Escursione al Rifugio Elisabetta: Un'Avventura nella Val Veny
La Val Veny e il Rifugio Elisabetta rappresentano una meta ideale per un'escursione immersi in un paesaggio alpino suggestivo. Trattandosi di una escursione facile è purtroppo molto gettonata, il mio consiglio è quindi di arrivare presto la mattina per trovare più agilmente parcheggio che in questa zona scarseggia.
Come Arrivare e Iniziare l'Escursione
Da Courmayeur, prendere l'autostrada A5. E’ possibile arrivare ad Aosta e proseguire su strada normale, godendosi il panorama, oppure percorrerla per intero.
Dopo pochi metri girare a sinistra e percorrere la strada della Val Veny per circa Km 7, fino alla località La Visaille dove si lascia l’auto. Si lascia la macchina in prossimità della sbarra di delimitazione.
Superata la sbarra, camminare sulla strada asfaltata. Vi è la possibilità di “tagliare” il primo tornante con un sentiero, sconsigliato però a chi ha difficoltà motorie. Proprio sulla curva oltre lo sbarramento parte un primo sentiero che sale tagliando un po’ il percorso e una decina di metri dopo la curva ne parte un altro, entrambi si ricongiungono alla strada poco più avanti.
Oltrepassata una sbarra, che segna la fine della strada carrozzabile, potete scegliere se proseguire lungo la strada asfaltata o utilizzare una scorciatoia che taglia nel bosco. Se anche optate per la scorciatoia sappiate che dopo vi ricongiungerete alla strada principale. L’unico vantaggio è tagliare alcuni tornanti ma non so quanto ne possa valere la pena, se non guadagnare alcuni minuti sulla tabella di marcia.
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Scegliamo la strada asfaltata e incominciamo a salire. Proprio accanto a noi corre la turbolenta Dora di Veny.
Il Percorso: Tappe e Panorami
Tenendo la nostra destra seguiamo le indicazioni per il rifugio. Noi percorriamo il ponticello e ci incamminiamo verso la lunga poderale sterrata che costeggia numerosi stagni e piccoli torrenti che scendono dai ghiacciai e che vanno a formare il fiume che ci ha accompagnato fin qui. Il percorso è praticamente in piano. Il panorama intorno a noi con il Monte Bianco e l’Aguille Noire con la Morena del Miage a tenerci compagnia è favoloso, complice anche la splendida giornata.
Dopo circa venti minuti arriviamo ad una frana che ha interrotto la strada e per qualche centinaia di metri l’asfalto lascia il posto allo sterrato. Superiamo alla nostra destra un ponte distrutto e proseguiamo fino ad incontrare un invaso naturale dai colori incredibili e abbellito da un grazioso ponte di ghiaccio. Sulla strada c’è anche uno strano fungo che ci ricorda le origini dell’accumulo di neve.
Proseguiamo fino ad incontrare un bacino naturale. Il torrente infatti si allarga cerando un pozza le cui acque hanno colori incredibili. Il colore lattiginoso è dovuto alla mescolanza delle acque dei ghiacciai che si fondono con quelle purissime che escono dalle sorgenti che alimentano il lago.
A passo tranquillo arriviamo al Lago Combal. Raggiunto il lago Combal (1955 m), dopo 2 chilometri e mezzo, a circa metà del percorso, attraversare il ponte e proseguire in piano, per circa un’ora, costeggiando e superando il lago ormai trasformatosi per buona parte in torbiera.
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Deviazione al Lago del Miage
Qui potete scegliere se fare una deviazione di mezz’oretta e raggiungere il Lago del Miage, con il suo muro di ghiaccio, o proseguire verso il Rifugio Elisabetta. Dopo circa quarantacinque minuti di cammino arriviamo ad un bivio: a destra attraversato il ponte si va al rifugio Elisabetta, proseguendo dritto invece si va al Lago del Miage (circa 30′ andata e ritorno). Decidiamo che un salto al Lago vale la pena per cui proseguiamo dritto.
Sulla destra ci sono diversi sentieri che tagliano un po’ il percorso salendo più o meno ripidi, in alternativa si prosegue sulla strada fino al Bar Combal. Si sale a destra del bar fino ad un bivio su un pianoro. A questo punto occorre piegare a destra trascurando il sentiero che sale dritto verso il ghiacciaio del Miage.
Il percorso sale ripido a gradoni fino ad arrivare sulla sommità della morena e al Lago del Miage. Lo spettacolo è entusiasmante il lago è diviso in tre laghetti di diverso colore: uno grigio, uno verde e uno blu. Volendo si può scendere per una decina di metri e percorrere il sentiero fino al grande seracco che incombe sul lago medio ma la zona è pericolosa e non adatta ai bambini.
