Il Caso di Alex Marangon: Mistero e Interrogativi al Centro di "Chi l'ha Visto?"
Il programma Chi l’ha visto?, condotto da Federica Sciarelli, è tornato sul caso di Alex Marangon, il 25enne veneziano scomparso la notte tra il 29 e il 30 giugno a Vidor, presso l’Abbazia Santa Bona, durante un rito sciamanico. La sorella di Alex ha espresso una disperata richiesta: “Fai in modo che arrivi una chiamata che ci dica che lo troviamo, ti prego”. Questa supplica era rivolta a uno degli organizzatori, Andrea Zuin, nei giorni in cui Alex era ancora considerato semplicemente scomparso.
Dopo due giorni, il 2 luglio, Alex è stato ritrovato morto e la Procura ha aperto un’indagine per omicidio. Tuttavia, sin dai primi giorni della scomparsa, Andrea Zuin sembrava aver perso la speranza di trovarlo in vita. Alla sorella, infatti, aveva risposto: “Sicuramente lo farò ma non c’è questa possibilità e ti spiego perché: perché da quando è mo…”. Poi si è interrotto, riprendendo: “Da quando è successa questa cosa tutti abbiamo fatto il più possibile per cercare tuo fratello”. Un lapsus? Forse. “Noi non incolpiamo nessuno però ci ha impressionato questo frammento”, ha dichiarato la Sciarelli.
Le Indagini e le Contraddizioni
Ai genitori di Alex, Luca e Sabrina, gli organizzatori avevano inizialmente suggerito che Alex si fosse lanciato dal terrazzo, cadendo nel Piave in un gesto suicida. Zuin aveva detto alla famiglia: “Per me questa è l’unica possibilità, che si sia lanciato. Non è stato fatto nessun male ad Alex, prima o dopo l’incontro”. Ma per la Procura, le ferite sul corpo sono incompatibili con una caduta.
Successivamente, Zuin invitò i genitori in una chiesa sconsacrata per suonare per l’anima di Alex. La sorella del proprietario dell'Abbazia ha aggiunto un dettaglio importante: “Alex non può essere arrivato al Piave, di notte, da solo. Non poteva sapere da che parte andare”.
Dei venti partecipanti all’incontro, per cui era prevista una quota di 230 euro a notte e la presenza di un musicista sudamericano di nome Johnny Benavides, nessuno si è fatto avanti per testimoniare. Nel corso della puntata di Chi l'ha Visto?, è intervenuto anche il proprietario dell’Abbazia, il conte Giulio Da Sacco, che ha dichiarato: “Quella notte sono sceso a controllare tutto il perimetro dell’area. Non l’ho visto e allora ho chiamato i carabinieri”.
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I genitori sapevano dell’incontro e Alex aveva cercato di tranquillizzarli, promettendo di tornare domenica sera per mangiare una pizza insieme. La sorella di Alex si domanda: “Queste 20 persone presenti hanno detto tutto?”.
Dettagli Emersi Durante la Trasmissione
Durante la trasmissione, è emerso un altro dettaglio: “Ci sono cose che non tornano, chiediamo giustizia e verità per nostro figlio”. A Domenica In, i genitori di Alex hanno ripercorso le ultime ore trascorse con il figlio, la denuncia di scomparsa e il ritrovamento del corpo a Vidor. Gli esami tossicologici hanno confermato la presenza nel sangue di tracce di piante contenenti sostanze psicotrope, ingerite dal giovane poco prima della sua morte.
"Quando siamo arrivati era stato già tutto ripulito. Ricordo che i carabinieri ci chiesero se nostro figlio sapeva nuotare", dicono i genitori. “Una domanda strana: nessuno l'ha visto tuffarsi da quella terrazza”. La chiesa dove si era tenuto il rito era stata messa in ordine. "Il materassino che aveva usato per la meditazione lo abbiamo trovato noi, qualcuno lo ha spostato dalla chiesa al salotto. Non è possibile che sia sfuggito all'occhio attento delle forze dell'ordine", dice il padre. Per loro, qualcuno ha mentito o non ha raccontato tutta la verità.
