Escursione a San Rossore: Cosa Vedere e Come Organizzarla
Un'escursione nel Parco di San Rossore è letteralmente un viaggio nella storia geomorfologica ed umana del nostro territorio, e di conseguenza anche nostra. È un parco prevalentemente litoraneo, ma con ampie estensioni anche nella fascia interna; una delle sue principali caratteristiche è di essere un parco di pianura, boscoso, umido e palustre ed è conosciuto anche con il nome di Parco delle Foreste Costiere Toscane.
Un Po' di Storia del Parco di San Rossore
La Tenuta ha una storia ultracentenaria, che si può far risalire già al Medioevo, quando nacquero in zona diversi monasteri e ordini religiosi. Prosegue poi con l'arrivo dei Medici, che apprezzarono fin da subito la zona, soprattutto per le sue qualità geomorfologiche.
La tenuta, infatti, chiusa su due lati dai fiumi Arno e Serchio, e confinante ad ovest con il mare, risultava perfettamente controllabile, tanto che i Medici cominciarono a passare sempre più tempo qui, portando avanti anche importanti lavori di bonifica. Seguirono poi i Lorena, i Bonaparte e i Savoia.
San Rossore occupa uno spazio speciale anche nel nostro cuore. Chi ha vissuto in queste zone ricorderà con piacere le scampagnate con gli amici, le grigliate del 25 aprile e 1 maggio. Nella nostra escursione a San Rossore partiremo dall'ingresso della tenuta ed esploreremo aree aperte al pubblico, ma sconosciute ai più, osservandole in un'ottica differente.
Le Tenute del Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli
Il parco di San Rossore è un insieme di tenute, appezzamenti di terra che appartenevano principalmente alla famiglia dei Medici, ma che sono anche state affidate ad altre famiglie affittuarie. Ogni tenuta ha una sua fruibilità e rete di itinerari. È ben raggiungibile, purtroppo, solo in macchina.
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Cosa Vedere a San Rossore
La Tenuta di San Rossore a Pisa è composta da vari ambienti e strutture che possono essere visitate, liberamente o con visita guidata. Si tratta di alcuni edifici storici tra i quali spicca la sede dell’Ente Parco, collocato all’ingresso principale della Tenuta e circondato da un grande prato.
- Cascine Vecchie - Grande edificio adibito a sede dell’ente parco, che un tempo veniva utilizzato come stalla, abitazione e laboratorio di lavorazione prodotti agricoli.
- Ippodromo - Un circuito di corsa al galoppo per cavalli che ha origini ottocentesche.
- La Sterpaia - Vecchie stalle e scuderie per cavalli, ristrutturate in foresteria. Spostandosi nella zona più a nord della Tenuta di San Rossore si trova La Sterpaia: un tempo ospitava stalle e scuderie per cavalli ma, negli ultimi tempi, è stata ristrutturata e oggi è adibita a Hotel.
- Il viale Del Gombo - Bellissimo ed iconico viale asfaltato che da Cascine Vecchie porta alla villa presidenziale. Considerato uno dei luoghi più instagrammabili di Pisa, il Viale del Gombo è il bellissimo viale alberato del Parco di San Rossore che da Cascine Vecchie porta alla Villa del Gombo. È lungo circa 4 km ed è percorribile interamente sia a piedi che in bicicletta (la domenica e i giorni festivi). Percorrendo interamente il Viale del Gombo o gli altri itinerari proposti dal Parco, e addentrandosi nella pineta, si raggiunge finalmente il mare nonché una delle zone più selvagge e incontaminate del litorale pisano: la spiaggia del Gombo.
- Villa presidenziale - La vecchia villa presidenziale dove dimorava il presidente della repubblica quando sostava nella Tenuta. Alla fine del Viale del Gombo, a pochi metri dal mare, si trova la cosiddetta Villa del Gombo, la vecchia villa presidenziale voluta dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi (originario di Pontedera, in provincia di Pisa) dove per decenni hanno soggiornato i vari Capi di Stato.
