Turismo Sessuale in Cambogia: Dati e Statistiche
La Cambogia, come gran parte del Sud-Est asiatico, è tristemente nota per lo sfruttamento sessuale, che colpisce soprattutto i bambini, la fascia più vulnerabile della società cambogiana. La piaga del turismo sessuale è in crescita, portando con sé malattie come l'HIV.
È quello che, per esempio, accade in Cambogia. Alla dittatura del Khmer Rossi è seguita una situazione di totale disfacimento del Paese. Che è pressoché il più povero dell’Asia.
È importante sottolineare che non si tratta di prostituzione tra adulti consenzienti, ma di sfruttamento di minori. Questo fenomeno è particolarmente diffuso a Sihanoukville, Phnom Penh e Siem Reap.
Non vanno a scuola, anche se sono in età scolare, e vendono souvenir in spiaggia. Ma in realtà vengono adescati dai turisti che offrono pochi spicci a genitori accomodanti in cambio di prestazioni sessuali.
Le famiglie cambogiane medie hanno generalmente 5 figli ma, poiché di solito solo il capo famiglia ha un lavoro, peraltro saltuario o precario, spesso gli anziani ed alcuni figli vengono abbandonati al loro destino. Le infrastrutture pubbliche sono quasi inesistenti.
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La scuola pubblica dura solo 3 ore al giorno e gli studenti devono pagare quotidianamente i propri insegnanti. Non esistono strutture ricreative pubbliche ed i bambini vengono abbandonati a sé stessi per le strade, in balia di bande, traffici illeciti, droga e mercato del sesso.
Vi sono adulti che reclutano ragazzi e ragazze di età inferiore ai 16 anni, per l’attenzione a loro rivolta dal turismo sessuale e le famiglie più povere sono felici di ricevere denaro extra, proveniente dalle prestazioni sessuali dei propri figli con stranieri senza scrupoli.
Statistiche e Dati Allarmanti
Che la Cambogia sia ancora un paradiso per pedofili lo dimostrano anche le statistiche: una bambina su quaranta viene venduta ai bordelli, alcune di queste hanno appena 5 anni. Almeno un terzo delle prostitute cambogiane è minorenne.
Le statistiche ONU riportate dal centro Don Bosco che opera a Sihanoukville parlano chiaro in tal senso: un maschio cambogiano su quattro ha utilizzato la violenza almeno una volta nella vita. E 300 intervistati su 2000 hanno commesso il primo stupro prima dei 15 anni.
Tanto più che in Cambogia i bimbi sono praticamente una merce, dato che vengono veduti in Corea del Sud, Malesia, Taiwan, Thailandia e Stati Uniti.
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Le Cause del Problema
Alla dittatura del Khmer Rossi è seguita una situazione di totale disfacimento del Paese. Alla dittatura è seguita sì la povertà, ma anche altri problemi. Molte persone hanno disturbi mentali a seguito di quello che hanno visto o subito e le violenze sui minori sono talmente tanto all’ordine del giorno, come spiega Tpi, che perfino i genitori delle vittime voltano il capo dall’altra parte di fronte all’orrore.
La violenza è un circolo vizioso da cui è difficile liberarsi. Il turismo sessuale in Cambogia ha quindi rubato l’infanzia a molti bambini e probabilmente anche il loro futuro.
Molti stranieri vengono qui per il sesso, si vedono sulle spiagge mentre avvicinano i bambini - spiega R.P., una fonte che ha preferito l’anonimato, sempre a Tpi - si intrufolano nelle baracche, offrono soldi e oggetti ai genitori che pur sapendo cosa accade ai loro figli minimizzano la cosa. […] I genitori non vogliono perdere la loro fonte di guadagno, e anche quando gli viene offerto di pagare le spese scolastiche dei figli, non sempre si riesce a convincerli.
A questo quadretto non certo idilliaco va aggiunto anche il ruolo della Cina e degli investitori cinesi.
Iniziative e Organizzazioni in prima linea
Eppure c'è chi, sebbene sia difficile, sta conducendo una battaglia per cambiare le cose.
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"Eppure, qualcosa sta cambiando", dice Bruno Maltoni dell'Organizzazione mondiale per le migrazioni, direttore di un progetto finanziato dalla Cooperazione italiana contro il traffico di minori a scopo sessuale in Cambogia. Negli ultimi anni, Maltoni ha addestrato la polizia cambogiana a riconoscere i segni di abuso, a interrogare vittime e carnefici, a compiere perquisizioni.
"Il governo ha deciso di affrontare il problema - spiega Maltoni - ma c'è ancora molto da fare, soprattutto a livello giudiziario. Una volta arrestati, è difficile che i pedofili siano giudicati e condannati".
Come Maltoni e Pech, anche la parigina Françoise Bricout dell'ong La Goutte d'Eau appartiene a quella falange di operatori umanitari che portano sollievo alle piccole vittime del vizio. A Neak Leung, un paesino sulle sponde del Mekong, Françoise coordina un centro con circa duecentottanta bimbi, molti dei quali strappati dai bordelli dove lavoravano da anni, e che adesso cercano di trovare una ragione per continuare a vivere.
Il centro che Pech dirige in uno slum della capitale offre assistenza sanitaria, educazione, ma anche un piatto di riso a bambini di strada, la maggior parte dei quali ha subito violenza sessuale. Sono circa trecento, inzeppati in stanzette senza finestre, ma finalmente sorridenti, perché al riparo dai soprusi.
L'ong M'Lop Tapang, letteralmente Sotto l'albero, si occupa proprio dei cosiddetti beach children, bimbi di spiaggia. Il centro che visitiamo è coordinato dall'inglese Margharet Eno, che porta il vanto della hot-line da lei creata per smascherare ed eventualmente acciuffare i pedofili un attimo prima che questi compiano il loro scempio.
Dice Margharet: "Alleniamo i bimbi a riconoscerli e a denunciarli quando li molestano. Insegniamo loro i trucchi, le strategie degli orchi. Addestriamo anche la vecchietta che vende bibite ai turisti o il pescatore che ripara la rete". Grazie al numero verde (pubblicizzato su tutti i tuk-tuk della città così come nelle stanze d'albergo) in questo momento le prigioni di Sihanoukville ospitano sei pedofili.
Il centro Don Bosco cerca di risolvere la situazione, ma è sempre molto difficile.
Come viaggiatori responsabili e rispettosi di ogni singolo individuo noi di arrivi-partenze.it condanniamo nel modo più assoluto il turismo sessuale e consigliamo, in caso ne veniate a conoscenza, di denunciarle alle autorità competenti o alle associazioni senza scopo di lucro.
Per chi fosse interessato a combattere questa realtà, abbia intenzione di farla conoscere a qualcun altro o volesse supportarla in qualsiasi modo, una delle associazioni più importanti è la Ecpat; potete trovare tante informazioni utili al suo riguardo attraverso il sito web www.ecpat.it.
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