Il Grand Tour in Sicilia: Un Viaggio alla Scoperta delle Radici della Civiltà Occidentale
Nella seconda metà del ‘700 si assiste alla nascita di forme di turismo elitario che, sotto forma di viaggi di formazione ma in special modo alla ricerca della grecità di un tempo, pongono il Mediterraneo al centro di questi flussi turistici. E’ questo il Grand Tour.
La Sicilia: Meta Privilegiata del Grand Tour
È in questo quadro che la Sicilia diventa meta privilegiata per viaggiatori illustri quali Johann Wolfgang Goethe, Jean Houel, Samuel Taylor Coleridge, Guy de Maupassant, Richard Wagner e molti altri ancora. Il fascino che l’isola esercitava su artisti e intellettuali era basato sulla convinzione che, in quella terra posta al centro del Mediterraneo, avrebbero trovato un concentrato di tutte le culture che stavano alla base della civiltà occidentale da quella greca a quella romana e poi bizantina, araba e normanna.
Le Mete Più Visitate
Così le mete più visitate erano Messina, l’Etna con le emozioni forti che la risalita al cratere suscitava, le città come Siracusa e Agrigento, dove indelebile era l’impronta lasciata dall’ellenismo, e Palermo con la sua ricca eredità arabo-normanna.
- Messina
- Etna
- Siracusa
- Agrigento
- Palermo
«L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna.
Jean Houel e il Suo Grand Tour Siciliano
Anche Jean Houel, pittore vedutista francese, ne era rimasto affascinato durante il suo personale Grand Tour che lo avrebbe portato a restare in Sicilia per ben tre anni dal 1776 al 1779. Jean-Pierre Louis Laurent Houël (Rouen, 28 giugno 1735 - Parigi, 14 novembre 1813) ed il Grand TourÈ nel 1770 che il pittore effettuerà il primo viaggio in Sicilia, mentre nel 1772, completati gli studi in Accademia, ritorna a Parigi. Nel 1774 viene ammesso all'Accademia Reale di Pittura e Scultura permettendogli così di esporre al Salon Official di Parigi l'anno successivo dove esporrà anche alcune vedute della Sicilia e di Roma.
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Nel marzo del 1776, ottenuti dei finanziamenti dal governo francese, tornerà in Sicilia. Durante il suo soggiorno in Sicilia, visita le città di Marsala, Segesta, Sciacca, Selinunte, Palermo, Termini, Cefalù, Tindari, Vulcano, Lipari, Messina, Taormina, Catania, Aci Catena, Belpasso Valcorrente, Agira, Adrano, Centuripe, Sperlinga, Palazzo Adriano, Enna, Siracusa, Palazzolo Acreide, Modica, Scicli, Ragusa, Camarina e Agrigento, itinerario che racconta all'interno dei quattro volumi del Voyage. Per eseguire il viaggio il pittore si documenta leggendo autori classici, il viaggio comincia a Marsiglia, dove s'imbarca per Napoli. Giunge a Palermo il 15 maggio 1776 su di un battello. Girerà l'isola per ben tre anni fino al giugno del 1779. Rientrerà poi a Parigi.
Nel corso del viaggio realizzerà oltre 200 tavole, che verranno raccolte nei quattro volumi del Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malta et de Lipari tra il 1782 e il 1787. La raccolta sarà una delle più importanti opere del XVIII secolo durante il Grand Tour. Occorreva un viaggiatore aperto alle nuove esperienze e pronto con ottimismo ed energia ad affrontare i disagi ed i pericoli in una terra a lui straniera e povera.
Richard Wagner e il Soggiorno Siciliano
Ai primi di Novembre del 1881 era invece approdato a Palermo il compositore Richard Wagner al quale il medico aveva consigliato un soggiorno mediterraneo. Il musicista si trattenne per circa sei mesi in Sicilia, completando durante la permanenza a Palermo presso l’Hotel des Palmes quella che sarebbe stata la sua ultima opera: Parsifal.
Ma l’itinerario wagneriano si snodò attraverso le tappe più consuete per i viaggiatori stranieri, tra Acireale, Catania, Taormina e Messina dalla quale la famiglia Wagner al completo ripartì per il continente. Il famoso ritratto che Renoir fece del compositore, esposto attualmente alla Gare d’Orsay, fu realizzato in soli 35 minuti dal pittore francese venuto a Palermo proprio per realizzarlo, sempre presso l’Hotel des Palmes.