- Riserva delle lame di fuori - Incredibile zona umida costiera nella punta sud ovest del parco. È probabilmente l’area più bella di tutto il parco ed è visitabile solo con guida e pochissimi giorni l’anno.
- Fiume Morto Vecchio - Antichissimo ramo del fiume Serchio che non ha più né emissario né foce. Un fiume tramutatosi in un lago incredibilmente ricco di vita.
Una parte della spiaggia, in località Buca del Mare, è caratterizzata da una foresta pietrificata di pini necrotizzati, testimonianza degli effetti nefasti che un tempo il pulviscolo chimico e le sostanze inquinanti trasportate dall’aerosol marino avevano sugli alberi. (Se non ricordo male) fu deciso di lasciarla così dall’allora presidente Pertini come monito per le generazioni a venire. A distanza di decenni questi alberi “pietrificati” sono ancora intatti.
All’interno della Tenuta di San Rossore si trova anche l’ippodromo di Pisa: un circuito di corsa al galoppo per cavalli che ha origini ottocentesche. Il Parco Naturale Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli ospita numerose specie animali che possono essere ammirate durante una visita alla Tenuta di San Rossore. Altri animali, invece, sono più difficili da avvistare ma sono comunque presenti e popolano il Parco durante tutto l’anno.
La Tenuta di San Rossore è inoltre famosa per aver ospitato un allevamento di dromedari, erroneamente definiti cammelli, importati nel 1622 dal granduca Ferdinando II de’ Medici. Si adattarono talmente bene che nel 1944 se ne contavano oltre 200: la razza, tuttavia, si estinse a causa della carestia della seconda guerra mondiale quando le truppe mongole, al seguito dei Nazisti, si cibarono della loro carne. Oggi a San Rossore se ne contano 3, situati nella zona a sud della tenuta, lungo il fiume Arno, più precisamente al Boschetto (un tempo adibito a stalla fatta costruire dai Savoia per allevare i dromedari).
Il Miglior Percorso per Visitare San Rossore in Autonomia
Come già scritto la tenuta di San Rossore si divide in due macro aree, (anzi tre ma semplifichiamo) la zona liberamente fruibile a tutti (ZONE B+C) e la zona litoranea visitabile solo con guida (ZONA A). La zona fruibile è quella boschiva ed interna mentre quella litoranea è visitabile solo con guida.
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Nei giorni festivi il viale è percorribile nella sua interezza, sono quasi 5km di asfalto che però non conducono assolutamente a niente. Se arrivate in fondo vi fermerete al cancello della villa presidenziale senza riuscire a vederla. Il viale, con la sua copertura di pini domestici è bellissimo, e lo si cammina per circa 1km ( se si vuole più privacy, si può prendere una parallela nel bosco che inizia all’altezza dell’area BBQ che si abbandona al secondo bivio a destra) quando si incrocia a destra un evidente inizio di sentiero indicato con cartelli ed una staccionata che invita ad addentrarsi nel bosco.
Attraverso uno stupendo bosco meso igrofilo di giganti farnie, carpini e pioppi e, nei periodi invernali è costellato di zone umide o allagate tipiche del parco. Il sentiero è “semi indicato" una volta che si addentra nel bosco, ma è anche se i segni si perdono è di facile percorrenza seguendo l’evidente fondo di calpestio più usurato rispetto al bosco, inoltre in molti punti, sul sentiero è presente una grata. Per percorrerlo tutto ci vogliono 15/20 min, ma noi vi consigliamo di farlo molto lentamente.
Circa a metà si incontrano dei ripari per l’osservazione di zone umide e poco dopo un gigante pino caduto. Prendetelo verso sinistra e camminate per circa 150 metri fino ad arrivare un casotto per le osservazioni che vi invitiamo a visitare. Il sentiero attraversa prima un folto canniccio (che è l’antico corso di un fiume) e poi arriva in una radura affiancata da un canale alla sua destra.
Percorrete tutto questo sentiero fino alla sua fine naturale che coincide con l’argine di un canale (fiume morto nuovo). Prendete l’argine verso destra e percorretelo per circa 10/15 minuti. Prendete il viale verso sinistra, passando accanto all’ippodromo ed arrivando fino al viale asfaltato (viale dell'ippodromo). Questo giro di San Rossore è bellissimo, e qui sotto trovate la mappa informativa per eseguirlo. Il Parco ospita fattorie e tenute ed è costituito da spiagge, corsi d’acqua, boschi umidi e pinete.
Informazioni Utili per la Visita
L’ingresso alla Tenuta di San Rossore è gratuito. La Tenuta di San Rossore può essere visitata in autonomia nelle zone B e C del parco. Per informazioni è possibile rivolgersi al Centro Visite San Rossore, situato a pochi metri dall’ingresso principale della Tenuta di San Rossore in località Cascine Vecchie, che funge da ufficio informazioni e punto di ritrovo per le visite guidate a piedi, in bicicletta, in trenino, in minibus elettrico e in battello (su prenotazione). Per chi è interessato a fare un’escursione e percorrere alcuni sentieri che non sono accessibili liberamente al pubblico, così come avere accesso al mare, è necessario rivolgersi a una guida ambientale autorizzata. Durante l’escursione percorrerete alcuni sentieri che non sono accessibili liberamente al pubblico. Vi inoltrerete sempre di più all’interno del Parco raggiungendo la spiaggia del Gombo e la foresta pietrificata.
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Nella tenuta di San Rossore i cani sono ammessi, al guinzaglio, solo in zona verde lungo le strade asfaltate. Per gli automuniti, la Tenuta di San Rossore è raggiungibile dal centro storico di Pisa in meno di 5 minuti. Il Parco, infatti, si trova a soli 6 km da Piazza dei Miracoli e dalla celebre Torre di Pisa.
Orari e Accessi
Tutti i giorni gli accessi carrabili aperti al pubblico sono l'asse Ponte alle Trombe - Cascine Vecchie - Sterpaia - Cascine Nuove; Tutti i giorni, compresi la Domenica e i festivi, l'accesso pedonale alla Tenuta è aperto al pubblico per la fruizione degli itinerari liberi: la zona C in tutta la sua estensione e la zona "B" sui sentieri segnalati. Accesso alla zona A possibile con visite guidate.
La Fauna di San Rossore
Nel Parco di San Rossore sono presenti numerose specie faunistiche e molte di loro sono facilmente visibili durante le nostre escursioni. L’animale più presente è sicuramente il Daino (Dama Dama) che conta una popolazione nell’ordine delle migliaia di capi. Vederli è molto comune ed ogni momento dell’anno offre delle particolarità diverse, ma indubbiamente il momento migliore è il periodo degli amori, fine settembre inizio ottobre, momentoquando è possibile sentirne il bramito e vedere i maschi sfidarsi in eleganti duelli per i diritti di accoppiamento.
Il secondo animale per importanza in ordine di presenza è il Cinghiale (Sus Scrofa), anch’esso abituato alla presenza dell’uomo, ha perso molta della sua timidezza ed è molto facile all’avvistamento. Nota curiosa è che i cinghiali non sono endemici della Tenuta, ma bensì furono introdotti dai Bonaparte per incrementare l’attività venatoria. I Bonaparte introdussero dei cinghiali tipici della maremma che, protetti dalla reclusione naturale della tenuta, non si sono incrociati con i cinghiali di origine Ungherese presenti in tutta Italia, mantenendo la loro statura più minuta.
Insieme a questi due grandi ungulati troviamo poi tutta una serie di piccoli predatori come: La Faina, la Martora, la Volpe ed il Tasso. Degna di nota è certamente anche l’Avifauna che sfrutta le aree umide del parco come punto di sosta nelle migrazioni invernali.
