Castelnuovo di Farfa: Cosa Vedere nel Pittoresco Borgo Sabino
Nel cuore della Sabina, Castelnuovo di Farfa offre un viaggio affascinante attraverso la preistoria, il medioevo e il rinascimento. Questo borgo racconta storie di antichi abitanti, battaglie e splendori architettonici.
Un Viaggio nella Terra dell'Olio
Castelnuovo di Farfa, un pittoresco borgo della Sabina, offre un'esperienza unica di storia e tradizione olivicola con il Museo dell'Olio e la Chiesa di San Donato.
Castelnuovo di Farfa è celebre per il suo olio d'oliva extravergine, conosciuto come "l'oro verde" della Sabina. Parte della rete Città dell’Olio, il borgo promuove la cultura olivicola e la produzione di olio DOP, coltivato da generazioni con tecniche tradizionali e spremitura a freddo.
Nel cuore di quella Sabina culla a sua volta dell’Olio Extravergine Sabina DOP, Castelnuovo di Farfa è parte della rete Città dell’Olio, associazione nazionale che riunisce comuni, province, parchi, in sostanza tutti quegli enti, tutte quelle espressioni territoriali e amministrative in cui l’olio non sia solo un prodotto, ma un veicolo di tradizioni e cultura, e che si fregino di Denominazioni di Origine Protetta per i propri oli.
La sua mission sta nella difesa dei territori vocati all’olivicoltura, nella promozione dei prodotti e della cultura, anche presso i consumatori, del consumo responsabile e consapevole.
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Il Museo dell'Olio della Sabina
Per completare il weekend, vale la pena visitare Castelnuovo di Farfa, un borgo poco distante che ospita il Museo dell’Olio della Sabina. Qui, attraverso un percorso interattivo e coinvolgente, è possibile scoprire la storia e le tecniche di produzione di uno degli oli extravergine d’oliva più pregiati d’Italia.
Il museo offre un’esperienza sensoriale, con degustazioni e approfondimenti sulla coltivazione dell’olivo, un’attività che da secoli rappresenta il cuore economico e culturale di questa terra.
Con una simile intitolazione, e in un’area geografica così fortemente vocata alla produzione olivicola, ci si aspetta una serie di attrezzi, ovviamente storici e più o meno antichi, e magari qualche scheda informativa alle pareti che illustri l’evoluzione dei mezzi di produzione. Ebbene, l’originalità di questo museo sta nell’aver celebrato la civiltà, la cultura dell’olio, attraverso l’arte e attraverso le opere di artisti contemporanei come Maria Lai - il suo Albero del Poeta accoglie i visitatori quasi all’ingresso, unendo l’ulivo all’ars poetica come erano soliti fare i romani - o il giapponese Hidetoshi Nagasawa, o di Gianandrea Gazzola.
L’itinerario prosegue all’interno di un frantoio del Settecento, rientrando nella dimensione più concreta della produzione, e termina, come anticipato, all’interno della Chiesa di San Donato, divenuta stazione terminale dell’esperienza museale, allo scopo di valorizzarla e coinvolgerla negli itinerari dei visitatori.
La Chiesa di San Donato
La storia di Castelnuovo di Farfa inizia dalla Chiesa di San Donato. Il primo snodo della storia di questo grazioso borgo comincia, come abbiamo accennato poco sopra, attorno alla Chiesa di San Donato, oggetto di studio e attenzione di una delegazione dell’Università di Sheffield nella metà degli anni Novanta, grazie al suo essere punto di raccordo, come non ce ne sono molti altri, tra le ville rurali romane e il paesaggio delle campagne medievali.
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Come edificio di culto era stato abbandonato nel corso del XVI secolo, inglobato in una struttura di molto posteriore, e l’intervento di recupero e ripristino ne ha permesso di riportare alla luce gli effettivi volumi e planimetria. Ad oggi, costituisce il punto di arrivo per i visitatori del Museo dell’Olio di Castelnuovo di Farfa.
Visita la Chiesa di San Donato con le sue nicchie affrescate.
Storia e Architettura di Castelnuovo di Farfa
Attraversa il maestoso Torrione di Porta Castello, costruito in pietra durante il medioevo, che per secoli ha difeso il borgo di Castelnuovo di Farfa. Passeggia tra i vicoli adornati da fiori colorati e scopri il Palazzo dei Marchesi Simonetti, con la sua imponente facciata che racconta storie di potere e raffinatezza. Nei giardini all'italiana, il mondo esterno scompare tra aiuole curate e fontane mormoranti.
