Crisi del Turismo nelle Canarie: Cause e Soluzioni
Il dibattito sull’overtourism in Europa sta diventando uno degli argomenti più caldi degli ultimi mesi: nel mezzo della stagione estiva e del picco turistico ad essa correlato, sta dilagando la preoccupazione per le potenziali implicazioni di questo fenomeno sulla precarietà abitativa e sulle economie locali. Da un lato, le amministrazioni di varie località europee identificano la soluzione nella regolamentazione dei flussi turistici, come ad esempio il piano di eliminazione graduale di tutti gli appartamenti turistici a Barcellona entro il 2028, dall’altro i local hanno iniziato a manifestare il loro scontento con proteste, come quelle di aprile nelle Isole Canarie, o quelle di luglio a Maiorca.
Le Proteste e le Ragioni del Discontento
Da inizio anno, in Spagna, migliaia di persone sono scese in strada per manifestare contro l’impatto del turismo di massa sui luoghi in cui vivono. Le proteste più grandi sono avvenute a Barcellona, a Malaga, nelle isole Canarie e nelle Baleari: a Palma di Maiorca, l’isola più grande delle Baleari, sono state organizzate due proteste nell’arco di tre mesi. A Tenerife c’è stata una delle prime manifestazioni di quest’anno contro il turismo. Parte tutto da una situazione insostenibile nelle Canarie.
Solo nel 2023, infatti, nell’arcipelago delle Canarie sono arrivati 15 milioni di turisti stranieri, a fronte di due milioni di residenti, e l’impatto di questo flusso turistico si vede non solo sul mercato immobiliare, ma anche sul sistema sanitario, su quello scolastico, sulle infrastrutture e sul patrimonio naturale.
“Anche se Fuerteventura è un’isola grande, sono arrivate tante persone in poco tempo e senza pianificazione. Non abbiamo acqua, mangiamo solo cibo importato, tutto è carissimo e il nostro patrimonio sta andando in rovina”, hanno spiegato gli organizzatori delle proteste dello scorso aprile, che hanno portato in strada circa 57mila persone per diffondere un messaggio chiaro: “Le Canarie hanno un limite”.
“Abbiamo bisogno di regolare l’arrivo di navi da crociera e aerei alle Baleari, limitare il numero di visitatori, approvare una moratoria che riduca gradualmente il numero di posti letto per turisti e controllare la compravendita di immobili da parte dei non residenti”, ha spiegato Pere Joan Femenia, portavoce della piattaforma Canviem el rumb, che negli ultimi tre mesi ha organizzato due manifestazioni contro il turismo di massa nelle isole Baleari: solo nell’isola di Maiorca, nel 2023, si contavano 12 turisti per ogni residente.
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Tra gli organizzatori c’era anche il sindacato delle cameriere ai piani, che hanno denunciato il grande paradosso di chi vive del turismo in queste isole. “I 1500 euro al mese che prendiamo non ci bastano se gli affitti arrivano a costarne 1200. Inoltre, qui il 21% della popolazione è a rischio di povertà, ma nel settore turistico manca la manodopera.
Le Cause dell'Overtourism
Le cause del fenomeno, che ha determinato un afflusso di turisti ormai senza controllo, sono dovute a diversi fattori, tra cui: trasporti a prezzi sempre più accessibili, diffusione del turismo crocieristico, allungamento dell’alta stagione, diffusione della sharing economy, etc. L’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) definisce l’overtourism come “l’impatto negativo che il turismo, all’interno di una destinazione o in parte di essa, ha sulla qualità di vita percepita dei residenti e/o sull’esperienza del visitatore”.
Le mete turistiche più gettonate sono amministrate seguendo un paradigma di sviluppo e crescita mal gestito, che sposta il focus dell’economia locale sul turismo (che arriva a ricoprire gran parte del PIL), a discapito di altri settori commerciali e della società residente. Questo paradigma di crescita generalmente sposa la speculazione e non tiene conto della reale capacità ricettiva.
Negli ultimi decenni, anche il numero di viaggiatori internazionali è cresciuto in modo esponenziale: da circa 25 milioni di arrivi nel 1950 si è passati a oltre 1,3 miliardi nel 2017.
