Albergo Atene Riccione

 

Escursione alla Cima Cavallazza: Un Percorso Panoramico nel Lagorai

La Cima Cavallazza, una modesta e tozza montagna situata all'estremità orientale della catena porfirea del Lagorai, offre un'escursione panoramica con scorci mozzafiato. La parte sommitale presenta tre cocuzzoli rocciosi.

Accesso e Descrizione della Salita

L'escursione comincia a Passo Rolle. Al margine di un grande parcheggio, vicino alla casa cantoniera, ha inizio una strada sterrata che porta verso la cresta della Tognazza. Dal Passo si risale una stradina sterrata in direzione Sud che conduce alla caserma della Guardia di Finanza.

Dopo poco s’incontra il primo segnavia, oltre il quale si abbandona la pista da sci per proseguire lungo un sentiero segnato da ometti in pietra. Ci sono vaghe tracce ma il percorso è facile e intuitivo, basta tenersi leggermente a ridosso del crinale (attenzione al precipizio) e salire dei facili gradoni rocciosi. Si cammina con lo spettacolo grandioso delle Pale di S. Martino a est e, man mano che ci si alza di quota, il vasto scenario a nord di Passo Rolle, con il Castelaz, Cima Bocche e Cima Iuribrutto: in lontananza si scorge inconfondibile la famosa parete sud della Marmolada, e la Tofana di Rozes. Spettacolosa la vista sulla Valle di Primiero e S. Martino di Castrozza.

Una decina di minuti di cammino e si arriva ad un crocevia: l’indicazione da seguire è “Cavallazza Piccola - Stoli della Cavallazza”. Con alcuni passi mai difficili su belle pietre tondeggianti, stando attenti all´esposizione sul versante orientale, si perviene in breve sulla sommità della Tognazza (m. Si raggiunge in breve l’arrivo della seggiovia Tognazza e il paesaggio perde purtroppo un po’ di poesia, subito ripresa per fortuna proseguendo senza indugio verso la Piccola Cavallazza.

Il tracciato risale ora il crinale orientale della Cavallazza Piccola. Si continua oltre la cima in direzione Sud, scendendo ad una piccola insellatura poco oltre alcune gallerie e l´arrivo di un impianto invernale, presso la quale si trova un bivio (m. 2190 ca. Tenendosi sempre sul versante est, si oltrepassa un primo cocuzzolo roccioso (anch´esso forato) e, piegando verso destra si giunge sotto la testa rocciosa della Cavallazza Piccola. In una mezz’ora si arriva ad una biforcazione: il ramo di sinistra si snoda lungo una cengia sulla quale si aprono numerose, spettacolari postazioni con feritoie e finestroni. Il sentiero da qui fino alla vetta è attrezzato con un cordino d’acciaio che dà sicurezza nei punti più esposti.

Leggi anche: Mar Morto: Consigli per l'escursione

Alcuni tratti del sentiero, per il resto piuttosto comodo, corrono in costa a precipizio sulla valle: lo spettacolo è splendido ma conviene avere passo sicuro e non soffrire troppo di vertigini. In ogni caso i tratti più esposti, piuttosto brevi, sono attrezzati con una fune metallica. Volendo si possono evitare rimontando il facile costone in posizione più arretrata. Il sentiero percorre il vecchio camminamento sul crinale costruito durante la prima Guerra Mondiale: un portale in pietra è ancora perfettamente conservato, così come molte massicciate fatte con pietre a secco. E’ sorprendente constatare come, a distanza di quasi un secolo, molti di questi manufatti siano ancora in eccellenti condizioni.

Un´ultima placca inclinata (cavo metallico) conduce sulla cima (m. Si arriva in breve sulla cima della Piccola Cavallazza m 2310, che presenta un torrione roccioso completamente scavato all’interno da caverne, con le aperture sui vari versanti. In basso, sul versante della val Travignolo, giace il lago della Cavallazza, dal quale partiva una teleferica austriaca diretta alle postazioni sul crinale. Si prosegue in discesa fino a forcella Cavallazza.

