Ulisse in Sardegna: Un'Odissea Turistica tra Mito e Storia
Oggi, a Palau, un turista si trova immerso in un dedalo di vie dedicate all'Odissea: via Ulisse, via Omero, via riva dei Lestrigoni, via dei Feaci, via dei Ciclopi, via dei Lotofagi, via della maga Circe, via Clitennestra, via degli Achei. Questa toponomastica evoca un'ipotesi affascinante: che l'eroe greco Ulisse abbia realmente navigato in queste acque.
L'Ipotesi di Victor Bérard: I Lestrigoni a Capo d'Orso
Secondo lo scrittore Victor Bérard, studioso di Omero, Capo d’Orso è l’unica località del Mediterraneo che possa essere identificata con la terra dei Lestrigoni. In questo luogo, Omero colloca lo sbarco di Ulisse alla ricerca di cibo e acqua per l’equipaggio, dove il condottiero greco conobbe una grave sconfitta.
In un sito di un Hotel 5 stelle su Capo d'Orso si legge: «Secondo Victor Bérard, uno scrittore studioso di Omero, questo luogo potrebbe essere identificato con la terra dei Lestrigoni, giganti cannibali di cui si racconta nel decimo libro dell’Odissea. In cerca di provviste, Ulisse sbarca con le sue tre navi in una fonte detta “Artacia”, cioè dell’orso e QUI incontra una popolazione ostile che fece banchetto del suo equipaggio e distrusse due navi.
Si narra che nella profonda “ria” Omero immaginò l’incontro di Ulisse con i Lestrigoni, da cui il nome “Baia di Ulisse”, che identifica la località di Porto Pozzo.
Il Dibattito Accademico e le Critiche
In questo dossier saranno proposte più voci: recensioni favorevoli e ferree critiche delle sue tesi (soprattutto quelle di una studiosa sua connazionale - Sophie Rabau - che sembra quasi sarcastica sulla sua narrazione e definisce il suo operato e metodo «geocriticismo», «geografia fantastica»). È anche da dire che Bérard non fu certo l’unico a cimentarsi nella ricostruzione dei viaggi di Ulisse, e al riguardo si propone al lettore qualche lettura per cominciare a farsi di suo una idea. In tanti ci si sono provati e altri ancora tenteranno.
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Le tesi di Bérard sulla Sardegna sono state riprese tra gli studiosi sardi “di rango” da Massimo Pittau, studioso e accademico della lingua etrusca, della lingua sarda e protosarda, e inevitabilmente anche appassionato cultore della storia e archeologia e geografia antica, ispirandolo chiaramente a dar vita al suo Ulisse e Nausica in Sardegna.
Lo Sfruttamento Turistico Mancato
Un rilievo critico riguarda il grande sfruttamento turistico di Ulisse in Sardegna (o meglio dire di questa ipotesi storica), che sarebbe però dovuto essere principalmente appannaggio di Porto Pozzo. Porto Pozzo, il luogo più citato nella narrazione di Bérard è rimasto escluso dal marketing turistico collegato alla notizia.
Salvo qualche maldisposta citazione che definisce Porto Pozzo la Baia di Ulisse, il comune di Santa Teresa Gallura così come gli operatori turistici non hanno investito sullo sfruttamento commerciale-turistico della notizia che lì - proprio a Porto Pozzo - per Bérard (e non solo) sia avvenuto il massacro della flotta di Ulisse da parte dei sardi Lestrigoni.
Sarebbe poi il caso che le notizie riportate nei siti - che sono tutte errate - venissero subito rettificate, a partire da quelli dei comuni.
Un Riconoscimento Dovuto a Victor Bérard
Stride fortemente che dopo aver solo “sfruttato” (o piuttosto tentato di sfruttare) a fini di marketing la visione di Bérard, al celebre studioso francese ridisegnando la toponomastica urbana sulla base della fascinosa notizia di Ulisse da queste parti, al celebre studioso francese non sia stata dedicata una via, ben al centro del reticolo viario dedicato all’Odissea.
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Pur con errori, in alcuni siti lo si dice che “dietro” Ulisse e i Lestrigoni in Sardegna vi è un certo «studioso Bérard». Insomma, una via Victor Bérard a Palau, Porto Pozzo e Conca Verde, era e sarebbe un riconoscimento meritato, un atto dovuto! Così come meriterebbe altre apposite iniziative culturali-turistiche in suo onore, magari chiamando a partecipare anche i nipoti Étienne Bérard et Reine-Marie Bérard, autori di interessanti pagine biografiche e illustrate - L’eredità di Victor Bérard - per il libro Portraits de Victor Bérard.
