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Cos'è l'Area Schengen: Libertà di Circolazione in Europa

Lo spazio Schengen è un’area di libera circolazione tra paesi europei che hanno abolito i controlli alle frontiere. È uno dei risultati più importanti raggiunti dall’Unione europea, perché garantisce uno dei diritti fondamentali dei suoi cittadini: quello di spostarsi, vivere e lavorare in tutti i paesi che ne fanno parte.

Paesi Membri e Non Membri

Oggi l’area Schengen comprende 26 paesi: 22 membri dell’Unione e quattro esterni (Islanda, Liech­tenstein, Norvegia e Svizzera). L’Irlanda e il Regno Unito non hanno aderito alla convenzione esercitando una clausola di esclusione, il cosiddetto opt-out, mentre in Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania il trattato non è ancora entrato in vigore. In Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania, pur essendo stati membri dell’area Shengen, la libera circolazione non è ancora entrata in vigore a causa della mancanza dei necessari adeguamenti tecnici. Restano pertanto al momento attivi tutti i controlli alle frontiere.

Gli unici paesi dell’Unione Europea che non hanno aderito al patto di Schengen sono Irlanda e Regno Unito.

Ad oggi sono 27 gli Stati che fanno parte dello spazio Schengen: 23 sono membri dell'Unione europea, mentre 4 - Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera - sono dell'Efta, l'Associazione europea di libero scambio. I Paesi comunitari che non hanno firmato ancora la convenzione sono Irlanda, Bulgaria, Cipro e Romania: questi ultimi tre entreranno presto nello spazio Schengen, mentre lo l'Irlanda effettua controlli alle frontiere ma fa parte della cooperazione tra le forze di polizia e anche in materia giudiziaria penale.

Invece, i Paesi membri dell'Unione che ne fanno parte sono: Austria, Belgio, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia. Tutti questi Stati, assieme ai 4 che fanno parte dell'Efta, sono gli unici titolati a rilasciare i visti Schengen, mentre Irlanda, Bulgaria, Cipro e Romania non possono.

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Responsabilità e Regole

I paesi che entrano a far parte dello spazio Schengen assumono la responsabilità di sorvegliare le eventuali frontiere esterne sul loro territorio per conto degli altri stati dell’area e devono rispettare le regole condivise sulla concessione dei visti. Inoltre devono partecipare al Sistema d’informazione Schengen, una banca dati che contiene informazioni su persone e beni legati ad attività criminali.

Origini e Sviluppo

Il nome della convenzione che garantisce la libertà di circolazione deriva dalla cittadina lussemburghese di Schengen, dove nel 1985 i governi di Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno raggiunto il primo accordo per l’eliminazione dei controlli alle frontiere. Il documento fu firmato su una barca ancorata in mezzo al fiume Mosella, vicino al punto dove i confini di Francia, Germania e Lussemburgo si toccano.

Dopo un primo accordo tra i cinque paesi fondatori, firmato il 14 giugno 1985, è stata elaborata una convenzione, firmata il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore nel 1995, che ha permesso di abolire controlli interni tra gli Stati firmatari e di creare una frontiera esterna unica lungo la quale i controlli all’ingresso nello spazio Schengen vengono effettuati secondo procedure identiche.

Nel 1990 l’accordo è stato seguito da una Convenzione di attuazione ed è entrato in vigore nel 1995. L’Italia ha aderito nel 1990. Nel 1999, con l’entrata in vigore del trattato di Amsterdam, le norme previste dagli accordi sono state integrate nel diritto dell’Unione europea.

Sono state adottate norme comuni in materia di visti, diritto d’asilo e controllo alle frontiere esterne onde consentire la libera circolazione delle persone all’interno dei paesi firmatari senza turbare l’ordine pubblico. Per conciliare libertà e sicurezza, inoltre, la libera circolazione è stata affiancata dalle cosiddette “misure compensative” volte a migliorare il coordinamento tra polizia, dogane e amministrazioni giudiziarie nonché a combattere, in particolare, il terrorismo e la criminalità organizzata.

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A tal fine, si è creato il complesso Sistema d’informazione Schengen (SIS), che consente di scambiare dati sull’identità delle persone e sulla descrizione degli oggetti ricercati. Lo spazio Schengen si è esteso progressivamente a tutti gli Stati membri. Gli accordi sono stati firmati dall’Italia il 27 novembre 1990, dalla Spagna e dal Portogallo il 25 giugno 1991, dalla Grecia il 6 novembre 1992, dall’Austria il 28 aprile 1995 e da Danimarca, Finlandia e Svezia il 19 dicembre 1996. Successivamente, il 21 Dicembre 2007 si sono aggiunti Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Malta; il 12 Dicembre 2008 la Svizzera; il primo Novembre 2009 il Liechtenstein.

Adesione e Valutazione

Tutti i paesi dell’Unione europea sono tenuti ad aderire alla convenzione di Schengen, ma prima di essere ammessi devono superare la valutazione delle autorità europee sui requisiti tecnici e sulla cooperazione giudiziaria. L’adesione di Romania e Bulgaria è stata più volte rimandata perché secondo alcuni paesi europei Bucarest e Sofia non rispettano questi requisiti. L’Ungheria e la Slovenia hanno minacciato di porre il veto sull’adesione della Croazia, rispettivamente per la polemica sulla gestione dei migranti e per una disputa di confine. L’adesione di Cipro è bloccata dallo stallo del processo di riunificazione con l’autoproclamata repubblica turca di Cipro nord.

