Riviera Romagnola: Analisi del Calo del Turismo e le Possibili Cause
La riviera Romagnola, da tempo una delle destinazioni più ambite per le vacanze estive italiane, sta affrontando alcune sfide nel settore turistico. Spiagge ampie, sabbia fine, lidi attrezzati, ottima cucina, locali vivaci e prezzi storicamente competitivi hanno reso questa zona della costa adriatica un vero e proprio simbolo delle vacanze per molti, anche dall’estero.
Località come Rimini, Riccione, Cesenatico e Marina di Ravenna sono da sempre sinonimo di estate spensierata, ospitalità calorosa e divertimento, tra beach club, stabilimenti balneari storici e discoteche che hanno fatto la storia del turismo balneare italiano. Quest’estate 2025, però, stanno sorgendo alcuni problemi nel comparto turistico che sarebbero presagio di una realtà più complessa.
L'Andamento Turistico: Un Quadro Contrastante
Nei primi mesi del 2025, il turismo in Emilia-Romagna continua a mostrare segni di crescita con un aumento complessivo del 2,2% degli arrivi rispetto all’anno precedente, raggiungendo circa 2,8 milioni di presenze tra italiani e stranieri nel primo quadrimestre. I pernottamenti totali hanno superato i 6,7 milioni, con una crescita dell’1,7%. Si evidenzia un aumento significativo del turismo straniero (+7,6% negli arrivi e +7,5% nei pernottamenti), mentre gli italiani sono leggermente in calo sia negli arrivi (+0,3%) sia nei pernottamenti (-0,8%).
Focalizzando la provincia di Rimini e la Romagna in generale, per il primo semestre 2025 si contano circa 1,6 milioni di turisti e 5,2 milioni di pernottamenti a Rimini, che resta la località principale della regione. Tuttavia, Rimini evidenzia nel periodo gennaio-aprile un calo del 3,1% nelle presenze complessive e del 3,6% nei pernottamenti, con una flessione più marcata nei turisti italiani rispetto agli stranieri.
Alcuni comuni come Riccione e Bellaria mostrano invece andamento diversificato: Riccione registra un calo dei pernottamenti (-4,6%) ma un incremento delle presenze straniere (+3,5%) e degli arrivi stranieri (+4,1%). La provincia di Ravenna è quella che cresce di più in Emilia-Romagna nel primo semestre 2025, con un aumento del 10,5% negli arrivi e del 9,3% nei pernottamenti, trainata da località come Cervia con +16,4% negli arrivi e +9,2% nelle notti.
Leggi anche: Visita Gardone Riviera
La premessa è d'obbligo, il primo quadrimestre dell'anno pesa relativamente poco sulle presenze turistiche riminesi, ma il dato è comunque un campanello d'allarme: tra gennaio ed aprile 2025 in provincia infatti si contano circa 621.000 presenze, il 3,1% in meno rispetto allo scorso anno, e poco meno di 1,6 milioni di pernottamenti, il 3,6% in meno.
In Emilia Romagna invece gli arrivi aumentano del 2,2% e le presenze dell'1,7% (6,7 milioni) con una crescita importante della componente estera. Le città d'arte rappresentano circa il 43% dei pernottamenti mentre la Riviera si ferma al 35,2%.
Secondo l’assessora regionale al Turismo, Roberta Frisoni, “Il settore turistico regionale si conferma complessivamente in buona salute con le città d’arte che nei primi mesi dell’anno registrano un’ottima crescita e confermano un forte appeal, in particolare nei confronti dei visitatori stranieri”.
“Tiene sostanzialmente la riviera - prosegue Frisoni - che continua ad attrarre circa un terzo dei turisti complessivi anche fuori stagione. Un ambito su cui si continuerà ad investire anche in futuro. L’Appennino continua a crescere, sostenuto quest’anno anche dalle nevicate che hanno favorito le stazioni sciistiche, oltre che da un rinnovato interesse verso i suggestivi borghi dell'entroterra, animati da sagre enogastronomiche ed eventi culturali. Anche gli eventi sportivi hanno giocato un ruolo positivo per la promozione del territorio, nell’ottica di rendere la regione attrattiva 360 giorni all’anno. Un ambito sul quale continueremo a lavorare in sinergia con i territori”.
