Albergo Atene Riccione

 

Escursioni nel Lagorai e nella Val dei Mocheni: Alla scoperta delle difficoltà e delle meraviglie

Il Lagorai, con la sua selvaggia bellezza, offre un'ampia varietà di escursioni adatte a tutti i livelli di esperienza. Dalle semplici passeggiate nei boschi ai trekking più impegnativi in alta quota, questa catena montuosa saprà stupirti con i suoi paesaggi mozzafiato e la sua ricca storia.

Escursioni imperdibili nel Lagorai

Ecco alcune delle escursioni più belle e suggestive da fare nel Lagorai e nella Val dei Mocheni:

  • Rifugio Caldenave, lago Nassere e val d'Inferno: Un'escursione stupenda immersa tra le rocce del Lagorai lungo un sentiero tra larici e rododendri che porta a due laghetti alpini. Questo itinerario è davvero affascinante, tra le escursioni più belle da fare in Valsugana Lagorai. L’escursione è medio-difficile, nonostante non sia particolarmente lunga, ha un dislivello positivo di 850 metri con tratti abbastanza ripidi e un po’ scivolosi.
  • Rifugio Sette Selle, lago Erdemolo: Dalla Valsugana si risale alla valle dei Mocheni per fare questa camminata bellissima tra un rifugio e un lago alpino. Una bellissimo escursione da fare in Lagorai è raggiungere il rifugio Sette Selle e concatenare l’escursione con il lago Erdemolo.
  • Rifugio Brentari Cima d'Asta: Raggiungere il rifugio Ottone Brentari a Cima d'Asta è, per eccellenza, l'escursione da fare in Lagorai. Si trova ai piedi di cima d’Asta, vetta che con i suoi 2847 metri è la più alta di tutto il gruppo del Lagorai. L’escursione è abbastanza impegnativa, in soli 6 km di andata si ha un guadagno di quota di ben 1000 mt e specie l’ultimo tratto di sentiero è molto ripido.
  • Pizzo di Levico, Forte Vezzena: Con una splendida vista su tutta la Valsugana con i laghi di Caldonazzo e Levico, la passeggiata che porta in cima al Piz di Levico è da non perdere! L'escursione al Forte Vezzena sul Piz di Levico è una bella escursione non molto impegnativa da fare tra Valsugana e Altopiano di Asiago.
  • Monte Salubio: Altopiano di Musiera: La salita al monte Salubio è una facile escursione in Lagorai, nell’Altopiano di Musiera, da fare tutto l’anno. Particolarmente bella in autunno durante il foliage dei larici. Il monte Salubio è una cima dei Lagorai e il trekking che porta ad esso è una bella escursione in Valsugana.
  • Monte Panarotta e Lupa del Lagorai: Il monte Panarotta e la lupa del Lagorai è una bella escursione in trentino, ad anello, nella parte più occidentale dei Lagorai, in Valsugana vicino Trento. Cima Panarotta è una classica escursione in Lagorai.
  • Cima Socede e rifugio Malga Conseria: Cima Socede e rifugio Malga Conseria è un’escursione in Lagorai davvero appagante. Una vetta non troppo impegnativa che regala un panorama unico, tra verdi alpeggi, torrenti e ruscelli e una moltitudine di fiori, tra cui distese di rododendri.
  • Ziolera e laghetto delle Buse: Bellissima escursione da passo Manghen in Lagorai. La parte più impegnativa è la parte iniziale: la salita e discesa dal Ziolera.
  • Malga Cere e monte Setole: Malga Cere e monte Setole è una bella escursione da fare in Lagorai, dalla val Calamento, lungo la strada che sale a passo Manghen.
  • Grifone Vaia: Raggiungere il Grifone Vaia è una facile escursione in Lagorai che, dal centro di Castello Tesino, porta a questa opera di Marco Martalar.
  • Monte Fravort: La cima del monte Fravort è una bella escursione in Lagorai da fare. Nella parte più occidentale dei Lagorai è una vetta molto panoramica che si raggiunge con una difficoltà media.
  • Cros del Cuc: La Cros del Cuc è una facile cima dell’altopiano di Pinè da raggiungere con una semplice passeggiata.

