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Escursione al Lago di Bocche: un Itinerario Panoramico tra Storia e Natura

Un'escursione ad anello nel magnifico panorama della Catena di Bocche offre un'esperienza indimenticabile tra natura e storia. La Cima Bocche si raggiunge con diversi sentieri che partono da vari punti di appoggio sulla sinistra orografica della Valle di S. Pellegrino: Paneveggio, Passo di Valles e Passo S. Pellegrino.

Dettagli dell'Itinerario

L'itinerario proposto parte da Malga Vallazza, toccando il Lago di Juribrutto, Forcella di Juribrutto, il Costone di Bocche e Cima Bocche. Il rientro si chiude con un itinerario ad anello.

È un'escursione facile, con un panorama grandioso sul versante nord ovest delle Pale di S. Martino. Tutta la zona è ricchissima di tracce della Grande Guerra con resti di trincee, reticolati, caverne, baraccamenti.

Cima Bocche e la parallela Cima Juribrutto sono anche delle splendide mete sci alpinistiche, abbastanza sicure per via dei loro versanti ampi e con pendenze modeste.

Informazioni Utili

  • Punto di Partenza: Malga Vallazza (1935 m)
  • Segnavia Iniziale: 629
  • Punti di Interesse: Lago di Juribrutto, Forcella Juribrutto, Costone di Bocche, Cima Bocche
  • Difficoltà: Escursionistica (E)
  • Dislivello: Salita 870 m

Percorso Dettagliato

Dalla Val di Fiemme si sale in direzione del Passo Rolle, quindi poco dopo Paneveggio si lascia la strada del Rolle per quella di Passo Valles. Si lascia l'auto a Malga Vallazza m 1935, poco prima del passo. Di qui per segnavia 629 si cala fino al fondovalle della Val Juribrutto per poi risalire senza difficoltà alla Forcella Juribrutto m 2381.

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In alternativa si può evitare di calare al Lago Juribrutto, raggiungendo quota 2323 e, mantenendosi in costa, tagliare su percorso libero le Laste di Juribrutto, un facile costone pratoso, arrivando direttamente alla forcella di Juribrutto. Si torna ora leggermente indietro per attaccare il sentiero 628 che si inerpica sul fianco est di Cima Bocche.

Si sale a zig zag per il ripido costone fino a sbucare da una forcelletta sulla cresta, con resti di trincee e una croce in legno. Si prosegue ora senza difficoltà per belle balze seguendo la dorsale costellata di trincee, fino all'ampia cima pianeggiante, con un capitello e soprattutto uno spettacolare panorama sulle Dolomiti e sulla zona del Passo di S. Pellegrino. Poco sotto la cima c'è il piccolo bivacco Jellici m 2675, sempre aperto. Vicino al bivacco ci sono, molto evidenti, i resti di una piccola “cittadella” militare, con trincee a perdita d'occhio, veramente impressionante.

Rientro

Chi vuole può rientrare dallo stesso percorso della salita. Si cala ora nel vallone mantenendosi sulla sinistra (nord), seguendo una esile traccia che scende a zig zag fino alla piana antistante il meraviglioso Lago Juribrutto, nelle cui acque si specchiano le guglie delle Pale illuminate dal sole del tramonto. Di qui, con sentiero 623 comodo e praticamente pianeggiante, si rientra a Malga Vallazza con un lungo traverso verso nord est.

Cima Bocche nella Grande Guerra

Il caposaldo di Cima Bocche, con i due forti di fondovalle, Forte Buso (dov'è la diga del lago artificiale) e Dossaccio (su un colle poco distante da Paneveggio) e con il Colbricòn - Buse dell’Oro, sbarrava la Val Travignolo. All’alba del 20 Luglio 1916 il primo battaglione della brigata Tevere, dopo un lento e metodico avanzamento e consolidamento delle posizioni, giunse a ridosso delle linee avversarie, ma dovette ritirarsi dopo un’aspra reazione nemica e trincerarsi poco distante.

I tentativi per la conquista di questa cima proseguirono anche nei giorni e nelle settimane successive. I combattimenti durarono fino all’autunno, con uno stillicidio di perdite, specie da parte della brigata Tevere, veramente spaventoso. L’avanzare su terreni aperti, senza alcun riparo, significava essere falciati sistematicamente dalle mitragliatrici. Le posizioni contrapposte erano a poche decine di metri, ma la distanza sembrava insuperabile ai nostri fanti.

