Escursioni con Racchette da Neve: Consigli e Informazioni Utili
Le escursioni in montagna non sono solo un’attività tipicamente estiva, ma si possono fare anche in inverno. Uno dei modi che stanno diventando anno dopo anno sempre più popolari anche in Italia è quello che prevede l’uso delle ciaspole (dette anche ciaspe o racchette da neve). Stanchi dello sci alpino? Le ciaspole sono un modo per fare delle escursioni in montagna a diretto contatto con la natura.
Nel meraviglioso contesto delle regioni del Piemonte e della Valle d’Aosta, l’amore per la natura e le attività all’aria aperta è profondamente radicato nella cultura locale. Infatti cresce il desiderio di esplorare sentieri di montagna, fare passeggiate attraversando boschi dai mille colori e profumi, avvistare con meraviglia animali selvatici liberi nel loro habitat naturale. Negli ultimi anni si registra un importante incremento di interesse che dimostra che sempre più persone si avvicinano a queste attività outdoor a stretto contatto con la natura.
Cosa sono le ciaspole e come funzionano?
Le ciaspole sono una sorta di racchettoni che, attaccati sotto gli scarponi da montagna, hanno una duplice funzione: da un lato permettono di fluttuare sulla neve fresca evitando di sprofondarci dentro, mentre dall’altro, grazie ai ramponcini metallici posti nella suola dello zatterone, permettono di non scivolare sulla neve quando questa è dura.
Sono formate da un corpo principale che permette il galleggiamento sulla neve fresca. Maggiori sono le dimensioni, maggiore sarà la stabilità, ma contemporaneamente anche il peso da portare attaccato ai piedi. Le racchette da neve hanno una sagoma maggiore rispetto agli scarponi per cui riescono a distribuire il peso dell’utilizzatore su una superficie di contatto più ampia. Aumentando l’area a contatto con la neve le ciaspole diminuiscono la pressione esercitata dall’utilizzatore e di conseguenza evitano di farlo sprofondare.
La ciaspola più antica è stata ritrovata nel 2016 sulle Dolomiti e risale al 3800 a.C. le racchette da neve esistevano già circa 12.000 anni fa? Lo dimostrano le pitture rupestri.... in Mongolia sono state trovate racchette da neve risalenti a circa 6.000 anni fa?
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Per utilizzare le ciaspole non è necessaria una particolare preparazione fisica e questo le rende degli strumenti davvero adatti a tutti.
Come indossare le ciaspole
- Innanzitutto è necessario sottolineare che ciaspola destra e sinistra non sono uguali, per distinguerle è sufficiente osservare la chiusura delle cinghie o dei cinturini: le clip o le fibbie devono essere sempre rivolte verso l’esterno.
- L’attacco delle ciaspole è regolabile e si adatta a tutti i tipi di scarpone, è sufficiente inserire la punta del piede nell’apposito alloggiamento e regolare la parte mobile su cui poggia il tallone.
- Una volta che il piede è in posizione è opportuno stringere le cinghie della punta e stringere la chiusura che assicura il tallone passando per il collo del piede.
Durante la camminata in piano e in salita gli attacchi basculanti delle ciaspole devono rimanere sganciati per essere liberi di muoversi seguendo il naturale movimento del piede. Per affrontare un pendio in salita è molto utile usare l’alzatacco, se le ciaspole ne sono provviste. Se le condizioni della superficie lo permettono puoi anche utilizzare le racchette da neve come degli sci piegando le ginocchia e spostando il peso all’indietro.
Scegliere la taglia giusta
Quando si parla di taglia delle ciaspole non si fa riferimento alla misura del piede dell’utilizzatore, infatti gli attacchi per gli scarponi sono universali e sono regolabili per diverse lunghezze. La taglia delle racchette da neve si indica solitamente in pollici e misura la loro lunghezza.