Alta Via del Granito

L'Alta Via del Granito è un'escursione di più giorni nella Catena del Lagorai, che collega i due rifugi del gruppo. Sia percorrendo l'Alta Via del Granito in senso orario che antiorario è possibile aggiungere una notte al trekking per immergersi nel cuore del Lagorai fino al Rifugio Consèria 1848m.

Scendendo dal Rifugio Brentari, a Forcella Magna si devia a destra seguendo il sentiero 326 che con leggeri sali-scendi porta al Passo 5 Croci 2020m (1 ora e 30 minuti) passando per i colorati laghetti Lasteati. Dal Passo 5 Croci è possibile fermarsi ad ammirare l'immensa mole di Cima d'Asta e seguire con lo sguardo la catena del Lagorai fino alle cime del Cauriol e del Cardinal oppure è possibile salire a Cima Socede 2173m (20 minuti) dove troverete il nuovo Museo all'aperto di Cima Socede. Ritornati al Passo 5 Croci si riprende il sentiero 326 scendendo in 20 minuti al Rifugio Consèria 1848m. Il giorno dopo si continua verso il Rifugio Caldenave passando dal lago e bivacco delle Buse Todesche per il sentiero L35 e poi per i laghi della Val dell'Inferno (3 ore e 30 minuti) oppure allungando il percorso saldendo alla Forcella delle Buse Todesche, Forcella Orsera e discesa al rifugio Caldenave.

Consigli utili per le escursioni

Ecco alcuni consigli utili per affrontare al meglio le escursioni nel Lagorai:

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  • Pianifica il tuo itinerario: Studia attentamente il percorso, valutando la difficoltà, la lunghezza e il dislivello. Consulta le carte topografiche e le guide escursionistiche per avere un'idea precisa del tracciato.
  • Verifica le condizioni meteo: Prima di partire, controlla il bollettino meteorologico e quello della montagna-valanghe, nel nostro caso di Meteotrentino. In montagna il tempo può cambiare rapidamente, quindi è importante essere preparati a qualsiasi evenienza.
  • Indossa l'abbigliamento adeguato: Vesti a strati, scegliendo indumenti traspiranti e impermeabili. Non dimenticare un cappello, dei guanti e degli occhiali da sole.
  • Porta con te l'attrezzatura necessaria: Nello zaino non devono mancare acqua, cibo, una mappa, una bussola, un kit di pronto soccorso e una torcia elettrica.
  • Affronta l'escursione con il giusto allenamento: Le escursioni in montagna richiedono un buon livello di preparazione fisica. Se non sei abituato a camminare, inizia con percorsi semplici e brevi, aumentando gradualmente la difficoltà.
  • Rispettare l'ambiente: Non abbandonare rifiuti, non disturbare la fauna selvatica e non danneggiare la vegetazione.

Escursioni facili alle cime panoramiche

Sul nostro sito internet proponiamo due facili escursioni alle cime superpanoramiche del Monte Costalta, nel pinetano, e Cima Larici sull’Altopiano di Vezzena.

MONTE COSTALTA

Il Monte o Dosso di Costalta è un “panettone” poco impegnativo che tuttavia sfiora i 2000 metri, dalla cui cima si gode uno dei più spettacolari panorami a 360° della zona.

Dall’Altopiano di Piné o dalla Valle dei Mocheni si raggiunge il Passo Redebus a quota 1455. Si lascia l’auto in prossimità del bar e, circa 300 metri a nord di quest’ultimo, vicino a dei piazzali di deposito legname si prende il sentiero 404 che sale rapidamente nel bosco. In circa 20 minuti si arriva a Malga Pez m 1583 con bel colpo d’occhio sulla Valle dei Mocheni e le inconfondibili cime del Gronlait e il Fravort.

