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Escursione al Corno Piccolo e Campo Imperatore: Un'Avventura Appenninica

Il Gran Sasso d'Italia, situato interamente in Abruzzo, è il massiccio montuoso più alto degli Appennini continentali. Complessivamente l’altitudine, la composizione delle rocce, il tipo di erosione a cui è stato soggetto, fanno del Gran Sasso la montagna appenninica più simile ai gruppi alpini dolomitici.

Le cime maggiori si trovano nella sotto-catena settentrionale: il Corno Grande, che consta di quattro vette principali: quella Orientale (q.2.903), la Centrale (q.2.893) il Torrione Cambi (q.2.875) e la maggiore, quella Occidentale (q.2.912), che è anche la vetta più alta di tutti gli Appennini Continentali) e il Corno Piccolo (q.2.655).

Accesso e Trasporto

Per raggiungere Campo Imperatore (AQ), si può posteggiare nelle vicinanze dell’Osservatorio Astronomico [Coordinate GPS: 42°26’34” N, 13°33’30” E], punto da cui comincia l’itinerario.

Itinerari al Corno Piccolo

Il Corno Piccolo è una cima particolarmente interessante dal punto di vista alpinistico. Numerosissime sono le vie tracciate su tutti i suoi versanti, con qualsiasi grado di difficoltà. Spettacolare la parete Est dove risalta la splendida placca del Monolito.

Via Normale al Corno Piccolo

E' l'itinerario più frequentato per salire in cima al Corno Piccolo. Ma vi è anche qui una Via Normale che fortunatamente permette anche ai meno esperti di raggiungere la cima senza bisogno di set da ferrata, mescolando così sotto la croce di vetta alpinisti bardati di tutta la loro ferraglia ad intraprendenti famigliole di escursionisti.

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Accesso: Dai Prati di Tivo (q. 1450 m) è possibile raggiungere la Madonnina dell´Arapietra (q. 2015 m) in seggiovia.

Descrizione della salita: Dalla Madonnina si segue la mulattiera che a svolte risale verso sinistra per entrare nel Vallone delle Cornacchie. Attraversato il Passo delle Scalette (q. 2100 m) il sentiero sale tra grossi massi ed un arco naturale, poi un breve tratto più impegnativo con corda fissa. Si continua con tornanti fino al rifugio Franchetti. Eccezionale Il colpo d´occhio sulla parete est del Corno Piccolo. Dopo una doverosa sosta al rifugio si riprende il sentiero che rapidamente permette di raggiungere la Sella dei Due Corni (q. 2547 m) ai piedi delle vicinissime Fiamme di Pietra.

Dalla Sella ci si abbassa nel Vallone dei Ginepri sulle ghiaie, mantenendosi presso la base delle assolate pareti delle Fiamme di Pietra (attenzione ai sassi che dall'alto le cordate impegnate ad arrampicare potrebbero involontariamente far cadere). Alla base dell'elegante Campanile Livia si ignora il bivio a destra per la ferrata Danesi, proseguendo a scendere per il sentiero Pier Paolo Ventricini; dopo un centinaio di metri ecco un secondo bivio: qui lasciate andare verso valle il Ventricini (che diventerà poco oltre via ferrata) e seguite a destra le indicazioni pitturate sulla roccia per la Via Normale al Corno Piccolo.

Ora per facili roccette si oltrepassano vari canali, salendo e scendendo su roccette con difficoltà massime di secondo grado e poco esposte sul vuoto, tagliando tratti più friabili e ghiaiosi e con un passaggio insolito dentro un piccolo tunnel tra un masso incastrato ed il fondo del canale. Il sentiero prosegue sempre segnato di bianco rosso e arriva a sbucare su una selletta sul culmine della Prima Spalla del Corno Piccolo (ometto). Da qui salire a destra, guidati dai bolli CAI e da vari ometti, costeggiando un profondo e inconfondibile crepaccio nella roccia fino ad incrociare la via Danesi e quindi arrivare sulla aerea e panoramicissima vetta del Corno Piccolo 2633 m (caratteristica e malferma croce metallica di tubi innocenti).

Via Ferrata Brizio e Danesi

Per i più esperti, è possibile affrontare le vie ferrate Brizio e Danesi. Necessita esperienza di vie ferrate e ottimo allenamento (min. 800 m disl.).

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Dal parcheggio si segue il sentiero per la Sella di M. Aquila e si prosegue per Campo Pericoli e la Sella del Brecciaio (m 2500 circa - ore 1,15). Si prende la Via ferrata Brizio (funi metalliche e scale esposte in discesa) fino al Vallone dei Ginepri e all’attacco della Via ferrata Danesi (m 2470 circa - ore 1,15). Si sale quindi, in parte assicurati al cavo (con alcuni passaggi di forza esposti) alla cima del Corno Piccolo (m 2655 - ore 1,00).