L'autopsia esclude il suicidio: “Le ferite non sono da caduta, è stato picchiato, gli è stato dato un colpo in testa”, dice Sabrina Bosser. E ribadisce: “Qualcosa non quadra nel racconto dei testimoni". Dagli esami tossicologici sono emerse tracce di Ayahuasca. “Alex ha sempre ammesso che quella droga c'era ai riti e ha sempre detto la verità”, dice la madre. “Gli organizzatori invece negavano. Ci sono troppe cose non dette”. Infine, un appello: “Come genitori chiediamo che Alex sia tutelato”. "Nostro figlio non era andato a 'drogarsi', quel posto non era frequentato da ragazzi che andavano a sballarsi. Alex era l'unico ‘giovane’. C'era tutta gente di una certa età, c'era gente importante".
Cosa Accadde la Notte tra il 29 e il 30 Giugno?
Alex Marangon si trovava a Vidor per partecipare a una festa privata di musica-medicina nell'Abbazia sconsacrata. Aveva prenotato una stanza per riposare dopo l'evento new age. Ma il 30 giugno è scomparso, fino al ritrovamento del cadavere il 2 luglio in un isolotto a Ciano, sul Piave.
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Poche ore prima di morire, aveva inviato un messaggio a un amico: "Sono arrivato prima, in una casa condivisa, adesso ho mangiato una pizza, sembra che ci siano buone proposte, tante news, ho già detto che non faccio tutta la stagione, andrò a fare una cerimonia con l'ayahuasca". Nel messaggio, Alex sembrava gioioso, anche quando menzionava l'ayahuasca, un decotto di piante amazzoniche che induce effetti visionari.
Secondo alcuni partecipanti, Alex si sarebbe allontanato dal gruppo che stava cantando e meditando, per sparire nel buio. Dalle testimonianze, solo intorno alle 7 del mattino i partecipanti avrebbero chiamato i soccorsi, dopo averlo cercato invano. Il corpo è stato ritrovato il 2 luglio su un isolotto del Piave a quattro chilometri dall’Abbazia. "Abbiamo sentito un grido, e poi un tonfo", ha dichiarato lo sciamano Andrea Zu a Chi l'ha Visto?.
La svolta è arrivata dai primi risultati dell'autopsia: numerose e letali ferite alla testa provocate da un oggetto contundente avrebbero provocato la morte, indicando fratture incompatibili con una caduta o un suicidio, aprendo la pista dell’omicidio. Un’ispezione dei vigili del fuoco nel dirupo dell’Abbazia non aveva rilevato nessun ramo spezzato. Si ipotizza che il giovane sia stato ucciso e gettato in acqua.
Lo Stato Attuale delle Indagini
Per il procuratore capo di Treviso, Marco Martani, ci sono molti elementi da valutare, motivo per il quale non si possono trarre conclusioni affrettate e il fascicolo resta aperto per omicidio. Il rinvenimento di ayahuasca all'esame tossicologico è una prova del fatto che gli organizzatori hanno mentito, visto che avevano negato l’assunzione di ayahuasca, sostenendo che il decotto era basato su purghe.
Nell’auto di Alex Marangon è stata scoperta una nuova macchia sul sedile posteriore, oltre a quella sul cambio. Secondo i genitori di Alex si tratta di sangue. Il materiale è stato repertato ed è pronto per essere analizzato dai Ris di Parma. Solo l’esito degli approfondimenti potrà stabilire se si tratta davvero di sangue e, nel caso, se appartiene ad Alex. L’auto non è mai stata posta sotto sequestro perché non è mai stata giudicata d’interesse investigativo.
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Il Rito Sciamanico, l'Ayahuasca e la Rana Amazzonica Sapo Kambo
Alex Marangon aveva nel sangue tracce di ayahuasca, un infuso dagli effetti allucinogeni ottenuto dalla cottura di erbe che crescono nella foresta amazzonica. La bevanda, utilizzata dagli sciamani per riti di visione e comunicazione col divino, contiene il principio attivo Dmt. A questo proposito, l'Ins raccomanda "il rifiuto di qualsiasi pratica che distorca il suo uso tradizionale o che promuova combinazioni irresponsabili con altre sostanze per intensificare l'esperienza. Comportamenti che possono avere conseguenze fisiche, psicologiche e spirituali negative".