A ridosso della malga il sentiero prosegue (tabelle) nel bosco salendo per un centinaio di metri, poi più gradualmente percorrendo quasi in piano fitte abetaie per poco meno di 2 km. Si sbuca quindi nella grande radura di Malga Cambroncoi, dove troneggia la bella statua del Cristo scolpita da Lunz. Di qui in poi si riprende la strada forestale che con lunghi zig zag risale il costone finale nel bosco fino al grande pianoro di Prà della Casara, dal quale si perviene alla cima in 5 minuti, con la grande croce in ferro, ometti di pietra e resti di trincee della prima Guerra Mondiale. Il panorama è a dir poco strepitoso, come si può vedere nella foto a 360° riportata qui sotto, dove abbiamo indicato le vette principali tra le centinaia osservabili a occhio nudo.

In alternativa al sentiero 404, specie nel caso di forte innevamento per cui può essere difficoltoso individuare il percorso, si può percorrere interamente la strada forestale dal Passo Redebus fin quasi sulla cima.

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CIMA LARICI

Cima Larici ha riacquistato una propria dignità sci-alpinistica dopo la recente chiusura degli impianti di risalita. La possibilità di sfruttare le due piste di discesa la rende un percorso piacevole e adatto anche ai principianti.

Per la salita in sci, ciaspole o a piedi consigliamo senz’altro lo spallone sud, che ha il vantaggio di essere un percorso generalmente al sicuro da valanghe. Basta salire lungo la spalla zigzagando nel bosco rado, evitando facilmente i pendii ripidi e aperti.

Da Passo Vezzena si scende verso Asiago per circa 12 km, fino al bivio sulla sinistra per “Malga Larici”. Si risale la strada con 8 tornanti per altri 6 km, poco prima dell’Albergo Cima Larici altro bivio (svoltare a dx) per Malga Larici di Sotto m 1625, dove si lascia l’auto.

Di qui si prosegue brevemente verso est per circa 500 metri in direzione della evidente spalla boscosa. Si sale nel bosco rado con ampi zig zag, con splendide vedute, man mano che ci si alza, sull’altopiano punteggiato di malghe. Dopo circa 1 ora e mezza di salita la spalla diventa quasi pianeggiante in prossimità dell’arrivo dell’impianto di risalita in disuso (a proposito: perché i vecchi impianti non sono mai rimossi?): si prosegue ancora brevemente seguendo il crinale fino alla cimetta finale, un ampio e spettacolare balcone panoramico sulla Valsugana.

La discesa avviene per il medesimo itinerario di salita, o per la vecchia pista.

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Attenzione alla "mugaia"

Attenzione alla “mugaia” (bosco di mugo) poco sotto la spalla finale: se vi infognate dentro, poi venir fuori può diventare un vero incubo.

Un esempio di escursione: Dal Rifugio Brentari al Cimon di cima d'Asta

Dal Rifugio è consigliata l’ascensione di Cima d’Asta (m. 2.847 - 1 h e 15’/ 370 m di dislivello), cima più alta del gruppo ed eccezionale punto panoramico. Dal Rifugio Brentari si scende per caratteristiche lastronate granitiche fino al alla base della teleferica.

L'anello dei Laghetti della Val d'Inferno

Un giro lungo circa 10 km, non particolarmente faticoso, che si svolge in splendidi scenari naturali toccando ben quattro spettacolari laghetti. La seconda parte si svolge in ambiente più severo ma grandioso, risalendo i contrafforti della Val d’Inferno fino agli splendidi laghetti omonimi, incastonati in un ambiente selvaggio.

La via di accesso è la medesima del percorso precedente. Il punto di partenza è in località Tedon, circa 1/2 km a sud est del Rifugio Carlettini in prossimità del ponte sul torrente. Si svolta a destra e si risale per 500 metri la forestale, lasciando la macchina nel parcheggio sulla destra vicino a una bassa palazzina. Di qui si segue a piedi la strada brevemente quindi il bel sentiero 332, segnato da cartelli, che costeggia il bel Rivo di Caserine con splendide cascatelle.

