Escursione sul Monte Civetta: Difficoltà e Percorso
Alpinisticamente parlando, l’unica altra montagna delle Dolomiti che possa stare al paragone con la Marmolada è la Civetta, la quale tra l’altro si colloca tra le pareti più alte in assoluto, rivaleggiando unicamente con l’Agner e il Burel. Qui sono state scritte pagine fondamentali della storia alpinistica mondiale, testimoniate da due diversi appellativi che nel corso degli anni sono stati associati alla parete nord-ovest: “parete delle pareti” e “regno del sesto grado”. Si potrebbe essere portati a considerare tutto ciò pura retorica o esagerazione: nulla di più falso.
La montagna è effettivamente enorme, complessa, di immenso impatto scenografico, soprattutto dal sottostante abitato di Alleghe. La Civetta è stata dichiarata Patrimonio dell’umanità e sito UNESCO nel 2009. Una delle montagne più iconiche e rappresentative di tutte le Dolomiti, la Civetta (il nome è femminile in quanto deriva dalla parola ladina “Zuita”, che significa appunto “civetta”) è caratterizzata dall’impressionante parete di 1000 m, larga 4 km, che incombe sull’abitato di Alleghe e che l’ha resa famosa in tutto il mondo degli arrampicatori. Definita “la muraglia di roccia più bella delle Alpi” dallo scrittore Dino Buzzati (“I fuorilegge della montagna - Uomini, cime, imprese”) separa la Val di Zoldo dall’Agordino.
L’imponente parete nord, compresa tra la Cima Su Alto e la Torre Coldai, che si affaccia su Alleghe, è conosciuta dagli alpinisti come “il Regno del sesto grado” o “Parete delle Pareti” e presenta vie alpinistiche famose e di elevata difficoltà. La vetta venne ufficialmente raggiunta nel 1867 dall´inglese Francis Fox Tuckett con le guide svizzere Melchior Anderegg e Jacob Anderegg. Di fatto, la punta fu sicuramente toccata almeno nel 1855 da Simone de Silvestro detto Piovanel, cacciatore locale e poi guida del Tuckett.
Ferrata degli Alleghesi: Un Percorso Alpinistico Spettacolare
Seguendo la corrente, descriveremo qui la salita per la Ferrata degli Alleghesi, costruita nel 1966 per agevolare gli interventi di soccorso e divenuta uno dei percorsi attrezzati più belli e spettacolari delle Dolomiti. E’ lunga, difficile e alpinistica, perché ampi sono i tratti senza cavi metallici su difficoltà sino al I e II grado.
Dettagli del Percorso
Da Palafavera (1507 m), in alta Val di Zoldo, ove si parcheggia, ci si dirige per sterrata e per largo sentiero a Malga Pioda, quindi al Rifugio Coldai (ore 1.40; fino sopra Malga Pioda si può arrivare anche con la seggiovia, risparmiando circa un’ora ma rendendo impossibili partenze all’alba). Dal Rifugio Coldai 2132 m., si segue il sentiero Tivàn che si snoda in direzione S con lievi saliscendi e un tratto roccioso attrezzato con corde fisse. Si prosegue per un tratto verso Forcella Coldai e si devia a sinistra, imboccando il “Sentiero Tivan” verso sud (segnavia CAI numero 557), che percorre tutto il versante est della Civetta e dei suoi satelliti nord. Si superano brevi tratti attrezzati e si giunge all’insellatura a ovest dello Schenal del Bech, a quota 2300 metri circa.
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Poco oltre si lascia il 557 e si seguono a destra le indicazioni per la ferrata, fino sotto lo sperone della Punta Civetta. Diverse scale e funi metalliche portano a superare il tratto più ripido e impegnativo della ferrata, ma oltre l’inclinazione diminuisce, anche se aumentano i tratti non attrezzati, con passaggi di I e II grado che richiedono calma e perizia. Si raggiunge così la cresta nord della Civetta, da cui si prosegue verso la cima prima percorrendola e poi stando a est della stessa, per cenge e roccette, placconate e gradoni in parte attrezzati.
La Ferrata degli Alleghesi non è un percorso difficile. Non sono presenti passaggi realmente tecnici (soltanto nei primi tratti e nel superamento di uno stretto camino è necessaria una minima tecnica). Sono la lunghezza del percorso e la mutabilità delle sue condizioni che ne determinano la sua difficoltà. Inoltre alcuni tratti, anche esposti, non sono protetti.
Discesa dalla Vetta
Dalla vetta parte verso est una traccia che porta facilmente e rapidamente al sottostante Rifugio Torrani (20 minuti). Su rocce sgretolate e ghiaie, seguendo le tracce di sentiero, dalla vetta in circa mezz’ora si scende al rifugio Torrani (m. Da qui si prosegue lungo la via normale (tralasciare le indicazioni per la Ferrata Tissi) in modo da ricongiungersi con il “Sentiero Tivan”.