Gli Habit di San Rossore
Forse ciò che rende più particolare San Rossore è l’alternanza di ambienti diversi che si possono trovare all’interno del Parco che è poi la sua eredità geomorfologica. Infatti la quasi interezza dell’estensione del parco è di natura fluviale, i cui depositi hanno permesso l’estensione della spiaggia di circa 6km in mille anni.
La spiaggia quando avanza lascia alle sue spalle delle dune, che vengonopoi colonizzate dalla vegetazione che le stabilizza. Questo processo si crea un territorio boscoso e dunale che alterna zone alte e zone basse. In queste due zone, per effetto della gravità, si verranno a creare ambienti più umidi e meno umidi che andranno ad influenzare, poi, il tipo di vegetazione ed habitat che vi si creerà.
Itinerari nel Parco
Gli itinerari si sviluppano prevalentemente su territori pianeggianti, caratteristica che li rende facilmente percorribili a piedi anche senza un particolare allenamento. Nel Parco vi sono: zone di libero accesso, altre alle quali è possibile accedere solo con appositi permessi, aree la cui proprietà è privata.
Il Parco si divide in sette Tenute: San Rossore, Tenuta Borbone e Macchia Lucchese, il Lago e il padule di Massaciuccoli, la bonifica di Vecchiano, la Tenuta di Migliarino, la Tenuta di Coltano, la Tenuta di Tombolo.
Il modo migliore e più sicuro per conoscere il Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli è quello di usufruire del servizio di visite guidate messo a disposizione dall'Ente Parco Regionale.
Lago e Padule di Massaciuccoli
Il lago di Massaciuccoli e le aree palustri circostanti, con oltre 2000 Kmq di superficie, formano la zona umida di origine retrodunale più estesa della Toscana. Il lago oggi ha perso l'antico aspetto di laguna salmastra, ed è considerato un tipico lago-stagno per la profondità media inferiore ai 2 m (la massima è di 4,40) e salinità inferiore a 500 mg/l; il fondo del lago è al di sotto del livello del mare.
La sua forma è più o meno circolare, con un perimetro di oltre 10 Km. La superficie del bacino ha subito una drastica riduzione negli ultimi secoli a causa delle continue bonifiche, avvenute soprattutto nel XX secolo.
La nascita del piccolo borgo di Massaciuccoli risale all'epoca romana. Sono del I sec. d.c. le ville residenziali come quella dei Venulei - patrizi romani di Pisa - nel I sec d.c., con annessi complessi termali, come quello ancora oggi visibile a ridosso della chiesa, in posizione panoramica sul lago. L'altro centro importante, Torre del Lago, risale al XVIII sec., epoca delle prime importanti bonifiche. La località è resa famosa dal grande compositore lucchese Giacomo Puccini, che vi abitò a lungo in una villa oggi trasformata in museo.
Negli ultimi anni, le acque del bacino di Massaciuccoli hanno subito un progressivo inquinamento sia in conseguenza dello sviluppo industriale del litorale versiliese, che per il moderno sviluppo agricolo delle zone circostanti, con conseguente uso massiccio di diserbanti, antiparassitari e concimi chimici.
Ciò ha determinato eutrofizzazione ed alterazione dell'equilibrio idro-biologico e grave minaccia alla sopravvivenza della flora e della fauna. Ai margini del cratere palustre vero e proprio, nei canali e nel padule, prevale la vegetazione parzialmente o totalmente sommersa (idrofite) con presenza di Potamogeton sp.pl e Certophyllum demersum, pianta alimentare per eccellenza per molti uccelli acquatici - oggi purtoppo in rarefazione - e l'Hydrocotyle ranunculoides, relitto terziario. L'acqua dei canali è tappezzata da piccole piante galleggianti (Lemna minor e L. gibba) "erba paperina", rapidamente in moltiplicazione per via vegetativa. Purtroppo sempre più rare le ninfee (Nymphaea alba) ed ormai sempre più scarse le segnalazioni di Hydrocharis morsus-ranae e della curiosa Utricularia australis, dalle foglie provviste di piccoli otricelli.