Verso il Rifugio Elisabetta
Attraversando il ponticello ci aspetta ora una lunga camminata che attraversa tutta la piana paludosa del Lago Combal. Lo sguardo spazia a 360°: l’Aiguille Noire e la cima del Monte Bianco alle nostre spalle, il vallone del Miage a destra e davanti a noi Les Pyramides Calcaires.
Il nostro sguardo spazia a 360 gradi, indeciso su dove posarsi: il Lago Combal, la cima del Monte Bianco alle nostre spalle, il vallone del Miage, Les Pyramides Calcaires che spuntano in lontananza. Come suggerisce il nome stesso si tratta di formazioni calcaree che dal Lago Combal hanno una forma piramidale.
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Dopo esserci gustati lo spettacolo diamo un’occhiata alla piana del lago di Combal e al cammino che ci attende, ritorniamo quindi sui nostri passi fino al ponte sull’impetuosa Dora e incominciamo una lunga camminata in piano attraverso tutta la piana del Lago di Combal.
Man mano che ci avviciniamo alla fine della piana ecco che compare alla nostra destra il ghiacciaio di La Lex Blanche, l’Aiguille des Glaciers e l’Aiguilles de Trelatête.
Al termine della piana la strada ricomincia a salire con ampi tornanti per gli ultimi 200 metri di dislivello. Purtroppo a circa metà della salita la strada è interrotta dalla neve e i lavori di sgombro ci costringono a prendere il sentiero che sale per la massima pendenza. Alla nostra sinistra si delinea la sagoma del Col de Chavannes.
Inizia quindi l’ultima salita, affrontando alcuni tornanti, oppure si può accorciare attraverso un sentiero ben visibile, anche questo sconsigliato a chi ha problemi di mobilità.
Passiamo davanti ad una vecchia caserma militare, mi volto indietro e contemplo tutta la strada che ci siamo lasciati alle spalle. Il panorama da quassù è grandioso. Solo ora mi rendo conto della vastità della piana, guardo l’orologio e non posso che essere soddisfatta, tutto sommato pensavo di averci impiegato più tempo.
In pochi minuti arriviamo all’Alpe de La Lex Blanche Inferiore e al rudere della casermetta militare.
Così dopo circa 2 ore e 15 minuti arriviamo al Rifugio Elisabetta Soldini a 2195 m s.l.m.
Il rifugio Elisabetta è ben visibile in lontananza ma non è così vicino come sembra. Al termine dell’ampio pianoro il sentiero comincia a salire e il rifugio Elisabetta si avvicina sempre di più. Ed ecco che, tornante dopo tornante, si giunge ad alcune case, ex caserma militare e il rifugio Elisabetta si trova poco sopra: la vista è appagante e gratificante, ed è molto piacevole stendersi sul prato e guardarsi le montagne.
Il rifugio infatti si trova in una posizione privilegiata, al cospetto delle Pyramides Calcaires, l’Aguille des Glaciers e del ghiacciaio di La Lex Blanche. Il rifugio sorge in alta Val Veny in località Alpe Inferiore de la Lex Blanche alla base delle Pyramides Calcaires, in vista dell’Aiguille des Glaciers.
Informazioni Utili
- Distanza: 6,2 km
- Dislivello: 473 m
- Durata: 4 h
- Difficoltà: Medio
Altre Escursioni Partendo dal Rifugio
Dal rifugio dipartono diversi sentieri, è ad esempio raggiungibile il Col de La Seigne che segna il confine tra la Val Veny in Italia e e la Valle des Chapieux nella Savoia Francese, oppure il bivacco Hess o il colle delle Pyramides Calcaires.
Come variante, in particolare su una gita di due giorni, si può andare a visitare la Casermetta, proseguendo dal rifugio Elisabetta verso il Col de la Seigne.
Consigli Utili per gli Escursionisti
In Val Veny sono mappati molte escursioni che permettono di ammirare bellissimi paesaggi e il trekking al rifugio Elisabetta è sicuramente uno di questi: durante il tragitto verso il rifugio si costeggino torrenti e laghi alpini, si intravedono ghiacciai millenari e non è raro incontrare qualche stambecco.
Lungo alcuni di questi percorsi sono assenti punti ristoro e fontane.
In montagna è necessario un abbigliamento adeguato: porta con te crema solare, giacca a vento, scarpe da trekking.
Non farti cogliere impreparato: conserva una mappa dei sentieri nel tuo zaino in caso di assenza di linea telefonica.
Consulta sempre le condizioni metereologiche prima di organizzare la tua gita.
Aiutaci a mantenere la montagna incontaminata! Ricorda di lasciare i sentieri come li hai trovati: raccogli i tuoi rifiuti, potrai buttarli e differenziarli una volta tornato a valle.
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