La Frisoni parla comunque di “buone le prospettive per l’estate per la Riviera, anche il weekend appena trascorso che ha registrato un grande afflusso di turisti. In questi mesi abbiamo fatto numerosi incontri con le associazioni di categoria e con il mondo imprenditoriale. Da settembre - conclude Frisoni - partirà da parte della Regione un lavoro strutturale di analisi e confronto con le associazioni di categoria, gli enti locali, gli operatori della filiera turistica per portare avanti azioni mirate a supportare la riqualificazione delle strutture ricettive, affrontando sia aspetti urbanistici che di sostenibilità economico-finanziaria, nonché il tema dell’aggiornamento della riclassificazione delle strutture ricettive.
Leggi anche: Tesori nascosti della Riviera di Ponente
Tra i singoli comuni, il capoluogo Rimini è quello che si difende meglio con arrivi pressochè stabili (-0,7%) e un lieve calo di presenze (945.392 pari al -1,3%). Dati trainati da un buon gennaio e un aprile in crescita grazie alla Pasqua a fronte invece del segno meno nei mesi di febbraio e marzo. Riccione chiude il primo quadrimestre 2025 con circa 159mila arrivi, -3,1%, e 390mila pernottamenti (-4,6%). L'avvio dell'anno per Bellaria Igea Marina vede quasi 42mila arrivi con un calo del 2,4% sul 2024 e oltre 106mila presenze (-5,3%).
“La pubblicazione dei dati turistici Istat relativi al periodo gennaio-aprile 2025 mette in evidenza come l’anno sia partito per Rimini capoluogo in linea con la scorsa stagione. Nonostante il meteo e le difficoltà economiche che hanno pesato in particolare sulle famiglie italiane, quello che ci siamo lasciati alle spalle è uno dei migliori primi quadrimestri degli ultimi 10 anni. Rispetto ai primi quattro mesi dello scorso anno- in cui vale la pena ricordare che si era registrato un aumento rispetto allo stesso periodo del 2023 di oltre 56mila presenze, il 6,5% in più - le presenze totali sono in leggera flessione del -1,3% e gli arrivi dello 0,7%, flessione dovuta sostanzialmente alla componente italiana (-0,8% turisti, -1,5% pernottamenti). Ci sono senz’altro alcune contingenze, come ad esempio il maltempo che ha caratterizzato questi primi 4 mesi con 11 giorni di pioggia in più rispetto ai primi 4 mesi del 2024, incluso il periodo pasquale, ma quello che emerge, al di la del meteo o dell’andamento di qualche singolo evento ‘leisure’ o ‘business’, è come la ricchezza strutturale della nostra offerta sia garanzia e fiducia che conferma come sia cresciuto il nostro prodotto turistico.
La tenuta del segmento estero va a compensare le difficoltà del mercato interno oltre ad assorbire l’azzeramento ‘per cause di forza maggiore’ del turismo russo, prima il nostro principale mercato estero insieme a quello tedesco. Da questa fotografia, Rimini ricava conferme sulla positività del percorso tracciato e imboccato anni fa quando la città ha scelto di investire sulla destagionalizzazione, accompagnando alla vocazione tradizionalmente balneare della città la dinamica di una città dall’industria dell’ospitalità aperta 12 mesi all’anno, grazie all’attività e ai servizi di fiere, congressi, eventi pubblici e privati, esperienze, ricchezza di servizi, contenitori culturali, interventi di riqualificazione urbana e della fascia turistica, per una città aperta 365 giorni all’anno.
Se alziamo lo sguardo agli ultimi dieci anni, il dato dei primi 4 mesi del 2025 risulta il secondo miglior risultato in termini assoluti, peggiore soltanto al dato pre covid del 2019 che, ricordiamolo, fu un anno eccezionale per il turismo della Riviera. Veniamo da un ponte molto intenso con una edizione di Rimini Wellness straordinaria che ha garantito un ‘tutto esaurito’ dal punto di vista delle presenze e del ritorno di immagine. Uno splendido avvio di giugno dopo alcune settimane penalizzate dal meteo instabile. Gli operatori ci stanno dicendo che sono buone le attese per giugno e luglio. Vedremo se saranno all’altezza delle previsioni.
