Valentino Scrima e le Passeggiate nella Milano del '900
In occasione della mostra "Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei Navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti", la storica residenza di via Sant’Andrea 6, Palazzo Morando | Costume Moda Immagine a Milano, ha ospitato due conferenze che hanno approfondito i temi esplorati dall’esposizione.
Il primo appuntamento è stato per venerdì 31 gennaio, alle ore 11, con "Passeggiate a Milano nelle fotografie del '900", a cura di Valentino Scrima, storico dell’arte.
Partendo dalla data simbolica del 1931, anno in cui Milano raggiunse il milione d’abitanti e festeggiò l’inaugurazione della Stazione Centrale, Scrima ha guidato i partecipanti all’interno della “città più città d’Italia”, trascinati dalla curiosità in una flânerie virtuale lungo le strade che portano in Duomo, tra i cantieri di via Principe Umberto (oggi via Turati) e le nuove piazze del centro storico, accompagnati dalle fotografie dell’epoca di Arnaldo Chierichetti.
La mostra "Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei Navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti" è promossa da Comune di Milano | Cultura, Polo Raccolte Storiche e Case Museo, a cura di Stefano Galli, organizzata dall’Associazione no profit Spirale d’Idee, con il contributo di Regione Lombardia e il patrocinio di Provincia di Milano e Camera di Commercio di Milano. È un omaggio al capoluogo lombardo e ai suoi Navigli, attraverso gli scatti di Arnaldo Chierichetti, famoso in città oltre che per il suo negozio di ottica in Porta Romana, anche per essere stato uno dei primi fotoreporter milanesi che con la sua macchina fotografica ha immortalato la vita quotidiana e i mutamenti della città a partire dai primi anni del secolo scorso.
Le 140 opere esposte in mostra ripropongono alcuni degli scorci più significativi della città di Milano nel periodo compreso tra le due guerre, quali testimonianze dei numerosi e massicci interventi urbanistici e architettonici subiti nella prima metà del XX secolo.
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Un incontro sempre proficuo in cui vincevano, lavorando insieme, sia progettista che azienda. In pochi anni, in sempre meno anni, tutti sarebbero riusciti a possedere un modello di vita sempre più comoda e sempre meno faticosa.
Data la forte richiesta di manodopera, nel 1961 era stata finalmente abolita la norma fascista che conteneva e controllava l’immigrazione interna e, da molti studi, si è rilevato che Milano, più di Torino, era pronta ad accogliere e integrare i nuovi arrivati. Una ragione, ci ricorda Valentino Scrima nella parte del catalogo intitolata «Istantanee del Boom», era stata una diversa mentalità degli abitati, e anche la maggiore flessibilità del sistema industriale.
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