Dimensioni: esistono ciaspole in varie dimensioni e forme. Due fattori determinanti per la scelta delle racchette da neve sono: la misura del nostro piede, ovviamente, ed il nostro peso.Materiale: ci sono fondamentalmente 2 tipi di ciaspole: quelle in materiale plastico composito (ABS) e quelle con un profilo esterno in alluminio. Le prime sono le più diffuse e possono essere utilizzate in qualsiasi condizione, ma sono particolarmente adatte per la neve rigida e compatta. Le seconde, invece, sono di solito le ciaspole di fascia alta.Punte: le punte delle ciaspole possono essere fatte di diversi materiali, come acciaio o gomma. Scegli le punte a seconda delle condizioni del terreno che prevedi di incontrare. In generale, se sei un principiante o cammini principalmente su terreni facili, puoi optare per ciaspole più leggere e semplici.Ciaspole o antiscivolo: quale scegliere?
Pratici da indossare, facili da togliere o trasportare, i ramponcini o i sistemi antiscivolo consentono di avere presa su un terreno innevato o leggermente ghiacciato grazie ad una suola dotata di punte metalliche o di un sistema di corde.Questi due sistemi ti consentono di camminare in tutta sicurezza senza scivolare.
Le ciaspole aumentando la superficie di contatto con la neve e ti impediscono di affondare, specialmente nella neve farinosa o quando lo strato di neve è profondo e non compatto. Se provi a camminare solamente con le scarpe,su una neve morbida che arriva alle ginocchia, ti accorgerai velocemente che è spiacevole, umido e molto stancante! Su una neve più compatta, o gelata, le ciaspole possono, comunque, risultare molto utili perché sono provviste di ramponcini anteriori, che facilitano la presa sui terreni scivolosi.
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Se la neve è trasformata o gelata il rischio di scivolare è maggiore. Meglio scegliere dei ramponi, che permettono di camminare liberamente senza rischiare di scivolare.
Quando scegliere le ciaspole?
- Sui sentieri dedicati
- Su un itinerario con o senza dislivello: Camminare su un terreno pianeggiante con le ciaspole è facile e divertente. Ma puoi utlizzarle anche se ci sono delle pendenze. Per percorsi con pendenze ripide scegli i modelli di ciaspole dotati di alzatacco. L'alzatacco ti supporta nei tratti in salita compensando artificialmente la pendenza ... è pratico e comfortevole!
- In discesa, è diventente! Scendere un pendio correndo nella neve e tra gli alberi è la giusta ricompensa dopo la fatica della salita.
Quando scegliere gli antiscivolo?
- Quando il sentiero è stretto o accidentato: Quando il percorso che hai scelto è molto accidentato, con passaggi stretti nella foresta, pendii ripidi, passaggi delicati con ostacoli, le ciaspole ti ingombrerebbero troppo invece di aiutarti. Stesso discorso se alcune parti del tuo percorso prevedono strade asfaltate. In questi casi il consiglio è di scegliere gli antiscivolo o i ramponcini, che ti garantiscono libertà e flessibilità!!
- Quando il terreno non è uniforme: Se cammini su un sentiero ben battuto, con zone d'ombra e sole, potresti incontrare solo alcuni tratti con il terreno scivoloso. Gli antiscivolo e i ramponcini sono la giusta scelta, perché offrono una facilità d'uso che ti consentirà di metterli e ditoglierli facilmente solo quando sarà necessario!
Abbigliamento e attrezzatura necessari
L’escursione invernale sulla neve non richiede attrezzature o abbigliamento particolare. Diciamo che va prediletta la regola dell’abbigliamento “a cipolla” o a strati: è la tecnica di vestizione che prevede l’uso di più strati di abbigliamento sovrapposti, in modo da poter regolare la temperatura corporea a seconda delle condizioni climatiche.
Evitare di indossare magliette in cotone come strato intimo è una regola importante, poiché il cotone tende ad assorbire il sudore e a trattenere l’umidità, rendendovi più freddi quando vi fermerete per riposare o ammirare il panorama. Questo consiglio è particolarmente importante durante l’inverno, quando le temperature sono più basse e il rischio di ipotermia è più elevato. In generale, lo strato intimo non ha il compito di tenervi caldi, ma piuttosto di mantenervi asciutti e confortevoli durante l’attività fisica. Il pile dovrà aiutarvi a scaldarvi mentre la giacca servirà principalmente per proteggervi dal vento e dalla neve (nel caso doveste caderci dentro).
