Escursione al Monte Palon: difficoltà e percorso tra storia e natura
Il Monte Palon, situato nel cuore del Massiccio del Grappa, offre un'escursione ricca di storia e panorami mozzafiato. Durante la Prima Guerra Mondiale, in particolare tra la fine di ottobre 1917 e l'inizio di novembre 1918, il Monte Palon ha svolto un ruolo strategico cruciale come punto di osservazione sul fronte orientale del Massiccio del Grappa. La dorsale Monfenera-Tomba-Palon formò una cerniera di massima resistenza per l'Esercito Italiano, impegnato anche sul fronte del Piave.
Il Percorso: un viaggio nella storia
L'escursione al Monte Palon è un susseguirsi di emozioni legate agli aspetti storici della Grande Guerra. Il Monte Palon, per l'importante posizione strategica, venne trasformato in una vera fortezza, con postazioni di artiglieria in caverna, postazioni di mitragliatrici fortificate, postazioni di bombarde e fotoelettriche, importantissimi osservatori e molto altro.
Inizia il sentiero del Palon. Il recupero ha interessato il tratto che dal rifugio porta alla cima del Monte Palon da quota 1205m s.l.m. a quota 1306m s.l.m. Da qui, alla sommità del Monte Palon (1301 m), cammineremo sul "Percorso della Memoria", un'opera di recupero di trincee, gallerie, baraccamenti e appostamenti in buona parte visitabili.
Trincee e testimonianze della Grande Guerra
Un manufatto che ancora testimonia con molta efficacia la Grande Guerra combattuta sul Monte Grappa è la trincea. La trincea aveva un andamento a zig zag per impedire che venisse presa d'infilata da colpi nemici e si adattava alla morfologia irregolare del terreno. Lungo il suo percorso si scorgono delle appendici cieche dove venivano collocate mitragliatrici o piccoli mortai destinati al tiro di fiancheggiamento. La sezione di una trincea per tiratori aveva una profondità di almeno 1,35 metri nel terreno per consentire ai soldati di sparare in piedi.
Su molte si può ancora scorgere la traccia dello scalino che serviva per appoggiare il gomito nel tiro radente. Fondamentale per la vita dei soldati in trincea era l'igiene, severamente vietato era orinare nelle trincee e nei camminamenti ed abbandonare rifiuti sul terreno. Allo scopo venivano costruite latrine con camminamenti d'accesso che durante il giorno erano ricoperte con terra e calce e pozzetti per la raccolta ed il sotterramento dei rifiuti di ogni genere.
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Per i combattimenti ravvicinati, a 30 metri dalla trincea, venivano posti dei reticolati di varia fattezza e dimensione a seconda del materiale a disposizione. Per non danneggiare o impedire il tiro, i reticolati erano disposti fino ad un metro dal gradino ed erano fissati su paletti con filo di ferro poco teso e non troppo intrecciato.
Le Battaglie sul Monte Grappa
Dopo la rotta di Caporetto, la riorganizzazione della nuova linea del fronte comportò lo schieramento in campo aperto dell'artiglieria; i cannoni, gli obici e le mitragliatrici vennero definitivamente sistemati nelle nuove gallerie solo nella primavera del 1918. La prima battaglia difensiva, quella di arresto dell'avanzata nemica, si svolse in due fasi tra il 14 novembre ed il 31 dicembre 1917.
Il piano austroungarico prevedeva di sferrare l'attacco principale dagli Altopiani e dal Grappa per sfondare verso la pianura veneta, mentre con lo stesso obiettivo si muovevano le armate schierate sul Piave. Il 24 ottobre 1918, esatto anniversario di Caporetto, alle tre del mattino le artiglierie italiane iniziarono a sparare. Il fuoco venne concentrato nelle zone del Grappa per attirare le riserve austriache stazionanti a Feltre e a Belluno al fine di favorire lo sfondamento della linea del Piave.
