Il Consolato degli Stati Uniti a Trieste: Una Storia di Amicizia e Commercio
Una targa, all’incrocio tra Corso Italia e Via Santa Caterina da Siena, recita che qui “ebbe sede sin dal 7 novembre 1797 il primo consolato degli USA a Trieste“. Secondo chi l’affisse, cioè “l’ambasciata USA in Italia, 1 giugno 1990“, la “testimonianza di una antica e rinnovata amicizia“.
L’iscrizione risale a un periodo d’intensi rapporti tra l’Europa e gli Stati Uniti; quando, dopo il crollo del Muro di Berlino e il trauma della scomparsa dell’Unione Sovietica, il mondo globalizzato sembrò avviarsi sulla strada delle democrazie liberali occidentali.
Il modello “americano”, profetizzava lo storico Francis Fukuyama, aveva trionfato. Eppure, anche col cinismo del ventunesimo secolo, figlio dei conflitti medio orientali e della crisi del 2008, c’è un fondo di verità nei rapporti tra Trieste e gli USA, Trieste e gli Stati Uniti. La città-porto fu infatti tra le prime a riconoscere la nazione ribelle e a intrecciare rapporti commerciali; motivata, più che dagli ideali illuministi e rivoluzionari, dalla simile intraprendenza capitalista e imprenditoriale.
Le Origini del Consolato e i Rapporti Commerciali
Il primo tentativo di intrecciare un rapporto commerciale con il Nord America avvenne nel 1763, quando il mercante Filippo Fabriani inviò la sua richiesta all’imperatrice Maria Teresa. La proposta venne rifiutata dalla Camera Aulica, ma riscosse un vivace interesse della Suprema Intendenza Commerciale del Litorale Austriaco.
Il negoziante originario di Anversa Giovanni Ignazio van Verpooten propose nel 1781 al governatore di Trieste Carlo de Zinzerdorf lo statuto di una Compagnia Privilegiata di Assicurazioni, Commercio e Sconto, “certo che Sua Eccellenza capirà quanto sia importante per gli Stati di sua Maestà avere in America e nelle Antille dei porti franchi per il commercio delle navi austriache”.
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A seguito della proclamazione d’indipendenza degli Stati Uniti, nel mese di agosto 1782 il capitano Logarozzi partì da Trieste con la nave “L’Americano” di 286 tonnellate e 12 uomini di equipaggio; presto imitato dai battelli “L’Attività” e “La Vigilanza”. Lo scambio commerciale prevedeva la vendita di utensili agricoli, acquavite, rosoli e vini locali, ferro dalla Carinzia, farina, carni salate, cera e panni; in cambio Logarozzi avrebbe acquistato lo zucchero grezzo prodotto dalle piantagioni delle Antille, destinato alle raffinerie di Campo Marzio a Trieste e a Fiume.
Nel 1783, mentre ancora infuriava il conflitto con l’Inghilterra, il cittadino di San Domingo de Roissy giunse a Trieste per proporre una relazione commerciale tra le colonie britanniche ribelli e l’impero austriaco. Un gruppo di mercanti della Casa di Commercio della Privilegiata Compagnia di Trieste e Fiume si lasciò convincere dal messo americano e preparò una nave imperiale, “La Capricciosa”, per una missione diplomatico-commerciale.
La nave giunse a Philadelphia il 7 novembre 1783 e rivendette con grande successo le merci austriache: dai vini istriani, alle stoffe della Moravia, alle tele della Slesia, ai ferri per cerchiare le botti dalla Stiria. I profitti risultarono talmente elevati che gli austriaci finanziarono nella città stessa la costruzione di una seconda nave commerciale, la “Conte di Brigido”; mentre “La Capricciosa” veniva rinominata in onore della città americana. Nell’occasione a bordo della nave era anche presente il barone Beelen von Berthof, nominato dall’imperatore Giuseppe II “Cesareo Regio Consulente Commerciale” per stipulare nuovi rapporti economici con la giovane nazione americana.
La Nascita del Consolato Ufficiale
Fu proprio il primo presidente George Washington a promuovere l’apertura di un consolato a Trieste, il 7 febbraio 1797; era il secondo dell’intero continente europeo, dopo la città francese di Bordeaux.
Era stato il Congresso degli Stati Uniti a insistere, considerando “la fama dell’attività e del credito estero di questa piazza mercantile divulgatasi per ogni dove e la buona accoglienza che godono tutte le bandiere delle potenze amiche in questo porto franco sotto la protezione di sagge leggi di S.C.R. Apostolica Maestà e di questo suo zelante governo… onde rinnovare le utili relazioni di commercio, ch’erano per le varie vicissitudini alquanto interrotte”.
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Il Presidente John Adams nominò quale primo console americano John Lampson del Massachussetts (24 dicembre 1799) a cui succedette, sotto il governo del presidente Thomas Jefferson, il mercante di Baltimora William Riggin (4 febbraio 1802). Un quadro raffigurante George Washington, presente nella biblioteca Attilio Hortis, venne donato da Lampson stesso negli anni di presenza a Trieste.
Proprio nel primo anno del nuovo secolo (1800) era nel frattempo giunto il primo brigantino americano: il “Sukey“, agli ordini del capitano Samuel Sweet, di Salem.