Per camminare sulla neve con le ciaspole, è importante scegliere un buon paio di scarpe invernali da trekking alti fino alla caviglia, impermeabili con una buona suola resistente. Se si è più sensibili e si patisce spesso freddo ai piedi, meglio dirigersi verso modelli invernali un po’ più più spessi.
Non tutte le scarpe sono adatte ad essere utilizzate con le racchette da neve, ad esempio non è possibile indossare scarpe basse o doposci. La caratteristica fondamentale che devono avere gli scarponi da trekking per essere utilizzati con le ciaspole è l’impermeabilità infatti quando si passa molto tempo sulla neve è importante rimanere con i piedi asciutti.
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Sono consigliati quelli alti per proteggere le caviglie: meglio quindi dotarsi di scarponi da trekking in pelle oppure in tessuti sintetici. Consigliate anche le ghette, i tubolari di tela impermeabile, che si legano intorno al polpaccio e che proteggono anche la parte anteriore dello scarpone dalla neve e dall’acqua. Meglio se traspiranti.
I pantaloni da sci sono pensati per proteggervi da abrasioni e urti con la neve. Sono quindi generalmente troppo rigidi e ingombranti per essere confortevoli quando si cammina con le ciaspole.
Le ghette sono poco conosciute ma possono essere un alleato fondamentale per mantenere i vostri piedi asciutti soprattutto se non avete scarponi alti.
Per i guanti preferite quelli in tessuto sintetico o anche quelli per lo sci mentre sono da evitare quelli in lana. Per il cappello indossate quello che preferite ma assicuratevi che vi copra bene le orecchie.
Accessori utili:
- Bastoncini: I bastoncini sono fondamentali quando si usano le ciaspole: vi aiuteranno ad avere più equilibrio e a scaricare parte del peso dello zaino sulle braccia invece che sui piedi (che già dovranno sollevare le ciaspole!). Per le escursioni sulla neve, i bastoncini devono essere dotati di rondelle grandi, per non affondare nella neve. Ancora meglio: dei bastoncini telescopici I bastoncini telescopici sono ideali per adattarsi all'altezza e alla consistenza della neve.
- Crema solare e burrocacao: Sono tre oggetti utilissimi quando si fa una ciaspolata. A questi vanno aggiunti anche la crema da sole e il burrocacao in quanto il riverbero della neve in alta quota può essere molto intenso.
- Acqua e snack: Quando si va in montagna bisogna sempre portarsi qualcosa da bere e da mangiare. Portate con voi almeno un litro d’acqua o un thermos con del tè nelle stagioni più fredde e ricordatevi di bere a intervalli regolari. Il freddo può inibire lo stimolo alla sete ma evitate di perdere troppi liquidi. Una barretta di cioccolato e un po’ di frutta secca sono gli alimenti ideali per una pausa a metà mattina.
Sicurezza in montagna: cosa non dimenticare
Come per tutte le attività in montagna, occorre non sopravvalutare se stessi avventurandosi in percorsi difficili e faticosi: informati bene sull'itinerario da seguire, valuta le condizioni della neve e consulta sempre le previsioni del tempo.
Camminare sulla neve è un'esperienza meravigliosa, ma richiede qualche precauzione in più. Se possibile, indicate anche l’itinerario che seguirete e quando prevedete di fare ritorno. Mai essere troppo sicuri durante le escursioni invernali. Non c’è cosa peggiore che rimanere involontariamente sui sentieri quando cala il buio. Le regole per prevenire questo rischio nella stagione fredda, quindi, devono essere ancora più rigide. Inoltre, andare sulle ciaspole richiede più energie rispetto ad un trekking tradizionale. Piuttosto che correre il rischio di farsi sorprendere dal buio invernale, meglio tornare indietro prima.
Anche seguendo tutte le precauzioni può comunque capitare di trovarsi in una situazione di emergenza e in questi casi è fondamentale avere con sé l’ARTVA, un dispositivo realizzato appositamente per ricevere ed emettere segnali quando un escursionista viene travolto da una slavina. Un altro rischio durante le escursioni invernali è la perdita dell’orientamento infatti la neve può coprire i sentieri e la segnaletica rendendo difficile capire quale direzione prendere.
