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Agrigento: Turismo, Problemi e Prospettive

Agrigento si appresta a vivere un anno cruciale, essendo stata designata Capitale Italiana della Cultura per il 2025. Un prestigioso riconoscimento, che dovrebbe portare un’ondata di turismo e di visibilità internazionale.

Il Trend Positivo e le Interruzioni

È innegabile che negli ultimi anni ci sia stato un trend positivo di crescita per quanto riguarda il turismo del Parco Archeologico della Valle dei Templi. A volte però ci sono dei periodi in cui questo trend positivo si interrompe per poi riprendere a fasi alterne. Questo dipende da tanti fattori, che non dipendono soltanto da un livello locale.

Ad esempio nell’estate del 2023 si è vista una contrazione del turismo a causa delle notizie dei grandi incendi estivi che hanno flagellato la Sicilia. Queste notizie, rilanciate dai telegiornali di tutto il mondo, hanno creato reale apprensione da parte degli stranieri che hanno deciso di scegliere di trascorrere le proprie vacanze in altri posti. Un altro fattore che crea difficoltà è anche il dirottamento dei voli da Catania verso altre destinazioni a causa delle eruzioni dell’Etna. Anche la crisi idrica devo ammettere che spaventa molto i turisti che hanno paura di ritrovarsi con il rubinetto a secco durante il loro soggiorno ad Agrigento.

La Valle dei Templi: Un'Attrazione Immancabile

I dati raccontano che la Valle dei Templi registra milioni di visitatori ogni anno, si tratta di un dato reale? Sì, le presenze che si registrano ad Agrigento sono assolutamente reali: l’interesse è palpabile e vivo.

I turisti sono spaventati dal fatto che la Valle dei Templi sia il sito archeologico più grande d’Europa? Assolutamente no, anzi la gente viene a visitarlo proprio per questo, proprio per poter passeggiare liberamente. Si può passare anche l’intera giornata alla Valle dei Templi, perché ci sono talmente tante cose da scoprire.

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Possiamo offrire sia visite brevi alla Valle dei Templi, sia tour più approfonditi del territorio agrigentino, basati su interessi culturali, artistici o naturalistici.

Rispetto al passato ci sono stati tanti cambiamenti e miglioramenti per quanto riguarda il modo di usufruire l’area archeologica. Sì, rispetto al passato sono stati fatti tanti miglioramenti e l’accessibilità è stata decisamente ottimizzata. Il percorso è facile ed attuabile per tutti: bambini, anziani, persone con problemi di deambulazione e portatori di disabilità. L’Ente Parco offre la possibilità di avere a disposizione delle carrozzine e si può anche entrare con la propria auto per attraversare la via Sacra, se si dispone del contrassegno di disabilità.

Dal 2023 per le guide turistiche è prevista un’abilitazione nazionale che ci permette di operare su tutto il territorio italiano. Questo implica che un gruppo di turisti che viene a visitare Agrigento dal Nord Italia può usufruire della propria guida turistica. Io però consiglio sempre di affidarsi ad una guida turistica locale, che rimane la scelta migliore per visitare al meglio un territorio.

Agrigento Capitale della Cultura 2025: Un'Opportunità Sfruttata?

La proclamazione di Agrigento a Capitale della Cultura 2025 ha portato qualche cambiamento nel turismo? Noi guide purtroppo non abbiamo registrato grandi cambiamenti. Lo vediamo tutti, passeggiando per le strade di Agrigento, che non ci sono grandi novità. Penso che questa città avrebbe bisogno di una grande pianificazione globale di ampio respiro. Noi guide turistiche lamentiamo sempre la mancanza di servizi di base e da questo punto di vista pensiamo che si sarebbe potuto fare qualcosa in più. La prima cosa che il turista chiede quando arriva in città sono i servizi igienici e noi ci troviamo in imbarazzo perché siamo costretti a rispondere che Agrigento non dispone di servizi igienici pubblici. Quello dei parcheggi è un altro serissimo problema con cui si deve rapportare il turismo ad Agrigento.