Il Comune di Riccione registra un andamento incoraggiante per il turismo nei primi quattro mesi del 2025, con una crescita significativa del flusso di visitatori stranieri che continua a rafforzare la sua posizione come meta internazionale. Bene il mese di aprile. Analizzando in dettaglio le presenze, si osserva che i turisti italiani hanno generato 321.426 pernottamenti da gennaio ad aprile, mentre le presenze straniere hanno raggiunto quota 69.302. Particolarmente rilevante è l'incremento delle presenze straniere, che mostrano una variazione percentuale positiva del +3,5% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Leggi anche: Guida alla Riviera Romagnola
Per quanto riguarda gli arrivi, nel periodo gennaio-aprile 2025 il Comune di Riccione ha accolto un totale di 159.211 turisti. Di questi, 141.993 sono stati turisti italiani, mentre i turisti stranieri sono stati 17.218. Entrando nel dettaglio del solo mese di aprile (con la Pasqua caduta il 20 e i ponti successivi), Riccione ha registrato un totale di 174.038 presenze, segnando un incremento del +1,8% rispetto ad aprile 2024. Questa crescita è stata spinta in modo significativo dalle presenze straniere, che hanno raggiunto quota 37.429 con una variazione del +6,9%.
Le Città d’arte, che corrispondono ai grandi Comuni, si confermano un'area di forte attrattiva e crescita. Hanno accolto circa 1,3 milioni di turisti (+4,7%) e generato oltre 2,9 milioni di pernottamenti (+4,8%). L'incremento è trainato in modo significativo dai turisti stranieri, che sono aumentati del 10,1%, con un conseguente balzo del 10,2% nei loro pernottamenti.
I Comuni della Riviera, registrano comunque un afflusso consistente con 871.325 turisti e 2.375.493 pernottamenti, con un dato in linea al triennio precedente anche se in leggera flessione rispetto ai primi quattro mesi dello scorso anno. Sempre a riferimento del 2024, anno in cui si era registrato un importante aumento rispetto al 2023, le presenze totali sono diminuite, -2,8% e i pernottamenti del 2,9%. In primo piano anche la performance dei Comuni dell’Appennino, che hanno mostrato la crescita più dinamica in termini percentuali sia per i turisti che per i pernottamenti, soprattutto degli stranieri. Hanno attratto 67.777 turisti, con un aumento a due cifre, +14,2%. I pernottamenti sono stati 162.065, in crescita del 10,5%. Anche le Località collinari hanno registrato un andamento positivo, accogliendo 106.075 turisti e totalizzando 238.182 pernottamenti. Si è osservato un aumento del +3,6% nelle presenze totali e del +3,4% nei pernottamenti totali. Le Località termali hanno invece riscontrato una diminuzione, con 105.473 turisti e 235.838 pernottamenti. Sia gli arrivi che i pernottamenti totali sono scesi rispettivamente del -5,3% e -5,1%.
Mentre il dibattito pubblico si infiamma sul concetto di “Overtourism“, la realtà per la stagione turistica italiana del 2025 sembra raccontare una storia ben diversa, quasi opposta. Se l’eccesso di turisti riguarda poche, iconiche città d’arte prese d’assalto dagli stranieri, gran parte del Paese, a partire dalla Riviera Romagnola, fa i conti con un turismo domestico fiacco, quasi in crisi. Il dato allarmante è che gli italiani in ferie sembrano essere sempre di meno, o comunque spendono molto meno.
I numeri, presentati da Repubblica, parlano chiaro e descrivono un cambiamento radicale nelle abitudini. Sono finiti i tempi delle due settimane in pensione completa. Oggi il turismo italiano è sempre più “mordi e fuggi”: weekend lunghi, dal giovedì al lunedì, come confermano i dati autostradali che, a fronte di un traffico invariato, registrano un aumento di entrate e uscite dai caselli. Questa frammentazione, secondo il Sindacato Italiano Balneari, si è tradotta in un crollo secco del 25% di presenze e consumi sulle spiagge della Romagna a luglio.
A salvare (parzialmente) i bilanci sono solo gli stranieri. La piattaforma Big Data Mastercard certifica un abisso nel potere d’acquisto: a giugno, sulla Riviera, la spesa dei turisti tedeschi è stata superiore del 51,89% rispetto a quella degli italiani. Un divario che sale al +101,92% per gli svizzeri e al +36% per gli inglesi. Infrastrutture come i nuovi voli su Rimini e la tratta ferroviaria Monaco-Cattolica hanno certamente aiutato, ma evidenziano un modello di business sempre più dipendente dall’estero.
Anche le istituzioni, pur provando a mostrare ottimismo con i dati positivi del primo semestre, non possono nascondere la realtà. L’assessora regionale al turismo, Roberta Frisoni, ammette la “crescente difficoltà delle famiglie italiane che soffrono di un calo del potere d’acquisto”, un fattore che sta pesantemente influenzando le scelte per le vacanze.
