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Lo Spazio Schengen: Evoluzione, Sfide e Prospettive

Nato come un progetto intergovernativo tra cinque stati membri nel 1985, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, poi si è gradualmente ampliato fino a diventare quella che oggi è la più grande area di libera circolazione al mondo. Venticinque anni fa, il 25 giugno 1985, a Schengen, piccolo comune lussemburghese sulle rive della Mosella, cinque Stati Membri della Comunità economica europea - Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo - avevano firmato un accordo che prevedeva la soppressione dei controlli delle persone alle loro frontiere interne.

Questo anniversario è l’occasione per fare il punto su tre nozioni geografiche non coincidenti, ma che si intersecano: lo spazio Schengen, la zona Euro e il territorio dell’Unione Europea. Istituzionalizzato nel 1997 con il trattato di Amsterdam, lo spazio Schengen comprende oggi 25 paesi, ma non coincide con il territorio dell’UE. Infatti, da un lato, non ne fanno parte Regno Unito, Irlanda, Romania, Bulgaria e Cipro e, dall’altro, tre Paesi Terzi, Norvegia, Islanda e Svizzera, vi hanno aderito.

Dei tre Paesi che fanno parte della zona Schengen senza essere membri dell’UE, soltanto l’Islanda ha presentato formalmente (luglio 2009) la sua candidatura d’adesione all’Unione. Secondo la Commissione europea, l’Islanda, tenuto conto del suo grado di sviluppo politico, economico e sociale, dovrebbe integrarsi rapidamente in seno all’Unione.

Paesi Membri e Funzionamento

Ogni giorno milioni di persone attraversano le frontiere interne per motivi di lavoro, studio o visita a familiari e amici, senza sottoporsi ai controlli di frontiera. Tutti i cittadini europei possono restare come turisti fino a tre mesi in un altro paese europeo con un documento di identità valido come carta di identità o passaporto. I paesi Schengen sono: Belgio, Danimarca, Germania, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Croazia, Lettonia, il liechtenstein, Lituania, Lussemburgo.

Con l'accordo di Schengen ci fu la graduale abolizione dei controlli alle frontiere comuni interne, mentre sono stati inaspriti i controlli alle frontiere esterne, è stata inoltre intensificata la cooperazione di polizia alle frontiere interne e di conseguenza è stato migliorato l'approccio al traffico di sostanze stupefacenti. Inoltre, è stata istituita un’iniziativa regionale sulla cooperazione di polizia tra gli Stati membri lungo le rotte dei Balcani occidentali e del Mediterraneo orientale, tra cui Bulgaria, Romania, Austria, Grecia, Ungheria e Slovacchia.

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Sfide Attuali dell'UE e Impatto sullo Spazio Schengen

L'UE si trova ad affrontare diverse sfide come la crisi migratoria, la crescente minaccia del terrorismo, l'impatto della Brexit, la disuguaglianza fra i paesi membri. Nella zona Schengen, la crisi migratoria ha portato tensione fra i paesi membri su come affrontare il tema rifugiati e migranti. Alcuni paesi Schengen hanno ripristinato i controlli alle frontiere per mantenere la situazione sotto controllo, questo naturalmente a danno della libertà di viaggiare all'interno della zona.

Prospettive di Allargamento

Non è ancora terminato il processo di allargamento progressivo del territorio che, dai sei Stati Membri fondatori della Comunità economica europea, è sfociato nei ventisette Stati Membri dell’attuale Unione Europea. Mentre l’Unione non ha ancora digerito interamente le conseguenze di questo passaggio da quindici a ventisette Stati Membri, già si profilano la tappe di un ulteriore allargamento del suo territorio.

Infatti, oltre alla candidatura della Turchia, e a quella, più recente, dell’Islanda, l’Unione ha ricevuto le domande d’adesione di quattro paesi della regione dei Balcani: Croazia, Montenegro, Serbia e Macedonia. Due altri paesi della stessa regione, la Bosnia e il Kosovo, potrebbero presentare le loro candidature in un futuro non troppo lontano. Per quanto concerne la Croazia, i negoziati d’adesione, iniziati nel 2005, sono già in uno stadio avanzato e dovrebbero concludersi favorevolmente entro l’anno prossimo.

Viceversa, numerosi ostacoli, di carattere non solo economico ma soprattutto politico, sussistono nei confronti delle altre candidature dei paesi balcanici. Per esempio, la Serbia non riconosce lo statuto di un Kosovo indipendente e il nome della Repubblica di Macedonia è contestato dalla Grecia. Il rischio di conflitti non è completamente escluso in una regione che ha subito, in un’epoca relativamente recente, scontri armati aspri e prolungati.

Infine, se la domanda d’adesione della Turchia dovesse essere accolta, il territorio dell’Unione oltrepasserebbe addirittura i confini geografici dell’Europa. Mi limiterò ad aggiungere che, all’epoca dell’accordo di associazione con questo paese (1963), la sua vocazione a diventare uno Stato membro della CEE era stata chiaramente espressa dal suo governo ed aveva condotto all’entrata in vigore di un’unione doganale nel 1995.

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Oggi, in seguito ai successivi allargamenti dell’Unione, si pone il problema dei limiti del territorio europeo e, quindi, dell’appartenenza o meno della Turchia all’insieme geografico dell’Europa. Alla luce dei criteri stabiliti nel 1993 a Copenaghen sembra difficile ammettere che attualmente la candidatura della Turchia possa essere accolta. Viceversa, il criterio geografico, che ha permesso di rifiutare la candidatura del Marocco nel 1987, non sembra un ostacolo insormontabile nel caso della Turchia.

Infatti, il Trattato di Lisbona non precisa nulla a proposito delle frontiere geografiche dell’Europa, contrariamente a quanto è stato fatto dal Consiglio d’Europa, che le ha precisate. La presidenza spagnola, favorevole all’adesione della Turchia, ha aperto, l’ultimo giorno del suo mandato (30 giugno 2010), un nuovo capitolo (il tredicesimo dal 2005) dei negoziati d’adesione con questo Paese.

Criteri di Adesione all'UE

A questo proposito è utile ricordare i criteri, approvati dal Consiglio europeo a Copenaghen nel giugno 1993, in base ai quali si deve valutare la capacità dei paesi candidati a rispettare le obbligazioni inerenti all’adesione. Si tratta, in primo luogo, di un criterio politico, cioè l’esistenza di istituzioni democratiche in grado di assicurare il rispetto del diritto e la protezione delle minoranze etniche, linguistiche o religiose. In secondo luogo, di un criterio economico, cioè la capacità di affrontare la libera concorrenza all’interno del mercato unico europeo. Infine, la volontà di accettare l’acquis comunitario, cioè l’insieme delle regole e degli obiettivi dell’Unione.

Tabella Riepilogativa: Spazio Schengen, Zona Euro e UE

Area Numero di Paesi Membri Note
Spazio Schengen 25 Include paesi non UE (Norvegia, Islanda, Svizzera) ed esclude alcuni paesi UE (Regno Unito, Irlanda, Romania, Bulgaria e Cipro).
Zona Euro 16 (nel periodo di riferimento) Comprende alcuni stati membri dell'UE che non fanno parte dello spazio Schengen (Irlanda e Cipro).
Unione Europea 27 (nel periodo di riferimento) Entità politica ed economica più ampia.

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