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Allenatori Stranieri Vincenti: Un'Analisi Storica dello Scudetto in Italia

L'Italia è tradizionalmente un paese legato alle tradizioni, anche dal punto di vista calcistico. La storia in Serie A, rispetto ai campionati esteri, è caratterizzata soprattutto da tecnici italiani che hanno scritto pagine memorabili dei vari club. Anche in questo caso, però, esistono delle eccezioni: allenatori talmente completi che, pur venendo dall'estero, sono stati in grado di diventare vere e proprie leggende delle squadre di riferimento. Alcuni vincendo con una continuità disarmante, altri imponendo la propria figura, come il proprio calcio, con grande personalità.

Negli ultimi quarant'anni, come ricorda il Corriere dello Sport, solo quattro allenatori stranieri hanno vinto lo scudetto.

Nils Liedholm: Il Barone del Calcio Italiano

«Guarda il Barone come sta in panchina, guardalo, lui sì che non perde il self-control neanche dopo il gol». Ve lo ricordate l'inizio del celebre film 'L'allenatore nel pallone'? Quando Mara Canà si rivolge a Oronzo sottolineando la differenza tra la classe di Liedholm e la sua? Momento iconico che celebra una figura contraddistintasi in Italia per vittorie ed eleganza.

D'altronde, Liedholm in Serie A ha fatto veramente la storia. Basti pensare che tra tutti gli allenatori stranieri è quello con il maggior numero di panchine (643). Verona, Monza, Varese, Fiorentina, ma soprattutto Roma e Milan sono le squadre che lo svedese ha allenato. È proprio tra la Capitale e Milano che ha scritto la storia del nostro calcio. I trofei parlano per lui: due Scudetti (Milan 1979 e Roma 1983) e tre Coppe Italia (tutte in giallorosso). Ma ciò che più di tutto ha caratterizzato la sua figura è l’idea innovatrice che ha portato in Italia. È proprio alla Roma, infatti, che Liedholm ribalta la visione del calcio italiano. Da un calcio incentrato su uomo e palla, si passa alla zona: una rivoluzione che porterà al calcio moderno.

Grande calciatore e grandissimo allenatore. Dall'approdo in rossonero nel 1949, l'Italia è diventata casa sua, al punto da non lasciarla più. Marito di una torinese, la contessa Maria Lucia Gabotto di Sangiovanni, è nel capoluogo piemontese che, nel 2007, è stato sepolto dopo la sua scomparsa.

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Nils Liedholm era esattamente agli antipodi, come carattere, modi, idee e filosofia di gioco. Importò in Italia la “zona”, che sradicava la marcatura uomo a uomo privilegiando il presidio degli spazi con e senza palla. Ha sempre finto di non conoscere a fondo la nostra lingua per potersi esprimere con la sua ironia, i suoi doppi sensi che spiazzavano spesso l’interlocutore.

Nel 1961, dopo aver smesso di giocare all’età di 39, il Barone iniziò la sua brillante carriera da allenatore: Le squadre da lui allenate furono il Milan, il Verona con cui ottenne la promozione in serie A, il Monza, il Varese con cui ottenne un’altra promozione in A, la Fiorentina con cui perse una finale di Mitropa e una di Coppa Anglo-Italiana). Vinse 2 scudetti (Milan 1979, Roma 1983) e con i giallorossi arrivò in finale in Coppa dei Campioni nel 1984, perdendo all’Olimpico contro il Liverpool ai rigori. Vinse anche 3 Coppa Italia (1980,1981 e 1984).

Sven-Göran Eriksson: Trionfi a Roma, Sponda Lazio

Nella Capitale si hanno pareri contrastanti su Sven Goran Eriksson. I laziali lo acclamano come l'allenatore più vincente nella storia del club, i romanisti come uno dei responsabili dello scudetto perso, nel 1986, contro il Lecce già retrocesso.

