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Calo del Turismo in Sicilia: Cause e Impatti

La siccità in Sicilia approda sul New York Times: "Dopo aver perso i raccolti a causa della mancanza d'acqua, l'isola teme ora di perdere anche i turisti", titola il quotidiano americano notando che parte dell'Italia meridionale e di altri Paesi sono messe alla prova da una delle peggiori siccità in decenni.

La Crisi Idrica e le sue Conseguenze

“Siamo costretti a sacrificare i danni all'agricoltura, ma dobbiamo cercare di non far danni al turismo perché si peggiorerebbero ulteriormente le cose", ha detto al giornale Salvatore Cocina, capo della protezione civile dell'Isola, osservando che la stragrande maggioranza dell'acqua disponibile in Sicilia finisce ad uso agricolo.

In confronto la popolazione ne usa solo una frazione anche quando durante l'estate arrivano milioni di turisti. L'impatto, a dispetto dei razionamenti, si e' pero' fatto sentire su alcune strutture turistiche minori: "Alcuni piccoli bed and breakfast hanno dovuto ritirare stanze dal mercato o indirizzare i clienti ad altri hotel", ha detto al NYT Francesco Picarella, responsabile di Federalberghi ad Agrigento.

Le continue interruzioni dell’approvvigionamento idrico, infatti, stanno causano non pochi disagi alle diverse attività commerciali costretti a chiudere seppure in via temporanea con un conseguente calo dei profitti. La carenza idrica influisce in modo significativo anche sulla produzione di beni, sugli alimenti comportando un drastico calo della produzione soprattutto nelle filiere agroalimentari.

E come se non bastasse, la Sicilia, terra molto nota per gli elevati flussi turistici non sarebbe in grado di garantire i servizi di intrattenimento come piscine, centri benessere, centri sportivi e altre attività di ristorazione.

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“Siamo in una situazione analoga a quella degli anni Ottanta quando tutta la costa con hotel, villaggi e seconde case era rifornita con le autobotti. Non avremmo mai pensato di rivivere una situazione come quella. Pesa la mancanza dello Stato mentre le infrastrutture fanno acqua e i disagi pesano sulla vita di tutti”, è questo il grido d’allarme lanciato dalla Federalberghi che rassicurano sull’accoglienza del turismo.

Tuttavia, le strutture ricettive non rimarranno prive d’acqua in quanto dovranno approvvigionarsi in anticipo grazie all’ausilio delle autobotti anche se ciò comporterà dei costi extra.

Ad Agrigento, per esempio, l’emergenza idrica causa non pochi problemi al settore turistico. La città dei templi, che dal 2025 sarà capitale italiana della cultura è considerata tuttora la meta turistica per eccellenza e il settore costituisce il traino dell’economia locale.

Per questo motivo, Francesca Picarella, presidente di Federalberghi Agrigento continua a chiedere l’installazione di un desalinizzatore che potrebbero garantire grandi riserve d’acqua. L’emergenza idrica in Sicilia non danneggia solo il settore turistico bensì anche il settore agricolo e dell’allevamento.

Animali costretti a bevere fango, laghi sempre più prosciugati e scarse rese per quanto riguarda le coltivazioni di grano e foraggio. Le province maggiormente colpite sono Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani.

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Il problema della siccità non è solo scaturito dalla mancanza di pioggia sul territorio ma anche da interventi strutturali mai realizzati e mancanti da tempo sugli invasi, sulle dighe e altre reti idriche, oltre all’inesistenza di piani efficaci per la messa in sicurezza delle aree di approvvigionamento più a rischio.

Nello specifico, ogni centimetro dell’isola è coinvolto nella crisi idrica e in molte zone del territorio le piogge sono diminuite del 70%. La parte più interessata è la Sicilia centro-orientale con le provincie di Caltanissetta e di Agrigento, la parte interna della provincia di Catania il messinese tirrenico.

Reazioni e Polemiche

Nel frattempo la ministra del Turismo Daniela Santanchè critica in parte il quotidiano americano scrivendo su X che ''nessuno nega il dramma della siccità in Sicilia ma inaridire anche il turismo quasi colpevolizzandolo come fa il New York Times aggiunge danno al danno per la Sicilia''.

