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Bari: Cosa Vedere nel Cuore della Puglia

“Se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari“, recita un proverbio barese. Questa affermazione racchiude l'essenza di una città affascinante, affacciata sul Mar Adriatico e ricca di storia, cultura e tradizioni.

Bari Vecchia: Un Labirinto di Emozioni

Prima di scoprire cosa vedere a Bari, bisogna fare prima una piccola precisazione. La città è suddivisa in una zona antica e una più moderna “separate” da Corso Vittorio Emanuele II. La bellezza del capoluogo pugliese trasuda da ogni angolo della Bari Vecchia che custodisce un dedalo di vie affascinanti, in cui ognuno sembra avere un preciso compito per fare sentire il visitatore come sul set di un film.

Le signore che tra i vicoli lavorano la pasta e realizzano orecchiette con maestria, i pescatori che scaricano il pesce dalle barchette di legno, qualcuno che stende i panni che poi ondeggiano sinuosamente a ogni soffio di vento, così come il mare che dolcemente bagna le sue coste. Se hai un solo giorno a disposizione è proprio qui che ti consiglio di concentrare la tua visita.

Il mio suggerimento è quello di dare un’occhiata all’itinerario, magari prima di iniziare la scoperta della città e poi lasciare che siano i vicoli, i profumi e i colori ad indicarti la strada. Non ti preoccupare, difficilmente potresti perderti o mancare di vedere le principali attrazioni qui custodite, ma anche se così fosse, nulla potrà appagare il tuo spirito viaggiatore come un girovagare senza meta.

Inizia il tuo itinerario di cosa vedere a Bari da Piazza Federico II di Svevia, posta proprio di fronte al Castello Svevo. Ai lati della piazza potrai ammirare i primi banchetti (per nulla improvvisati) di pasta stesa ad essiccare e udire le chiacchiere delle signore che sedute realizzano questa pasta con maestria. Imbocca strada Arco Basso, la cosiddetta “Via delle Orecchiette” e lasciati travolgere da questa straordinaria quotidianità.

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Certo, le signore saranno più che felici di venderti un sacchetto di orecchiette da portare a casa come souvenir (scelta consigliatissima!), ma potrai anche solo passeggiare e lasciarti rapire dall’atmosfera. Raggiungi n' dèrr'a la lanze, o semplicemente, il Molo di San Nicola. Questo termine quasi impronunciabile per i non-baresi, significa letteralmente “a terra di lancia” ma ha un senso.

In dialetto le barche in legno vengono chiamate “lanz” e, i pescatori al rientro dal mare, buttavano a terra il pesce da vendere e chi lo comprava diceva di aver preso il pesce “N' dèrr'a la lanze“, appunto ai piedi delle barche (fonte: Barinedita). Si tratta di un luogo davvero iconico di Bari, in cui potrai vedere i pescatori rientrare dall’uscita in mare quotidiana e scaricare pesce (ovviamente freschissimo).

Dopo la passeggiata lungomare, fai dietrofront, costeggia il teatro Margherita e raggiungi la muraglia di Bari. Si tratta di Via Venezia, una via rialzata che ti permette di ammirare il mare e usufruire delle scale che conducono nel cuore del centro storico. Seguendo questo itinerario a piedi per Bari giungerai alla Basilica di San Nicola dalla parete laterale, ma ti basterà costeggiarla per giungere di fronte alla maestosa facciata.

Ammirandola dalla piazzetta adiacente, ti renderai conto dei tratti lineari e ordinati che, seppure di grandi dimensioni, regalano a questa basilica un aspetto pulito e semplice. Entrando nella chiesa potrai ammirare come anche all’interno venga mantenuta questa elegante semplicità, benché i dettagli non manchino sicuramente. Scendendo qualche scalino potrai raggiungere la cripta in cui sono custodite le spoglie del Santo.

Dalla Basilica di San Nicola imbocca l’arco che ti condurrà in Piazzetta 62 Marinai. Perditi nei vicoli del centro storico, tra negozi di souvenir e artigianato, tra un bar e una trattoria, ammirando la quotidianità barese. Con tutta facilità giungerai a un’altra chiesa, la Basilica Cattedrale Metropolitana, anch’essa molto bella con un suggestivo rosone sulla facciata (biglietto da circa € 4 a seconda della modalità).