“Sicuramente il turismo porta guadagno e aiuta l’economia. La vita dei locali però è sostanzialmente cambiata, è diventata più veloce e caotica. Molte piccole realtà tradizionali si sono trasformate per avvicinarsi al turismo. Lo svuotamento delle città come Venezia, Barcellona e il centro storico di Roma non è una novità. Questo effetto è ancora più notevole in realtà più povere, dove gli immobili diventano una fonte di guadagno estero che non coinvolge il PIL nazionale, ma arricchisce le tasche di acquirenti stranieri e multinazionali. Il profitto non si redistribuisce, ma anzi, con l’aumento del prezzo degli immobili che si adegua alla domanda internazionale si accentua il divario.
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“Con la proliferazione di Airbnb molti non possono più affittare un appartamento, sia per il prezzo che per la destinazione contrattuale ad affitti brevi. Questo ha distrutto anche il senso di comunità locale. Al residente viene tolta l’intimità di casa, il silenzio e l’accessibilità ai servizi, per i quali devono competere con i visitatori.
La stagionalità dei flussi turistici genera uno squilibrio nel settore dell’accoglienza, che si lega fermamente a una situazione di precariato. Se l’economia locale si focalizza sul turismo, è soggetta alle fluttuazioni di esso.
Secondo le Nazioni Unite, in sostanza, il problema riguarda la mancanza di una gestione efficace e uno sviluppo turistico incontrollato. Con l’aumento costante dei flussi turistici, diventa fondamentale sviluppare il settore in modo sostenibile, sia per i visitatori sia per le comunità locali. È questo il cuore della questione nota come “overtourism”. Un concetto centrale in questo ambito è la capacità di carico turistica, ovvero il numero massimo di visitatori che una destinazione può accogliere contemporaneamente senza comprometterne l’ambiente naturale, l’equilibrio socioeconomico o la soddisfazione dei turisti.
Impatto sul Mercato Immobiliare
L’aumento degli affitti nel mercato immobilarie nelle Isole Canarie non si ferma, anzi. I dati registrano un incremento del costo medio al metro quadrato del 12,7%, esattamente il doppio di quello nazionale, arrivando ad un 33% per quanto riguarda gli appartamenti al di sotto dei 40 metri quadrati. Il prezzo degli affitti ha raggiunto un record storico, stiamo parlando di una media di 11,80 € al metro quadrato.
Questo aumento esorbitante ha portato nel giro di pochi anni a escludere l’arcipelago Canario tra le destinazioni più convenienti da un punto di vista economico. Il problema appare chiaro: la domanda degli affitti è troppo grande rispetto all’offerta, generando un’inflazione che non si vedeva dalla crisi del 2008.
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Una delle cause della crisi delle case da affittare a lungo termine per i residenti alle Canarie è senza dubbio il fatto che si tratti di un luogo sempre più scelto come meta di vacanze. Solo nel 2022 l’occupazione degli appartamenti turistici, le cosiddette “viviendas vacacionales”, aveva superato il 70%. Questo mercato rappresenta il 28,6% del totale delle operazioni realizzate nell’arcipelago.
Ad incidere sulla domanda nel mercato degli affitti, è il fatto che solamente negli ultimi 25 anni la popolazione è aumentata del 35,5%, un tasso, secondo le stime, destinato a crescere. Secondo l’Istituto Nacional de Estadistica, nel 2033 la popolazione alle Canarie supererà i 2,5 milioni: stiamo parlando di persone che necessiteranno di un alloggio.
Nel 2021, il 40% della popolazione guadagnava meno di 1300 euro, a discapito di un stipendio medio nazionale di 1775 euro. Vuol dire che il costo dell’affitto rappresenta in media la metà di uno stipendio di un lavoratore nelle Canarie.
L’aumento del prezzo degli affitti è evidente. Se nel 2013 un appartamento costava 350 euro al mese, al giorno d’oggi arriva a valerne anche più di 1000. Questo fenomeno non riguarda solo le zone più turistiche, ma anche quelle che prima erano considerate più economiche e meno note, proprio perché diventate mete di molti residenti.