Per i più esperti: materiale di sicurezza indispensabile
Per quelli tra di voi che hanno l'abitudine di uscire dai sentieri battuti, oltre ad una buona attrezzatura, è indispensabile portare con sé il materiale di sicurezza: ARTVA, zaino, pala, sonda. L'ARTVA è un dispositivo di rilevamento delle vittime di valanga, che ha una modalità di ricezione e una modalità di trasmissione. Quando parti, metti il dispositivo in modalità di trasmissione e, se qualcuno viene sorpreso da una valanga, vai in modalità ricezione per localizzare la persona e liberarla. Questo dispositivo garantisce sia la tua sicurezza, sia quella delle persone che ti accompagnano. Attenzione però, è necessario imparare ad utilizzare questo dispositivo e continuare ad allenarsi ad utilizzarlo. Ci sono molti "parchi ARTVA" nelle stazioni da sci, che ti permettono di allenarti. Informati!
IL TRIO: ZAINO, PALA, SONDA è l'equipaggiamento di base da portare sempre con sé. Nello zaino dovrai mettere la tua attrezzatura di sicurezza, ma anche acqua, uno spuntino, un kit di primo soccorso, eventualmente guanti di ricambio. Ricordati... la pala e la sonda possono salvare la vita di una vittima di valanga perché, solo attrezzato, sarai in grado di rimuovere la neve.
Anche per i più esperti, ricordiamo che la regola d'oro in montagna è, e resterà sempre, quella di preparare bene l'uscita e soprattutto di saper rinunciare, se le condizioni non sono ottimali.
Benefici della ciaspolata
La ciaspolata è un’esperienza suggestiva e ricca di fascino, adatta a tutti gli amanti della montagna, purché dotati di un allenamento di base. L’utilizzo delle ciaspole contribuisce a modellare i muscoli delle gambe e tonificare soprattutto i quadricipiti. Ciaspolare fa bene al corpo ma, soprattutto, alla mente perché apporta immediati benefici a livello psicofisico. La camminata con le ciaspole, a stretto contatto con la natura consente di vivere la montagna lentamente, di respirare aria pura a pieni polmoni concentrandosi sulle meraviglie della flora e della fauna e paesaggi inaspettati.
lo sforzo prolungato e moderato delle racchette da neve aiuta a bruciare i grassi?... le racchette da neve hanno un effetto positivo sul sistema cardiovascolare grazie all'allenamento di resistenza?
Esempi di Itinerari
Ecco alcuni esempi di itinerari, prendendo spunto da percorsi reali:
Itinerario 1: Alpe Champchenille
Procedere lungo la strada per Turlin: dopo circa una decina di minuti svoltare a destra ed imboccare una pista che risale il versante. Si supera il casolare isolato di La Premou (1685m, 0h45’): un casolare isolato con vista sul Bianco. Si prosegue ancora per qualche centinaio di metri sino ad incontrare un bivio: svoltare di 180° riprendendo la salita in direzione nord. Lentamente si ritorna verso la valle centrale ed incominciano ad apparire le inconfondibili cime del Mont Fallère, Pointe de Chaligne e le più lontane vette del Mont Velan e del Grand Combin. Sempre in moderata salita, si raggiunge l’alpeggio di Titeun che oltrepassa l’alpeggio voltando leggermente verso destra sino a raggiungere un ameno pianoro. Si risalgono i pascoli innevati sulla destra, su percorso non obbligato, seguendo le tracce quasi sempre presenti; in pochi minuti si raggiunge l’Alpe Rond-Perrin. Si risale il crinale innevato superando fasce boscose incrociando un paio di volte la poderale sino a raggiungere l’Alpe Champchenille. Costeggiare il lungo alpeggio e poi svoltare a sinistra iniziando la parte di salita più dura ma sicuramente più bella da percorrere. Superati gli ultimi larici si punta decisamente verso l’anticima sul bianco pendio innevato. Raggiunta quest’ultima, si effettua un lungo traverso in leggera salita sino a portarsi ai piedi della croce.