Da qui si sale alla cima principale del gruppo in poco meno di mezz’ora, passando accanto ai resti delle trincee e dei camminamenti austro-ungarici, che in alcuni punti sono ancora ben conservati. Il sentiero prosegue a ridosso del crinale quindi scende di circa 100 m di dislivello alla forcella sottostante a m 2226: qui si può fare una breve digressione (meno di mezzo km) al bel lago della Cavallazza. scendendo ancora di quota per circa 80 metri. Visitato lo splendido laghetto, con isolotto, si ritorna alla forcelletta e si rimonta facilmente il fianco est della Cavallazza fino alla cima. Dal passo si risale un erto e faticoso sentiero ghiaioso che, con alcune svolte risale il fianco orientale della montagna. Superate alcune trincee, e scavalcati alcuni fossi, si percorrono gli ultimi metri di cresta e si raggiunge la rudimentale croce posta sulla cima della Cavallazza (m.

Anche qui, sulla cima, sono ancora visibili delle grosse trincee, disseminate praticamente ovunque nella zona. Il nodo della Cavallazza era uno dei capisaldi austro-ungarici posti a difesa della val Travignolo: vi era stato predisposto un articolato sistema di trincee, camminamenti e postazioni in roccia. Dopo la presa del monte Castellaz da parte degli italiani, nell’autunno del 1915, i soldati imperiali dovettero abbandonare passo Rolle e l’esposizione di questi rilievi divenne il loro punto debole. Il 21 luglio del 1916 le truppe italiane attaccarono la Cavallazza e riuscirono a impossessarsi della cima principale, di tutta la cresta fino a passo Rolle e della vetta orientale del Colbricon.

Discesa

Si puù ridiscendere per la via di salita oppure per il seguente itinerario (consigliato): dalla cima si discende velocemente il fianco occidentale della montagna nei pressi della cresta. La discesa verso i laghi di Colbricon, visibili a valle, è a tratti impegnativa a causa del terreno franoso. Quando si arriva su dei ghiaioni formati da evidente erosione, quasi d’improvviso appaiono dietro il costone a sud est le imponenti e spettacolari sagome del Sass Maor e Cima della Madonna.

Leggi anche: Trekking alle Grotte di San Ponzo

A metà pendio ci si allontana dal crinale e, con alcune ripide svolte prima tra detriti e chiazze di verde, si scende al Rifugio Colbricon (m. 1927 – 30 minuti dalla cima) nei pressi dei magnifici Laghi di Colbricon. Si avvistano in breve i meravigliosi laghetti di Colbricon, con il piccolo rifugio omonimo sulla riva est. In questa zona sono stati scoperti importanti ritrovamenti archeologici del periodo mesolitico (8.000 - 5.000 a.C.); il vicino passo Colbricon a quota 1922 metri infatti era ed è un passaggio obbligato per la selvaggina, e quindi un ottimo punto di appostamento. L’insediamento preistorico, uno dei più alti d’Europa a quasi 2000 metri, fu scoperto negli anni 70, con tracce di accampamenti e bivacchi di cacciatori: nel corso delle campagne di scavi sono stati portati alla luce selci, punte di lance, frecce. E’ un luogo di magica bellezza.

Seguendo il sentioero per il Passo Rolle, ci si inoltra nel bosco e, dopo aver oltrepassato numerosi corsi d´acqua, si raggiunge la grande radura sotto Malga Rolle. Tornati sui propri passi, s’imbocca il sentiero 348 verso passo Rolle. Giro super-panoramico di grande soddisfazione, che tocca tre splendidi laghetti: il Lago della Cavallazza e quelli, incantevoli, di Colbricon. L’escursione parte con una bella passeggiata in un bosco di grandi cirmoli, su stradina sconnessa e pianeggiante. Raggiunti i laghi di Colbricon l’itinerario sale tra prati e fondo pietroso, in una costante ascesa che si conclude con l’eccezionale vista dall’alto dei laghetti. Lo sguardo spazia dal Gruppo del Catinaccio alla Marmolada, fino alle Pale di San Martino e la maestosa foresta di Paneveggio.