Maggiormente svincolate dall'ambiente liquido le elofite, quali le cannucce di palude (Phragmites australis), il falasco (Cladium mariscus) e la lisca (Typha latifoglia e T. angustifolia) che dominano i popolamenti di ripa e le zone torbose del palude . Peculiari di Massaciuccoli sono gli "aggallati o pollíni", isole di torba galleggianti sostenute dagli intrecci dei rizomi delle cannucce. Sopra queste torbiere si sviluppano le sfagnete, così chiamate per l'eccezionale presenza di particolari muschi (Spaghnum sp.pl), tipici dei climi freddi e relitti dell'ultima glaciazione. Massaciuccoli è oggi l'unica stazione mediterranea a livello del mare dove sono presenti tali associazioni vegetali.
Importante l'avifauna nidificante censita: almeno 70 coppie di Airone rosso (Ardea purpurea) nelle colonie della zona settentrionale del padule, oltre 10 coppie di falco di palude (Circus aëroginosus) ed almeno 5 del rarissimo e mimetico Tarabuso dal verso inconfondibile (sito principale italiano). Gravi squilibri all'ecosistema lacustre sono stati determinati dall'introduzione involontaria, avvenuta negli anni 90, del nordamericano gambero killer (Procambarus clarkii).
Oasi LIPU Massaciuccoli
Dal Centro visite dell’Oasi parte il Sentiero natura che raggiunge i due capanni di osservazione. L’area è attrezzata con camminamenti a palafitta e la passeggiata è piacevole e interessante, ma se si vuole cogliere in pieno la bellezza del Lago, l’Oasi propone diverse possibilità di escursione sull’acqua, in battello per gruppi, in barchino o in canoe per singoli visitatori.
L’Oasi LIPU Massaciuccoli è dotata di un Centro visite con piccolo museo naturalistico e diorama sull’ambiente e la fauna del lago, sala proiezione, laboratorio didattico, Sentiero natura, due capanni di osservazione. È possibile il pernottamento nella foresteria del Centro visite, dotata di 17 posti letto. Di fronte al Centro un piccolo parcheggio può ospitare una ventina di auto.
La Riserva del Chiarone è aperta al pubblico tutto l’anno, tutti i giorni (con orario 9-19). Visite guidate per gruppi o scolaresche devono essere prenotate al Centro visite. Il Centro visite è accessibile ai portatori di handicap.
Macchia Lucchese e Tenuta Borbone
La macchia lucchese è localizzata nella zona costiera più settentrionale del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli e si estende sul tombolo che separa dal mare il Lago di Massaciuccoli, nel territorio del Comune di Viareggio (LU), tra l'abitato di Viareggio e quello di Torre del Lago.
Nella macchia Lucchese riconosciamo 3 tipi di ambienti presenti in successione: il bosco litoraneo, le "lame" litoranee retrodunali e la spiaggia.
Fin dall'antichità più remota il territorio della Macchia Lucchese è stato profondamente condizionato da inondazioni ed impaludamento che rendevano ostile il territorio alla presenza umana. In epoca storica l'organizzazione territoriale adottata dai Romani migliorò sensibilmente la situazione in queste zone ma, con il crollo della potenza romana e le scorrerie barbariche, l'ambiente ritornò ad un grave stato di degrado idraulico con conseguente spopolamento.
Soltanto a partire dal XV secolo ricominciò l'opera di colonizzazione e nel 1513 la Repubblica di Lucca, preoccupata per la crescente espansione dello Stato Fiorentino, si organizzò ristrutturando e potenziando lo scalo marittimo del piccolo borgo di Viareggio. Così in pochi anni Viareggio raggiunse un adeguato sviluppo demografico ed urbanistico, con operazioni di bonifica condotte in vaste porzioni dell'area palustre, pur senza risolvere la piaga della malaria endemicamente presente nel territorio.