Itinerario 2: Grand Rond
Da Chez les Chenaux si procede in direzione ovest lungo una stradina innevata. Si costeggia il versante seguendo un paio di impluvi e si raggiunge in circa 45 minuti Grand Rond. Si lascia ora la pista e si prosegue verso destra inoltrandosi nel bosco risalendo un breve pendio sino a raggiungere nuovamente una pista: l’orientamento in questo tratto può essere un po’ difficoltoso in assenza di traccia. Si continua in direzione nord sino a congiungersi, nei pressi del torrente Moulin, sulla pista proveniente da Ruz. Si svolta a destra e, sempre seguendo la pista, ci si porta sul poggio che precede la meta. Si esce dal bosco e si intravede l’alpeggio: si prosegue diritti verso l’Alpe Berrier apprezzando delle interessanti vedute sulla non lontana Becca di Luseney. Si consiglia di intraprendere questo percorso solo con condizioni nivologiche ottimali.
Itinerario 3: Servaz e Coucy
Seguendo la strada poderale, si arriva al villaggio della Servaz dove si possono ammirare i rascard, le tipiche costruzioni in pietra e legno di origine Walser. Proseguendo sulla sinistra, attraverso pascoli innevati, si raggiunge Crépin da cui si gode una spettacolare vista su parte del massiccio del Monte Rosa. Si continua sul sentiero che si immerge in un fitto bosco di conifere fino ad una piccola radura dove si trova la cappella di Praz Charbon. Da qui, si scende ad Extrapiéraz, il punto di partenza. Risalire il parcheggio sino ad incontrare la palina per il Rifugio Arp: svoltare a sinistra risalendo una pista; superare una baita ristrutturata e svoltare a destra, poi a sinistra, sempre seguendo le indicazioni per il rifugio. Raggiunta la pista di sci, risalirla lungo il suo lato destro sino ad incontrare nuovamente una stradina innevata: svoltare a sinistra e proseguire sino all’alpeggio di Chanlochère. Con un paio di tornanti si prende un po’ quota e poi si attraversa la pista di sci e si raggiungono gli alpeggi di Chavanne. In seguito si entra, virando a destra, nel vallone sottostante la Punta Valfredda. Con alcune svolte si prende quota sino a raggiungere il bivio per il lago Litteran: si trascura la deviazione e si prosegue a mezza costa lungo gli irti pendii del Mont Bieteron; lungo questo tratto bisogna porre particolare attenzione a causa della ripidità dei pendii soprastanti il percorso e la conseguente facilità di distacchi valanghivi spontanei in condizione di neve non assestata bene. Superato il lungo traverso si raggiunge una palina all’altezza di un bivio: si trascura la normale strada estiva, sulla destra, e ci si incammina lungo la pista estiva che conduce ai Laghi di Palasina. Dopo alcuni tornanti si incontra un alpeggio, si gira a destra sino a raggiungerlo per poi svoltare leggermente a sinistra sino a raggiungere il torrente con le acque di deflusso dei laghi di Valfredda. Attraversato il torrente, con molta neve può essere totalmente ricoperto, si risale il ripido pendio sottostante il rifugio. L’itinerario attraversa prati innevati e sale nei boschi di abeti sino all’ alpeggio di Court, sentinella sul villaggio di Extrapiéraz. Imboccare la pista innevata che sale brevemente verso la chiesetta di Veulla. La pista nei pressi della chiesetta ripiana leggermente e, seguendo la staccionata in legno, si prosegue in direzione dell’aguzza sagoma del Mont Avic. Dopo aver attraversato un ponticello in legno si risale un breve tratto di strada sino a raggiungere Crest: da qui diparte il sentiero 7 che conduce a Praz Orsie. Si trascura questa deviazione e si procede diritti lungo la strada costeggiata da pannelli informativi disposti in loco dall’Ente Parco per meglio conoscere le peculiarità dell’ecosistema dell’area protetta. Lentamente ci si addentra nel bosco costituito da conifere tra cui il particolare pino uncinato: la dominanza assoluta di questa specie è sicuramente insolita nelle Alpi. Si supera un nuovo ponte in legno