Alfabetizzazione Adulti Stranieri: Una Metodologia Efficace
L'alfabetizzazione degli adulti stranieri rappresenta una sfida complessa, che richiede un approccio didattico specifico e mirato. In questo contesto, è fondamentale considerare le difficoltà di memorizzazione degli studenti e l'importanza della comunicazione orale.
Il Panorama dell'Analfabetismo in Italia
L'indagine PIAAC promossa dall'OCSE ha rivelato che più di 3 milioni di italiani non raggiungono la soglia di lettura o scrittura della singola parola. Tra gli stranieri immigrati residenti, il Censimento Istat del 2011 conta 68.802 analfabeti. In questo complesso panorama il docente alfabetizzatore si trova a dover coniugare esigenze diverse e a cercare strategie didattiche adeguate a ogni tipologia di apprendente, tenendo sempre presente la centralità della comunicazione orale nelle attività proposte.
Le ragioni sono molteplici: da una parte la sola lettura strumentale di una parola o di una frase di cui non si conosce il significato è molto più difficoltosa, poiché non permette all'apprendente di associarla a immagini o nomi noti; inoltre la lettura di un segno grafico sconosciuto, anche quando eseguita correttamente, non aggiunge nulla alla competenza comunicativa di un individuo che, anzi, percependo l'inutilità e il non-senso dell'azione svolta può sentirsi demotivato e perdere interesse. Inoltre sapere com'è scritta e come si legge una parola aiuta a pronunciarla meglio, migliorando di conseguenza la comprensione e la produzione orale.
Comprendere il Pensiero di un Analfabeta
Tuttavia è molto difficile per un alfabetizzato comprendere come funziona il pensiero in un individuo non alfabetizzato: il primo, infatti, tende solitamente a richiamare alla propria mente una parola visualizzandone la forma scritta. Senza la scrittura, invece, le parole sono soltanto suoni privi di presenza visiva, anche quando gli oggetti che rappresentano sono ben visibili. Il pensiero di un analfabeta resta concreto. Egli pensa per immagini e non per concetti. Il suo pensiero si compone di una serie di immagini che stanno una accanto all'altra o l'una di seguito all'altra, e quasi non conduce al'induzione o alla deduzione.
Imparare una lingua nuova senza aver interiorizzato la scrittura è dunque una sfida complessa che pone numerosi ostacoli sia di ordine cognitivo che pratico: alle difficoltà di riflessione sulle strutture grammaticali della lingua si aggiunge la già citata mancanza della scrittura come strumento di memorizzazione. A questo proposito Ong (2012: 80) osserva che l'unico modo per ricordare senza scrittura è “pensare pensieri memorabili”; vale a dire pensare in moduli mnemonici strutturati ritmicamente, con continue ripetizioni e antitesi, allitterazioni e assonanze in modo che siano facilmente richiamabili alla memoria.
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Strategie Didattiche Efficaci
- Competenza formulaica e ridondanza: offrire input in linea con i processi di memorizzazione utilizzati dall'apprendente; pertanto non proporre contenuti grammaticali sui quali l'apprendente debba operare induzioni e deduzioni, ma presentare strutture linguistiche fisse ripetibili, facili da memorizzare e contenuti lessicali immediatamente spendibili.
- L'insegnamento linguistico non modifica necessariamente i suoi obiettivi se impartito ad apprendenti per nulla o scarsamente scolarizzati. Ma in un certo senso inverte il percorso: anziché presupporre capacità di riflessione metalinguistica la deve costruire.
- Le immagini, meglio ancora se autentiche o provenienti da input multimediali, costituiscono una sorta di dizionario universale, purché la loro interpretazione sia univoca e non sia necessario mettere in campo conoscenze slegate dal proprio contesto culturale per interpretarle.
l’apprendimento è un processo governato dall’io, che sulla base di motivazioni proprie elabora una strategia per soddisfare i suoi bisogni, quindi entra in contatto con la realtà da apprendere. Sulla base di ciò che ha ricevuto (input), il cervello riflette e sistematizza. Inoltre consente di affiancare alla memorizzazione del lessico o di strutture linguistiche lo sviluppo della letto-scrittura attraverso attività che combinano l'oralità con l'associazione di parole e frasi a immagini.
Le possibilità in questo campo sono molto ampie e gli stessi materiali possono essere riutilizzati in modi e con obiettivi di apprendimento differenti.
L'Uso del Disegno come Ponte tra Parola e Scrittura
Nell'affrontare il tema del disegno con studenti adulti analfabeti è d'obbligo innanzi tutto una certa cautela: molto spesso questa tipologia di apprendenti non ha mai disegnato e di fronte ad una consegna di questo tipo può trovarsi in grande difficoltà emotiva, con risultati negativi in termini di motivazione.
Pertanto è necessario rispettare il principio dell'ordine naturale teorizzato da Krashen simboleggiato dalla formula “i+1”, dove i è l'input già acquisito e necessario per acquisire l'informazione nuova, rappresentata invece da “1”. Tradotto in termini operativi significa dare una consegna, per la cui fattibilità gli studenti siano in possesso delle abilità grafiche necessarie. Il disegno come espressione di sé e della realtà e come sostituzione del linguaggio, del resto, è una prerogativa riscontrabile nelle culture orali, nelle quali la rappresentazione grafica poteva avere una valenza rituale o fungeva da strumento di memorizzazione del linguaggio orale, senza tuttavia poterne esprimere le sfumature.
Il disegno non riesce a dire adeguatamente le cose che non si possono cogliere percettivamente, come i pensieri, i desideri, i sentimenti, se non allusivamente […]. Una tipologie di cose fisicamente non percepibili che le parole (orali) riescono a dire con efficacia e precisione. Per altro verso le parole (orali) non riescono a conservare le cose che rappresentano, che “volano”; da qui una serie di ben noti espedienti - ritmici, rituali, mnestici... - per conservarle in memoria. Al contrario il disegno, con tutte le sue varianti grafiche, quali indici, segni, segnali...
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L'idea del disegno come ponte tra scrittura e parola orale risveglia tutta una serie di considerazioni affascinanti sulla possibIlità di approfondire la questione per, eventualmente, trarre da elementi di ordine antropologico riflessioni utili in ambito didattico. L'idea di mettere in mano matita e colori ai miei studenti, dunque, è nata da un'esigenza espressa da uno studente e, una volta chiarito e sperimentato alla lavagna il significato del termine “disegnare”, apparentemente bene accolta dal resto della classe. Da qui la decisione di pensare un'attività che prevedesse anche un momento di elaborazione grafica, cercando di stimolare positivamente quell'entusiasmo che mi era parso di cogliere negli studenti.
Esempio Pratico: L'Aula Disegnata
La proposta grafica è stata presentata dopo un paio di lezioni dedicate all'osservazione dello spazio fisico intorno a noi: l'aula. In questa fase si è cercato di guidare con attenzione e cautela la scelta degli studenti, in modo che ognuno optasse per una figura adeguata alle proprie capacità. Quasi tutti si sono serviti di righelli per tracciare le linee e hanno svolto la consegna divertendosi, in un clima sereno e rilassato. Le immagini sono poi state scannerizzate e stampate in doppia coppia su cartoncino, in modo da creare un potenziale memory o mazzo di carte da utilizzare in varie attività.
Attività Ludiche e Strutturate
È auspicabile formare gruppi di non più di 5-6 partecipanti; tuttavia di fronte ad un gruppo classe di 8-9 partecipanti, prima di suddividerlo in due gruppi è meglio valutare il grado d'autonomia nella gestione del gioco: meglio un gruppo più numeroso che due gruppi non autonomi e difficili da coordinare contemporaneamente.
- gli studenti a turno tirano il dado: chi fa la cifra più alta inizia pescando una carta.
- a turno gli studenti nominano un oggetto e, se pronunciato correttamente, lo studente che ha in mano la carta risponde “sì” o “no” a seconda che sia stato indovinato l'oggetto oppure no.
Anche questa attività si presta ad essere adattata a più situazioni ed obiettivi. Inoltre se il livello di competenza orale all'interno della classe è molto squilibrato, si possono richiedere compiti più difficili agli studenti più avanzati: se spiegato e giustificato alla classe correttamente, questo non crea disagi o disparità e consente di non demotivare chi possiede un livello più alto. In entrambe le attività (ed eventuali varianti) va dedicato molto tempo alla spiegazione delle regole; il gioco strutturato è infatti spesso una situazione nuova per lo studente analfabeta ed è difficile da comprendere, perché comporta una sorta di sospensione della realtà per entrare nella mondo della finzione e del simbolico; il fatto stesso di giocare, di simulare, aiuta a sviluppare le competenze metacognitive e allo stesso tempo rispetta il sistema logico proprio delle culture orali: se nelle narrazioni poetiche delle culture orali a ogni figura corrisponde generalmente una precisa azione o aggettivo, nell'attività ludica rigidamente strutturata alla ripetizione di una stessa frase corrisponde un'altrettanta uguale conseguenza necessaria.
Risultati e Considerazioni Finali
Inoltre ha consentito di scoprire un'abilità nuova, che per alcuni si è rivelata naturale e estremamente divertente. Nel corso dell'anno, infatti, si è più volte fatto ricorso al disegno come divertente mezzo di comunicazione, con una certa spontaneità ed iniziativa da parte della classe.
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