Il Ruolo dei Consolati nel Commercio e nella Tutela dei Cittadini
I mercanti formavano, secondo la nazione di provenienza, piccole comunità, etnico - religiose, che necessitavano di garanzie, di tutela, e di rappresentatività per poter commerciare in sicurezza. Il “tempo dei consoli” era arrivato. I consolati a Trieste nel 1700 sono espressione delle esigenze dei commercianti; significativo, quello della nazione greco - turchesca, proposto all’Imperatore Carlo VI da un gruppo di mercanti riunitisi in occasione della Fiera di Senigallia del 1732, e assunto dal Cap. Liberale di Giacomo Baseo, che può essere considerato il Decano del Corpo Consolare di Trieste.
Il primo console nominato da Venezia fu Girolamo Marzani (decreto del 10 dicembre 1761). I consolati dei Paesi in guerra con l’Impero Austro - Ungarico chiusero e i consoli rientrarono in patria. Gli archivi, gli interessi e la tutela dei cittadini residenti a Trieste vennero assunti, fino al 1918, prima dal consolato degli Stati Uniti d’America, poi parte dal consolato Svizzero, parte da quello di Svezia.
Il XX Secolo e l'American Corner
Dopo la prima guerra mondiale, la collocazione geopolitica di Trieste cambiò e divenne uno dei numerosi porti del Regno d’Italia.
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Nel 1939 iniziava un altro triste periodo per il Corpo Consolare di Trieste, caratterizzato dalle rimozioni da parte delle Legazioni, su richiesta del Ministero degli Affari Esteri, dei consoli appartenenti alla comunità ebraica: il 27 marzo 1939 il console del Messico, Paolo Gattegno, “appartenente alla razza israelitica”; poi Pollitzer Andrea, proposto il 1° agosto 1937 a console del Paraguay “israelita”; Ernesto Krausz, console di Svezia, “appartiene a famiglia ebrea”.
Con l’inizio della Seconda Guerra mondiale e la conseguente rottura delle relazioni diplomatiche con l’Italia, molti consoli lasciarono Trieste e chiusero i consolati se di carriera o, se onorari, gli uffici.
Fino al 2006 la sede ha ospitato il consolato americano, poi lo spazio è stato riconosciuto come "American Corner". Per festeggiare i sessant'anni di storia, è arrivata a Trieste Christina Tomlinson, Ministro consigliere per gli affari pubblici dell'ambasciata americana. Negli anni, l'american corner è diventato un punto di riferimento per gli americani e i triestini
Trieste non è più solo città portuale, commerciale o industriale. Nella Trieste europea si ripristinano le condizioni già esistenti durante l’Impero Asburgico, per una presenza rinnovata di quelle “nazioni” che hanno determinato la ricchezza economica e culturale di tutta la città.
Consolati USA in Italia: Un Panorama Completo
Ospitato dal 1985 nel prestigioso palazzo Montecatini 2, opera dell’architetto Gio Ponti, il Consolato Generale degli Stati Uniti vanta una lunga presenza nella città di Milano. Aperto nel 1865 come Agenzia Consolare aggregata dapprima al Consolato di Firenze e poi di Genova, divenne un Consolato vero e proprio nel 1874. Un documento del 1879 indica che la sede del Consolato si trovava già allora in via Principe Amedeo, 5. nel centro di Milano.
Il distretto del Nord Italia comprende due agenzie consolari, a Genova e a Venezia e il primo e unico American Corner in Italia, inaugurato a Trieste nel settembre del 2007.
Lo staff del Consolato è composto da personale italiano e americano impiegato nelle diverse sezioni e agenzie del governo degli Stati Uniti presenti a Milano.
Conoscere i dettagli e le informazioni dell’ambasciata americana e dei consolati USA in Italia è fondamentale per aziende che esportano e cittadini che viaggiano in questo paese. Anche se l’evoluzione dei dazi doganali è imprevedibile, gli Stati Uniti d’America è un forte alleato politico e commerciale dell’Italia.
L’Ambasciata degli Stati Uniti d’America gestisce le relazioni diplomatiche con l’Italia, il personale governativo statunitense nel nostro paese e svolge servizio consolare ai cittadini americani residenti o in visita in Italia, i cittadini italiani che vogliono visitare gli Stati Uniti o sono intenzionati a trasferirsi.
L’ambasciata statunitense in Italia, che si trova a Roma, ha sede nel Palazzo Margherita dal 1931, acquistato dagli USA nel 1946. Qui è possibile gestire tutti gli aspetti relativi ad assistenza ai cittadini statunitensi. L’ambasciata americana a Roma è il punto di riferimento per i servizi consolari e la rappresentanza diplomatiche in Italia. Ma per le pratiche burocratiche ci sono anche i consolati italiani degli USA divisi in diverse città. Altro riferimento per i servizi consolari americani in Italia.
L’ufficio consolare statunitense a Napoli serve il sud del paese ed è presente dal 1796. Ricordiamo che al consolato americano di Milano sono collegati due uffici: l’Agenzia Consolare USA di Genova e quella di Venezia.
Table: Consolati USA in Italia
Città | Tipo di Ufficio | Note |
---|---|---|
Roma | Ambasciata | Sede principale |
Milano | Consolato Generale | Palazzo Montecatini 2 |
Napoli | Ufficio Consolare | Serve il sud Italia |
Genova | Agenzia Consolare | Collegata al Consolato di Milano |
Venezia | Agenzia Consolare | Collegata al Consolato di Milano |
Trieste | American Corner | Punto di riferimento culturale |
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