Un’ombra pesante però incombe sulla città: la grave crisi idrica che sta affliggendo la regione. La situazione è talmente preoccupante che la celebre guida turistica americana Fodor’s ha inserito Agrigento nella sua “lista nera” delle destinazioni da evitare nel 2025, mettendo in guardia i viaggiatori sui potenziali disagi legati proprio alla scarsità d’acqua. L’allarme lanciato da Fodor’s non è di certo campato in aria. Nei giorni scorsi anche il sindaco di Agrigento ha espresso la sua profonda preoccupazione per la situazione, dichiarandosi addirittura pronto a restituire il titolo di Capitale della Cultura se la crisi idrica non dovesse essere risolta. Una dichiarazione che evidenzia la gravità del problema e l’impatto potenzialmente devastante sulla capacità della città di accogliere l’afflusso turistico previsto.

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Secondo la prestigiosa rivista, la siccità senza precedenti che sta colpendo la Sicilia ha messo a nudo le fragilità del sistema infrastrutturale regionale. La gestione delle risorse idriche risulta inefficiente, ostacolando lo sviluppo sostenibile e penalizzando sia i cittadini che il settore turistico. La mancanza di investimenti in infrastrutture moderne e la carenza di collegamenti efficienti rischiano di compromettere l’immagine dell’isola e di scoraggiare i visitatori.

Nel tentativo di mitigare la crisi, la Regione Sicilia ha avviato un’operazione di trasferimento dell’acqua dalla diga Gammauta, nel Palermitano, al lago Castello, in provincia di Agrigento. Questo intervento, disposto dal Commissario per l’emergenza idrica, mira a garantire l’approvvigionamento idrico per uso irriguo e potabile nel territorio agrigentino.

Il Corriere della Sera stronca il progetto: “12 milioni spesi, pochi turisti, zero sponsor. Indaga la Corte dei conti”. Un vero e proprio atto d’accusa, quello pubblicato oggi a tutta pagina dal Corriere della Sera con la firma autorevole di Gian Antonio Stella. Il titolo parla chiaro: “Il grande spreco (pubblico) della Capitale della Cultura: 12 milioni e pochi turisti”. Uno scenario imbarazzante. Il prestigioso quotidiano nazionale fa a pezzi l’intero impianto organizzativo e comunicativo di Agrigento Capitale della Cultura 2025, denunciando una gestione caotica, clientelare e sprecona, che ha prodotto pochi risultati tangibili e numerosi scandali.

Le cifre sono impietose: oltre 11,8 milioni di euro spesi - precisa la denuncia dell’archeologa Caterina Greco - “senza sponsor, perché nessuno ha ritenuto di ‘metterci la faccia’ in un’operazione già irrimediabilmente compromessa”. Il paragone con Pesaro 2024 è devastante: con appena 6,18 milioni, metà pubblici e metà privati, la città marchigiana ha organizzato 2.683 eventi e ospitato 2.210 artisti da 30 Paesi del mondo. Ad Agrigento? Solo eventi spot, mostre mal pubblicizzate e un costante calo dei visitatori. Secondo Federalberghi, “mancano gli italiani, il turismo si è fermato”.

Il Corriere smonta anche il tanto celebrato concerto del 7 luglio nella Valle dei Templi con Riccardo Muti: uno spettacolo musicalmente impeccabile ma economicamente assurdo. Il conto? Oltre 650 mila euro, con spese sconcertanti: voli più cari di un Roma-Pechino, agenzie turistiche improvvisate, 139.000 euro per “produzione audio-video”, e 144.000 euro per “produzione tecnica”. Tutto, mentre la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta sui costi.

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E non è finita: 1.260.000 euro per un concerto natalizio estivo de Il Volo, in pieno agosto, sotto il sole cocente. Il pubblico? In cappotto e piumino. La promozione? Un cartellone con errori ortografici, piazzato sulla “Strada degli scrittori”. Intanto i turisti non arrivano, e la promessa di “tre milioni di visitatori” è svanita nel nulla. “Speriamo in un colpo di coda in autunno” - sospira un amareggiato Francesco Picarella di Federalberghi - ma il danno d’immagine è fatto.

La lista degli scandali

  • Il Teatro Pirandello allagato durante una prova jazz, pochi giorni prima della visita del Presidente Mattarella.
  • Palazzo Tomasi, sede della Fondazione Agrigento Capitale, ancora privo di luce, acqua e telefono.
  • L’ospedale storico crollato a maggio durante scavi non autorizzati.
  • L’evacuazione del liceo Politi e dell’istituto Fermi per rischio crollo.
  • Il Viadotto Morandi, chiuso da anni, con riapertura prevista non prima del 2027.