Il sentiero sale nel bosco per circa 3 km con pendenza moderata: improvvisamente il paesaggio si apre sulla splendida piana torbosa di Caldenave, con l’omonima malga poco più in alto. I pesci guizzano nel torrentello dalle anse d’acqua limpidissima, in cui verrebbe voglia di fare il bagno se non fosse ottobre inoltrato :).

Dal limite nord della piana si stacca verso est il sentiero 360 che sale decisamente in un bel bosco di larici e abeti, per circa 200 metri scarsi di dislivello. Rimontato uno spallone, il sentiero si affaccia sulla vallata e quindi scende leggermente in uno spettacolare anfiteatro, dove sono incastonati i Laghetti dell’Inferno, poco distanti uno dall’altro. Ovunque polle d’acqua cristallina e torrentelli gorgoglianti. Non si capisce la ragione di un nome così in contrasto con l’aspetto idilliaco del paesaggio.

Ora la rampa finale: si punta decisamente verso nord seguendo il sentiero che sale ripido verso il passo. Qui un’altra sorpresa, un piccolo lago senza nome, che noi abbiamo battezzato Infernetto: ora siamo sopra al limite della vegetazione ad alto fusto e il panorama tutt’intorno è grandioso: la catena e la valle di Montalon a nord ovest, le cime del Gruppo di Rava a sud est, sotto di noi la testata della Val Campelle.

Si oltrepassa il laghetto e, mantenendosi al centro della valletta, si punta verso nord-est per circa 300 metri, dove è visibile un cartello presso un bivio. Si inizia quindi il rientro proseguendo per il sentiero in costa per circa 1 km scarso: giunti al centro di una valletta si può scorgere, 300 metri di dislivello più in basso, Malga Nassere. Si piega decisamente verso ovest scendendo ripidamente in direzione della malga. Qui si prosegue verso ovest attraversando la strada forestale sottostante per prendere il sentiero ai margini del bosco, che scende ripido lungo uno spallone fino nei pressi di Rifugio Carlettini.

Dal Rifugio Sette Selle: Un'escursione nella storia e nella natura della Val dei Mocheni

Dal suo paesino più remoto, Palù del Fersina, saliremo sino al Rifugio Sette Selle per lasciarci abbracciare da un mondo roccioso e selvatico, regno di cervi e camosci e dalla bellezza quasi fiabesca.

Dopo aver parcheggiato la nostra autovettura nell’ampia area sosta in prossimità della località Frotten di Palù del Fersina, saremo pronti per iniziare la nostra escursione odierna. Camminiamo, per questo primo pezzetto, tranquilli su strada asfaltata. La via s’inoltra così nel bosco, con pendenza molto modesta. Il fondo piantumato permette di camminare senza alcuna fatica, ammirando qualche scorcio sull’Alta Valle dei Mocheni. Si procede così, piano piano, immersi in un contesto naturale davvero spettacolare. Il torrente Fersina scorre parecchio più sotto di noi, lasciandoci ogni tanto udire il suo fragore.

Senza troppa fatica, in breve, l’asfalto terminerà, lasciando lo spazio al classico sterrato forestale. Ci troviamo in località Knoppnbolt: inizia ora una salita un po’ più impegnativa su ciottoli, che in breve ci condurrà ad un bivio. Da qui infatti, per chi lo desiderasse, parte l’ascesa al lago di Erdemolo (m. 2006), altra gemma della Valle dei Mocheni. Ma noi oggi non ci lasciamo sedurre da questa deliziosa alternativa e rimaniamo ben saldi nel nostro proposito di giungere al Rifugio Sette Selle. Così continuiamo e, fatti ancora pochi passi, ecco un tornante, che consente di alzarsi un pochino di quota.

La pendenza aumenta un pochino e ci permette di avvicinarci al punto ove, definitivamente, la forestale lascerà lo spazio al classico sentierino di montagna. La prima è di seguire il segnavia 343B che s’inerpica subito sino a raggiungere una casetta visibile poco sopra. La scelta è assolutamente a discrezione: il 343B è leggermente meno ripido giacché sale in maniera più costante, mentre il 343 abbina una parte iniziale tostissima ad una successiva più dolce.

