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Escursioni a Pianosa dall'Isola d'Elba: Informazioni Utili

L’Isola di Pianosa compare all’orizzonte come una lunga zattera in mezzo al mare. Con i suoi 10,2 kmq, è la quinta per estensione e la più bassa delle isole dell’Arcipelago Toscano. Dalla forma vagamente triangolare con la punta rivolta verso nord ha un asse maggiore N-S, tra Punta del Marchese e Punta Brigantina, di circa 5,8 km e quello minore E-W da Punta Secca a Punta Libeccio di circa 4,7 km. E’ posta a circa 13 km a sud dell’Isola d’Elba e circa 40 km ad est della Corsica e 50 km dalla costa toscana; l’altezza massima è di 29 m presso il Belvedere e il Poggio della Quercia tuttavia anche se l’isolotto della Scola di fronte al paese è alto 34 m. A nord vi è il più piccolo isolotto della Scarpa.

Come Arrivare a Pianosa

Per visitare l’isola di Pianosa è possibile imbarcarsi dai porti di Marina di Campo, Marciana Marina e Porto Azzurro. L’isola d’Elba dista 13 chilometri dalle sue sponde e, tra le due, per tutta l’estate è attivo un servizio di trasporto marittimo.

Morfologia e Natura dell'Isola

Il perimetro dell’isola, di circa 20 km, è un susseguirsi di falesie frastagliate con punte, golfi e alcune piccole cale dove si aprono diverse cavità naturali. L’Isola di Pianosa, seppur poco elevata, presenta coste rocciose con presenza di falesie, specialmente nel versante occidentale e pochissime spiagge. La sua singolare morfologia è spiegata dalla particolare formazione geologica: le sue rocce sono di origine sedimentaria, con uno strato inferiore argilloso più antico e da strati di calcari organogeni del Pliocene, ricchissimi di fossili marini, testimonianza della sedimentazione avvenuta su un antico fondale marino.

La vegetazione che la ricopre è una tipica macchia mediterranea con predominanza delle specie amanti dei suoli calcarei: vi abbondano il lentisco, il rosmarino, il ginepro fenicio, i cisti, gli olivastri e lo spazzaforno, raro arbusto amante dei terreni poveri e rocciosi. In alcune zone dell’isola è presente ancora qualche frammento di lecceta mentre molti sono i pini d’Aleppo introdotti con rimboschimenti del XX secolo. Fino al 1997 buona parte del suolo isolano è stato impiegato per fini agricoli dalla colonia penale istituita a Pianosa a partire della seconda metà dell’Ottocento: dopo l’interruzione dell’attività agraria la flora spontanea sta progressivamente ricolonizzando quei territori. Endemismo proprio dell’isola è il Limonio di Pianosa (Limonium planesiae), costituente insieme al finocchio marino l’associazione vegetale del critmo-limonieto che caratterizza la fascia costiera, insieme ad altre piccole ma importanti entità vegetali come l’Erba Franca o l’Erba Cristallina Stretta.

La fauna pianosina è rappresenta da piccoli mammiferi quali roditori, ricci di macchia e lepri selvatiche, queste ultime introdotte nell’Ottocento come selvaggina insieme ai fagiani e alla pernice rossa. Abbondante è l’avifauna stanziale e migratrice. Lungo le coste nidificano le berte ed il gabbiano corso oggi protetti dall’Ente Parco con importanti iniziative di salvaguardia. Gli appassionati di birdwatching potranno osservare il volo colorato dei gruccioni, quello ondeggiante dell’upupa o le planate e le picchiate dei rapaci insieme a numerosi passeriformi, stanziali o di passo. Sicuramente i periodi più indicati per queste attività sono le stagioni primaverili ed autunnali quando molti ospiti alati usano l’isola come luogo di soste e ristoro durante i loro spostamenti sulla direttrice Sud-Nord.

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Il mare pianosino è particolarmente abbondante di fauna ittica: le acque, un tempo protette indirettamente dal severo controllo esercitato dalla polizia penitenziaria intorno all’isola, sono oggi tutelate per il loro valore ambientale e la loro ricchezza faunistica. Qui la prateria di posidonia, risparmiata dalla pesca a strascico ed ancoraggio selvaggio è ancora integra e particolarmente estesa. Lo snorkeling nelle acque pianosina è emozionante e permette l’osservazione a pochissimi metri di profondità di cernie, aragoste, orate, dentici, murene e altri mille colorate specie mediterranee.

Storia e Cultura

A Pianosa si trovano grotte ricche di giacimenti fossili e ripari scavati manualmente da colonizzatori preistorici approdati sull’isola navigando tra le coste. Vi sono testimonianze del neolitico, dell’eneolitico e dell’età del Bronzo. Sede di strutture residenziali marittime di epoca romana, nel periodo imperiale fu luogo d’esilio di Agrippa Postumo, nipote di Augusto I resti del porto romano e le vestigia dei bagni di Agrippa rivelano il grande valore del sito archeologico che ha indotto la competente Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno ad applicare un vincolo di tutela su tutta l’isola. Per approfondimenti è possibile consultare l’opuscolo sui Bagni di Agrippa.

A Pianosa si può anche visitare un importante complesso catacombale paleocristiano che comprende circa 700 sepolture scavate nella pietra e utilizzate a partire dal IV secolo d.c., ubicato all’interno del paese. Il cimitero presenta tutte le caratteristiche morfologiche e monumentali che connotano le altre catacombe scavate, nel corso della Tarda Antichità, nei vari centri dell’Italia peninsulare e insulare, conferendo alla Toscana il ruolo di regione più settentrionale in cui sino ad ora sono stati riconosciuti monumenti funerari di questo tipo.

Quella di Pianosa è una storia antichissima, che comincia nella Preistoria. Le prime testimonianze, qui, risalgono al Paleolitico superiore. Nota in epoca romana come “Planasia” per via del suo territorio pianeggiante, l’isola di Pianosa fu luogo di esilio. Dal 6-7 al 14 d.C. fu confinato e giustiziato qui il nipote di Augusto, Agrippa Postumo. A lungo contesa in epoca medievale tra Pisa e Genova, nel 1399 ne assunse il controllo Piombino. Nei successivi secoli fu più volte abitata e poi abbandonata, fu oggetto di saccheggio da parte dei Turchi (nel XVI secolo) e divenne un presidio militare (il presidio del Forte Teglia) in epoca napoleonica.

La storia di Pianosa è però legata principalmente al suo passato carcerario. Qui i detenuti si occupavano di coltivare i campi, e lo fecero a lungo. Attivo in epoca fascista, “ospitò” di Sandro Pertini dal 1931 al 1935, luogo di detenzione per i malati di tubercolosi fino al 1965, nel 1977 il carcere di Pianosa divenne un penitenziario di massima sicurezza. Lo volle il Carlo Alberto dalla Chiesa, che scelse di confinare sull’isola i criminali delle organizzazioni terroristiche (prima) e delle mafie (poi). Così, col venire a meno della sua funzione detentiva, a Pianosa cominciò ad arrivare il turismo. Parte del Parco Nazionale dell'arcipelago toscano, l’isola di Pianosa è oggi meta di viaggi e gite. Ed è protetta nella sua straordinaria unicità.

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A Pianosa, la pesca è vietata da oltre 40 anni. Le sue acque sono straordinariamente ricche, di pesci e di colori. Qui, tra le praterie di Posidonia oceanica, che sono le più estese del tirreno settentrionale, si nascondono il pesce ago e la salpa, la grande gnacchera, le triglie di scoglio e moltissime altre specie. Ma anche sulla terraferma va in scena lo spettacolo, con la macchia mediterranea che si staglia a contrasto col mare. Ci sono numerose specie nidificanti a Pianosa, come la Berta Maggiore e Minore che nidificano soprattutto sull’Isolotto della Scola. Il mare di Pianosa è completamente inserito all’interno dell’area protetta del Parco Nazionale dell’ Arcipelago Toscano ed è casa del Coralligene, un biogene (insieme di forme di vita) composto da diverse specie di forme viventi che è simile alla struttura della barriera corallina.

Attività e Escursioni

Tra le attività potrete fare escursioni a piedi o in bicicletta e giungere fino alle bellezze naturali che Pianosa offre con le sue cale caraibiche, come la splendida Cala Giovanna ed il Porto Romano. Potrete visitare i due isolotti della Scola e della Scarpa e magari avventurarvi facendo un’escursione in kayak circumnavigando la costa dell’isola.

Se si sbarca sull'isola da semplici visitatori e senza l'accompagnamento di una guida, si potrà accedere solo alla spiaggia di Cala Giovanna e all'area del paese abbandonato, senza la possibilità di visitare l'isola. Sull'isola però, sono presenti le guide del parco dell'arcipelago che danno l'opportunità di comprare diversi tour come in MTB, a piedi, in kayak, e in carrozza. Visitare l'isola di Pianosa con Escursione e Bagno con visita guidata: Ovvero la nostra offerta! Scegliete una data, prenotate e rilassatevi, al resto penseremo noi e vi assicuriamo che le vostre ore sull'isola saranno spese nel migliore ed efficiente dei modi.

Esempio di Trekking: Zona Sud - Trekking del Bruciato

Partiamo con il traghetto da Piombino alle 8:30 ed arriviamo a Pianosa alle 10:30/45. Dopo una breve sosta bar e per posare gli oggetti ingombranti (zona deposito non custodita) dedicheremo le prime ore della nostra visita ad una semplice escursione per godere dell'area visitabile a piedi, ovvero la parte sud dell'isola e che ci impegnerà per circa 2h. Dopo di che, il resto della giornata sarà a vostra disposizione per le seguenti attività:, visita guidata delle catacombe (5 euro), SPIAGGIA/BAGNO! Quindi chi vuole potrà utilizzare le restanti ore per godersi la bellissima Cala Giovanna (l'unica dove la balneabilità è consentita) sin dall'ora di pranzo oppure potrà prima visitare il paese e poi farsi un bagno. ATTENZIONE: l'escursione verrà annullata SOLO in caso di meteo marino avverso che impedisca la navigazione. Difficolta: facile - ATTENZIONE data la natura logistica della giornata l'escursione si svolgerà dalle ore 11 alle 13. SI! CONSULTA LE F.A.Q. L'escursione è divisa fondamentalmente in due parti. La prima parte puramente escursionistica in cui ci si deve vestire, quindi, da escursionismo. Da ginnastica - sconsiglio sandali o scarpe aperte per la prima parte della giornata.

Le Spiagge di Pianosa

Cala Giovanna

Cala Giovanna, come la conoscono tutti, anche se in realtà ha un altro nome, è l’unica che si può accedere liberamente ed è anche l’unica spiaggia balneabile. La cala deve al suo nome all’ovvio utilizzo di approdo da parte dei Romani. La balneazione a Porto Romano è proibita e si può accedere a questa luogo solo con escursione guidata nella parte nord dell’isola. Eseguiamo la visita alla parte nord di Pianosa nei mesi autunnali.

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Cala Bruciato

Cala del Bruciato è una incredibile Cala nella zona sud dell’isola di Pianosa è visitabile con il trekking della zona sud che è programma di questa escursione estiva.

Consigli Utili

Il clima di Pianosa riflette quello della Toscana, ma essendo un'isola è mediamente più ventilato. Quindi le primavere sono stupende ed anche gli autunni regalano giornate incredibili, ma l'estate è la stagione che ci regala il momento migliore per godere anche delle acque cristalline dell'isola, infatti al contrario di Gorgona, dove il bagno non è un must, a Pianosa un bagno è d'obbligo. In particolar modo inizio e fine state sono indubbiamente i momenti migliori perché hanno temperature elevate ma non proibitive se vogliamo fare una escursione a Pianosa e non solo il bagno.

Visitare Pianosa in autonomia: si può fare, basta contattare e prenotare un posto su uno dei vettori come Aquavision. Il Giorno dell'escursione presentatevi con mezz'ora di anticipo.

Chi ha avuto la possibilità di visitare almeno una volta nella vita l’isola di Pianosa ci torna sempre alla prima occasione.

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