E una via e qualche iniziativa di plauso e riconoscenza meriterebbe senza dubbio anche il grande fotografo suo amico Fred Boissonnas, rimasto del tutto ai margini: praticamente sconosciuti il suo nome e le sue foto!
Idee per il Marketing Turistico
Altre idee di marketing turistico all’attenzione dei due comuni insieme, e di intraprendenti operatori turistici e della nautica: e l’idea di una “Regata di Ulisse” da Capo Testa a Capo d’Orso, che potrebbe essere estesa fino a Castelsardo, sulla base delle osservazioni di Champault e fino a Porto Cervo sulla base di quelle aggiuntive di Massimo Pittau?
E mettere in scena nella baia di Porto Pozzo, magari nella parte prospiciente Conca Verde, l’assalto dei Lestrigoni a Ulisse e suoi uomini? In anni in cui si mette in scena di tutto, perché no?
Note di Viaggio di Victor Bérard: Uno Sguardo al Passato
Infine, non si può non richiamare appositamente l’attenzione su delle pagine di grandissimo interesse anche per la cosiddetta storia locale che partecipa pure essa, nell’insegnamento della Scuola degli Annales, alla grande storia. Stiamo dicendo delle Note di viaggio, seppure curiosamente non evidenziate come tali (e così quindi riproposte). Un capitolo totalmente diverso e distinto dal resto del libro: appunti registrati in presa diretta nel maggio 1902, per l’esattezza dal giorno 18.
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Victor Bérard gira per tutta la costa da Golfo Aranci a Capo Testa in compagnia della moglie Alice Colin (è la figlia dell’importante editore Colin, impresa che passerà alla sorella e al cognato e che editerà la gran parte delle sue opere). A Palau, non diversamente dalla gran parte dei luoghi di mare, non si faceva commercio di pesce, ma di carbone. Carbone che proveniva da Tempio e che veniva smerciato anche all’estero.
Davanti alle quattro locande non ci sono auto: «sulla strada, in fila, salgono e scendono solo carri a buoi, pieni di carbone o vuoti». Allineati sul porto nove grandi cumuli (vere “montagne di carbone”). I Bérard li fotografano, grazie ad essi abbiamo questa immagine inedita del porto di Palau dal mare, mai vista, la più nitida tra quelle inserite, che veramente sposa bene la descrizione.
Non mancano anche momenti avventurosi e palpitanti durante la “crociera” di studi che il francese descrive con buon senso dell’umorismo: mentre sono in navigazione subiscono l’alt e l’assalto alla barca dai gendarmi della capitaneria di La Maddalena.
La Ricerca di Artakiè: La Sorgente dell'Orso
Artakiè, la Sorgente dell’Orso, Άρτακίη, nota ai poeti e ai geografi successivi, non era situata nei mari occidentali. All’altro capo del mondo attico, sgorgava sulla riva del Mar di Marmara, nell’Isola dell’Orso, Άρκτων Νήσος.
«La penisola di Artaki, dicono le Istruzioni Nautiche, chiamata dai turchi Kapou Dagh, è una considerevole massa montuosa, attualmente unita al continente da un istmo basso e stretto, largo un miglio; ma in origine era un’isola. Delle due grandi baie formate su ciascun lato dell’istmo, quella occidentale o Baia d’Artaki è la più utilizzata come ancoraggio, perché i venti di Nord-Est soffiano forte in tutte le stagioni su quella ad Oriente o Baia di Peramo….
Questo ancoraggio e la città vicina erano e sono tuttora la città dell’Orso, Artakè. Nella pianura di fronte alla terraferma e al confine con lo Stretto, Kyzikos era la città dei coloni greci.
La costa sarda, molto frastagliata, è costellata di isole, lunghe penisole e rade chiuse, che delimitano o bloccano un passaggio molto trafficato: è questa, nelle Bocche di Bonifacio, la sponda sarda di fronte alle isole di Caprera, S. Stefano, Maddalena e Spargi. Questa è davvero l’entrata e l’uscita verso i mari italiani.
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