Bashu, il piccolo straniero: Trama, temi e significato
La sezione Venice Classics è dedicata ai migliori restauri di film classici provenienti da tutto il mondo. Tra questi, spicca "Bashu, il piccolo straniero" di Bahram Beyzai, un'opera profondamente toccante che affronta temi universali.
Trama
La trama di “Bashu, il piccolo straniero” è semplice ma profondamente toccante: durante la guerra Iran-Iraq, Bashu, un bambino iraniano di otto anni fugge dal suo villaggio bombardato e, dopo varie peripezie, raggiunge una località sicura al nord del paese.
Più precisamente, Bashu, un bambino del sud dell’Iran, perde la sua famiglia durante la guerra Iran-Iraq e fugge verso nord in cerca di salvezza. Salito su di un camion finisce in una lontana campagna del Nord Iraniano, dove lo accoglie e sfama Naìi, una giovane donna che si occupa del proprio pezzo di terra e di due bambini, essendo il marito partito per andare altrove in cerca di lavoro.
Qui però la sua pelle scura è mal tollerata dalla popolazione. Viene accolto da Naii, una donna che vive con i suoi due figli in un villaggio. Una giovane madre però si prende cura di lui.
Il ragazzetto è ancora terrorizzato e traumatizzato, soprattutto per il ricordo e la visione della madre arsa viva; egli non parla (la donna lo crede muto), i vicini lo considerano troppo scuro di pelle per essere buono e criticano Naìi che si è messa in testa di sfamare e tenere in casa quello sconosciuto randagio, che non può che portare guai.
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Ma Naìi è una donna fiera, forte e generosa e poi, poco a poco, il piccolo ospite si fa meno selvatico e comincia ad aiutarla in cascina, sul campo ed al mercato. Lei accenna al ragazzo nelle lettere che fa scrivere al marito; lo assiste quando un giorno sta male; lo ripesca nel fiume una volta che è fuggito e vi è caduto dentro e gli compra al mercato una bella camicia nuova.
Ormai il ruvido Bashù si è ammansito e ha perfino fatto pace con i suoi coetanei, figli dei vicini, che lo avevano accolto con mille sberleffi. Ora per la donna, Bashù è come un figlio e lo capisce il marito che torna a casa, dopo tentativi falliti e con un braccio in meno per un incidente sul lavoro.
Temi
Il film, girato tra il 1986 e il 1989, è considerato un’opera poetica e profonda che affronta temi universali come l’amore, l’accettazione, la solitudine e l’inclusione. Il significato di appartenenza sullo sfondo della guerra è un altro tema centrale.
Profondamente intrecciati, realtà e simboli si alternano in questo nitido, complesso e coinvolgente film che ha per telaio narrativo il Mito: “… alla fine della storia i fili avranno intrecciato l’Arazzo, la trama avrà scoperto l’Immagine.” (Emanuela Imparato).
I fili della guerra e del dolore si annodano a molti altri: la povertà, la memoria, la tendenza autodistruttiva di Bashù, la matrice originaria della Natura e della Terra, la fiera tenacia amorosa di Naii, il ruolo delle donne indomite nell’ostinata ricerca della pace e della tolleranza.
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Bahram Beyzai: Maestro del Nuovo Cinema Iraniano
Bahram Beyzai, oggi 86enne, è uno dei grandi maestri del Nuovo Cinema Iraniano, movimento nato alla fine degli anni ’60. Regista, sceneggiatore e studioso, ha firmato film iconici come Downpour (1972), Stranger and the Fog (1974), The Crow (1976), Travelers (1992) e Killing Mad Dogs (2001).
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