Sono stati ascoltati anche i due "curanderi", cioè i curatori sciamanici, che avrebbero seguito il ragazzo veneziano nel momento in cui si sarebbe allontanato dalla abbazia sconsacrata. Praticamente tutte le persone presenti la notte della scomparsa di Alex Marangon hanno fornito "elementi utili alle indagini". La ricomposizione del quadro in cui è maturato l'evento alla base del decesso del giovane è ormai completata e saranno le analisi tossicologiche sul corpo a fornire gli ultimi elementi necessari a completare lo scenario.
Secondo Andrea Zuin, i curanderos colombiani non si sarebbero allontanati dall'Italia e non avrebbero mai interrotto i contatti o fatto venir meno la disponibilità a parlare con gli investigatori.
Il suo decesso è probabilmente da ricondurre a quanto accaduto in quel chilometro nel territorio trevigiano che separa l'abbazia di Vidor dal fiume Piave. Lì è finito già morto, perché dall'autopsia svolta nei giorni scorsi è emerso che nei polmoni non c'era acqua. Di certo, a uccidere Alex sono stati dei colpi da corpo contundente all'altezza della tempia sinistra, che hanno portato allo sfondamento del cranio, oltre a quelli che hanno interessato la parte sinistra del torace e addome, con la frattura delle costole.
Alex stava seguendo un rito sciamanico quando, secondo i testimoni, si sarebbe allontanato dopo qualche attimo di meditazione davanti a un fuoco, in uno stato non chiarito tra eccitazione e confusione. Una condizione forse indotta da tisane e decotti preparati nel corso del rito. Dopo una prima ingestione durante il giorno, la sera c'è stata una seconda dose, la partecipazione al rito con incenso, musica e litanie, e quindi l'allontanamento volontario, che ha fatto pensare a una fuga e alla giustificazione del ritardo di almeno tre ore dell'allarme.
La morte di Alex Marangon è dovuta a "cause violente e non accidentali", come confermato dalla procura di Treviso in seguito all'esito dell'autopsia. L'allarme era scattato all'abbazia di Vidor dov'era andato per seguire una sorta di rito sciamanico. Dal referto emerge che sono state individuate numerose ferite alla testa, verosimilmente provocate da un oggetto contundente. Cade, quindi, definitivamente l'ipotesi di suicidio.
Alex, secondo alcuni testimoni, era stato visto allontanarsi dall'abbazia verso il Piave seguito da due persone che erano al raduno. I due, però, hanno detto di aver desistito nel seguirlo tornando sui loro passi. "Se quelle lesioni sono causa della morte e dovrà stabilirlo l'autopsia, è probabile si vada verso l'omicidio e quindi bisogna beccare l'assassino", ha dichiarato Stefano Tigani, legale dei familiari di Alex. "Sì - conclude - c'è un buco di tre ore da chiarire, ma anche altro va chiarito in una storia molto fitta in cui chiediamo che chi sa parli".
Fino a ieri, ciò che era stato notato aveva portato a pensare a traumi da caduto o rotolamento per il viso, mentre la ferita attribuita al morso di una volpe è risultata altro. Ci sono da valutare tutti gli aspetti tossicologici. I riti a cui Alex si è sottoposto prevedevano l'assunzione di una tisana con effetti psichedelici a base di ayahuasca e diverse piante amazzoniche. Decotto che Alex, secondo i testimoni, ha assunto una prima volta di giorno andando poi a bagnarsi nel Piave assistito da altri partecipanti, per poi berne una seconda dose la sera prima di allontanarsi, secondo i testimoni, verso il fiume, rimanendo da solo.
Secondo quanto emerso, prima di svanire nel nulla il giovane avrebbe preso l’ayahuasca, come ha riferito un testimone in una telefonata al padre di Marangon, mandata in onda a Chi l’ha visto?. A confermare l’uso dell’ayahuasca la testimonianza di un ragazzo che avrebbe dovuto partecipare al raduno a cui era presente Alex Marangon. Il rituale con l’ayahuasca “è qualcosa di miracoloso, è molto potente. Ma va fatto in un ambiente fortemente sorvegliato“, ha detto il ragazzo.