Il forzamento del Piave andò molto a rilento a causa delle abbondanti piogge che avevano gonfiato il fiume. Così l'azione sul Grappa, che nei piani del Comando supremo doveva essere di fiancheggiamento, finì per essere, nei primi giorni dell'offensiva, l'unico centro di lotta. La nebbia fitta e la pioggia perseguitavano gli artiglieri che avevano già rilevato le posizioni del nemico nei giorni precedenti con i tiri di inquadramento.
Con fatica il generale Caviglia, la sera del 26 ottobre, riuscì a passare il Piave e a mettere in movimento le sue truppe risalendo il fiume in direzione di Susegana per prendere alle spalle il nemico nella zona di Sernaglia.
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Percorso dettagliato da Possagno
Dal piazzale del Tempio Canoviano di Possagno (335 m), ci incamminiamo verso ovest dove parte il sentiero 195. Seguiamo la strada asfaltata per alcuni tornanti fino al capitello dedicato alla Madonna con Bambino (410 m), da dove si diparte la mulattiera lastricata in direzione nord.Procediamo agevolmente in Val della Chiesa fino a quota 720 metri da dove continuiamo su sentiero. Su percorso sempre più aperto e panoramico intercettiamo la strada che sale dal Monte Tomba (1058 m) in prossimità di Castel Cesil. Seguendo ora il filo della dorsale, in direzione ovest, sul segnavia 212, sbuchiamo a quota 1205 metri, poco sotto la cima del Palon, dove sono posti una croce, un altare ed una lapide.
Lasciata la cima continuiamo ancora a ovest, con il sentiero che gradualmente sale allo snodo stradale di Bocca di Forca (1396 m). Attraversata la strada, prendiamo la traccia che scende rapidamente per la Val Canaletto (segnavia 189). In realtà in questa escursione si visitano due cime: Monte Palon e Cima della Mandria. Entro nel bosco e con pendenza mai eccessiva il sentiero attraversa un paio di strade forestali fino ad incrociare la strada asfaltata che proviene da Possagno-Vardanega. Percorro diversi tornanti all’interno del bosco e per prati fino ad uscire sulla strada provinciale vicino alla Bocca di Forca (1400 m).
Ritorno quindi a Bocca di Forca e percorro in discesa il sentiero 212 fino al Monte Palon (croce ben visibile). Lungo questo sentiero trovo pochi segnavia comunque il sentiero diventa ampia mulattiera e sbocca in prossimità di un tornante sulla strada che dal Tempio di Possagno porta alla Chiesa del Sacrocuore.
Panorami e punti di interesse
Ma pure per gli aspetti paesaggistici questa escursione meriterebbe una giornata d'aria tersa: l'orizzonte spazia grandioso sulle montagne feltrine, sul Cesen e, soprattutto, sulla pianura friulana e veneta. Con una giornata limpida si può arrivare a distinguere nettamente la laguna e la stessa Venezia; suggestivi gli scorci sulla vicina Cima della Mandria, con le valli dell'Archeson e dell'Archeset e sulla Bocca di Forca. Dopo soli due minuti iniziamo a rimanere incantati dai panorami che si mostrano intorno a noi. Siamo a 40 minuti di cammino e ci troviamo sotto la croce del Palon.
Informazioni aggiuntive
L'itinerario quì descritto è stato percorso personalmente. La relazione, comprese le foto e la traccia GPS, descrive anche lo stato dei sentieri al momento in cui l’escursione è stata effettuata. Chiunque volesse ripeterla deve verificare preventivamente lo stato e la percorribilità dei sentieri. Interessante percorso di grande valenza storica e molto panoramico in caso di tempo sereno.
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Avvertenze
ATTENZIONE: L’itinerario quì descritto è stato percorso personalmente. La relazione, comprese le foto e la traccia GPS, descrive anche lo stato dei sentieri al momento in cui l’escursione è stata effettuata. Chiunque volesse ripeterla deve verificare preventivamente lo stato e la percorribilità dei sentieri.
Le informazioni indicate sono puramente indicative, il Comune di Usseglio non si assume responsabilità alcuna riguardo ad errori od omissioni.
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