A tutto ciò si aggiunge l’emergenza idrica, con le promesse della Regione: 96 milioni di euro per nuovi dissalatori, di cui uno proprio ad Agrigento. Promesse già sentite: si tratta dello stesso dissalatore che nel 2012 fu smantellato perché “troppo costoso”. Oggi, a Porto Empedocle, il vecchio impianto giace tra le erbacce. E nel frattempo, i cittadini cercano tombini con il metal detector per trovare l’acqua.

L’articolo si chiude con un esempio che ha fatto il giro del web: l’opera “concettuale” The Silent Room dell’artista franco-libanese Nathalie Harb. Una tenda in tela, con due cuscini e un materasso circolare, installata nella Valle dei Templi per “esplorare il diritto al riposo”. Il tutto per 151.321 euro. Un’opera che in qualsiasi contesto normale avrebbe suscitato polemiche. Ad Agrigento è diventata il simbolo di uno sperpero istituzionalizzato, mentre “in Sicilia si lamenta di non avere i piccioli per lo sfalcio dei siti archeologici”.

Nel mirino anche la gestione politica: Stella evoca le “intercettazioni nei dintorni del presidente dell’ARS Gaetano Galvagno” e ricorda la frase della portavoce Sabrina De Capitani: “Se abbiamo il controllo, possiamo fare quello che vogliamo”. Una dichiarazione che riassume il senso dell’intera vicenda: non cultura per la città, ma gestione clientelare del potere e dei fondi pubblici.

A differenza di Sciacca, che ha chiarito di non aver ricevuto nemmeno un euro per la mostra su Caravaggio, Agrigento ha beneficiato di milioni - senza però restituire nulla alla città.

Il Calo del Turismo nel 2024

I dati ufficiali parlano chiaro: nel 2024 il turismo agrigentino ha registrato un -10% rispetto al 2023 (fonte: Regione Siciliana). E secondo le analisi di Report Sicilia, nel primo semestre del 2025 si è aggiunto un ulteriore -10%. Ma è il mese di luglio a confermare il disastro: oltre il -30% di presenze rispetto all’anno precedente. E per agosto si prevede un altro crollo, uno schiaffo morale a chi, come il sindaco, andava in giro per l’Italia a promettere “3 milioni di turisti in più”.

La verità è che Agrigento 2025 è stata gestita con superficialità, senza una vera programmazione, senza investimenti strutturali nei servizi, nel decoro, nella mobilità e nell’accoglienza. I milioni di euro stanziati sono stati bruciati in eventi, consulenze, festeggiamenti e promozione spot, senza lasciare alcuna infrastruttura o miglioramento tangibile alla città.

Nel frattempo, i problemi storici sono rimasti intatti, anzi peggiorati:

  • Emergenza idrica non risolta
  • Marciapiedi dissestati
  • Verde pubblico abbandonato
  • Caos nei trasporti
  • Mancanza di bagni pubblici
  • Nessun piano di accessibilità turistica

E mentre le città che davvero hanno sfruttato il titolo di Capitale della Cultura sono riuscite a reinventarsi, Agrigento è rimasta ferma, immobile, ostaggio di un’amministrazione incapace di guardare oltre il proprio naso.

Il turismo in caduta libera, in pieno anno da Capitale della Cultura, non è un caso. È una responsabilità. E la responsabilità è di chi non ha saputo o voluto programmare, di chi ha preferito l’autocelebrazione alla progettualità, di chi ha risposto con fastidio alle critiche, invece di coglierle come occasione per correggere rotta.

Agrigento ha perso una chance storica. E chi ha governato in questi anni deve assumersi il peso di questo fallimento.

Miccichè chieda scusa agli agrigentini, soprattutto a quei cittadini, giornalisti, attivisti e operatori che con spirito costruttivo avevano lanciato l’allarme già da tempo. E lo faccia pubblicamente, rendendo conto di ogni euro speso, di ogni evento organizzato, di ogni occasione persa.