La sua avventura italiana inizia nel 1984, quando sulla panchina subentra proprio a Liedholm, seppur nel ruolo di direttore tecnico. La sua esperienza giallorossa avrà durata di tre anni, l'esito? Una Coppa Italia vinta nel 1986 e quello scudetto, maledetto, perso clamorosamente nello stesso anno. Sven era laziale e ancora non lo sapeva? Il destino, che a volte appare beffardo, presto rivela i suoi piani reali.

Dopo una bella parentesi alla Sampdoria, in cui nel 1994 vince un'altra Coppa Italia, l'allenatore svedese viene chiamato da Sergio Cragnotti per guidare la Lazio più vincente di sempre. Uno scudetto, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea, altre due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane. Eriksson riscrive la storia biancoceleste. Dal baratro giallorosso, al paradiso biancoceleste: nessun allenatore a Roma ha vinto quanto lui. Eppure, anche qua, un po' di rammarico resta. Quella squadra tanto forte non è mai riuscita ad alzare l’unico trofeo che ogni bambino sogna, quella coppa con due grandi orecchie ai lati: sicuramente alla portata, forse ancora troppo importante.

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Prima di lui ad aver trionfato è stato Sven-Göran Eriksson nel 2000 con la Lazio nel duello infinito con la Juventus.

Le testimonianze di alcuni campioni come Chicco Evani e Pietro Vierchowod raccontano di uno Sven Goran Eriksson silenzioso e pacato, incline a lasciare grande libertà ai giocatori in campo e fuori, responsabilizzando la loro professionalità attraverso il silenzio e le indicazioni tattiche. Prediligeva il calcio all’inglese, un 4-4-2 trasformato nel tempo in un 4-5-1, moduli basati su squadre molto “corte”, fitte ragnatele di passaggi, pressing e improvvisi lampi sulle fasce, privilegiando spesso la fisicità dei suoi atleti. Ha vinto lo scudetto con la Lazio nel 2000 e, sempre con questo club, 2 Coppe Italia, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Uefa. Moltissimi altri trofei con altri club in una carriera interminabile tra club e Nazionali.

José Mourinho: Lo Special One che ha Conquistato l'Italia

Nessuno può mettere in discussione quanto fatto da Mourinho in Italia. L'impresa più recente è stata la vittoria della Conference League con la Roma, il primo trofeo europeo (riconosciuto dalla UEFA) nella storia giallorossa. Ma niente è equiparabile a quanto visto nel 2009/2010 sulla panchina dell'Inter.

Reduce dalla vittoria dello scudetto l'anno precedente, la stagione dei neroazzurri non inizia nel migliore dei modi. La Lazio di Ballardini si impone in finale di Supercoppa Italia, riuscendo in un'impresa che si è poi rivelata ancora più grande di quanto potesse sembrare in quel momento.

Da quel capitombolo a Pechino, infatti, Mourinho diventa l'artefice di una cavalcata che mai nessuno è riuscito a eguagliare in Italia. Quella stagione è stradominata dai neroazzurri e si conclude con l'Inter che si conferma campione d'Italia, vincitrice della coppa nazionale (in finale contro la Roma), ma che soprattutto alza al cielo una straordinaria Champions League, vinta nella finale di Madrid con il Bayer Monaco grazie a un super Diego Milito. Una stagione talmente gloriosa da spingere Mourinho a dire addio alla città di Milano e, momentaneamente, anche all'Italia, lasciando come ricordo un’impresa forse irripetibile.

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Il suo ritorno, a sorpresa, è fissato nel 2021 quando a Trigoria annunciano il suo arrivo al posto del connazionale Fonseca. Nei primi due anni alla Roma, la Conference è, fino a oggi, l'unico trofeo vinto da Mourinho nella sua seconda esperienza italiana, a fronte, però, di una pesante sconfitta in finale di Europa League contro il Siviglia.