Il programma televisivo Chi l’ha visto? ha diffuso uno screenshot della chat di Telegram con cui Marangon sarebbe stato invitato all’evento: questo viene descritto il «Sol del Putumayo», ossia un «rituale di cura con la forza della Foresta», che si sarebbe svolto «in un luogo davvero speciale e protetto» con un massimo di venti partecipanti. Per ora gli inquirenti hanno ascoltato cinque testimoni che erano presenti alla serata. Secondo le ricostruzioni diffuse da vari giornali, verso le 3 di notte Marangon si sarebbe allontanato dal gruppo per uscire, da solo, dall’abbazia e andare in direzione del bosco circostante. Almeno due partecipanti avrebbero provato a inseguirlo per fermarlo, senza riuscirci.
All’abbazia era presente anche il musicista Andrea Zuin, identificato come l’organizzatore della serata e fondatore del progetto ZuMusic Project, che su Instagram dice di fare «medicina musicale» con musiche che si ispirano ai rituali degli sciamani. Intervistato da Il Gazzettino, Zuin ha ricostruito il momento in cui Marangon si è allontanato dal gruppo. Ha detto che durante la notte, mentre lui stava suonando, Marangon si sarebbe alzato per andare in una zona di meditazione vicino a un fuoco: «Mi sembrava andasse tutto bene», ha detto Zuin. In seguito Marangon si sarebbe allontanato «sotto la guida di due persone, che gli stavano accanto e vicino». Queste due persone, poi identificate da Zuin come «curanderos sudamericani» (cioè degli sciamani guaritori), sarebbero state con lui per circa dieci minuti. Dopo sarebbero tornate dal gruppo dicendo: «Alex è scomparso, si è messo a correre e non riusciamo più a trovarlo».
Inizialmente era stato ipotizzato che Marangon fosse caduto accidentalmente nel fiume e fosse quindi morto in modo non violento: per questo la procura aveva aperto un’indagine contro ignoti per morte a seguito di altri reati. Le cose sono cambiate con i risultati dell’autopsia fatta sul corpo dell’uomo, che ha riscontrato varie costole rotte, soprattutto sul lato sinistro del corpo, e ferite alla testa provocate da un oggetto contundente. A quel punto gli inquirenti hanno cambiato l’ipotesi di reato con l’omicidio volontario. Per ora l’indagine rimane a carico di ignoti, quindi non ci sono persone formalmente indagate.
Secondo quanto raccontato da un amico di Marangon, era la terza volta che il ragazzo partecipava a rituali simili. L’amico ha detto però che il 29 giugno Marangon era molto preoccupato, non si sa esattamente per cosa.
Il corpo era arenato su un isolotto nell'alveo del fiume Piave, nella zona di Ciano del Montello, tra i quattro e i cinque chilometri a valle di Vidor. Dalle prime indicazioni sembra potersi escludere che sia stato vittima di crimini violenti. Pare molto probabile che sia scivolato nel fiume da un punto particolarmente scosceso. La sua scomparsa era apparsa molto strana: in macchina alcuni effetti personali, nella stanza d'albergo aveva lasciato il suo cellulare, e nessun motivo apparente per darsi alla fuga.
Le circostanze della sua scomparsa restano ancora poco chiare.
Alex Marangon è stato trovato morto sul Piave dopo aver partecipato a un evento spirituale organizzato da Andrea Zuin, noto come ZuMusic Project, presso l'Abbazia di Santa Bona. Zuin, musicista e ricercatore musicale, è specializzato in HandPan e organizza eventi di "Musica Medicina". Gli amici di Marangon escludono l'ipotesi di una setta satanica e sospettano un incidente, ma rimangono dubbi sulle circostanze della morte. L'autopsia e l'esame tossicologico chiariranno le cause del decesso. Zuin, che vive in un camper nell'abbazia, non ha rilasciato dichiarazioni.