Soluzioni e Proposte
Per politici e imprenditori il turismo è il «petrolio dell’Europa meridionale». In effetti estrae benefici dalla natura a vantaggio di pochi e danno di molti. Il turismo in tutta l’area mediterranea è spesso dipinto tanto dai discorsi dei politici quanto degli imprenditori come il «petrolio dell’Europa meridionale».
Al centro della maggior parte delle richieste dei movimenti c’è la richiesta di moratorie turistiche e l’imposizione di un limite alle abitazioni che possono essere acquistate da stranieri. Si tratta di richieste che potrebbero sicuramente raffreddare i flussi turistici, con il rischio però di distogliere lo sguardo da un problema di cui la situazione turistica è solo un sintomo: l’assenza del diritto alla casa.
Le nostre richieste includono: moratorie turistiche, limitazioni all’acquisto di case da parte di stranieri, un’ecotassa solida e la fine dei progetti illegali. Questi sono i punti di partenza per un cambio di modello profondo.
Alcuni partiti politici offrono varie soluzioni, come Sebastian Franquis, consejero de Obras Públicas, Transportes y Viviendas de Canarias. Quest’ultimo ha affermato di aver posto in marcia un piano approvato dal Parlamento e che prevede nei prossimi cinque anni la costruzione di 5700 appartamenti in più.
Regolamentare le Viviendas Vacacionales è necessario per ripulire il settore dagli operatori improvvisati e irregolari. Tuttavia, è fondamentale evitare eccessi normativi e visioni anacronistiche che potrebbero soffocare il mercato turistico dell’isola. Un approccio equilibrato può permettere una coesistenza sostenibile tra le esigenze dei residenti e quelle degli investitori e dei turisti.
Gran Canaria avrebbe bisogno di un piano di sviluppo sostenibile che includa la costruzione di alloggi a prezzi accessibili per i residenti. Regolamentare il mercato degli affitti residenziali potrebbe essere una soluzione, affrontando le pratiche scorrette come richieste di un anno di anticipo e tre mesi di deposito per piccoli animali domestici.
Volendo stilare una graduatoria sulle mete urbane più colpite dall’overtourism, basata sul numero di notti trascorse da visitatori domestici e stranieri per chilometro quadrato, nel 2023 si colloca al primo posto Dubrovnik, seguita da Venezia e da Macao. Tra le prime quindici posizioni anche Roma (al 13° posto), appena sotto Parigi 12esima (Rapporto annuale McKinsey & Company - “The state of tourism and hospitality 2024).
Tabella: Misure Adottate per Contrastare l'Overtourism
Città/Regione | Misure |
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Venezia | Ticket d'ingresso di 5 euro per i visitatori giornalieri |
Amsterdam | Divieti di costruire nuovi alberghi, limite di 30 giorni l’anno per affittare la propria casa, chiusura anticipata per alcuni locali, restrizioni per il quartiere a luci rosse |
Sardegna (Villasimius) | Tetto massimo di 600 persone al giorno sulla spiaggia di Punta Molentis, costo di 1 euro a persona e 10 euro per il parcheggio |
Sardegna (Stintino) | Solo 1.500 bagnanti ammessi nella spiaggia de La Pelosa, costo di 3,50 euro a persona |
Cinque Terre | Piano di regolazione dei flussi, prenotazioni e biglietti del treno, promozione di esperienze di qualità nelle aree meno visitate |
Portofino | Istituzione di “zone rosse” per gestire i flussi dei visitatori |
Prospettive Future
In conclusione, la crescita del turismo a Gran Canaria rappresenta sia una sfida che un’opportunità. La colpa della Vivienda Vacacional è spesso enfatizzata come la causa principale dei problemi abitativi, ma la realtà è più complessa. È possibile trovare un equilibrio che permetta a Gran Canaria di continuare a prosperare come meta turistica, senza sacrificare la qualità della vita dei suoi residenti.
L’overtourism, termine che conferisce al turismo un’accezione negativa ormai generalmente percepita, deve essere governato affinché non si avvii verso un processo degenerativo irreversibile.
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