L'ultimo allenatore straniero ad aver vinto lo scudetto è stato Josè Mourinho alla guida dell'Inter nelle stagioni 2008-2009 e 2009-2010.

Di José Mourinho è quasi inutile scrivere. Un Herrera moderno, nei modi e nelle idee calcistiche, istrionico e provocatorio, che ho avuto il piacere di intervistare da allenatore del Chelsea prima e del Real Madrid poi. All’Inter dal 2008 al 2010 vince 2 scudetti e riporta in nerazzurro la Coppa dei Campioni dopo 45 anni.

Helenio Herrera: Il Mago che ha Rivoluzionato il Calcio Italiano

«Il calcio di Herrera si basava tutto sulla fiducia nei propri mezzi. Pochi concetti, ma estremamente chiari. Un lavoro psicologico martellante che oggi potrebbe apparire ridicolo, ma che poteva trasformare le sue squadre in vere e proprie macchine da guerra. Non conosceva vie di mezzo lui voleva essere amato e temuto. A chi lo accusava di arroganza, lui rispondeva candidamente che la sua unica colpa era di essere il migliore». Si esprimeva così Mario Sconcerti su Helenio Herrera, semplicemente uno dei migliori allenatori nella storia del calcio.

Soprannominato il 'Mago', è stato capace di vincere trofei in ogni club in cui ha allenato. Dalla Spagna all'Italia non ha mai fallito, rimanendo nell'anonimato - si fa per dire - solo quando era alla guida delle due nazioni nel ruolo di commissario tecnico.

In Serie A il suo nome è leggenda. Sulla panchina dell'Inter dal 1960 al 1968 ha alzato al cielo due Coppe dei Campioni, tre scudetti e, per non farsi mancare niente, due Coppe Intercontinentali.

Una Coppa Italia e una Anglo-Italiana sono il risultato, invece, di una avventura quinquennale alla guida della Roma, dal 1968 al 1973. Curiosità: nel finale della sua carriera, prima di tornare al Barcellona, ha ricoperto l'incarico di consulente del Rimini Calcio, ultima sua esperienza italiana.

Il suo calcio, basato su poche indicazioni, chiare e martellanti, è stato associato subito al 'catenaccio' italiano. Nonostante non sia lui l'inventore, sicuramente ne è stato il più grande esponente.

Il calcio di HH (Helenio Herrera) era basato sulla comunicazione e sulla psicologia: inculcava nei giocatori l’ossessione per la fiducia nei propri mezzi, aveva pochi e chiari concetti basati quasi esclusivamente sul catenaccio e sul contropiede, usava l’aggressività nelle espressioni e nella sua idea di gioco. Il suo slogan più famoso fu, non a caso, “Taca la bala”, una traduzione un po’ maccheronica del francese “Attaquez le ballon” tanto che alla lettera, la traduzione in italiano non sarebbe “Attacca la palla” (prima versione strategica del pressing), ma “Affronta il proiettile” che comunque rende bene la filosofia herreriana.

Ho conosciuto un Helenio completamente trasformato negli studi televisivi di Mediaset, molti anni dopo il suo ciclo straordinario in nerazzurro: era ironico e disincantato, politicamente scorrettissimo e simpaticissimo. Lui, che amava essere amato e temuto, attaccava continuamente cartelli motivazionali negli spogliatoi, sollecitava i tifosi allo stadio perché sostenessero continuamente la squadra, meticoloso lavoratore e osservatore prendeva appunti in continuazione: leggete bene quanto fu innovatore rispetto ad abitudini consolidate del calcio moderno.

Tabella: Allenatori Stranieri Vincitori di Scudetto negli Ultimi 40 Anni

Allenatore Nazionalità Squadra Stagioni
José Mourinho Portogallo Inter 2008-2009, 2009-2010
Sven-Göran Eriksson Svezia Lazio 1999-2000
Nils Liedholm Svezia Roma 1982-1983
Nils Liedholm Svezia Milan 1978-1979

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