Dalla Malga Rolle si attraversa la strada e ci si incammina lungo una strada sterrata che porta velocemente alla partenza della seggiovia Paradiso. Qui troviamo il sentiero n° 348 che porta verso destra al Rifugio Colbricon (1.927 m). Lungo la riva del lago, poco dopo il rifugio, il sentiero devia verso sinistra e sale ripidamente sui resti della cresta ovest. Si raggiunge e si attraversa un altopiano che porta alla cima della Cavallazza. La salita fino al punto più alto (2.324 m) devia da questa attraversata in leggera salita. La traversata prosegue sul pendio est e scende con varie serpentine nella piccola valle sottostante.

Arrivati al Rifugio Colbricon, prima di intraprendere il percorso del ritorno, approfittiamone per aggirare entrambi i due laghi, seguendo ovviamente l’apposita segnaletica, per poi ricongiungerci al sentiero CAI 348 ben percorribile, che conduce alla Malga e Passo Rolle. Superato il bosco, quando sfociamo davanti ad una vasta vallata, dove sono presenti un bar-ristorante e gli impianti di risalita, usciamo dal sentiero principale e proseguiamo verso destra, risalendo con notevole pendenza la pista di sci.

Sull’altro lato il sentiero riprende a salire leggermente verso la cima della Cavallazza Piccola; ignorare il sentiero a destra e proseguire a sinistra in direzione nordest verso il Passo Rolle. Si raggiunge un bivio e si gira a sinistra continuando sul sentiero poco visibile (attenti alla segnaletica) che passa sotto la seggiovia. Si continua sul sentiero che si trasforma poi in una pista da sci che porta al Passo Rolle. Prima del passo si incrocia una strada sterrata che porta a sinistra, scendendo lungo un’altra pista da sci, alla partenza della seggiovia Paradiso.

Leggi anche: Pale di San Martino: Escursione indimenticabile al Ghiacciaio Fradusta

Informazioni Utili

  • Accesso: Da Trento si raggiunge Ora via A22 - Autobrennero, quindi la val di Fiemme fino a Predazzo dove c'è il bivio per Passo Rolle (circa 1 ora e 30 da Trento).
  • Trasporto pubblico: Autobus di linea da Predazzo a San Martino di Castrozza. Da Predazzo dirigersi verso il Passo Rolle.
  • Difficoltà: Facile e breve salita in ambiente grandioso. Pur essendo facile e intuitivo, presenta tuttavia alcuni brevi tratti esposti dalla cima Tognazza fino alla Cavallazza Piccola, comunque attrezzati con cordino metallico, che richiedono una certa fermezza di piede.

Le 10 Regole per gli Escursionisti

  1. Studiate e preparate bene il vostro itinerario
  2. Scegliete un percorso adatto alla vostra condizione fisica
  3. Portate vestiti ed attrezzatura idonei
  4. Consultate il bollettino metereologico
  5. Partire da soli è rischioso, portate con voi il cellulare
  6. Lasciate informazioni sul vostro itinerario e sull’orario approssimativo di rientro
  7. Se non siete sicuri, non esitate ad affidarvi ad un professionista
  8. Fate attenzione alle indicazioni e alla segnaletica che trovate sul percorso
  9. In caso di stanchezza o di problemi, non esitate a tornare sui vostri passi
  10. In caso di incidente chiamate il numero 112

Come immaginerai, la percorribilità degli itinerari in un ambiente montano è strettamente legata alle condizioni contingenti e dipende quindi da fenomeni naturali, cambiamenti ambientali e condizioni meteo. Per questo motivo, le informazioni contenute in questa scheda potrebbero aver subito variazioni.

TAG: #Escursione

Più utile per te: