Escursioni Facili a Faenza e Dintorni: Alla Scoperta di Sentieri e Sapori
Per chi ama andare per sentieri e immergersi tra le bellezze della natura, la Malatestiana propone una selezione aggiornata di guide e itinerari alla scoperta del territorio romagnolo e non solo.
Torna "Sentieri&Sapori"
"Si torna in collina alla riscoperta della storia e cultura della Vena del Gesso patrimonio UNESCO, con un rinnovato sguardo al nostro territorio" commenta il responsabile di CNA Area Romagna Faentina Jimmy Valentini. Il rapporto con la collina, con le sue comunità, le imprese, i suoi ritmi e i suoi sapori è al centro dell’azione di CNA, direi oggi ancor più di ieri.
Dettagli delle Escursioni
“Sono sei le escursioni previste, tre ad ottobre e tre a novembre, con partenza dai nostri agriturismi associati e ritorno per il pranzo, i gruppi saranno accompagnati da esperte Guide GAE. Le camminate sono facili e aperte a tutti, il ritrovo alle 8.30 e la partenza alle 9. Per poi tornare dopo circa tre ore a pranzo in agriturismo.
Le camminate con guida e pranzo hanno il costo di €. 30,00 mentre quelle con guida e degustazione €. 20.00. Le prenotazioni si possono fare direttamente chiamando gli agriturismi coinvolti. Saranno 9 kilometri di lunghezza, con un dislivello di 250 m, per un tempo di circa 3 ore.
“L’escursione è facile e per tutti ma si raccomanda abbigliamento adatto alla stagione, zainetto, acqua e mantella. Info e prenotazione La Querciola, 0546.74077, 335 5704378.
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Itinerari nella Vena del Gesso Romagnola
La Vena del Gesso Romagnola appare, da chi percorre la Via Emilia, con una aspra dorsale collinare che da Faenza ci accompagna fino a Imola. Chi la percorre per intero si accorge che l'aspetto è tutt'altro che collinare, una vera e propria catena montuosa in miniatura, lunga quasi 25 chilometri e stretta spesso poche centinaia di metri, ma con straordinari valori naturalistici, storico testimoniali concentrati in pochi chilometri quadrati. La roccia che caratterizza l'affioramento è il gesso, e la storia della sua genesi è tra le più affascinanti e conosciute vicende paleogeografie del Mediterraneo: la crisi di salinità messiniana che ha portato il nostro mare a trasformarsi in grandi saline dove enormi quantità di gesso, sale e altri sedimenti si sono depositati circa 6 milioni di anni fa.
Non c'è niente di meglio che camminare lungo i sentieri del Parco per godere dei tanti valori naturalistici e storico-culturali dell'area.
La Vena del Gesso, come più volte ricordato, è tagliata perpendicolarmente da tre vallate fluviali principali (Santerno, Senio, Sintria), più una quarta che la lambisce ad oriente (Lamone). I quattro cordoni gessosi delimitati dai corsi d'acqua sono interessati da altrettanti sentieri ad anello, da percorrere a piedi. Un quinto percorso collega tutto il sistema pedonale, da una parte all'altra del parco della Vena del Gesso Romagnola.
Esempi di Percorsi
- Percorso 1:
- Percorribilità: A piedi
- Difficoltà: T (E se si aggiunge la deviazione per Rontana)
- Tempo di percorrenza: 600 m (compresa Rontana)
- Interesse: Panorama
- Percorso 2:
- Percorribilità: A piedi
- Difficoltà: E - Escursionistico
- Tempo di percorrenza: 2 h
- Interesse: Geologia, Storia
- Monte Mauro:
- Da Zattaglia per Pederzeto, poi la cresta sommitale e ritorno per la Grotta della Lucerna
- Difficoltà: E (ma con possibili tratti di EE a seconda della s...)
- Tempo di percorrenza: 4 h 15 m
- Interesse: Flora, Fauna, Geologia, Panorama
- Monte della Volpe:
- Per la Sella di Ca' Faggia e per la successiva, spettacolare cresta; ritorno per I Crivellari
- Difficoltà: E (EE in alcuni brevi tratti di cresta)
- Tempo di percorrenza: 5 h
- Interesse: Panorama
Percorsi in Mountain Bike
Visitare il Parco della Vena del Gesso Romagnola in bicicletta è un'esperienza unica e personalizzabile, che può essere adattata a seconda della propria preparazione ed esperienza, oltre che alla lunghezza desiderata del percorso. Una rete di sentieri e strade a bassa percorrenza consentono agli amanti delle due ruote di immergersi completamente nella bellezza del territorio, tra gessi, morfologie carsiche, boschi e paesaggi modellati dalla millenaria azione dell'uomo e della Natura.