Il Fascino Intramontabile della Sicilia
Il catalogo dei viaggiatori illustri che hanno intrapreso questo Grand Tour, e che sono rimasti affascinati dalla Sicilia è ovviamente molto lungo, ma ciò che nei secoli questi viaggiatori hanno cercato nell’isola è quel qualcosa di opposto da sé, alla scoperta di un altro, come a volere svelare cosa si nasconde dietro. Che poi dall’interazione tra Siciliani e Nordeuropei (i più soggetti al fascino isolano) siano spesso scaturite interessanti reazioni chimiche è una logica conseguenza di tutto ciò.
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Ognuno dei viaggiatori che è giunto in Sicilia l’ha osservata da diversi punti di vista: dall'analisi storico-antropologica, paesaggistica. Tra i luoghi maggiormente visitati dagli intellettuali del Grand Tour nel loro viaggio in Sicilia spicca tra tutti l'Etna, con l'ascesa al cratere, le Isole Eolie, località come Acireale, Siracusa, Segesta, Selinunte, note per le bellezze architettoniche d'arte classica che ospitano. Alcuni hanno visitato anche luoghi "insoliti", come la Villa Palagonia a Bagheria o il Deserto delle Macalube di Aragona, il Castello di Sperlinga.
Le Difficoltà del Viaggio nel XVIII Secolo
Il Grand Tour giunse molto tardi rispetto al resto d'Europa (dove le prime esperienze di viaggio di piacere erano incominciate già nel lontano 1400): fino al XVII secolo erano rarissimi i viaggiatori stranieri che decidevano di recarsi oltre il confine di Roma oppure di Napoli, per cui la Sicilia era immaginata come una terra misteriosa, quasi come per i romani l’Africa, era sconosciuta: «Hic sunt leones, che significava: qui non sappiamo che cosa ci sia perché nessuno ci è andato».
Così tra la seconda metà del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, quando ormai gli studi d’un ipotetico viaggio, seguendo le prime guide di chi già ci era stato, da vita ad un tour in terra sicula, giungono i primi viaggiatori, soprattutto francesi e inglesi, che lasciarono alcune delle più importanti testimonianze sulle città al tempo borbonico. La condanna unanime era che la modernità che si stagliava davanti ai loro occhi non era degna di identificarsi nemmeno con l'ombra di quella antica, si era letto ed immaginato di tutto su questa terra, ma nel settecento rovine, assenza di strade, rivolte popolari, con terremoto e la fine del 600 inizia una nuova era per l’isola.
Il viaggiatore del Settecento era un uomo che si spostava per ragioni varie, chi per interessi economici, chi per un governo o un militare, ma in genere era un intellettuale o un artista che compiva un viaggio di apprendistato spinto dalla curiosità e da un certo spirito di avventura. Viaggiare in Sicilia allora era assai complesso, richiedeva parecchio tempo e soldi, inoltre il viaggiatore si muniva di lettera di "raccomandazione" presso i nobili del luogo o i monasteri per trovare rifugio e assistenza.
Allora non esistevano gli alberghi ed i pochi luoghi di soggiorno erano poco raccomandabili. Così il viaggiatore si faceva spesso accompagnare nei luoghi da delle guide locali, in genere le personalità in vista. Occorre ricordare che l'isola della Sicilia cambiò volto dopo che venne ricostruita dopo il disastroso terremoto del 1693 in stile barocco. È la Sicilia del Grand Tour, la Sicilia dei viaggiatori stranieri che tra Settecento e Ottocento cercavano tra templi e rovine l’Arcadia perduta.
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Il Voyage Pittoresque di Jean-Claude Richard de Saint-Non
Tra i viaggiatori del Grand Tour che visitarono la Sicilia nel XVIII secolo, Jean-Claude Richard de Saint-Non (1727-1791) occupa un posto di rilievo. Abate, scrittore, incisore e disegnatore francese, Saint-Non intraprese un viaggio nel Regno di Napoli e in Sicilia tra il 1777 e il 1780, raccogliendo una vasta quantità di informazioni e di immagini che confluirono nella sua opera più celebre, il “Voyage pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile”.
Pubblicato tra il 1781 e il 1786, il “Voyage pittoresque” è un’opera monumentale in cinque volumi, ricca di illustrazioni, mappe e descrizioni dettagliate dei luoghi visitati da Saint-Non. L’autore si avvalse della collaborazione di artisti e studiosi, come il diplomatico e scrittore Dominique Vivant Denon, gli architetti Louis-Jean Desprez e Jean-Augustin Renard e il pittore paesaggista Claude Louis Châtelet.
Il “Voyage pittoresque” offre un’ampia e affascinante panoramica della Sicilia del XVIII secolo. Saint-Non descrisse con attenzione i paesaggi naturali e urbani, i monumenti antichi e moderni, le tradizioni e i costumi degli abitanti dell’isola. Le sue osservazioni, acute e dettagliate, sono impreziosite dalle splendide illustrazioni che accompagnano il testo.
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