A questo risponde invece il capogruppo di Azione Matteo Richetti che in una nota ribadisce come "a 40 gradi tutto evapora: gli slogan, il qualunquismo, il negazionismo, il massimalismo ideologico. E rimane solo la realtà: fatta di cambiamenti climatici e siccità devastante. Dovevamo fare un PNRR pieno di investimenti in questo senso. Abbiamo fatto un po' di inutile spesa corrente zeppa di consulenze e interventi immateriali. Si continua a scherzare con un fenomeno che produce una vera e propria catastrofe. E la Ministra Santanchè se la prende con il New York Times che denuncia ciò che sta accadendo. Si chiama Esecutivo perché deve eseguire e invece non si vede nessuna realizzazione concreta. Se non gli attacchi ai giornalisti, anche stavolta che prima si sono qualificati".

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Pietro Lorefice, senatore segretario di presidenza del Senato e parlamentare del M5s, che secondo cui "ormai va riscontrata una nuova e imbarazzante tendenza di questa maggioranza: incolpare il giornalismo di fare ciò per cui ontologicamente esiste, ovvero raccontare e riportare ciò che accade nel mondo.

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Dati e Tendenze del Turismo

Nonostante la mappatura della Sicilia risulta essere segnata di rosso, il turismo non teme ripercussioni anche perché le strutture ricettive e gli albergatori sono corsi ai ripari. Secondo i dati di The Data Appeal Company, infatti, ad agosto i voli prenotati sono aumentati del 20% con destinazione Palermo e del 4% per Catania.

Sull’aeroporto Fontanarossa del capoluogo etneo si registra un aumento del 16% di voli previsti nel mese di agosto 2024 rispetto all’anno precedente ed un aumento di circa il 60% rispetto al 2019, l’anno pre-covid. Su Palermo, invece, i voli sono in netto aumento del 20% rispetto al 2023 e del 73% rispetto al 2019.

«Dopo aver perso i raccolti a causa della mancanza d’acqua, l’isola teme ora di perdere anche i turisti», era stato il titolo del New York Times sull’emergenza siccità che ha colpito la Sicilia insieme ad altre Regioni meridionali, con gli amministratori costretti a centellinare le forniture idriche e gli agricoltori a riporre speranze in invasi e riserve ormai vuote.

Un articolo che aveva innescato la polemica politica con accusse dell’opposizione per l’inerzia del Governo e la ministra del Turismo Daniela Santanchè pronta a replicare: «Nessuno nega il dramma della siccità in Sicilia ma inaridire anche il turismo quasi colpevolizzandolo come fa il New York Times aggiunge danno al danno per la Sicilia».

Anche il presidente siciliano Renato Schifani era intervenuto per rassicurare i turisti: «Possono venire in Sicilia con assoluta tranquillità, senza timori di sorta per la disponibilità dell’acqua. Nessuno nasconde che stiamo affrontando un periodo di siccità con pochi precedenti, ma il governo della Regione sta profondendo ogni sforzo per garantire la disponibilità idrica».

Caldo ed emergenza idrica non sembrano però influenzare i piani di viaggio dei turisti. Secondo i dati raccolti da The Data Appeal Company (Gruppo Almawave) su due principali aeroporti siciliani, Palermo e Catania, le ricerche («termometro dell’interesse reale delle persone verso una destinazione turistica») e le prenotazioni per voli ad agosto verso l’isola fanno segnare un aumento rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Si tratta di dati Gds (Global distribution system) che non comprendono i voli delle compagnie low cost. Sull’aeroporto catanese si registra un aumento del 16% di voli per agosto 2024 rispetto al 2023 e un aumento del 60% rispetto all’agosto 2019 (ultimo anno prima della pandemia). Su Palermo, invece, le ricerche voli per agosto sono in aumento del 20% rispetto al 2023 e del 73% rispetto al 2019.

Complessivamente per l’Italia le ricerche voli via Gds con arrivo dal 1 al 31 agosto fanno segnare + 27% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Per quanto riguarda le prenotazioni voli vere e proprie, a Catania per agosto si registra un aumento del 4% rispetto al 2023 e un calo delle cancellazioni del 3%. Cresce la percentuale di prenotazioni dall’Italia (dal 42 al 49%). A Palermo l’aumento delle prenotazioni di agosto è ancora più netto: +20% rispetto al 2023 con cancellazioni equivalenti.

Anche qui la fetta di prenotazioni italiane arriva al 49%. Risultati migliori rispetto alla media nazionale: i voli prenotati via Gds con arrivo dal 1° al 31 agosto sono «in linea con il 2023», secondo Data Appeal.