La Crisi Idrica e le Sue Conseguenze

Recentemente, la regione ha dichiarato lo stato di emergenza a causa di una siccità implacabile. Le infrastrutture e gli acquedotti ormai obsoleti hanno solo aggravato le carenze idriche, colpendo duramente sia il turismo sia l’agricoltura, due settori cruciali per l’economia siciliana. In particolare, gli acquedotti stanno avendo numerosi problemi, poiché non riescono a fornire una quantità sufficiente di acqua per soddisfare le esigenze dei turisti. Questo ha portato a gravi carenze idriche, esacerbate dalla siccità duratura. Secondo The Nation, il razionamento dell’acqua è attualmente in vigore per oltre un milione di persone in 93 comunità. Gli abitanti di queste aree sono costretti a ridurre il loro consumo idrico fino al 45%, un sacrificio significativo che influisce profondamente sulla loro vita quotidiana.

In risposta a questa crisi, le autorità locali stanno adottando misure per migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua e ridurre le perdite nelle infrastrutture obsolete.

Estate 2024: Un Bilancio Agrodolce

L’estate del 2024 ha riservato sorprese amare a molti operatori del settore turistico in Sicilia. Nonostante le previsioni iniziali incoraggianti, la stagione ha subito un rallentamento significativo a partire da luglio, dovuto principalmente alla cattiva pubblicità sulla mancanza d’acqua. Numerosi albergatori hanno segnalato cancellazioni e prenotazioni ridotte, con molti turisti preoccupati di trovare piscine vuote o strutture senza acqua.

Enzo Agrò, direttore del Doric Eco Boutique Resort & Spa - Sicily, conferma le difficoltà incontrate durante l’estate. “Giugno e luglio hanno registrato un calo pesante, mentre ad agosto abbiamo visto un leggero miglioramento, con qualche punto percentuale in più”.

Roberto Principato, direttore dell’Hotel Villa Athena, descrive la situazione con una certa ambivalenza. “È stato un mese altalenante”, scrive Principato. “Il dato che ho avuto nel nostro albergo, e le stesse news che ho ricevuto dai colleghi nel settore luxury in tutta la Sicilia, mostrano un last minute più incisivo.

Rossana Iacono, General Manager dell’Hotel Baia di Ulisse, offre una panoramica interessante e dettagliata sulla situazione turistica di agosto 2024: “Ad agosto 2024 - dice Iacono - il numero delle presenze ha mostrato una leggera contrazione rispetto agli anni precedenti. Le cause di questa flessione non sono ancora del tutto chiare. Potrebbe essere attribuita a un cambio nelle preferenze dei turisti, con un numero crescente di visitatori che scelgono mete estere rispetto a destinazioni locali.

Paolo Pullara, Presidente di Assohotel Confesercenti Agrigento, segnala che “il mese di agosto è andato in maniera variegata per gli hotel agrigentini, con una lieve flessione rispetto all’anno scorso. Abbiamo ricevuto tantissime telefonate da persone che volevano rassicurazioni che non mancasse l’acqua. Pur non essendo venuta a mancare l’acqua nelle strutture alberghiere agrigentine, abbiamo percepito chiaramente la preoccupazione di chi ci contattava.

Lyra Ramos, del Colleverde Hotel, sostiene che quest’anno si è lavorato meno rispetto al precedente, nonostante l’aumento dei prezzi. “Sicuramente andrò contro corrente dicendo che si è lavorato meno dell’anno scorso. Quest’anno Agrigento ha avuto una bruttissima pubblicità dovuta al problema dell’acqua”, afferma.

Perfino il Verdura Resort, struttura di lusso situata appena fuori Agrigento, ha sperimentato un agosto sfavorevole. L’estate è iniziata molto bene, ma abbiamo registrato un rallentamento ad agosto, sebbene i risultati siano stati quasi in linea con l’anno precedente. Ci aspettiamo - ha commentato il General manager Isidoro Di Franco, che l’autunno, fino alla chiusura della stagione, rimanga in linea con i numeri dell’anno scorso, quindi possiamo considerarci soddisfattidi questa stagione. Tuttavia, il territorio ha ampi margini di miglioramento. È essenziale che ci sia un miglioramento generale, specialmente nella gestione dell’acqua, che è diventata una priorità in Sicilia. Dopo un ottimo periodo primaverile con un aumento delle presenze, la cattiva pubblicità, sia a livello nazionale che internazionale, ci ha penalizzato notevolmente. È innegabile che ci sia stato un serio problema di forniture d’acqua nell’agrigentino, ma è stato eccessivo ricevere telefonate da clienti preoccupati di poter lavarsi in hotel solo con acqua minerale. La mia speranza, come agrigentino di adozione, è che si risolva strutturalmente il problema della carenza d’acqua.

