Coniugazione dei Verbi Italiani: Una Guida Dettagliata
La lingua italiana, con la sua ricchezza e complessità, presenta sfide interessanti nello studio della coniugazione dei verbi. Questo articolo si propone di chiarire alcuni dubbi frequenti, soprattutto riguardo ai tempi passati e alle forme irregolari.
Il Tempo Presente
Il tempo presente può essere usato, a volte, al posto del passato per dare alle azioni passate un senso di immediatezza, per farle percepire come se stessero accadendo nel presente. Ad esempio: Oggi ci sono 42 gradi! Sono le 14:00 e non abbiamo ancora pranzato...
Il Passato Prossimo
Il Passato Prossimo si compone con il Presente Indicativo del verbo essere o avere + Participio Passato del verbo. Ad esempio: Lucia ha mangiato la pizza. Marco e Lucia hanno studiato inglese tutto il giorno. Ho chiamato Davide ieri sera. Marta ha sposato Riccardo.
Il Passato Remoto e le Forme Irregolari
Molti verbi italiani presentano forme irregolari al passato remoto. Vediamo alcuni esempi e le loro particolarità:
Accedere
Si tratta di un composto del verbo cedere e, in quanto tale, ricalca la coniugazione del verbo di partenza. Il passato prossimo è "io ho acceduto" (tempo composto in cui si ritrova la forma del participio passato "acceduto", analogo a "ceduto"); il passato remoto prevede, per alcune persone, doppie forme, ambedue corrette: io accedei/accedetti, tu accedesti, egli accedé/accedette.
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Aprire
In passato non c'era differenza: le due forme venivano usate con la stessa frequenza. Oggi è molto più comune la forma io aprii, egli aprì, essi aprirono, che per questo vi consigliamo. Ma se per caso ricorreste all'altra (io apersi, egli aperse, essi apersero) non fareste un errore.
Benedire
Benedicevo! Tutti i composti del verbo dire (benedire, maledire, contraddire, disdire, predire, ridire) seguono infatti la coniugazione del verbo base dire: quindi benedicevo, maledicevo, benedicesti, maledicesti e così via. Fa eccezione la seconda persona dell'imperativo, che nel verbo dire è di', mentre nei composti è -dici: «Signore, benedici questa casa...
Convenire e Intervenire
E qual è il passato remoto di altri verbi composti con il verbo venire, come ad esempio intervenire: intervenne o intervenì? Molto meglio convenne e intervenne. I composti del verbo venire (addivenire, avvenire, circonvenire, contravvenire, convenire, divenire, intervenire, pervenire, prevenire, provenire, rinvenire, rivenire, sconvenìre, sopravvenire, sovvenire, svenire) si coniugano tutti come il verbo base.
Convergere
Il passato remoto di convergere è convèrsi, convergesti, convèrse, convergemmo, convergeste, convèrsero; rare e indicate solo da alcuni dizionari le forme convergei (e convergetti) per conversi, e convergerono per conversero.
Coprire
Anche in questo caso, come per il passato remoto di aprire, anticamente venivano usate tutt'e due le forme; oggi è molto più comune il tipo io coprii, egli coprì, essi coprirono, ma le forme io copersi, egli coperse, essi copersero, non sono da considerare errori.
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Cuocere
Suona male, lo sappiamo, ma il passato remoto di cuocere è cossi, cuocesti, cosse, cuocemmo, coceste, cossero. Per il participio passato un tempo si usava anche la forma cociuto: oggi sopravvive solo cotto.
Dirimere
La coniugazione del passato remoto del verbo dirimere prevede, per alcune persone, doppie forme, ambedue corrette: io dirimei/dirimetti, tu dirimesti, egli dirimé/dirimette, noi dirimemmo, voi dirimeste, essi dirimerono/dirimettero; il participio passato non è in uso.
Divergere
Il passato remoto di divergere − divergéi, divergésti, ecc. − è segnalato dai dizionari come raro o non usato.
Dovere
Anche un verbo comune come dovere può talvolta lasciarci in dubbio, tanto più se dobbiamo usarlo in un contesto formale: è più corretto devo o debbo? devono o debbono? deva o debba? devano o debbano? Comunque scegliate, state tranquilli; non farete brutta figura. Le forme verbali citate sono, infatti, intercambiabili: potete ricorrere all'una o all'altra senza sbagliare.
Altri Verbi con Particolarità
Esatto
Con questo valore verbale, esatto si usa solo nel linguaggio burocratico, col significato di 'riscosso': «La somma esatta (riscossa) ammonta a circa due miliardi di lire».
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Incutere
Il participio passato di incutere, cioè 'infondere', esiste? E qual è?
Iniziare
Il verbo iniziare si usa molto spesso, ma talvolta può metterci in imbarazzo. Può venirci qualche perplessità, infatti, a proposito del suo uso come intransitivo. Originariamente, iniziare era solo transitivo («Avevo appena iniziato la lettura del giornale»), o intransitivo pronominale («Il corso s'inizia a ottobre»). Per influenza del verbo cominciare, è stato usato anche come intransitivo, senza la particella pronominale, e con l'ausiliare essere: «La trasmissione non è ancora iniziata».
Prudere
Il verbo prùdere appartiene ai cosiddetti verbi difettivi, ovvero quei verbi che mancano di alcuni modi, tempi o persone verbali. Prudere presenta la terza persona singolare e plurale dei tempi semplici: indicativo presente (prude, prudono), imperfetto (prudeva, prudevano), futuro (pruderà, pruderanno); congiuntivo presente (pruda, prudano), imperfetto (prudesse, prudessero); condizionale presente (pruderebbe, pruderebbero); gerundio presente (prudendo). Non si usano dunque né il participio presente né il participio passato.
Riflettere
Il verbo riflettere ha una doppia anima: il suo passato remoto può essere riflettei o riflessi. Quando è riflettei significa 'considerare', quando è riflessi significa 'mandare riflessi'.
Rimuovere
Si tratta di un composto del verbo muovere, di cui ricalca la coniugazione.
Seppellire
Sono corrette entrambe le forme: la più comune è sepolto, che continua l'originale latino sepultus. Seppellito è usato di meno, ma in alcune frasi i due participi si alternano.
Soddisfare
Soddisfaccio, soddisfo o soddisfò? Le prime due vanno bene; la terza non è sbagliata ma è rara. Come si spiega tanta varietà di forme? I composti del verbo fare (assuefare, contraffare, liquefare, rifare, sopraffare, stupefare) seguono la coniugazione del verbo semplice: quindi assuefaccio, assuefacevo, assuefeci, assuefarò; contraffaccio, contraffacevo, contraffeci, contraffarò, e così via. S'intende che le voci non riportate non si usano, perché non sono documentate.
Sposare
Marco si è sposato o Marco ha sposato? Il verbo che indica l'azione di sposarsi va usato con attenzione. Sposare, infatti, è un verbo transitivo: richiede un'anima gemella che faccia da complemento oggetto. Dobbiamo dire: «Marco ha sposato Giulia», «Giulia ha sposato Marco»; non possiamo dire: «Marco ha sposato», «Giulia ha sposato».
L'Uso di "Stare" al Posto di "Essere"
L'abitudine di sostituire stare a essere è di origine meridionale; per questo carattere di accentuata regionalità va evitata negli usi ufficiali e formali.
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