Alex Marangon è morto dopo aver partecipato a un raduno spirituale new age a Vidor (Treviso), dove ha consumato un decotto a base di ayahuasca, una sostanza psichedelica illegale in Italia dal 2022. Il suo corpo è stato ritrovato due giorni dopo su un isolotto nel Piave, con segni di contusioni e una ferita. La procura di Treviso ha disposto un'autopsia per chiarire le cause della morte. L'organizzatore dell'evento, Andrea Zuin, ha fornito poche informazioni, e le indagini proseguono.
L'abbazia Santa Bona di Vidor, Treviso, ha ospitato un concerto di "Musica Medicina" organizzato da Andrea Zuin e Tatiana Marchetto. La procura di Treviso ha aperto un'inchiesta per morte in conseguenza di altro reato. L'evento, promosso tramite un messaggio su Telegram poi scomparso, ha sollevato preoccupazioni per le pratiche sciamaniche nella zona, già note per precedenti malori.
L'autopsia ha rivelato che è stato colpito più volte alla testa con un oggetto contundente prima di finire nel fiume. L'ipotesi dell'omicidio si fa strada, legata a un rito sciamanico a cui Marangon aveva partecipato. La Procura di Treviso indaga, mentre la famiglia, che non ha mai creduto al suicidio, chiede giustizia. Gli investigatori cercano risposte su un buco temporale di tre ore e invitano chiunque abbia informazioni a farsi avanti.
Tra la sua scomparsa e l'allarme ci sono tre ore di vuoto. La Procura di Treviso indaga sui 20 partecipanti al rito, organizzato da Andrea Gorgi Zuin e Tatiana Marchetto. Marangon, sofferente di asma, aveva assunto ayahuasca e veleno di rana amazzonica per alleviare il disagio.
La morte di Alex Marangon è stata confermata come omicidio volontario dalla procura di Treviso, dopo l'autopsia che ha rivelato traumi al torace e alla testa. La famiglia e il legale Nicodemo Gentile sostengono che Alex sia stato aggredito da più persone durante un rito sciamanico a Vidor (Treviso). Le indagini proseguono per identificare i responsabili.
Zuin ha collaborato con le autorità e spera in una rapida chiarificazione. Continua a mandare forza e amore alla famiglia di Alex.
L'autopsia ha rivelato gravi traumi cranici e fratture, indicando un'aggressione. Gli inquirenti stanno interrogando i 20 partecipanti al raduno per identificare l'assassino.
L'autopsia ha rivelato costole rotte, emorragia interna e ferite alla testa. Restano dubbi sull'ipotesi dell'omicidio, poiché non sono state trovate tracce di sangue nell'abbazia.
Due sciamani sudamericani, Johnny Benavides e un altro non identificato, sono i testimoni chiave che avrebbero cercato di calmare Marangon durante una crisi. Tuttavia, i due sono scomparsi prima dell'arrivo dei carabinieri. Gli investigatori non escludono che Marangon possa essere stato vittima di un'aggressione.
Jhonni Benavides, sciamano colombiano noto per la vendita di tisane e infusioni all'ayahuasca sui social, è scomparso dopo un evento esoterico a Vidor (Treviso) il 29 giugno. Durante l'incontro, Benavides e un altro "curatore" avrebbero cercato di calmare Marangon in crisi, ma sono spariti prima dell'arrivo dei carabinieri.
Le telecamere mostrano Marangon fuggire dall'abbazia, inseguito da due curanderi colombiani, che hanno poi lasciato l'Italia ma si dichiarano pronti a collaborare con gli inquirenti. Le indagini continuano, con esami tossicologici e testimonianze dei partecipanti al rito. Il funerale si terrà sabato a Marcon.
Zuin, insieme a Tatiana Marchetto, ha cercato Alex dopo che era uscito per meditare, ma senza successo. Zuin sostiene che i curanderos presenti non sono responsabili e che nessuna sostanza allucinogena è stata usata durante il rito.
La trasmissione si concentrerà sul caso di Alex Marangon, con i genitori che lanceranno un appello per scoprire la verità.