dopodichè la strada acquista leggermente pendenza sino a raggiungere la località detta Magazzino: in questo breve spiazzo è presente un pannello informativo con la carta dei sentieri del Parco. Si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Servaz e Coucy con il sentiero 5C. Dopo un breve tratto pianeggiante si incomincia una breve discesa che, dopo aver superato un piccolo affluente del torrente Chalamy su di un ponticello in legno, raggiunge il bordo dello stesso per poi riprendere a salire. Dopo aver incontrato un nuovo ponticello in legno che supera un altro affluente dalle acque limpidissime, si procede passando al di sotto di un roccione per poi ritrovarsi al di sotto di un pascolo; la strada compie un paio di svolte sino a raggiungere Servaz desot. Si passa sotto gli edifici rurali dell’alpeggio sino ad incontrare una nuova palina che indica di svoltare a destra seguendo le indicazioni per il lago. Si inizia subito a risalire il pendio innevato: la pendenza è sensibilmente cambiata. Il percorso procede su terreno abbastanza vario con salita a tratti abbastanza sostenuta; a quota 1700 m circa il sentiero spiana leggermente, attraversa una piccola pietraia e poi riprende a salire per l’ultimo strappo.
Itinerario 4: Piani di Verra
Dal parcheggio procedere sulla stradina asfaltata sino a Blanchard: oltrepassare il torrente Evançon grazie ad un ponticello e calzare le racchette. Risalire il sentiero estivo per i Piani di Verra entrando rapidamente nel lariceto. Con una serie di svolte si prende quota sino a raggiungere il bivio per il piccolo villaggio di Fiéry: svoltare a sinistra per una piccola visita, poi tornare sui propri passi e proseguire a destra entrando nella radura ove sono presenti alcune costruzioni. Si costeggiano gli abitati e si rientra nel bosco per poi uscirne, dopo diverse svolte, ai margini del Pian di Verra inferiore. Appena entrati nel pianoro di Verra si incontra un ponticello sul torrente Verra: lo si oltrepassa e ci si porta sulla sinistra orografica della valle. Si percorre la pista in leggera discesa sino ad incontrare un pannello che indica la deviazione per il Rifugio Ferraro. Svoltare a sinistra e si inizia a risalire il bosco tenendosi a mezza costa sui pendii del Palon de Résy; terminato il breve tratto in salita si fuoriesce dal bosco e, puntando verso est, ci si dirige verso il villaggio di Resy, all’interno del quale troviamo il Rifugio Ferraro (2066 m).
Itinerario 5: Vascotchaz
Si parte attraversando il villaggio di Mandriou seguendo il sentiero 3. Dopo pochi minuti si incrocia una pista innevata che conduce ad una casa poco oltre. Si trascura la pista sulla destra e si risale lungo il bel Bois de Vachère, prevalentemente composto da larici. Si fuoriesce dal bosco nella bella radura ai piedi dell’agriturismo La Tschavana: la si attraversa sino a raggiungere il Ru Cortod, da qui si risale il lieve pendio seguendo l’evidente staccionata che porta a destra del gruppo di case. Si prosegue ora attraverso un’ultima fascia di larici che ben presto scompaiono lasciando posto agli inclinati pendii che discendono dal Mont Facebelle. La progressione è un po’ più faticosa ma sicuramente ripagata da incantevoli scorci panoramici sul Mont Zerbion e sulla particolare costiera che separa la Val d’Ayas dalla Valtournenche. Lentamente ci si porta ai piedi di Vascotchaz: da dove si intravede la bianca cappella Sarteur e la sua croce metallica. Con percorso non obbligato si risalgono gli ultimi metri giungendo infine al lungo alpeggio di Vascotchaz. Si prosegue ora sul versante discretamente ripido; la salita si effettua cercando di compiere una serie di svolte che non implichino eccessivi tagli del pendio. L’escursione parte dalla località Amponey, poco prima dell’abitato di Champoluc, in corrispondenza di un grosso prato, d’inverno pista di sci di fondo.
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