Al ritorno si scende, in direzione della Prima Spalla (Ovest) e poi girando a sin.( Sud), per la Via Normale che, con begli affacci sulla Val Maone, riconduce al Vallone dei Ginepri, circa 70 m a valle del bivio per la Danesi (m 2400 circa - ore 0,45).

Un'altra descrizione della Via Danesi

Dalla Sella dei Due Corni si scende nel Vallone dei Ginepri e, costeggiando la base del Campanile Livia, si scavalca un forcellino. Si attraversa il canale Danesi che delimita a Nord le Fiamme di Pietra. Si continua per ghiaie oltrepassando crestine e canali verso il caratteristico monolito della Torre Cicchetti (visibile in alto). Si sale il canale che porta al forcellino tra la Torre Cicchetti e la Prima Anticima Sud del Corno Piccolo: è questa la piccola parete attrezzata con corde fisse e due scalette. Dopo queste, si passa sotto un masso che forma un caratteristico buco (è possibile aggirarlo a sinistra, III).

Itinerario al Corno Grande da Campo Imperatore

Ripida, affollata, faticosa, a tratti anche pericolosa. Della via normale del Corno Grande, la cima più alta del Gran Sasso e dell’Abruzzo, spesso si dice tutto il male possibile.

Da Fonte Cerreto si segue la strada di Campo Imperatore fino all’Albergo (2130 m) e al vicino piazzale, sul quale si affaccia anche l’Osservatorio. Ci si incammina sul viottolo che passa a sinistra dell’Osservatorio e sale verso il rifugio Duca degli Abruzzi. A un bivio si lascia il sentiero che scende a sinistra verso il rifugio Garibaldi e la Val Maone, e si raggiunge la base (2350 m) dello sperone calcareo della Pera. Da qui il sentiero continua a tornanti, lasciando a sinistra la Ferrata dei Ginepri (ex-Brizio) e a destra il sentiero della cresta Ovest, che offre un itinerario più impegnativo per la cima. Si scende brevemente nella Conca, poi si risale ai piedi del ripidissimo ghiaione che scende dalla Vetta Occidentale.

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Al bivio si piega a destra, e si inizia a salire direttamente (segnavia 103A), per ghiaie ed elementari placche rocciose. Un tratto più comodo, in obliquo verso destra, porta a una forcella da cui ci si affaccia sulla conca del Calderone, e sulle vette Orientale e Centrale del Corno Grande.

Nel panorama spiccano le altre vette del Corno Grande, il Corno Piccolo, la distesa Campo Imperatore e gran parte degli altri massicci dell’Appennino. Spesso si vede il Mare Adriatico.

Descrizione dettagliata della via normale

Nella versione che presentiamo qui della salita al Gran Sasso, consigliamo di raggiungere prima il Rifugio Duca degli Abruzzi (2.388m slm), un utile punto di appoggio che si trova a breve distanza da Campo Imperatore. Altrimenti, rimanendo sul sentiero in circa 30/40 minuti (a seconda del passo) da Campo Imperatore si arriva al Rifugio Duca degli Abruzzi. Il dislivello da affrontare è di circa 250 metri in 1,4 km di sviluppo. Dal rifugio prendiamo il sentiero che parte proprio di fronte all’ingresso e si dirige verso il Gran Sasso, molto evidente. Dopo una breve salita e un passaggio leggermente esposto, in circa 20 minuti si arriva alla Sella di Monte Aquila, dove si ricongiunge il sentiero che da Campo Imperatore evita il passaggio dal rifugio (vedi sopra). Qui seguiamo le indicazioni ben evidenti per la via normale al Corno Grande. Attenzione: bisogna ignorare le indicazioni per la Direttissima! Si tratta di una via alpinistica che richiede l’uso di attrezzatura (corde e imbrago).

Inizia ora un tratto di sentiero largo e ben battuto che procede in leggera discesa senza difficoltà particolari. Ignoriamo le varie deviazioni che si trovano e manteniamoci sempre sull’evidente sentiero principale. Giunti a questo punto, il sentiero aumenta di pendenza e taglia trasversalmente il Ghiaione del Breccaio. Il sentiero è comunque largo, ma il fondo ora non è più in terra battuta ma in sassi mobili, quindi bisogna fare molta attenzione per evitare di scivolare. Al termine di questo segmento, arriviamo in uno spiazzo panoramico. Qui troviamo una deviazione per la Ferrata Brizio, da ignorare. Rimaniamo sul sentiero e, salendo sempre su un terreno di tipo sassoso, in poco tempo (20 minuti) arriviamo alla Conca degli Invalidi.

Qui ignoriamo la deviazione per l’impegnativa Via delle Creste e rimaniamo sulla via normale per il Corno Grande Occidentale. Il sentiero inizia ora a risalire un terreno molto impervio, molto ripido e costituito da un’alternanza di sassi mobili e roccette. Qui è bene fare attenzione a dove si passa: in alcuni punti si notano delle tracce che risalgono il pendio ma il terreno in quei punti è davvero molto scivoloso e pericoloso. Il sentiero, difficile da individuare, passa tutto a sinistra, dove sono presenti i bolli rossi apposti sulle rocce, più vicino al filo di cresta. Risaliamo ripidamente facendo sempre attenzione ai segnavia. Questa parte è davvero molto faticosa e non va assolutamente presa sotto gamba.