Visita il Palazzo Perelli, dove il Museo dell'Olio della Sabina celebra la tradizione olivicola. Scopri gli antichi frantoi a trazione animale e le anfore che narrano un passato ricco di cultura. Ammira le opere di Maria Lai, che creano un dialogo tra tradizione e modernità.
Visita la Chiesa di San Nicola di Bari.
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Le Grotte Scure, con frammenti ceramici e resti di focolari, rivelano antichi usi abitativi e rituali. Nel VI secolo, San Lorenzo di Siria fondò l'Abbazia di Farfa, avviando la cristianizzazione del territorio. Il Castellum Sancti Donati fiorì fino alle incursioni saracene. Nel XIII secolo, l'Abbazia di Farfa fondò il Castellum Novum, sebbene turbato da una disputa tra monaci e castellani. L'unificazione dei castelli di Agello e Cavallaria diede vita a Castelnuovo di Farfa. Durante il Rinascimento, i marchesi Simonetti ristrutturarono il borgo, con il Palazzo Salustri Galli simbolo del loro potere e influenza culturale.
Una prima documentazione di questo luogo nelle fonti storiche si attesta al 977, con il riferimento al Castellum Sancti Donati: un primo nucleo abitato si era probabilmente formato intorno alla chiesa dedicata a San Donato, ancora oggi visibile, e abbandonato poi a causa delle allora numerose incursioni saracene. Una ricostruzione nel secolo seguente, e un nuovo abbandono. Si deve attendere il 1200 per la fondazione di un Castellum Novum, voluto dalla potente Abbazia di Farfa e che tradizionalmente viene a coincidere con l’inizio della storia di Castelnuovo di Farfa. La posizione era davvero strategica. Posto su un colle, circondato da altre colline e cinto dal torrente Farfa a nord e dal Riana a sud, questo borgo già così ben difeso dalla morfologia del territorio era ulteriormente fortificato da nove torri.
Appare dunque poco verosimile, per quanto suggestiva, la leggenda secondo la quale la fondazione si debba a tre famiglie di origine orientale, giunte in Sabina a seguito della conversione operata da un monaco farfense di nome Raniero.
Immersione nella Natura: Le Gole del Farfa
Passeggiare lungo le Gole del Farfa è un'esperienza immersiva in un paradiso naturale al confine con Mompeo. Qui, tra boschi rigogliosi, le acque limpide del fiume Farfa formano cascate naturali. Un punto panoramico offre scorci mozzafiato sull'Abbazia di Farfa, aggiungendo un tocco di storia a questa bellezza naturale.
Chi desidera esplorare i dintorni può dirigersi alle Gole del Farfa, un’area naturale di grande fascino situata a pochi chilometri dall’abbazia. Qui, il fiume Farfa scorre tra rocce calcaree e vegetazione rigogliosa, creando piccole cascate e pozze d’acqua cristallina.
Il sentiero che costeggia il fiume è ideale per escursioni a piedi o in mountain bike, con percorsi che si addentrano tra boschi ombrosi e panorami suggestivi. Durante la bella stagione, alcune zone del fiume sono adatte anche per un bagno rinfrescante, perfetto per chi cerca una pausa dal caldo estivo.
Il motivo per cui questa parte di Sabina è di grande attrattiva per gli amanti della natura è costituito dalla presenza del Monumento Naturale delle Gole del Farfa, un’area protetta individuabile tra il territorio dei comuni di Castelnuovo di Farfa e di Mompeo, parte integrante della Riserva naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa.
Una natura incontaminata, dai colori intensi e vividi, quasi una tela impressionistica, in cui il verde intenso dei boschi, dei muschi che avvolgono i tronchi di querce, lecci e altri alberi ad alto fusto si staglia contro il bianco pallido dell’acqua gelida che scorre nel torrente Farfa: il letto è costituito da ciottoli levigati dall’azione dell’acqua, e questo contribuisce a far arrivare ancora di più la percezione della sua purezza. Il Farfa è poi sovrastato da un antico Ponte Romano del VI secolo, a campata unica, a collegare Castelnuovo a Mompeo - attenzione a percorrerlo, non ci sono parapetti.
Poco distanti, ma comprese nel territorio di Mompeo, le rovine della Mola Naro Patrizi, un mulino ad acqua come ce ne erano altri in zona, in epoca romana e medievale.
Le Gole del Farfa sono lo scenario ideale di percorsi di trekking, ma anche di attività acquatiche come il rafting, o il canyoning, o di una semplice passeggiata alla ricerca della frescura nella canicola estiva: le sue acque sono balneabili, e tra l’altro, sono freddissime anche nella bella stagione.