Qui emerge il grande paradosso, il punto di rottura del sistema. A fronte di una domanda interna palesemente in calo, con spiagge e alberghi che faticano a riempirsi, i prezzi non solo non scendono, ma sono alle stelle. Gli operatori, forse sperando nel turista straniero danaroso, mantengono listini insostenibili per le tasche degli italiani.
Qualcosa, evidentemente, non sta funzionando. Se il calo della domanda da parte di un’enorme fetta di mercato (quello domestico) non porta a una ricalibrazione dei prezzi, significa che le leggi fondamentali del mercato si sono inceppate. Il risultato è un cortocircuito economico e sociale: strutture vuote che non diventano più convenienti, e un popolo, quello italiano, sempre meno ricco e sempre più escluso dal piacere di una vacanza nel proprio Paese.
Le Cause del Calo Turistico
Secondo Simone Battistoni, presidente di Sib Confcommercio, la chiave di lettura sta nelle difficoltà economiche della società italiana. La crisi economica generalizzata, con inflazione e stipendi stagnanti, ha modificato le abitudini di spesa e di vacanza: i soggiorni sono più brevi e concentrati nei weekend.
Rimane comunque il vantaggio competitivo dei prezzi, ancora tra i più accessibili rispetto ad altre località balneari italiane ma questo non basta. I costi degli alberghi, anche se inferiori rispetto a molte mete blasonate, partono da circa 90 euro a notte per una matrimoniale, mentre i prezzi di bar e ristoranti sono aumentati sensibilmente.
Altre cause includono:
- Maggiore attenzione al risparmio: Ricerca costante di offerte, promozioni e soluzioni low cost.
- Aumento del turismo “mordi e fuggi”: Vacanze spezzettate, prediligendo brevi soggiorni nei fine settimana o durante i ponti festivi.
- Scelta delle destinazioni più vicine: Preferenza per mete raggiungibili in auto o mezzi propri per contenere i costi.
Le Reazioni Politiche e le Proposte
Secondo l’esponente regionale di Forza Italia, le istituzioni dovrebbero intervenire per dare delle risposte al comparto e migliorare la promozione turistica. Gli operatori sono preoccupati anche per le tasse che la Regione ha aumentato con l’ultimo bilancio regionale.
Tra le possibili soluzioni per rilanciare l’appeal della Riviera romagnola c’è il potenziamento dei collegamenti con l’estero. L’aeroporto Federico Fellini conferma un trend positivo e sono stati approvati piani triennali per il potenziamento dell’aeroporto Fellini, considerato strategico per tutta la costa romagnola.
Il progetto prevede interventi di ammodernamento delle infrastrutture e dei servizi, per adeguare lo scalo alle esigenze di un turismo internazionale. La pista, lunga quasi tre chilometri e mezzo, è già una delle maggiori d’Italia, ma l’aeroporto necessita di investimenti soprattutto nelle aree accoglienza e negli spazi esterni.
Confronto con Altre Località Turistiche
Le località marittime italiane stanno soffrendo. Per la prima volta dopo anni, gli italiani stanno preferendo la montagna al mare in queste vacanze. Anche il Salento e la costa toscana stanno risentendo di un calo delle presenze turistiche.
Nel Lazio le spiagge si riempiono dal venerdì pomeriggio alla domenica sera, mentre si svuotano durante la settimana. Nelle località come Rimini il calo degli italiani è compensato solo in parte dagli stranieri, che però spesso cercano servizi di livello superiore e restano pochi giorni.
Tabella Riepilogativa dei Dati Turistici (Gennaio-Aprile 2025)
Località/Area | Variazione Arrivi (%) | Variazione Pernottamenti (%) |
---|---|---|
Rimini | -0.7 | -1.3 |
Riccione | -3.1 | -4.6 |
Bellaria Igea Marina | -2.4 | -5.3 |
Ravenna | +10.5 | +9.3 |
Cervia | +16.4 | +9.2 |
Appennino | +14.2 | +10.5 |
Località Collinari | +3.6 | +3.4 |
Località Termali | -5.3 | -5.1 |
In sintesi, la crisi del turismo quest’estate non è una mancanza totale di visitatori, ma piuttosto una concentrazione nei fine settimana e una forte riduzione della spesa, durata e qualità delle vacanze, dovuta a una crisi economica italiana di fondo, un aumento dei prezzi e un cambio di abitudini delle famiglie.