L'autopsia ha rivelato percosse ed emorragie, escludendo l'incidente e suggerendo l'omicidio. La madre descrive Alex come uno spirito libero, attratto dal gruppo Telegram "Sol del Putumayo". La versione del musicista Andrea Zuin, presente al rito, non convince la procura. L'inchiesta, cerca di chiarire le circostanze della morte, mentre la famiglia denuncia la scomparsa di denaro e gioielli di Alex.
Durante le ricerche per Alex Marangon, lo sciamano Andrea Zuin ha fatto un lapsus inquietante, suggerendo che Alex fosse già morto. La famiglia, ospite a Chi l'ha visto?, ha espresso dubbi sulla versione del suicidio, sostenuta da Zuin. Il procuratore Martani ha confermato l'indagine per omicidio volontario, ipotizzando che Alex sia stato gettato nel Piave agonizzante. Contraddizioni e misteri avvolgono il caso, con dettagli che non quadrano e oggetti personali scomparsi.
Droni e tecnici stanno esaminando il dirupo vicino all'Abbazia di Santa Bona per trovare tracce ematiche e rami spezzati, al fine di chiarire se Marangon sia caduto accidentalmente o sia stato spinto durante un rito sciamanico. La famiglia, sostiene l'ipotesi dell'omicidio. Gli esiti dell'esame tossicologico sono attesi per confermare eventuali influenze di sostanze stupefacenti.
I curanderi colombiani presenti, Johnni Benavides e Sebastian Castillos, sono stati irreperibili per 12 giorni ma ora, tramite il loro legale, hanno dichiarato che nessuno ha visto la caduta, ma tutti hanno sentito un tonfo e un grido. Sostengono che Alex, nervoso e agitato, è scappato nel bosco. Nonostante le ricerche, non è stato trovato subito. I curanderi negano l'uso di droghe durante il rito, parlando solo di una purga.
Un elemento che potrebbe assumere rilievo è l'audio della conversazione tra la sorella maggiore di Alex e l'organizzatore del ritiro Andrea Zuin, domenica 30 giugno, poche ore dopo la scomparsa. La donna implora Zuin: «Fa in modo che arrivi una chiamata e lo troviamo, ti prego». Ma il musicista, che pochi istanti prima ha spiegato che i testimoni con cui ha parlato avevano visto Alex allontanarsi verso il Piave e avevano sentito un tonfo, è lapidario: «Sicuramente lo farò, ma non c'è questa possibilità - dice - Ti spiego perché. Quella "m..." potrebbe essere solo un lapsus, ma in quei giorni Zuin appariva certo dell'ipotesi del suicidio.
La madre di Marangon ha raccontato che, sempre nei giorni della scomparsa, sono stati invitati dal musicista a partecipare a una sorta di cerimonia con canti e musica per Alex. Una tesi, quella del suicidio dopo una corsa verso il Piave, che è però stata smentita categoricamente dall'autopsia, che ha invece trovato un corpo picchiato duramente e poi caduto, probabilmente gettato, nel fiume. Come detto Zuin alla famiglia ha parlato immediatamente di un balzo dalla terrazza che dà sul Piave, che Alex avrebbe raggiunto correndo, a piedi scalzi. Il padre di Alex però in studio ha notato che i piedi del cadavere non facevano pensare a una corsa simile. E, soprattutto, sotto la terrazza c'è una fitta vegetazione, che rende quantomeno improbabile che una persona possa averla attraversata, cadendo o rotolando, senza lasciare traccia.
Tra gli altri dettagli che non erano emersi finora, la scomparsa, tra gli oggetti personali di Alex, di 500 euro e di orecchini e bracciali dai quali il ragazzo non si separava mai, secondo il resoconto della famiglia. Le testimonianze raccolte chiariscono che Alex sapeva che in quel ritiro si sarebbe assunto l'ayahuasca, sostanza allucinogena e considerata depurativa che richiede la presenza di persone specializzate e vigili: in questo caso sarebbe stato il curandero colombiano Johnny Benavides, ospite speciale per la tre giorni. Ma, se Alex si è allontanato dal gruppo, qualcosa deve essere andato storto.
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