Nel 2023 la Sicilia ha registrato 16,462 milioni di presenze complessive turistiche, con un incremento dell’11,4% rispetto al 2022. A trainare l’andamento dei flussi turistici della Regione è stata la componente estera: oltre 8 milioni di presenze straniere, +23,8% rispetto al 2022.

Può sembrare una contraddizione, ma solo a chi non vive in Sicilia: mentre crescono le aziende del turismo, tanto da piazzare la regione al primo posto in Italia per numero di imprese artigiane attive nel settore, a causa della siccità continuano a fioccare le disdette o le mancate prenotazioni da parte di chi aveva o avrebbe scelto il territorio per passare le vacanze estive.

Un concetto già ribadito da Federalberghi Agrigento e dal presidente di Assoturismo Vittorio Messina, ma ben chiaro, a chilometri di distanza dalla Valle dei Templi, anche a Michele Bitetti, titolare di un albergo a Ragusa Ibla, che in queste ore sta ricevendo «non poche cancellazioni, con importanti perdite di clienti e fatturato.

Lo sa bene il presidente regionale di Confcommercio, Gianluca Manenti: «L’anno scorso l’incendio all’aeroporto di Catania, quest’anno l’emergenza idrica. Caronte, caos aerei e impennata delle tariffe stanno frenando la stagione estiva in Sicilia. Agosto rimane solido per il turismo, ma sotto le attese di inizio stagione.

A contribuire alla leggera frenata - secondo Assoturismo Confesercenti - delle presenze ad agosto una serie di fattori. Tra questi, Caronte e l’ampio risalto che la stampa internazionale ha riservato all’ondata di caldo in Sicilia.

Ad incidere su viaggiatori italiani ed esteri invece l’aumento dei prezzi delle destinazioni legati al caro-vita e - in particolare sulle vacanze last minute - l’impennata delle tariffe aeree e dei costi di trasporto.

Caronte ha paradossalmente raffreddato l’estate, e il caos generato dall’incendio dell’aeroporto di Catania e dalle conseguenti difficoltà di trasporti ha avuto un impatto negativo, facendo saltare almeno 40mila pernottamenti in Sicilia.

Eventi imprevedibili che pesano sui numeri del turismo italiano e sulle imprese del comparto, che si trovano a fronteggiare anche il caro-mutui dovuto all’incremento dei tassi di interesse. Il presidente di Airgest, Salvatore Ombra, risponde alle critiche mosse dalla CNA di Trapani relative alla flessione dei flussi turistici nella Sicilia occidentale.

Ombra ribadisce invece i risultati ottenuti negli ultimi anni grazie alla sinergia con le istituzioni: “Abbiamo riportato lo scalo a superare il milione di passeggeri, dopo essere scesi a poche centinaia di migliaia. Il nostro è stato un impegno costante nella ricerca di nuove rotte e compagnie”.

Pur condividendo l’appello della CNA a una mobilità più efficiente e a un’intermodalità concreta, il presidente di Airgest invita ad una visione più ampia e ricordare che “insieme alla Regione Siciliana, in questi anni, abbiamo riportato lo scalo da poche centinaia di migliaia di passeggeri a superare quota un milione, con un lavoro costante di attrazione di nuove rotte e compagnie aeree. Questo è stato possibile grazie a un impegno condiviso e a una strategia di lungo periodo”.

“Il turismo è un ecosistema complesso - prosegue il presidente di Airgest - servono infrastrutture, ma anche un territorio competitivo e attrattivo. In tal senso, ritengo fondamentale che, oltre agli sforzi già compiuti dalle istituzioni e dal nostro scalo, il comparto turistico continui a investire sulla qualità dell’offerta e a mantenere un equilibrio nei prezzi praticati ai turisti, così da non scoraggiarli a visitare i nostri territori”.

“Auspichiamo - conclude Ombra - la convocazione degli Stati Generali del Turismo per la Sicilia occidentale.

Un calo delle presenze turistiche in provincia di Agrigento del 9,6 per cento, a fronte di un modesto incremento dell’1,4% negli arrivi. Un indicatore chiaro: i turisti continuano ad arrivare, ma scelgono di permanere meno sul territorio.

Questo trend negativo rappresenta un caso isolato nel panorama regionale, dove le altre province registrano invece una crescita. "Una situazione che non può lasciare indifferenti - sostiene Federalberghi che lancia l'allarme - e che riflette le criticità strutturali e gestionali che continuano a penalizzare la destinazione Agrigento.