Il Giretto n.8: Alla Scoperta della Pietramora
Il Giretto n.8 lo possiamo considerare il riflesso del primo, poiché tocca la cima della Pietramora in cui ci sono il Castellaccio e le Grotte delle Fate. Come punto di partenza prendiamo di riferimento il parcheggio del Camping La Luna sul Trebbio. Lasciata qui la macchina, scendiamo sulla strada e andiamo a sinistra, seguendo il tratto asfaltato (in direzione Santa Lucia) per qualche centinaio di metri; arrivati alla casa con n. Qui ci immergiamo nel primo dei più sentieri alberati che incontreremo lungo il percorso, ambienti in cui passeggiare riesce a donare molta serenità.
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Andando dritti per un po’ incontriamo uno spiazzo che lascia perdere leggermente le tracce del sentiero: qui proseguiamo dritti e lo ritroveremo ben segnato, pronto a farci scendere abbastanza vertiginosamente di quota. Seguendo il sentiero che lo affianca sulla sinistra, arrivati in cima alla breve salita troveremo una prima casa sulla nostra a sinistra, sotto la quale c’è una sorta di bivio: proseguiamo dritto lungo il sentiero tracciato - dunque tenendo la destra del bivio, e che quindi si sviluppa lungo il percorso passa sotto essa. Da qui inizia un sentiero che sale leggermente e che, per seguirlo correttamente, ci basterà tenerci alla nostra sinistra i filari di viti. Questo fino a che, dopo un breve spiazzo d’erba medica che sostituirà i filari come nostri compagni a sinistra del percorso, ci troveremo a oltrepassare un cancello: qui sbuchiamo sulla Via Ceparano, di fianco alla casa con n.
Dopo una meritata sosta, prendiamo la destra sul tratto di strada di fronte a noi. Questa strada sterrata ci porterà di fronte ai ruderi della Torre di Ceparano, e la percorreremo per un po’ di tempo. Torniamo al percorso: dopo circa un quarto d’ora di percorrenza, la strada ci porterà di fronte a ciò che resta della Torre, che tuttavia non è la nostra prossima meta. Poco prima che inizi la salita verso di esso, all’altezza circa di un piccolo sistema idrico molto rustico, ci portiamo ai limiti dello spiazzetto che si trova alla sua - e nostra - destra. In fondo alla discesa ci troveremo immersi in un boschetto di cosiddetta “spagnera”, che ci introduce a un piccolo spazio che vede tre sentieri diramarsi a sinistra, dritto e a destra. In questo piccolo spiazzo noi prendiamo il sentiero che, dritto a noi, sale.
Dopo la ripida salita del forcone ci troviamo nello spiazzetto contornato da ginestre: qui il percorso devia leggermente da quello spiegato nel primo Giretto. Il percorso costeggia il crinale di Monte Torre e, prima di portarci al cospetto del prato di fronte ai ripetitori della Pietramora, ci dona un bel pezzo di storia: sulla sinistra troveremo un ceppo di pietra, all’apparenza senza significato ma che nasconde nella sua anonimità un fascino tutto suo. A mio parere, questa parte del Giretto merita una sosta; sia per godere di questo reperto, sia per il bel paesaggio che si estende di fronte ad esso.
Ad ogni modo, proseguendo poco oltre, il percorso a un certo punto virerà leggermente a sinistra, e qui troveremo una ripida - ma breve - discesa a destra del sentiero che ci porterà allo spiazzo ai piedi delle antenne. Proseguiamo in direzione di esse e, a metà della salita, prendiamo il sentiero che sulla destra interseca perpendicolarmente il nostro. Questo ci porterà a un prato che costeggia la strada provinciale, la quale - una volta intercettata - ci porterà dritti verso il parcheggio da cui siamo partiti, chiudendo così il nostro anello. In alternativa, si può proseguire verso il Castellaccio e le Grotte delle Fate, scendendo lungo la strada in discesa che porta ugualmente alla strada provinciale.
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