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Cima Bocche è un tipico esempio della testardaggine dei nostri comandi nell’ordinare assalti a posizioni imprendibili e con un obiettivo sproporzionato ai sacrifici, con totale disprezzo della vita umana, che trovò il suo apice nelle insensate offensive dell’Isonzo e del Carso. Ancora negli anni ’20, nelle spianate e nei declivi intorno a Cima Bocche, giacevano insepolte numerose salme di soldati, soprattutto italiani.

Consigli Utili

Da fare attenzione nell’ultimo tratto sui sassi in caso di nuvole basse. La percorribilità dell’itinerario proposto, come tutta la morfologia montana, è soggetta a cambiamenti ambientali dovuti a eventi naturali e alle condizioni meteo. Le nostre tracce GPX sono solo indicative, cioè il percorso è stato effettuato al meglio con le condizioni dei sentieri e meteo di quella giornata.

Quindi valutate sempre in loco il da farsi. Inoltre ricordatevi di valutare il percorso in base alle vostre capacità fisiche, all’allenamento e all’attrezzatura di cui disponete. È opportuno lasciare detto a qualcuno l’itinerario che intendete fare.

Questo itinerario impegnativo per la lunghezza e il dislivello porta in un ambiente di alta montagna a scoprire dedali di trincee, postazioni, fortificazioni e lo scenario di Cima Bocche. Questa, tenuta dall'esercito austro-ungarico, subì numerosi tentativi di conquista da parte degli italiani già a partire dal 1915 quando alle iniziali azioni esplorative seguirono accesi combattimenti.

Tra luglio e agosto 1915 le truppe italiane tentarono la conquista risalendo la valle dai laghi di Lusia per prendere forcella Bocche. In autunno fu il costone sud orientale della cima a essere interessato dagli scontri.

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Come Arrivare a Cima Bocche

Cima Bocche è raggiungibile in più modi. Da Predazzo si seguono le indicazioni per passo Rolle; lasciati i mezzi nell'ampio parcheggio sulla sinistra della strada poco prima della località di Paneveggio, si prende la comoda strada forestale che entra nel bosco. Al primo bivio, dopo poche centinaia di metri, si trova la deviazione che porta a Forte Dossaccio (1838 m) recentemente restauro.

Poco prima della malga si gira a sinistra e si seguono le indicazioni del sentiero 626 che porta al pianoro del bivacco Bait dele Vedele (2136 m). Proseguendo lungo il tracciato che avanza al centro della valle si arriva al lago di Bocche in uno scenario molto bello e ricco di testimonianze della Grande Guerra. Si prosegue fino ai 2560 m del bivio per la forcella Juribrutto, quindi si segue il segnavia 628.

A cima Bocche si trova un piccolo capitello ligneo e il panorama s'allarga su tutto l'orizzonte dolomitico. Si prosegue verso la forcella Bocche (2543 m e bivacco) e si imbocca quindi il segnavia 633 verso i laghi di Lusia. Nei pressi del secondo lago si trova un altro bivacco (S. Redolf) e l'inizio del sentiero 621 che in circa 50 minuti di cammino riporta a malga Bocche chiudendo l'itinerario ad anello.

Coloro che scelgono di partire da malga Vallazza arrivano al bivio per la forcella Juribrutto salendo dapprima lungo il sentiero 631 che porta al lago di Juribrutto e quindi tenendo il 629.

Il Panorama da Cima Bocche

Pale di San Martino e Lagorai, Marmolada, Latemar e Catinaccio, Civetta e Antelao, solo per citare i gruppi montuosi più vicini che si possono vedere dai 2745 metri di Cima Bocche. Praticamente nel cuore delle Dolomiti, a due passi dagli affollati centri turistici della Val di Fassa e di San Martino di Castrozza, nel Primiero, con un panorama che ha pochi eguali negli immediati dintorni.

Accessibilità

Folla sulla cima, quindi? No, perché per salire a Cima Bocche ci vogliono buone gambe, soprattutto partendo da Paneveggio, con un dislivello di oltre 1200 metri, mentre sono leggermente più agevoli le ascese da Malga Vallazza e, sull’opposto versante, dal Passo di San Pellegrino. E perché in molti si dirigono verso la più frequentata - e agevole - Val Venegia, ai Laghi di Colbricon o nella Valle di San Nicolò.