Anche Danilo Zicari, gestore di un B&B nel centro città, evidenzia una diminuzione del flusso turistico. “Ho lavorato con prezzi più alti rispetto allo scorso anno, ma in centro città si vedevano molti meno turisti rispetto agli anni passati. Dalla mia via passano per andare in Cattedrale ed era sempre un via vai.

Giovanni Lopez, che gestisce una struttura turistica in centro città, afferma che “Nonostante avessi una buona riserva idrica - commenta Giovanni Lopez, che gestisce una struttura turistica in centro città - agosto è stato disastroso con una riduzione delle prenotazioni e dei soggiorni del 50%. L’afflusso turistico in centro città è stato scarso, con vie e negozi vuoti. Le notizie negativehanno influito pesantemente e, mentre si cerca di scaricare le responsabilità, non ci sono soluzioni concrete all’orizzonte. Un’azienda spagnola aveva offerto dissalatori come soluzione tampone, ma tutto è stato dimenticato.

Salvatore Patti, della struttura “Villa del Sole”, condivide una visione pragmatica della situazione. “Siamo anche noi in media 10-20% in meno. Ma forse è meglio così, considerata la carenza idrica forse non avremmo sopportato un flusso maggiore”.

Annarita Zammuto, proprietaria della Casa di Mammì, una struttura situata nel cuore della Valle dei Templi, offre un ulteriore punto di vista sulla stagione. “Premesso che godo di un ottimo target di clientela, devo dire che comunque i numeri, o meglio il tasso di occupazione, dei mesi caldi, ossia luglio e agosto, sia l’anno scorso che quest’anno, non sono stati al pari della primavera. Tuttavia, possiamo dire che ad agosto abbiamo lavorato bene”.

Oltre alla questione dell’acqua, alcuni albergatori puntano il dito contro la situazione degli aeroporti in Sicilia, con l’aeroporto di Catania particolarmente colpito da problemi legati a incendi e all’emergenza Etna.

La stagione estiva 2024 si chiude quindi con un bilancio agrodolce per il settore turistico siciliano.

Michele Catanzaro, capogruppo all'Ars del Partito democratico, afferma: "Non ci sono stati problemi di carenze d’acqua nelle strutture alberghiere: è ovvio che il problema c’è e dobbiamo adeguarci al cambiamento climatico, ma siamo fortemente impegnati nell’individuazione di nuovi pozzi soprattutto nella zona di Agrigento. Siamo pronti a nuovi interventi emergenziali qualora ad ottobre non dovesse piovere”.

Catanzaro continua dicendo che "Il trend negativo a livello regionale riguarda solo Agrigento - dice Catanzaro - ed è un dato che deve fare riflettere il governo regionale, troppo concentrato da anni nel finanziare eventi in luoghi di grande interesse artistico e naturalistico, trascurando di fatto le vere motivazioni che portano i visitatori a non soggiornare per molto tempo nelle strutture turistiche presenti in provincia. I problemi infrastrutturali e la carenza del servizio idrico rischiano di compromettere le grandi potenzialità della provincia di Agrigento - continua Catanzaro - e a ciò si aggiunge una programmazione insufficiente dopo la proclamazione di capitale Italiana della cultura 2025. Il governo Schifani - conclude - avvii un'analisi seria sulle criticità strutturali che da anni limitano il pieno potenziale del turismo regionale e vada al di là del pur importante bando riservato alle aziende, puntando alla gestione delle risorse idriche, alla viabilità interna e alla mancanza di una strategia integrata per l’accoglienza e la mobilità".

Tabella riassuntiva delle problematiche

Problematica Descrizione
Crisi Idrica Grave scarsità d'acqua che spaventa i turisti e mette a rischio l'agricoltura.
Infrastrutture Carenti Mancanza di servizi igienici pubblici, parcheggi inadeguati e viabilità problematica.
Gestione Fondi Spreco di fondi pubblici per eventi spot e consulenze, senza investimenti strutturali.
Aeroporti Problemi negli aeroporti siciliani, in particolare a Catania, che influenzano il turismo.
Promozione Pubblicità negativa dovuta alla crisi idrica e alla cattiva gestione del titolo di Capitale della Cultura.

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