La via normale di discesa non deve essere sottovalutata poichè presenta alcuni passaggi di I° grado. Ci si porta quindi verso nord al Rifugio Coldai, quindi a Malga Pioda e nuovamente a Palafavera (ore 4.30 dalla vetta). La via normale è ben segnalata ma deve imporre attenzione massima all’escursionista: la stanchezza a quel punto si farà sentire e i passaggi, sia quelli attrezzati - come il famoso “Passo del tenente” - sia quelli da fare slegati, non dovranno fare abbassare la guardia. Parliamo di passaggi in roccia di I e II grado, a quote relativamente elevate, in ambiente d’alta montagna.
Anello Escursionistico nel Gruppo Civetta e Moiazza
Itinerario di grande soddisfazione riservato ad escursionisti esperti che ha il merito di unire sapientemente il sentiero Angelini e il sentiero Tivan con un tratto dell’Alta Via n 1, permettendo così di compiere il giro integrale ad anello dell’intera catena del Civetta-Moiazza. E’ risaputo che la traversata del versante agordino del Civetta racchiude in sè alcuni scenari annoverabili tra più belli delle Dolomiti mentre ben pochi sono a conoscenza degli alti e solitari Vant che caratterizzano il versante zoldano della Moiazza. E’ proprio la grande varietà di ambienti, di panorami e di situazioni il vero pezzo forte di questo magnifico trekking che alterna tratti assai faticosi a tratti piuttosto rilassanti.
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Suddivisione Tecnica del Percorso
In merito alla parte tecnica possiamo così suddividere l’itinerario: la prima parte, corrispondente alla traversata orientale del gruppo (sentiero Angelini e Tivan), è quella più impegnativa dove in alcuni passaggi più delicati ed esposti è richiesto l’uso delle mani (passaggi di 1°). Una volta raggiunto il Coldai e l’Alta via n°1 inizia la seconda parte e qui il terreno si fa decisamente più agevole e rilassante ed anche i sentieri risultano più comodi e battuti.
Tappe dell'Anello Escursionistico
1° giorno: Chiesa di Goima 1250 mt - Bivacco Grisetti 2050 mt al Vant di Moiazza - Forcella inferiore delle Crepe 2300 mt - Vant di Moiazzetta - Col del Vant 2300 mt - Porta del Masarè - Sentiero Tivan - Rifugio Coldai 2132 mt - Lago di Coldai - Rifugio Tissi 2250 mt (per pernottamento).
2° giorno: Rifugio Tissi 2250 mt - Rifugio Vazzoler 1714 - Forcella del Camp 1933 mt - Rifugio Carestiato 1834 mt - Passo Duran 1605 mt.
Descrizione Dettagliata del Percorso
Dopo aver faticosamente guadagnato, per sentiero 559, il solitario Vant della Moiazza ed il bivacco Grisetti, il sentiero Angelini sale per ripide balze erbose un ripido canalino tra le rocce che porta rapidamente allo stretto intaglio della forcella Inferiore delle Crepe 2300 mt. Da qui si scende diagonalmente verso sinistra per cengia con pietrisco (attenzione passaggi esposti) nel selvaggio Vant della Moiazzetta dominato dalla Cima delle Sasse.
Per ghiaie e neve (a seconda della stagione) il sentiero Angelini prosegue raggiungendo la verde sella del Col del Vant 2300 mt per poi intersecare,, più in basso, il sentiero proveniente dalla sottostante forcella della Grava. Dal crocicchio, lasciando sulla sinistra le ghiaie che scendono dalla vicina forcella delle Sasse, si continua ad attraversare lungamente in quota fino all’innesto con il sentiero Tivan (in corrispondenza dell’attacco della via normale al Monte Civetta), che permette di raggiungere il rifugio Coldai 2132 mt, dopo aver attraversato, con continui saliscendi e brevi tratti attrezzati, tutto il versante zoldano del monte Civetta. Dal rifugio Coldai in circa 2 ore di comodo cammino si raggiunge il rifugio Tissi 2250 mt lungo uno dei tratti più famosi e spettacolari dell’Alta Via n 1.
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Dal rifugio Tissi per buon sentiero si scende ai verdissimi Piani di Pelsa per poi proseguire per strada forestale fino al rifugio Vazzoler 1714 mt. Dal rifugio continuare a scendere la strada della “Mussaia” fino ad un tornante a quota 1430 mt dove (cartello con indicazioni) si stacca sulla sinistra il sentiero n° 554 che, attraverso la forcella del Camp 1933 mt, porta al rifugio Carestiato 1832 mt.
Accesso Stradale e Punti di Sosta
- Accesso Stradale: Il Passo Duran (mt 1605) è raggiungibile, dal versante agordino, dal paese di Agordo e, dal versante zoldano, dalla piccola frazione di Dont di Zoldo.
- Punti di Sosta: Bivacco Grisetti 2050 mt - Rifugio Coldai 2132 mt - Rifugio Tissi 2250 mt - Rifugio Vazzoler 1714 mt - Rifugio Carestiato 1834 mt - Rifugio Tomè o Rifugio San Sebastiano al passo Duran 1605 mt.
Informazioni Utili
- Difficoltà: EA per escursionisti esperti con qualche breve passaggio alpinistico elementare.
- Tempo di Percorrenza:
- 1° giorno: 8-10 ore
- 2° giorno 6-7 ore
- Periodo Consigliato: Da luglio ad ottobre
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