Considerazioni Finali

La Cima Bocche è la più elevata di quella modesta dorsale che si alza tra le valli del Travignolo e di San Pellegrino, mettendo in comunicazione le valli di Fiemme e di Fassa con quella veneta del Biois, attraverso il Passo Valles e quello di San Pellegrino. A sud si alzano le Pale di San Martino e il Lagorai, a nord i contrafforti della Marmolada.

Durante la Grande Guerra era un caposaldo delle truppe austro-ungariche, strenuamente difeso dai - vani - tentativi di conquista dei soldati italiani. Le tracce di quegli eventi sono ancora chiaramente visibili lungo la salita e soprattutto sulle creste sommitali, accrescendo il fascino di un’escursione di per sé entusiasmante, che inizia attraverso gli stupendi boschi di conifere della foresta di Paneveggio, famosa per i suoi abeti di risonanza, e si conclude tra vaste praterie alpine e grandi banconate porfiriche.

Dettagli Tecnici dell'Escursione

Un’escursione che si può compiere praticamente in ogni stagione, anche con la neve, quando la traccia di salita procede più direttamente sul grande costone meridionale della montagna.

Percorso alternativo

Noi iniziamo invece a camminare dalla Stazione forestale di Paneveggio, poco oltre l’omonimo lago in direzione del Passo Rolle, seguendo verso ovest la sterrata con segnavia n° 626, che ci accompagnerà fin quasi in cima. Dopo aver costeggiato brevemente l’ampia radura di Paneveggio, si seguono i segnavia che, verso destra, ci portano su un bel sentiero nel bosco che, poco sopra, torna sulla pista forestale. Non ci resta che seguire la stradina, con pendenza costante e moderata, fino al suo termine, a 1817 metri di quota, dove inizia una mulattiera di guerra dal fondo selciato, che ci accompagna fino ai pascoli di Malga Bocche (1946 m), un bell’agriturismo affacciato sulle Pale di San Martino.

Una sosta è d’obbligo, e i meno allenati potranno anche decidere di fermarsi qui, a godere del sole - o della neve - e di un panorama di tutto rispetto, ma la salita è ancora lunga, conviene quindi rimettersi in marcia senza esitazioni. Dietro la malga, si tiene la destra e si sale verso nord, sempre seguendo il segnavia n° 626, e raggiunto il ponte sul rio di Bocche (1989 m), si continua a sinistra sulla mulattiera militare che prende quota nel bosco con alcuni tornanti, fino ad arrivare sui ripiani erbosi con il solitario Bait de le Vedele (2129 m). L’ambiente inizia a cambiare, e dopo aver percorso una valletta di fianco al torrente, nel rado bosco, si esce definitivamente dalla vegetazione, sbucando nella conca che ospita il Lago di Bocche (2247 m).

Il silenzio è totale, la dorsale del Lagorai si allunga proprio davanti, e la nostra meta si intuisce sopra di noi, ma per raggiungerla bisogna seguire il sentiero che, verso destra (sudest), arriva ad affacciarsi sulla Val Miniera, con le Pale che tornano ad affacciarsi imponenti, alla base del grande costone, la dorsale dell’Agnelezza, nostra direttiva di salita fino alla vetta. Si torna a salire con più decisione verso nord, tra magri pascoli e rocce porfiriche, si supera il bivio con il Sentiero della Pace, che sale dalla Val Miniera, e subito oltre, a 2562 metri, si tiene la sinistra, abbandonando il segnavia n° 626 che prosegue per la Sforcela Grana (o Iuribrutto), per seguire invece, verso nord, il sentiero n° 628.

Sono le ultime fatiche, ripagate dal panorama che si apre sempre più a ogni passo, camminando fra trincee e resti di manufatti militari sulla facile dorsale rocciosa che conduce direttamente sulla piatta sommità di Cima Bocche.

Come detto in precedenza è vastissimo, non serve dilungarsi con le parole, è un’esperienza da vivere con gli occhi e con il corpo tutto. Uno di quegli spettacoli che ti lasciano un po’ intontito, che quasi ti costringono a girare lo sguardo lentamente per identificare cime e valli, laghi e valichi, senza accorgerti che il tempo passa, e da quassù bisogna pur scendere. Anche se poco sotto la cima, sul versante meridionale, c’è il piccolo bivacco Jellici (2675 m), una tentazione… Forse un po’ troppo spartano, più un ricovero di emergenza in caso di maltempo.