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Il Castello svevo è risalente al 1233 ed è circondato in tutta la sua interezza da un fossato. È possibile visitarlo e ammirare resti archeologici (come ceramiche ed orecchini) ma anche mostre temporanee di vario stampo. Una volta terminata la visita di queste cose da vedere a Bari, lascia che sia il fiuto a guidarti: raggiungi Piazza Mercantile, un vero e proprio punto di ritrovo adornato di bar e ristoranti.

Per seguire questo itinerario all’interno di Bari vecchia, un buon consiglio è sicuramente quello di soggiornare in una struttura in questa zona della città o, comunque, non troppo distante.

Strutture consigliate in cui alloggiare a Bari:

  • B&B Bella Bari (da € 86): situato nel cuore della città vecchia, questo bed & breakfast si trova a soli 200 metri dalla Basilica di San Nicola. Gli arredi sono semplici e classici, ma la struttura offre un ottimo rapporto qualità prezzo.
  • B&B La Muraglia (da € 117): situato in posizione davvero comoda all’interno della città vecchia, questa struttura offre appartamenti con una o due camere da letto.
  • Hotel Boston (da € 151): se cerchi un hotel in cui soggiornare a Bari, dai un’occhiata all’hotel Boston.

I Monumenti Simbolo di Bari

A Bari vecchia c’è la Basilica di San Nicola, la Cattedrale di San Sabino, il Castello Normanno-Svevo e un’infinità di altre chiese e palazzi interessanti dal punto di vista storico-architettonico. Insomma, la Bari turistica coincide quasi del tutto con quella più folcloristica e legata alle antiche tradizioni.

Basilica di San Nicola

Se c’è un edificio religioso la cui importanza travalica gli aspetti confessionali questo è la Basilica di San Nicola. Soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino e la distensione dei rapporti tra est e ovest, la chiesa del Santo Patrono di Bari è diventata luogo di incontro tra la cultura cattolico-romana e quella greco-ortodossa.

Non a caso, sia nella Cappella russa-ortodossa della cripta della basilica, che sull’altare della tomba del santo, viene celebrata messa secondo il rito di Costantinopoli. Insomma, la basilica è un importante luogo di incontro tra cristiani e la circostanza negli anni ha consolidato il turismo religioso contribuendo ad arricchire ulteriormente la già spiccata dimensione internazionale della città.

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Dal punto di vista architettonico, invece, la Basilica Pontificia di San Nicola è un esempio di stile romanico. Costruito sotto la dominazione normanna a cavallo tra XI e XII secolo (a seguito dell’arrivo delle spoglie di San Nicola dalla città di Myra, anno 1087), l’edificio è stato realizzato sull’area di residenza del catepano, il governatore greco-bizantino che risiedeva stabilmente in città.

Le diverse dominazioni che si sono succedute nel corso dei secoli (normanna, sveva, angioina, aragonese, borbonica e post-unitaria) hanno tutte aggiunto qualcosa sul piano decorativo, senza però che l’impianto massicio e sobrio dell’originaria architettura normanna ne uscisse stravolto.

La Basilica è visitabile dal lunedì al sabato dalle 7.00 alle 20.30; la domenica dalle 7.00 - 22.00.

Cattedrale di San Sabino

Una delle chiese più belle dell’Italia meridionale, senza nulla da invidiare alla Basilica di San Nicola. Tra l’altro, come dimostra il mosaico pavimentale riportato alla luce nel 1960, sul posto esisteva già una chiesa ben prima dell’anno mille.

Secondo fonti ecclesiastiche questa chiesa venne distrutta nell’XI secolo per far posto alla cattedrale cittadina che però, dopo l’arrivo delle reliquie di San Nicola (anno 1087), perse presto la sua centralità a vantaggio della vicina basilica che ospitava le spoglie del santo.

Un lento declino culminato con la parziale distruzione, nel 1156, per mano di Guglielmo I di Sicilia, detto “il Malo“, che in quel modo intese punire il vescovo e la cittadinanza per l’insubordinazione più volte manifestata nei confronti del potere normanno.

Soltanto nel 1292, oltre un secolo dopo i fatti testé accennati, ci fu la consacrazione della nuova cattedrale che a tutt’oggi resta una delle più fulgide testimonianze dell’architettura romanico-pugliese.

Al pari della Basilica di San Nicola e delle altre chiese cittadine, nel XVIII secolo gli interni della Cattedrale di San Sabino hanno conosciuto una decisa virata barocca da cui però si è fatto retromarcia negli anni ’50 del secolo scorso restituendo all’edificio la sua nuda solennità.

All’inizio degli anni ’00 la Cattedrale è stata chiusa al pubblico per sottoporla a un lungo restauro conservativo con l’aggiunta di un nuovo impianto di illuminazione.

Castello Normanno-Svevo

Basilica, Cattedrale e Castello: è questa la triade da cui partire per andare alla scoperta di Bari. Come la Basilica di San Nicola, anche il Castello Normanno Svevo sorge su quella che un tempo era l’area residenziale del catepano, il governatore bizantino di stanza in città.

La fortezza venne parzialmente distrutta nel 1156 dal popolo barese che a più riprese aveva mostrato insubordinazione nei confronti dell’autorità normanna (rivolta filo-bizantina 1155-1158). Bisognò attendere quasi un secolo - per la precisione, il 1233 - perché si procedesse alla ristrutturazione dell’edificio sotto le insegne di Federico II di Svevia, come ci ricorda lo stemma (la famosa aquila federiciana) sul portale d’ingresso.

Per il resto, la storia dell’edificio ricalca quella delle diverse dominazioni che si sono succedute in città. Quindi dopo i Normanni e gli Svevi, gli Angioini, la dinastia aragonese, e successivamente quella borbonica. Proprio i Borbone, in maniera del tutto simile a quanto fatto con altre strutture di questo tipo, nel XVI secolo trasformarono il castello in luogo di prigionia e caserma.

Oggi il Castello Normanno-Svevo ospita mostre e rassegne culturali le più varie. Da vedere i calchi dei maggiori monumenti regionali (mensole, capitelli, sculture e altri dettagli architettonici) per un arco temporale che va dal Medioevo ai primi anni del XX secolo.

Il Teatro Petruzzelli: Un Simbolo Rinasce

II popolo barese è sempre stato molto “vivace”. Più volte, nel corso della storia, i cittadini del capoluogo pugliese hanno protestato in maniera veemente contro il potere politico locale. Una delle più famose fu nel 1890 dopo aver preso atto dell’inadeguatezza del Teatro comunale Puccini (inaugurato nel 1854) ad ospitare la “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni.

La circostanza indusse l’amministrazione locale ad accellerare l’iter per la costruzione di un teatro più grande anche se, dopo l’approvazione del progetto redatto dall’ingegnere barese Angelo Messeni e presentato dai fratelli Onofrio e Antonio Petruzzelli (cognati dell’ingegnere), l’opera stentò diversi anni a partire.

Fu ancora una volta l’indignazione popolare la molla che spinse ad accellerare i lavori: i disordini per l’aumento del dazio sulla farina vennero placati, infatti, con un fitto piano di opere pubbliche (e quindi maggior occupazione) tra cui, appunto, il Teatro Petruzzelli.

L’inaugurazione avvenne nel 1903 e da allora, fermo restando le vicissitudini della prima metà del ‘900 (le due guerre mondiali, la dittatura fascista e lo sbarco degli alleati), quasi tutti gli eventi culturali di maggior rilievo sono passati da questo teatro.

Il primato artistico-culturale del Petruzzelli di Bari ha subito un terribile colpo nel 1991 con un incendio doloso che ha distrutto buona parte della struttura. Dal 2009, però, il teatro ha ripreso la sua attività e il posto che gli compete nel “cuore” della città.

Visitarlo, perciò, va al di là della passione per la lirica e la danza classica: in ballo ci sono una storia e una tradizione centenarie che hanno ripreso a vivere dopo esser state colpite quasi a morte.

Il Lungomare di Bari: Una Passeggiata Tra Storia e Mare

C’è chi, esagerando, ha paragonato il lungomare di Bari alla mitica Ocean Drive di Miami Beach. L’esagerazione, tuttavia, non è riferita alla bellezza dei luoghi, ché anzi quello di Bari non ha nulla da invidiare agli altri, quanto al divario turistico-commerciale esistente con altre realtà, non solo Miami.

Un gap che l’amministrazione comunale sta cercando di colmare con un progetto di riqualificazione che interessa soprattutto il tratto Imperatore Augusto dove, stando ai piani, verrà allargata la passeggiata con tanto di passerella-solarium a pelo d’acqua.

In attesa degli sviluppi, vale comunque la pena fare una passeggiata sul lungomare barese. Non tutto in una volta, a meno che non siate runners provetti, ma scegliendo la zona che più aggrada a seconda della situazione. Il già citato lungomare Imperatore Augusto che circonda tutta la zona di Barivecchia, oppure il lungomare Nazario Lauro con partenza dalla mitica “Pane e Pomodoro” la spiaggia dei baresi.

Suggestioni e atmosfere diverse che a un occhio attento svelano molti dettagli architettonici della città. Dalla prevalenza del romanico-pugliese nel centro storico, alle trasformazioni urbanistiche di stampo fascista realizzate negli anni ’30 sotto l’impulso del podestà, nonché Ministro dei Lavori Pubblici, Antonio di Crollalanza.

Insomma, il lungomare di Bari è tappa obbligata per chiunque visiti la città. Piacevolissimo passeggiare d’estate sul far della sera.

Nderr la Lanz: L'Anima Popolare di Bari

“Nderr la lanz” che in italiano significa “a terra la lancia” è il luogo simbolo della baresità, quello che meglio spiega l’anima popolare della città. Qui (Molo San Nicola) ogni giorno, mare permettendo, avviene la compravendita del pescato con decine di pescatori impegnati a piazzare il loro prodotto.

Seppie, polpi, aragoste, ricci di mare, cozze e tante altre prelibatezze della gastronomia locale rappresentano lo scenario di questo suggestivo angolo di Bari con vista sul Margherita, teatro in stile liberty di inizio ‘900 in fase di ristrutturazione.

E mentre, appunto, la città tutt’attorno cambia “Nderr la lanz” rimane fedele a se stessa. Le cose ovviamente sono cambiate anche qui, a partire dall’abitudine di gettare il pesce ai piedi della barca (da cui il nome della località) ma molto più lentamente rispetto al contesto circostante.

Forse è questa sensazione di familiarità profonda il motivo per cui i baresi vi sono tanto affezionati al punto da frequentare il luogo a prescindere dall’acquisto del pesce. Nderr la lanz, infatti, è uno dei posti di ritrovo della movida cittadina, specie durante il periodo estivo.

La Cucina Barese: Un Tripudio di Sapori

Il ricettario barese è talmente vasto che è assai proibitivo renderne conto in maniera esaustiva. C’è una pietanza, però, la cui fama ha varcato di gran lunga i confini cittadini, e in verità anche quelli regionali e nazionali. Stiamo naturalmente parlando delle orecchiette, che i baresi cucinano con le cime di rapa ma che nulla vieta di preparare in mille altri modi.

Più che i possibili condimenti, quindi, il valore aggiunto è proprio la lavorazione a mano della pasta che in alcuni vicoli di Barivecchia avviene sull’uscio di casa. La strada delle orecchiette per antonomasia è Via Arco Basso poco distante dal Castello Normanno-Svevo nel cuore della città antica.

L’acquisto delle “strascinate”, come vengono chiamate in dialetto barese, è tra le cose assolutamente da fare durante la visita in città. Va da sè che i picchi di produzione sono in coincidenza dei periodi di maggior afflusso turistico, quindi a ridosso del Natale e durante l’estate.

Arricchita rispetto a quella tradizionale del resto della regione da ortaggi e frutta, abbondanti nell’agricoltura locale, la cucina barese si basa sui tre prodotti principali: grano, olio e vino.

Proprio dal grano duro nascono le protagoniste indiscusse delle tavole baresi: le orecchiette con cime di rapa, passate in padella con aglio, olio, peperoncino e, a volte, filetti di alici. Anche se, a quanto pare, la pasta secca di grano duro è stata portata nel tacco d’Italia da mercanti provenzali, è ormai il vero must del gusto in terra di Puglia.

Ma con la pasta fatta in casa vengono preparate una miriade di altre specialità, come i calzoni al forno ripieni di cipolla, acciughe, capperi e olive, i panzerotti fritti ripieni di lardo e ricotta o mozzarella, le pettole alla barese (una specie di pizza rustica), la tipica focaccia alla barese, da comprare preferibilmente nei panifici storici di Bari Vecchia (il più famoso il panificio Fiore, alle spalle della Basilica di San Nicola), i taralli, le friselle e le sgagliozze, fette di polenta fritta preparate e direttamente vendute per le strade della città vecchia.

Affacciata sul mare, Bari è famosa anche per i piatti di pesce: il dentice alle olive, l’orata alla San Nicola, le alici arracanate e i polipetti in casseruola, che si possono assaporare in ristoranti a pochi passi dal mare. Da non perdere l’immancabile teglia di riso, patate e cozze, piatto ereditato dall’occupazione spagnola e detto anche tiedda.

Estremamente tipiche le linguine al sugo di seppia e le lumache alla barese, ossia le lumache raccolte dal vicino altopiano della Murgia, cotte o lessate e condite in vario modo.

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