Dopo circa 30 minuti di salita, si raggiunge la sommità della cresta. Continuando a seguire i bolli rossi, ora le pendenze si fanno più modeste. Sono gli ultimi metri che ci separano dalla vetta. Facendo sempre molta attenzione, a causa del fondo impervio, in poco tempo guadagnamo la cima, dove è posta una croce di vetta a quota 2.912m slm: siamo in vetta al Corno Grande Occidentale del Gran Sasso!

La vista è apertissima e, nelle giornate particolarmente limpide, si possono vedere i due mari (più vicino l’Adriatico, a grande distanza il Tirreno) e buona parte dell’Italia centrale.

Per scendere dalla vetta del Corno Grande Occidentale e tornare a Campo Imperatore possiamo seguire lo stesso sentiero dell’andata. I più esperti possono affrontare la Via delle Creste.

Difficoltà e Requisiti

I percorsi proposti presentano difficoltà EE (Escursionisti Esperti), con passaggi su pendii ripidi e per brevi tratti esposti, ma mai con difficoltà rilevanti. Il trekking si svolge lungo sentieri per lunghi tratti impegnativi, per escursioni esperti, anche con passaggi esposti e pendenze importanti. Si richiede un buon livello di forma fisica e abitudine a camminare molte ore su terreni di montagna.

Equipaggiamento

Oltre alla dotazione personale minima richiesta per ogni escursione, risultano inoltre indispensabili: casco, imbrago, 2 moschettoni, un cordino kevlar, coperta termica di emergenza, lampada frontale, kit personale di pronto soccorso.

Per i partecipanti alle ferrate: casco, imbrago, set ferrata, 2 moschettoni, 1 longe x soste, un cordino kevlar, coperta termica di emergenza, lampada frontale, kit personale di pronto soccorso.

Consigli Utili

I frequenti interventi del Soccorso Alpino dimostrano che molti affrontano il Corno Grande senza avere l’esperienza, l’allenamento e l’equipaggiamento adeguati. Oltre a una buona scorta d’acqua e alla protezione per il sole, sono fondamentali un paio di ottime pedule da trekking o (meglio) di scarponi, per reggersi bene sulle ghiaie, e i bastoncini telescopici da utilizzare per l’equilibrio in discesa. La via normale del Corno Grande può essere affrontata senza piccozza e ramponi solo dopo il completo scioglimento della neve (di solito dall’inizio di luglio in poi) nella Conca degli Invalidi, e che l’ultima parte del percorso si svolge su una ripida scarpata di ghiaie e rocce levigate dalla neve e da migliaia di passaggi.

In questo tratto è essenziale non far cadere pietre sugli altri escursionisti, e seguire i segnavia che evitano i canalini che convogliano tutto quello che cade dall’alto. Se è possibile, è meglio affrontare questo itinerario durante la settimana e non nei weekend. E’ anche importante fare attenzione alle previsioni meteo, e scegliere una giornata di bel tempo stabile. Se il cielo si rannuvola comunque (in montagna capita!) e si iniziano a sentire dei tuoni lontani, si può continuare “per vedere come butta” fino alla Sella del Brecciaio ma non oltre.

Gran Tour del Gran Sasso: Esempio di Trekking di più giorni

Ecco un esempio di trekking di più giorni nella zona del Gran Sasso con partenza da Campo Imperatore:

  • Giovedì 9 - 1° giorno di trekking: Monte Camicia
    • Lunghezza: 10 km
    • Dislivello: 1.000 mt d+
    • Cena e Notte: Ostello Campo Imperatore
    • Descrizione: Salita per il lato meridionale, affaccio sul lato settentrionale con parete di oltre 1200 metri. Dal Rifugio Fonte Vetica si sale alla Sella di Fonte Fredda e la dorsale che porta al Monte Tremoggia (2.331 mt). Vista sul massiccio del Gran Sasso, Campo Imperatore e le colline abruzzesi fino al mare.
  • Venerdì 10 - 2° giorno di trekking: Pizzo d’Intermesoli e Pizzo Cefalone
    • Lunghezza: 15 km
    • Dislivello: 1.000 mt d+
    • Cena e Notte: Ostello Campo Imperatore
    • Descrizione: Anello che passa per il Pizzo Cefalone (2.533 mt) e sale alla vetta Meridionale del Pizzo Intermesoli (2.635 mt). Partenza da Campo Imperatore, si aggira Monte Portella fino al passo La Portella, aggirando il Cefalone fino a guadagnare la vetta. Vista a 360° sul massiccio del Gran Sasso e l'Adriatico.

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