“Occorre avviare un’analisi puntuale delle criticità e pianificare interventi concreti - ha detto Francesco Picarella, presidente provinciale Federalberghi - a partire da una strategia di comunicazione efficace e da azioni mirate di valorizzazione dell’offerta turistica. Meno inaugurazioni e passerelle, più ascolto e confronto operativo con chi lavora quotidianamente sul territorio.

Gli host siciliani guardano con ottimismo all’estate 2025, nonostante le difficoltà legate all’inflazione e all’aumento degli oneri normativi. Secondo il sondaggio Holidu, l’86% degli host siciliani si aspetta un aumento delle prenotazioni nel 2025. Si tratta di un salto importante rispetto al 50% che si era dichiarato soddisfatto dei risultati ottenuti nel 2024.

Cambia anche il comportamento dei viaggiatori. Il 46% degli host segnala un aumento delle prenotazioni anticipate, mentre il 23% nota un incremento del last-minute. Le famiglie con bambini (66%) e le coppie (60%) restano il target principale. Cresce però l’interesse verso i viaggiatori digitali (13%) e le vacanze con animali domestici (19%).

A partire dal 2025, la Sicilia ha introdotto un impianto regolatorio più stringente sulle locazioni turistiche. Il decreto attuativo n. 2104 del 25 giugno 2025 completa la legge regionale n. Il provvedimento impone requisiti strutturali minimi per le case vacanza, obblighi di classificazione, presentazione della SCIA, possesso di PEC, assicurazioni obbligatorie, registrazione su portali istituzionali, e perfino limitazioni sul check-in automatizzato.

Queste regole, secondo Holidu, pesano in modo significativo sull’operatività quotidiana: il 64% degli host dichiara di risentire già dell’impatto normativo, il 79% segnala un aumento degli adempimenti burocratici, mentre il 48% lamenta un aggravio della burocrazia.

Come sottolinea Giorgia Gallazzi, Responsabile Italia ed Est Mediterraneo di Holidu: “Le case vacanza restano un’opportunità importante per host ed economie locali. Nonostante le sfide, la maggior parte degli host prevede stabilità o crescita.

Il sondaggio è stato condotto tra l’11 e il 24 febbraio 2025 su un campione di 70 host siciliani, tutti proprietari privati. I dati relativi ai prezzi sono stati estratti dal database interno di Holidu in data 8 gennaio 2025 e si riferiscono a soggiorni per 2-8 persone nel periodo tra il 15 giugno e il 15 settembre 2025. I valori anomali sono stati esclusi utilizzando la media aritmetica.

Dal 1° gennaio 2025, è diventato obbligatorio per ogni unità ricettiva in Italia dotarsi del Codice Identificativo Nazionale (CIN), da esporre obbligatoriamente su ogni annuncio online e offline. Airbnb, Booking.com e le principali piattaforme hanno annunciato la rimozione automatica degli annunci privi di CIN.

Inoltre, sono stati rafforzati i meccanismi di trasparenza fiscale: le piattaforme operano come sostituti d’imposta, trattenendo il 21% alla fonte, secondo la legge n. In Sicilia, secondo i dati ufficiali della Banca Dati delle Strutture Ricettive del Ministero del Turismo, circa il 20% delle strutture risulta ancora privo del codice identificativo nazionale (CIN), un dato che solleva preoccupazioni sul fronte dell’evasione e della concorrenza sleale.

Questa infrastruttura permette un controllo più puntuale dei dati, ma impone anche nuove procedure per gli host, che devono adeguare i propri sistemi informatici e gestionali. In Sicilia, secondo i dati elaborati da Travelnostop, le strutture dedicate agli affitti brevi sono circa 40.421, a fronte di circa 50.000 strutture ricettive complessive. Il problema dell’abusivismo rimane una delle principali criticità.

Le istituzioni regionali hanno avviato una campagna di verifiche e ispezioni, soprattutto nei comuni a maggiore vocazione turistica. Il Consiglio di Stato, con sentenza n. 2928 del 18 aprile 2025, ha inoltre stabilito che i Comuni non possono imporre divieti generali alle locazioni turistiche effettuate da privati, chiarendo che la SCIA non è obbligatoria per questa tipologia di attività.

L’estate 2025 rappresenta per il comparto degli affitti brevi siciliani un banco di prova cruciale. Da un lato, la crescita delle prenotazioni e l’ottimismo degli host dimostrano la vitalità del settore e la capacità di adattamento.

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