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CCNL Turismo: Malattia, Diritti e Doveri

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del Turismo è uno degli strumenti più importanti per regolamentare i diritti e i doveri dei lavoratori che operano nel settore HoReCa in Italia. Numerosi i settori coinvolti, tra cui quello della ristorazione, che rappresenta una delle aree più rilevanti in termini di occupazione e produttività.

CCNL del Turismo: Cos'è e a Chi si Rivolge

Il CCNL del Turismo regola i contratti di lavoro di diverse realtà aziendali, dall'hotellerie alla ristorazione, dalle agenzie di viaggio agli stabilimenti balneari, fino ai parchi tematici e alle strutture ricettive non alberghiere. Tale contratto nasce dalla negoziazione tra le organizzazioni sindacali e le associazioni di settore, tra cui Filcams-CGIL, FISASCAT-CISL, UILTuCS-UIL da un lato, e le associazioni di categoria come FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) dall'altro.

Oltre a stabilire chiaramente i diritti dei lavoratori del comparto turistico in termini di retribuzione e orario di lavoro, il CCNL in questione si occupa anche di definire le regole relative alla sicurezza sul lavoro, alla malattia, alla maternità, alle ferie e a molti altri aspetti fondamentali per il welfare e il benessere lavorativo di operatori e professionisti.

Il CCNL ha diversi livelli e retribuzioni, che sono standard per le attività. Può essere di varie tipologie, ed è meglio essere informati sul trattamento da aspettarsi!

I dipendenti che pertengono alla sfera della ristorazione, del turismo e dell’hotellerie (ma le attività sono moltissime, include anche gli stabilimenti balneari) hanno diritto a 14 mensilità retributive.

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L’orario canonico per chi ha un contratto di lavoro full-time è di 40 ore settimanali, che diventano 44 ore per il personale non impiegatizio degli Stabilimenti balneari, distribuite su 5 giornate e mezza.

Il CCNL Turismo e pubblici esercizi prevede 10 livelli, che corrispondono a diversi livelli retributivi e che pongono soventemente in essere le gerarchie all’interno delle attività.

Quando stai per stipulare il contratto, devi avere chiaro che i livelli più elevati - come quelli dei quadri, il primo e il secondo livello - sono tendenzialmente riservati a figure con una seniority elevata, o con comprovate e precise skill tecniche.

Quello che non è escluso è che se magari entri in un ristorante come commis, con mansioni di supporto allo chef nella porzionatura e il tuo obiettivo è apprendere, magari entro poco tempo “scalerai” altri livelli, e magari diventerai chef con un secondo livello!

I Livelli Contrattuali: Quanti Sono e Cosa Cambia

Il CCNL del Turismo suddivide i lavoratori in alcuni livelli contrattuali, che determinano la retribuzione, le mansioni e i diritti legati alla professionalità e all’esperienza. I livelli sono stabiliti in base alla qualifica del lavoratore, alla sua esperienza e alle sue competenze specifiche. Nel settore della ristorazione, in particolare, le differenze tra i vari livelli sono piuttosto marcate, determinando significative variazioni tanto nelle responsabilità quanto, di conseguenza, nella retribuzione.

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Si parte dal livello 6 e dal livello 5, dove troviamo coloro che, alle prime armi, svolgono attività basilari, che non richiedono particolari competenze quali runner, addetti alle pulizie e lavapiatti. Ai livelli intermedi, poi (livello 4 e livello 3), si collocano i professionisti che hanno maturato una certa esperienza in un comparto specifico come, ad esempio, capisala, barman/barlady, chef e responsabili di cucina. I livelli più alti - livello 2 e livello 1 - fanno, infine, riferimento a chi si occupa della gestione e del management dell'attività, quali gli store manager o i direttori delle risorse umane.

Differenze Salariali Tra i Livelli Contrattuali

Tra i vari livelli contrattuali, non sono soltanto mansioni e responsabilità a cambiare, bensì anche la retribuzione, che dev'essere altrettanto in linea con qualifiche ed esperienze dei lavoratori. Come già accennato, le differenze retributive nella ristorazioni sono piuttosto marcate tra un livello e l'altro, come dimostra lo schema successivo (fonte dati: FIPE).

  • Livello 6 e livello 5: Ai livelli inferiori troviamo runner, lavapiatti, addetti alle pulizie e tutti coloro che svolgono quelle attività per le quali non servono particolri competene specifiche, la cui retribuzione lorda mensile può oscillare tra i 1.200 e i i 1.500 Euro.
  • Livello 4 e livello 3: Nei livelli intermedi si collocano i professionisti che, grazie alle competenze maturate, gestiscono una specifica area, quindi capisala, chef e bartender, il cui stipendio medio può variare tra i 1.800 e i 2.500 Euro lordi mensili.
  • Livello 2 e livello 1: Ai livelli più alti, infine, vi sono i direttori manager e i responsabili (di sala e cucina) il cui stipendio, a seconda della tipologia di struttura e delle sue dimensioni, è compreso tra i 2.500 e i 3.500 Euro lordi al mese.

