli spazi interni sono molto più recenti, ma conservano l’organizzazione su di un’unica navata terminante con tre cappelle corali. Qui puoi vedere quattro monumenti in marmo del cinquecento, riferiti ad altrettanti personaggi della famiglia dei conti Guidi, che avevano il patronato della chiesa di San Francesco, come ad esempio il monumento sepolcrale del vescovo Jacopo Guidi.
Poca prima dell’altare, sulla destra, noterai una porta che conduce alla celebre cappella gotica della Croce di Giorno. Rimarrai a bocca aperta vedendo gli interi muri e soffitti affrescati, nel 1410, da Cenni di Francesco e Jacopo da Firenze. Le scene qui riportate sono tratte dalla Leggenda della Santa Croce e si ispirano a quelle dipinte nell’abside della chiesa di Santa Croce a Firenze. Questo è il ciclo di affreschi più grande e meglio conservato di tutta Volterra.
Gli spazi della cappella della Croce di Giorno sono su di una doppia campata a pianta quadrata e sono di proprietà della famiglia dei conti Guidi che ne lasciano comunque libero accesso.
Porta, oratorio e fonti di San Felice
La porta di San Felice è all’opposto della porta di Docciola, ma come quest’ultima ha delle sue fonti. Queste sono piuttosto antiche, vennero infatti utilizzate dagli etruschi, poi dai romani e per quasi tutto il novecento. Le sorgenti originarie erano tre e, come a Docciola, venivano incanalate in una grande vasca rettangolare protetta da due massicci archi ogivali. Questa grande struttura venne costruita nel 1319 per gli abitanti della contrada Santo Stefano, come testimoniato dall’iscrizione tra i due archi.
Le fonti di San Felice, così come le fonti di Docciola, servivano a garantire l’approvvigionamento idrico alla città di Volterra.
La porta di San Felice che vediamo oggi venne aperta nel XVII secolo, dopo che nel cinquecento fu murato l’originario accesso medievale. Dotata di un grande arco a tutto sesto, si presenta al culmine di una breve scalinata che attraversa il pronfondo strato di mura medievali. La sua posizione è così in asse con via San Felice.
Al fianco della porta è presente il piccolo oratorio di San Felice anch’esso risalente ad inizio del settecento. L’oratorio di San Felice è totalmente integrato nelle mura della città, dalle quali emerge, ed è formato da un tetto a capanna a campata unica e da un timido campanile a vela che ermerge nella parte arretrata della chiesa.
Terme Romane
Le fonti di San Felice in epoca romana vennero sfruttate per dare vita alla vicine terme romane. Per raggiungerle è sufficiente che cammini per pochi minuti fuori dalle mura.
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