Cosa Vedere nei Dintorni
Prima di scoprire le bellezze artistiche, stoiche e naturali nelle vicinanze dell’abbazia, consigliamo di visitare il piccolo ma grazioso borgo di Farfa, centro medievale che abbraccia il complesso benedettino.
Nelle immediate vicinanze dell’abbazia, oltre al delizioso borgo di Farfa, troviamo Fara in Sabina (4,8 km) dove merita senz’altro una visita il Museo Archeologico del Palazzo Baronale. Il centro storico, invece, seppur in molti punti versi in stato di abbandono, conserva suggestivi angoli pittoreschi. Ma Fara è soprattutto uno straordinario belvedere: bellissimi i panorami sulla Campagna Romana, il Soratte e la Valle del Tevere e quelli sulla verde Valle del Farfa.
A poco più di 10 km a nord dell’abbazia si trova Poggio Mirteto (9,5 km), elegante paese della Sabina il cui centro storico custodisce una serie di interessanti attrazioni architettoniche e culturali. Chiese, torri, musei e pittoreschi scorci verso la campagna circostante.
A poca distanza da Poggio Mirteto (3,3 km) e circa 8,5 km dall’abbazia si trova Montopoli di Sabina (8 km), grazioso borgo medievale con la principale porta d’ingresso situata su Via XII Ottobre.
Da non perdere è il borgo di Castelnuovo di Farfa (7 km circa) tra i più pittoreschi di questa zona della Sabina.
Per chi ama la natura e percorrere facili sentieri, a circa 22 km dall’abbazia si può visitare la Riserva Naturale Regionale di Nazzano, Tevere-Farfa. Tutela una magnifica porzione di campagna romana dove serpeggia il Fiume Tevere.
Altra magnifica area protetta è il Monumento Naturale Gole del Farfa, luogo selvaggio e dal grande valore ambientale ed ecologico. Si trovano a 9 km dall’abbazia (ingresso principale vicino a Castelnuovo di Farfa).
Tra i borghi da vedere nelle vicinanze dell’abbazia benedettina, segnaliamo Frasso Sabino (14 km), pittoresco borgo, dove spicca il Castello Sforza Cesarini. Ritrovato il suo antico splendore dopo anni di lavori di restauro, oggi si mostra imponente dalla piazza principale del paesino.
Infine una breve visita la consigliamo a Poggio Nativo (12 km). Dal piazzale dove si fa notare il monumentale arco d’ingresso al paese, si entra nel centro storico, dal classico aspetto medievale.
A circa 17,5 km invitiamo a scoprire il sito archeologico di Lucus Feroniae, vicino Fiano Romano, uno dei più rilevanti tra quelli presenti tra l’Agro Romano, la Sabina e la parte meridionale della Tuscia. Si tratta di un antico “lucus”, ovvero un Bosco Sacro, dedicato alla dea Feronia.
Farfa e la Sua Abbazia
Farfa è una frazione del comune di Fara in Sabina, in provincia di Rieti, che si sviluppa attorno alla celebre Abbazia di Farfa, un monastero benedettino che per secoli è stato un centro culturale e religioso di primaria importanza. Qui, il tempo sembra essersi fermato e il silenzio avvolge stradine acciottolate, edifici in pietra e panorami che invitano alla contemplazione.
Il cuore del borgo è senza dubbio la magnifica abbazia benedettina, fondata secondo la tradizione nel VI secolo e poi ricostruita dai monaci carolingi. Nei secoli successivi divenne un centro religioso e culturale di primaria importanza, al punto da ottenere lo status di abbazia imperiale sotto il Sacro Romano Impero. Oggi è ancora abitata dai monaci benedettini, che vivono in un’atmosfera di pace e raccoglimento.
La visita inizia dal chiostro, caratterizzato da eleganti arcate e da un piccolo giardino interno, dove regna il silenzio. La chiesa abbaziale, dedicata a Santa Maria, custodisce splendidi affreschi del XVII secolo, un pregevole organo barocco e un campanile romanico.
Uno dei tesori più preziosi dell’abbazia è la sua biblioteca, che conserva manoscritti medievali, testi miniati e documenti antichi di straordinario valore. Gli appassionati di storia e arte possono anche visitare il piccolo museo annesso, dove sono esposti reperti archeologici e opere legate alla lunga storia dell’abbazia.