Verso la fine del XVII secolo, dopo i disboscamenti effettuati nei precedenti decenni, fu deciso il rimboschimento della fascia litoranea e fu impiantata la pineta che oggi costituisce il bosco alle spalle della spiaggia fra Viareggio e Torre del Lago.
Risale al 1819 la formazione della Tenuta Borbone allorquando Maria Luisa di Borbone duchessa di Lucca, espropriò gran parte del territorio costiero a sud di Viareggio per realizzare un esteso complesso residenziale solo parzialmente realizzato, tra cui spicca la monumentale Villa Borbone. La Villa fu progettata all'inizio dell'Ottocento dall'architetto Lorenzo Nottolini, come residenza di caccia per Maria Luisa di Borbone.
Al secolo scorso risale, invece, la risoluzione definitiva del problema dell'impaludamento attraverso l'opera di vari consorzi di bonifica, appositamente costituiti, che, con ingenti mezzi meccanici (1927) nel giro di pochissimi anni bonificarono circa 40 kmq di zone umide sia a nord che a sud del comprensorio di Massaciuccoli. Ma ormai siamo alla storia recente che, soprattutto nel secondo dopoguerra, ha portato al moderno sviluppo sia di Viareggio che di Torre del Lago e alla crescita esponenziale del turismo balneare.
Tenuta di Migliarino
Fin dal tardo Medioevo quest'area è di proprietà della famiglia Salviati e dei vari rami discendenti. Al suo interno si trovano fattorie, maneggi, agriturismo. Attraversandola si arriva alla spiaggia di Marina di Vecchiano, pochi stabilimenti balneari ed un ambiente dunale naturale, da vivere rispettandone la delicatezza.
Tenuta di Tombolo
La Tenuta di Tombolo, con circa 5.000 ettari, occupa la fascia costiera meridionale del Parco tra l'Arno ed il Calambrone. Il nome della Tenuta deriva dal latino "tumulus", che significa "rilievo del terreno", ed indica chiaramente come il territorio abbia origine dai cordoni di dune costiere prodotte dal costante apporto dei sedimenti fluviali.
San Rossore in Carrozza
San Rossore in carrozza offre diversi itinerari per visitare la Tenuta Presidenziale di San Rossore e la Tenuta Salviati a Migliarino, attraverso i boschi e fino alla spiaggia, muovendosi con carrozze trainate da possenti cavalli agricoli.
L’itinerario si svolge nella parte centrale della Tenuta attraverso la riserva del “Paduletto” con l’osservatorio degli uccelli acquatici per giungere alla “Pineta” dove anticamente si svolgeva la lavorazione dei famosi “Pinoli di San Rossore”. L’itinerario interessa la parte della Tenuta raggiungibile solo con la visita guidata. Costeggia il “Fiume Morto”, il Centro Ornitologico, per giungere “all’incubatoio delle Anguille”.
L’itinerario più completo e ricco che, attraversando le zone agricole raggiungibili solo con visita guidata, permette di arrivare al mare dove è prevista la sosta d circa 20 minuti. La partenza si effettua con almeno 5 partecipanti paganti.
Tabella riassuntiva degli Itinerari e delle Attività
Tenuta/Area | Attività | Percorribilità | Tempo di Percorrenza | Interesse |
---|---|---|---|---|
San Rossore | Escursioni a piedi | A piedi | 2-5 ore | Flora, Fauna, Bird watching, Fotografia |
San Rossore | Visita alla spiaggia del Gombo | A piedi | 4-6 ore | Natura incontaminata, Foresta pietrificata |
Massaciuccoli | Escursioni in battello | In barca | 1-2 ore | Flora, Fauna, Bird watching, Archeologia, Storia, Fotografia |
Macchia Lucchese | Passeggiate nella pineta | A piedi | Variabile | Flora, Ambiente litoraneo |
Tenuta di Migliarino | Visita alle fattorie e maneggi | A piedi | 3 ore | Agriturismo, Ambiente dunale |
San Rossore | Giro in carrozza | In carrozza | 1.5-3 ore | Flora, Fauna, Storia della tenuta |
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