Calo del Turismo in Sardegna: Cause e Conseguenze
La crisi del settore balneare, che affligge diverse regioni d'Italia con ombrelloni e lettini vuoti, sembra non riguardare la Sardegna. Se in alcune zone dell'isola, come la Costa Smeralda, i prezzi sono tradizionalmente alti per una clientela facoltosa, esistono opzioni per tutte le tasche, dal Poetto di Cagliari alle coste dell'Oristanese, dove una postazione con ombrellone e due lettini costa circa 20-25 euro al giorno.
Secondo Claudia Comida, presidente regionale del Sib (Sindacato italiano balneari), la Sardegna non sta subendo gli effetti catastrofici descritti a livello nazionale. Anzi, a luglio si è registrato un flusso migliore rispetto al 2024. Comida sottolinea inoltre che l'isola ha molte spiagge libere, offrendo una realtà diversa rispetto ad altre regioni.
Per Comida, attribuire il calo del turismo italiano di luglio alle tariffe balneari è un errore. Il problema principale risiede nelle difficoltà economiche delle famiglie italiane, con salari dimezzati negli ultimi 30 anni a causa dell'inflazione. Le spese obbligatorie come casa, assicurazioni e bollette hanno raggiunto il 42,2% del reddito complessivo, mentre la pressione fiscale è arrivata al 42,6%. In questo contesto, il turismo diventa una variabile dipendente dell'economia, e accusare gli stabilimenti balneari è un tentativo di distogliere l'attenzione dai reali problemi del Paese.
Dati sul Traffico Aeroportuale in Sardegna
A confermare il trend positivo, i dati sul traffico passeggeri nei tre aeroporti sardi sono incoraggianti. Lo scalo di Alghero ha registrato il miglior risultato di sempre nei primi sette mesi dell'anno, con circa 985.000 passeggeri transitati (+8,3%) rispetto allo stesso periodo del 2024 (+75.493 passeggeri). Olbia a luglio ha fatto registrare un incremento del 5% rispetto al 2024, già anno record. E per la settimana di Ferragosto all'aeroporto di Cagliari si prevedono circa 220mila passeggeri fra arrivi e partenze.
Aeroporto | Passeggeri (Primi 7 mesi 2025) | Variazione rispetto al 2024 |
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Alghero | 985.000 | +8,3% (+75.493 passeggeri) |
Olbia | Incremento del 5% a luglio rispetto al 2024 (anno record) | |
Cagliari | Previsti 220.000 passeggeri nella settimana di Ferragosto |
Nonostante ciò, a livello nazionale, si registra un calo generale delle presenze nelle spiagge italiane. Secondo i dati del Sindacato Italiano Balneari (Sib), a luglio si è registrato un calo medio delle presenze in spiaggia del 15%, con picchi del 25% in regioni come Emilia-Romagna e Calabria. Anche in Toscana e nel Lazio la situazione non è rosea.
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In un contesto di generale calo delle presenze in spiaggia non mancano comunque le eccezioni. Bibione conferma infatti il tutto esaurito con quasi 18mila ombrelloni occupati, con un costo a partire da 21 euro e la possibilità di acquistare anche la mezza giornata. In un’estate segnata dal caro-lettino e dai divieti, la località veneta non conosce crisi grazie a investimenti pluriennali e un modello civile, accessibile, condiviso.
Fattori che influenzano il turismo
Tra i motivi di questa flessione, si annovera la crisi climatica. Il mese di giugno è stato caratterizzato da condizioni meteorologiche avverse, mentre luglio ha visto l'Italia divisa tra tempeste al nord e caldo asfissiante al sud. Il cambiamento climatico influenza le decisioni dei turisti, spingendoli verso mete che offrono maggiore varietà di esperienze e minore dipendenza dalle condizioni climatiche.
Il calo dei salari reali, eroso dall’inflazione e aggravato da un aumento esponenziale delle spese obbligatorie (abitazione, assicurazioni, energia) e da una pressione fiscale soffocante, limita drasticamente la capacità di spesa per il tempo libero.
La Riviera Adriatica vive il paradosso di strutture ricettive piene ma spiagge vuote durante la settimana, mentre la Versilia registra cali del 18-20% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nel Lazio, da San Vincenzo in giù, la situazione presenta analoghi segnali di sofferenza, con stabilimenti che denunciano una stagione compromessa già dalla seconda metà di luglio. La Toscana meridionale, tradizionalmente resiliente, mostra per la prima volta segnali di cedimento strutturale che vanno oltre le contingenze climatiche.
Il fenomeno del "caro spiaggia" rappresenta il principale fattore deterrente per le famiglie italiane, con costi che variano dai 25 euro al giorno nelle località più economiche fino ai 90-120 euro nelle destinazioni più esclusive.
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La trasformazione del comportamento dei vacanzieri italiani evidenzia un passaggio definitivo dal turismo stanziale al "mordi e fuggi", con soggiorni che si concentrano prevalentemente nei fine settimana e si riducono a 3-5 giorni massimo. Questo cambiamento strutturale mette in discussione l’intero modello economico degli stabilimenti balneari, storicamente basato su presenze prolungate e fedeltà della clientela.
Le aspettative per l’estate in Sardegna erano alte, con previsioni di un aumento fino al +15% delle presenze rispetto all’anno precedente, favorito anche da una buona offerta di rotte aeree. Tuttavia, nonostante un giugno positivo, i dati di luglio e agosto mostrano un leggero calo negli arrivi e nelle presenze turistiche. Secondo albergatori ed esercenti, la causa principale è il rincaro dei prezzi, che ha reso la Sardegna meno accessibile soprattutto per i turisti italiani.
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