Discesa verso i Laghi di Lusia

E allora seguiamo la cresta verso ovest, il segnavia che ci guida è ora il n° 633, passiamo nelle trincee e tra i manufatti militari, e con una rapida - e ripida - discesa siamo alla Sforcela di Bocche (2540 m), giunzione tra la Cima Bocche e la Cresta del Gronton, dove corre un divertente itinerario attrezzato. Noi volgiamo invece a sinistra (sudovest) e seguiamo la bella valletta di magri pascoli che conduce al ben visibile Lago di Lusia Superiore (2380 m), poi a quello Inferiore (2332 m), poco sotto la Sforcela di Lusia (2363 m), e anche qui troviamo un piccolissimo e spartano ricovero, il bivacco Redolf. Ci aspetta ora un rettilinea discesa, seguendo verso sud il sentiero n° 621, che costeggia il torrente lungo la piccola Val dei Laghi. Stiamo per abbandonare gli spazi aperti delle quote più alte, per entrare nel bosco che ci riporterà direttamente a Malga Bocche.

Qui giunti una sosta è d’obbligo, sono passate molte ore dalla partenza, il dislivello si sente nelle gambe, dobbiamo riposare, riempire la borraccia, mi fa male un piede… O forse vogliamo solo ritardare ancora un po’ il ritorno a valle.

Informazioni Sintetiche

Partenza: Paneveggio, Stazione forestale (1542 m)

Accesso: da Predazzo, in Val di Fiemme, risalendo la Val Travignolo verso il Passo Rolle, ma anche dal Primiero, sempre superando il Rolle, o da Falcade, valicando il Passo Valles

Arrivo: Cima Bocche (2745 m)

Dislivello: 1200 m

Durata: 4/5 h; calcolare almeno 2 h e 30 min per la discesa

Difficoltà: E (escursionistico)

Descrizione del Percorso

Il punto forte di questa escursione è il panorama che si gode dalla cima che andremo a raggiungere. Facendo un giro a 360 gradi si ammirano le Pale di San Martino e lungo il percorso si possono notare resti di baraccamenti e trincee della Grande Guerra in quanto cima Bocche ed il territorio circostante furono roccaforti austriache.

L’escursione parte da Malga Vallazza, situata poco prima di Passo Valles a quota 1935 m, e da qui si seguono i cartelli ben visibili che indicano i laghi di Juribrutto, segnavia 631. Il sentiero sale a un buon ritmo in mezzo al bosco per poi diradarsi e aprire il panorama verso le Pale di San Martino. Arrivati alla quota di circa 2350 m si scende un pò di quota fino a raggiungere i laghi di Juribrutto a 2200 m.

Raggiunti i laghi si prosegue per il sentiero 629 verso il bivacco Juribrutto, collocato a 2400 m. Dal bivacco si prosegue a sinistra per il sentiero 626 che risale un ghiaione un po’ esposto e ripido di porfidi. Si procede lungo la dorsale del monte fino a raggiungere cima Bocche a 2745 m. Per il ritorno si torna indietro per lo stesso sentiero fino ai laghi di Juribrutto per poi proseguire verso Malga Juribrutto, sul sentiero 629.

Traversata del Gruppo di Bocche

Tipologia: traversata

Partenza: Malga Vallazza (Passo Valles)

Arrivo: Paneveggio

Quota massima: 2300 m

Dislivello: salita 550 m e discesa 950 m (da traccia GPS)

Durata: 6 ore

Difficoltà: E

Cartografia: Tabacco 1:25000, foglio 22 - Pale di San Martino

Accompagnatori: Diego Piovesan - Stefania Trentin (cell.

Il percorso si sviluppa attraverso tratti nelle radure e tratti nel bosco di abeti monumentali e cirmoli, in un continuo susseguirsi di suggestive panoramiche sulla Catena del Lagorai orientale e sulle Pale di San Martino. La Catena di Cima Bocche si trova nel Trentino nord orientale fra il Gruppo della Marmolada, il Lagorai e le Pale di San Martino.

L’itinerario parte da Malga Vallazza (1937 m), nei pressi del Passo Valles. Da Malga Vallazza si segue il sentiero n. 623, in un tratto fitto e suggestivo di foresta che lascia il posto, nella parte alta, ad un piacevole sentiero tra i larici, fino a Malga Juribrutto (1912 m) per poi proseguire in direzione Malga Bocche. Ad un certo punto ci si trova ad un bivio dove si lascia il sentiero principale e ci si addentra in Val Miniera (Val Minèra). Fino a questo bivio, pur rimanendo sempre a quota 2000 m s.l.m., diverse piccole salite e discese si sommano a circa 300 m distribuite in 4km di lunghezza.

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