Visti e Autorizzazioni

Ogni paese membro può rilasciare un visto valido per tutta l’area Schengen per un periodo di tre mesi, rispettando le regole e le procedure previste dalla convenzione. Oggi i cittadini di 57 paesi (tra cui quasi tutti i paesi del Nord e del Sudamerica, i paesi della ex Jugoslavia, l’Ucraina, la Georgia, Israele, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia e la Nuova Zelanda) possono entrare nell’area Schengen e restarvi per tre mesi senza visto. Dal 1 gennaio del 2021 però entrerà in vigore il Sistema europeo d’informazione e autorizzazione ai viaggi (Etias), simile al sistema Esta già in uso negli Stati Uniti. I cittadini dei paesi esenti da visto dovranno richiedere un’autorizzazione a pagamento, che potrà essere negata in caso di minacce alla sicurezza o possibilità d’immigrazione irregolare.

Gli Stati che fanno parte della convenzione possono rilasciare i visti Schengen, cioè le autorizzazioni che consentono ai viaggiatori di entrare nello spazio per soggiorni di breve durata o motivi di transito. Chi vuole visitare l'Unione europea, ma non proviene da un Paese che fa parte dello spazio Schengen, ha bisogno del visto.

soggiorni di breve durata previsti o transito nel territorio di uno Stato Schengen (visto per soggiorno di breve durata); il transito nelle zone internazionali di transito degli aeroporti degli Stati Schengen (visto di transito aeroportuale).

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Controlli e Sicurezza

All’interno dello spazio Schengen chiunque può attraversare i confini interni senza essere sottoposto a controlli di frontiera. Le autorità possono procedere a controlli di polizia, ma solo caso per caso e sulla base di elementi concreti. In presenza di minacce alla pubblica sicurezza, un paese può reintrodurre in via eccezionale i controlli alle frontiere, per un periodo che non dovrebbe superare i trenta giorni.

La convenzione prevede che gli Stati che ne fanno parte cooperino anche sulle operazioni di polizia interna, ad esempio consentendo gli inseguimenti trans-frontalieri, e collaborino per un corretto funzionamento della giustizia penale, ad esempio scambiando informazioni rilevanti ai casi.

Per questo motivo, in seguito agli attentati avvenuti ad Arras e a Bruxelles e agli allarmi anti-bomba lanciati nei giorni scorsi, undici Paesi che fanno parte della spazio Schengen (l'unico Stato non-Ue tra questi è la Norvegia) hanno deciso di sospendere la convenzione. La prima a farlo è stata l'Italia: dal 21 ottobre sarà aumentata la sicurezza ai confini con la Slovenia.

Quindi, per entrare e uscire dagli undici Stati che hanno sospeso l'accordo non sarà più possibile attraversare liberamente la frontiera, ma sarà necessario passare attraverso dei controlli durante i quali sarà verificata la validità dei propri documenti. Come sottolineato da Palazzo Chigi, per quanto riguarda l'Italia "le modalità di controllo saranno attuate in modo da garantire la proporzionalità della misura, adattate alla minaccia e calibrate per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci".

Sospensioni e Crisi

Nel 2011, dopo la rivoluzione in Tunisia, il governo italiano ha rilasciato un visto a circa 25mila cittadini tunisini arrivati sul suo territorio per permettergli di raggiungere la Francia. Le autorità francesi hanno risposto chiudendo la frontiera a Ventimiglia e respingendo i migranti verso l’Italia.

Su richiesta della Francia, nel giugno del 2012 il consiglio europeo ha stabilito che i confini possono essere ristabiliti per un periodo non superiore a un anno “quando il controllo di una frontiera esterna non è più garantito a causa di circostanze eccezionali”. A partire dal 2015, in risposta alla cosiddetta “crisi dei migranti”, Austria, Germania, Svezia, Norvegia e Danimarca hanno approfittato di questa clausola per reintrodurre controlli parziali o totali alle loro frontiere. A novembre del 2015, dopo la strage nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi, anche la Francia ha reintrodotto i controlli a tutte le sue frontiere fino al 30 aprile 2019.

La sospensione della convenzione di Schengen è una misura che è consentita come extrema ratio in risposta a minacce alla sicurezza nazionale: tra il 2020 e il 2022 era stati ripristinati i controlli alle frontiere per motivi legati alla pandemia da Covid-19, mentre nel 2015 era successo a causa degli attentati terroristici in Europa e dell'improvviso flusso di migranti.

Tabella riassuntiva dei Paesi Schengen

Paese Membro UE Note
Austria
Belgio
Croazia
Repubblica Ceca
Danimarca Escluse Groenlandia e Isole Fær Øer
Estonia
Finlandia
Francia Escluse Guyana francese, Guadalupa, Mayotte, Martinica, Nuova Caledonia, Polinesia Francese, Riunione, Saint-Barthélemy, Saint-Martin, Saint-Pierre e Miquelon, Wallis e Futuna
Germania
Grecia
Ungheria
Islanda No
Italia
Lettonia
Liechtenstein No
Lituania
Lussemburgo
Malta
Paesi Bassi Escluse Aruba, Curaçao, Isole BES e Sint Maarten
Norvegia No Escluse isole Svalbard
Polonia
Portogallo
Slovacchia
Slovenia
Spagna
Svezia
Svizzera No

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