A queste cifre, che rappresentano gli stipendi medi standard, sono da aggiungersi eventuali benefit e bonus aziendali che certe realtà - soprattutto catene e locali di lusso - implementano come incentivo per il proprio staff.

Tutele e Diritti dei Lavoratori della Ristorazione

Come già detto, il CCNL del Turismo non si limita a stabilire le retribuzioni, ma offre anche una serie di tutele per i lavoratori. Tra queste, troviamo:

  • Orari di lavoro: il contratto stabilisce che si possono lavorare non più di quaranta ore settimanali, suddivise in cinque-sei giorni lavorativi, con orari variabili in base all'attività.
  • Riposo settimanale: nel CCNL viene, altresì stabilito che chi lavora nella ristorazione ha diritto a un giorno di riposo settimanale, che può essere concordato con il datore di lavoro.
  • Ferie e permessi: nel contratto si legge che le ferie spettanti a ciascun lavoratore sono pari a un minimo di ventisei giornate lavorative annue.
  • Salute e sicurezza: il CCNL, infine, prevede specifici protocolli di sicurezza per tutelare la salute dei lavoratori, con particolare attenzione agli ambienti di lavoro (come, ad esempio, le cucine) e alla prevenzione degli infortuni.
  • Formazione: il contratto stabilisce, inoltre, indicazioni specifiche per la formazione professionale che offre ai lavoratori della ristorazione opportunità di aggiornamento e crescita.

Malattia: Diritti e Doveri Secondo il CCNL Turismo 2025

La malattia rappresenta un evento imprevedibile che può colpire qualsiasi lavoratore, anche nel settore turistico-alberghiero. Il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) Turismo 2025 prevede specifiche disposizioni per tutelare sia i dipendenti che le aziende in queste circostanze. Quando un dipendente assunto con il CCNL Turismo si ammala, può contare su una serie di diritti fondamentali garantiti dal contratto stesso.

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Il periodo di comporto, ovvero il tempo durante il quale il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto in caso di assenza per malattia, è fissato dal CCNL Turismo 2025 in 180 giorni di calendario nell'arco di un anno. Nel caso di più eventi di malattia nell'arco dell'anno, i giorni di assenza si sommano ai fini del calcolo del periodo di comporto. Durante il periodo di malattia, il lavoratore ha diritto a percepire una parte della propria retribuzione. Durante l'assenza per malattia, continuano a maturare sia i contributi previdenziali ai fini pensionistici sia l'anzianità di servizio.

Il CCNL Turismo 2025 prevede anche precisi obblighi a carico del dipendente che si assenta per motivi di salute. Il primo e più importante dovere del lavoratore è comunicare immediatamente al datore di lavoro la propria assenza per malattia.

Oltre alla comunicazione immediata, il lavoratore deve assicurarsi che il certificato medico giunga al datore di lavoro. Durante il periodo di malattia, il dipendente è tenuto a rispettare le fasce orarie di reperibilità per le eventuali visite di controllo (visite fiscali) disposte dall'INPS o dal datore di lavoro. Il lavoratore deve essere presente presso l'indirizzo indicato nel certificato medico durante queste fasce orarie, tutti i giorni della settimana, inclusi weekend e festivi. Il lavoratore malato deve attenersi alle prescrizioni del medico e non svolgere attività che possano pregiudicare la guarigione.

In caso di malattia durante il periodo di prova, questo viene sospeso e riprenderà dal momento della guarigione. Come accennato, il CCNL Turismo 2025 prevede un periodo di comporto di 180 giorni nell'arco di un anno. Il superamento del periodo di comporto rappresenta un motivo legittimo di licenziamento, ma non comporta un licenziamento automatico. Il lavoratore che prevede di superare il periodo di comporto può richiedere un periodo di aspettativa non retribuita.

Oltre alle malattie comuni, i lavoratori del settore turistico possono essere soggetti a patologie professionali legate alle specifiche mansioni svolte. Come anticipato, il CCNL Turismo 2025 prevede percentuali specifiche di retribuzione durante i periodi di malattia.

La conservazione del posto di lavoro è di 180 giorni nell’anno solare (1 gennaio - 31 dicembre), cui si aggiungono 120 giorni di aspettativa non retribuita.

Cosa si intende con infortunio sul lavoro? Si tratta di una lesione che coinvolge il lavoratore nello svolgimento della professione, e viene corrisposto un indennizzo al lavoratore stesso.

Per le festività nazionali e infrasettimanali cadenti nel periodo di astensione obbligatoria connessa alla maternità, l’integrazione dell'indennità INPS copre fino al 100% della retribuzione giornaliera di fatto.

Non parliamo di cicogna, ma di fiori d’arancio?

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