Farfa è un piccolo ma suggestivo centro turistico della Sabina, famoso per l’Abbazia benedettina. Il piccolo borgo di Farfa, circondato dalle dolci colline della Sabina, è uno dei luoghi più belli della provincia di Rieti e tra i più conosciuti grazie alla presenza dell’Abbazia benedettina di Santa Maria. Il caratteristico centro medievale, oscurato dalla maestosa bellezza dell’abbazia, è invece un paesino tutto da vivere. Nonostante le dimensioni offre scorci suggestivi e rilassanti.
Lungo la strada che raggiunge il borgo si trova un parcheggio. Da qui è possibile scendere leggermente e arrivare alle prime case tramite un viale (l’inizio è riconoscibile da una staccionata, un semaforo e cartelli turistici). Subito si respira un’atmosfera affascinante dal sapore antico. Un lungo viale dove alle estremità ci sono due portoni; è il cuore di Farfa. Si può visitare liberamente in circa 20-30 minuti.
È consigliabile raggiungere e scoprire anche Fara in Sabina e, per chi ama la natura, invitiamo ad esplorare la Valle del Fiume Farfa distante pochissimi minuti.
Farfa e la sua Abbazia sono una delle mete più suggestive del reatino e può essere visitato in qualsiasi stagione dell’anno. E’ un’ottima meta per una passeggiata, sia pur breve, in totale relax. Per conoscere i luoghi più belli nelle vicinanze del borgo consulta la guida su cosa vedere nei dintorni dell’abbazia di Farfa.
Non è possibile parcheggiare all’interno del paese ma è presente un’area non custodita vicino all’entrata, ben visibile dalla strada. Da qui in pochissimi minuti si arriva al centro. Ci sono ristoranti sulla via principale e alcune strutture ricettive nelle vicinanze.
Castelnuovo di Farfa in Cucina
La Sabina è meraviglie naturalistiche, architettoniche e storiche. Ma è anche buona cucina, ed è sicuramente questo aspetto che la rende nota nel resto d’Italia. Uno degli appuntamenti gastronomici offerti dalla cittadina in provincia di Rieti è la Sagra delle Fregnacce con la Persa, che si svolge solitamente in agosto, con balli in piazza, concerti musicali e gli immancabili stand. Si tratta di una specialità di pasta all’uovo, le fregnacce, appunto, una sorta di maltagliati, realizzati con un impasto fatto per metà di uovo e per metà di acqua, tirato con il mattarello, ma non troppo, in modo da aumentarne la tenuta in cottura. E la soddisfazione al palato, anche. Un piatto semplice, sapori non elaborati ma intensi, con l’inconfondibile aroma della maggiorana, detta, da queste parti, “persa”. E allora persa, olio e uno spicchio di aglio, oppure un semplice sugo all’odore di maggiorana, arricchito da un pizzico di peperoncino e soffritto in olio EVO Sabina DOP, e il piatto è pronto.
Come Arrivare a Castelnuovo di Farfa
Il percorso più comodo per arrivare a Castelnuovo di Farfa prevede un primo tratto di autostrada A1, fino all’uscita per Fiano Romano; a questo punto si imbocca la Strada Statale 4 Salaria verso Rieti, seguendo le indicazioni per Osteria Nuova e Poggio Moiano. Da qui, apposite indicazioni conducono a Castelnuovo.
Olio nella Tavola e nella Cultura
Perché l’olio è così importante nei posti dove viene prodotto? Il valore economico ha sicuramente la sua importanza, ma è anche vero che la maggior parte degli uliveti italiani è di proprietà di piccoli e medi produttori, non di agiati latifondisti. L’olio è anche, e soprattutto, cultura. È un insieme di nozioni che deve guidare il produttore, di competenze, di conoscenze, che vengono tramandate e che sono una ricchezza imprescindibile. Un saper fare che si è stratificato nei secoli e nei millenni, se pensiamo che in Sabina la pratica delle coltivazioni delle olive è millenaria. E se poi andiamo a vedere i significati simbolici dell’olio, la Bibbia, con la colomba recante il ramoscello d’olivo simbolo di pace, e l’iconografia greca e romana possono offrirci moltissimi spunti di riflessione.
L’olio è vita, è luce, perché con esso si accendevano i lumi, con esso si unge la fronte del battezzato e del nuovo arrivato nella comunità dei fedeli in più di una religione. L’olio, ma solo quello extravergine d’oliva, è la colonna portante della dieta mediterranea, apportando una serie di nutrienti e di grassi buoni fondamentali per il buon funzionamento dell’organismo. Diventa quindi naturale pensare a un museo dell’olio, come hanno ben fatto i castelnovesi, inaugurando nel 2001 il Museo dell’Olio della Sabina all’interno del Cinquecentesco Palazzo Perelli.
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