Partiamo dunque utilizzando il 343, in salita molto ripida attraverso il bosco. Il sentiero è stato ridisegnato sulla base di uno precedente a causa degli schianti del 2018 della tempesta Vaia, che hanno stravolto il bosco, rendendo inagibili alcuni itinerari. Recuperate le forze grazie ad una provvidenziale sosta, siamo quindi pronti per affrontare l’ultima parte di percorso, ancora in mezzo alla foresta ma meno fitta della precedente. La salita diviene quindi più dolce e, su sentiero sassoso un pochino sconnesso, piano piano ci ricongiungeremo al sentiero 343B.

Ai piedi delle cime del Lagorai, il Rifugio Sette Selle ci appare come una visione, con le sue stupende imposte bianche e azzurre. Un bel giardino con tavoli ci consentirebbe, in estate, di prendere anche il sole ma ora, in autunno, certamente preferiamo entrare al calduccio e riscaldarci, in attesa di gustarci un ottimo piatto tipico. Qui troviamo il gestore Lorenzo che ci farà sentire come a casa. Abbiamo così scoperto un sacco di cose sul Rifugio Sette Selle, ossia che è aperto tutto l’anno, anche inverno (tranne novembre): chissà che meraviglia arrivare si qui con le ciaspole!

Dopo aver gustato un ottimo pranzo (dai prezzi più che onesti), saremo poi pronti a rientrare a Palù del Fersina. Magari scegliendo il sentiero 343B, provando così una strada alternativa.

La Valle dei Mòcheni: un tesoro di storia e natura

La Valle dei Mòcheni, o Valle del Fersina, è uno straordinario luogo dove una natura ancora selvaggia si sposa con usi e costumi unici e una lingua misteriosa. Il viaggiatore che si addentra in questa valle percepisce subito un’atmosfera particolare, unica.

Fasce vegetazionali lungo il percorso

Seguendo l’itinerario che da Frotten porta al Rifugio Sette Selle è possibile distinguere chiaramente varie fasce vegetazionali differenti. Si parte in un bosco costituito in prevalenza da abete rosso che, proseguendo nella camminata, viene sostituito gradualmente dal larice mentre nel sottobosco cominciano a comparire vari arbusti fra cui il ginepro nano ed il rododendro. Nella prossimità del rifugio i larici si diradano lasciando sempre più spazio alla sola vegetazione arbustiva che, salendo ulteriormente, si dirada a sua volta in favore dei prati e pascoli alpini.

Geologia della Valle dei Mocheni

La Valle dei Mocheni, caratterizzata nella morfologia da marcati connotati alpini e contraddistinta nel paesaggio antropico da caratteri derivati dalla colonizzazione tedesca medievale, si è impostata inizialmente lungo una linea di frattura che ha spezzato la continuità della rigida compagine di rocce di origine vulcanica effusiva. Nel giro di pochi milioni di anni l’attività magmatica produce grandi quantità di rocce di diversa composizione chimica e concretizzatasi in una imponente successione di vulcaniti di colore rossastro e violaceo, estese soprattutto nel Trentino orientale tra Lagorai, Valle di Cembra, Altopiano di Piné e Valsugana ecc. per una superficie totale di oltre 2.000 kmq.

Il Rifugio Sette Selle: Un punto di riferimento nel cuore del Lagorai

Si trova nella parte alta dell’Intertol, o Val del Làner, una pittoresca valletta alla testata della Valle dei Mòcheni, dominata dalla piramide della Cima Sette Selle e dalla lunga e frastagliata cresta rocciosa che la separa dalla Val di Calamento.

Il Lago di Erdemolo: Un gioiello a forma di cuore

Il lago di Erdemolo si trova nella Valle dei Mocheni, ed è, udite, udite, a forma di cuore. Il Lago di Erdemolo è stato uno dei posti più belli e suggestivi che io abbia mai visto. Si trova a poco più di 2000 m e si raggiunge attraversando la natura spettacolare della catena del Lagorai, in un alternarsi di boschi, ruscelli e radure.

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