Il Cielo Sopra Roma: Storia, Arte e Scienza
Il rapporto intenso che lega “Roma e il suo cielo” è un tema affascinante che intreccia arte, storia e scienza. Roma, una città fin dalle origini della sua storia profondamente legata al cielo, guarda al cielo e ne è ricompensata con notti decorate di stelle e scoperte.
Il Cielo di Roma nell'Arte
Gli artisti che hanno vissuto a Roma sono i pittori di questa luce - anche nei disegni. La Casa di Goethe presenta alcune opere della sua collezione finora mai esposte, cominciando col dipinto “Vista da Monte di Giustizia a Villa Montalto Negroni a Roma” del 1785 di Johann August Nahl il giovane, recente donazione della fondazione "Ike und Berthold Roland-Stiftung" di Mannheim. Il quadro è accompagnato da una serie di opere della collezione del Museo, tra cui disegni di Hackert, Koch e Kobell che riflettono il tema della pittura del paesaggio reale e del paesaggio ideale.
“Il cielo azzurro, esatta e chiara luce di Roma” scrive Raffaele La Capria, che vive a Roma dal Cinquanta.
Una Mostra Fotografica al Museo Civico di Zoologia
Il cielo sopra Roma è raccontato anche attraverso trenta scatti in mostra al Museo Civico di Zoologia. Amiche di poeti, filosofi e scienziati, la luna e le stelle assistono dalla notte dei tempi allo scorrere della storia, vegliando su di noi. Da qui nasce il progetto di Gianluca Masi, astronomo del Planetario di Roma Capitale ma anche ricercatore e appassionato divulgatore scientifico: recuperare, attraverso la bellezza delle immagini, il dialogo tra la volta celeste e gli spazi urbani, per riscoprire e tutelare quel tesoro di meraviglie nascoste nel firmamento.
L'Astronomia a Roma: Un Percorso Storico
A Roma l’osservazione dei fenomeni celesti era un’abitudine praticata fin dall’antichità, ma ricevette un nuovo impulso nel corso del Sedicesimo secolo, quando si rese necessaria una riforma del calendario giuliano oramai non più rispondente ai reali cicli stagionali. Un lungo lavoro terminato il 1° marzo 1582 con la bolla Inter gravissimas, promulgata da Papa Gregorio XIII, quando venne adottato il nuovo calendario, detto Gregoriano.
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Nel 1543 Niccolò Copernico nel suo libro De revolutionibus orbium coelestium aveva sostenuto come fosse la Terra a trovarsi al centro del sistema solare e dell’Universo. Una teoria che stava guadagnando un crescente consenso in ambito scientifico e soprattutto nel mondo protestante. Teoria alla quale Tycho Brahe aveva cercato di dare una risposta elaborandone nel 1588 una nuova, nota come sistema ticonico, nella quale la Terra era collocata immobile al centro dell’Universo e attorno a essa orbitavano la Luna e il Sole.
La Roma dell’epoca era interessata da un grande fermento scientifico che aveva attratto da tutta Europa studiosi gesuiti come Cristoforo Clavio, Orazio Grassi, Christoph Scheiner e Athanasius Kircher. Tutti e quattro avevano avuto come centro delle loro attività romane il Collegio Romano ed erano stati strenui difensori della teoria geocentrica - in alcuni casi di quella ticonica -, in opposizione non solo alla teoria copernicana ma soprattutto a quanto sostenuto proprio in quegli anni da Galileo Galilei.
Come racconta Roberto Buonanno nel suo libro Il cielo sopra a Roma: I luoghi dell’astronomia, la Città eterna era tutt'altro che tagliata fuori dai circuiti scientifici d’oltralpe, semmai prudente nell’adottare le novità scientifiche. Buonanno presenta una storia dell’astronomia nell’Urbe che parte dal Cinquecento per arrivare ai nostri giorni presentando luoghi, persone e scoperte, forse sconosciuti a quanti non sono appassionati di astronomia, ma che permettono al lettore una lettura con occhi diversi della Città.
Gli Osservatori Astronomici Romani
La prima specola romana di cui si hanno notizie è l’osservatorio di Santa Maria in Vallicella (oggi Chiesa Nuova), fondato da Giuseppe Ponteo, uno dei membri dell’accademia Fisico-Matematica Romana promossa nel 1675 dalla regina Cristina di Svezia.
Due furono i principali osservatori presenti a Roma a cavallo del Settecento e Ottocento. Il primo inaugurato nel 1778 dal Duca Francesco Caetani, cultore di studi di astronomia e frequentatore delle accademie romane, situato in una loggia situata sulla sommità di palazzo Caetani e diretto dapprima da Giovanni Battista Audiffredi e successivamente dall’abate Feliciano Scarpellini. Una struttura per la quale il Duca non esitò a spendere ingenti somme pur arricchire l’osservatorio di attrezzature moderne, fino a rovinarsi economicamente.
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La seconda realizzata nel 1787 dall’abate Giuseppe Calandrelli sopra l’edifico del Collegio Romano, già sede della Compagnia del Gesù, che sarebbe diventato il più importante osservatorio della capitale, dove avrebbe operato nel 1800 il gesuita Angelo Secchi, uno dei più grandi astronomi europei del Diciannovesimo Secolo.
Nel 1829 Feliciano Scarpellini, inaugurò la Specola Capitolina, che ubicata sul palazzo senatorio svolse un importante ruolo fino all‘inaugurazione dell’Osservatorio di Monte Mario, avvenuta nel 1938.
Tuttavia, l’espansione dell’Urbe creò problemi all’attività degli osservatori, che il Vaticano risolse spostando la specola a Castel Gandolfo nel 1935, mentre per quanto riguarda i due osservatori di proprietà de Regno d’Italia la decisione fu molto più sofferta.
Giuseppe Armellini, direttore dell’Osservatorio Capitolino dal 1923, voleva realizzare una nuova struttura a Monte Mario, scelta che incontrava l’opposizione di molti astronomi, a causa dell‘eccessiva vicinanza con una Capitale in rapida espansione demografica.
Il nodo gordiano fu risolto grazie all’intervento di Adolf Hitler che, in occasione del suo viaggio in Italia, offrì in dono a Benito Mussolini un osservatorio astronomico completo, costituito da tre grandi telescopi e da tutto il corredo di strumentazione ausiliaria. Mussolini, con questo dono, riuscì a superare l’impasse che si trascinava da anni perché Giuseppe Armellini ottenne il suo osservatorio a Monte Mario ed Emilio Bianchi, il fiero oppositore della soluzione “romana”, il suo Osservatorio Nazionale a Monte Porzio.
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Ma la guerra sconvolse ogni piano e nel 1948 Giuseppe Armellini ottenne, con un decreto governativo, l’accorpamento dell’osservatorio astronomico di Monte Porzio a quello di Roma, il quale, tuttavia, non sarebbe mai diventato un osservatorio.
Eventi e Iniziative
Il nuovo Planetario è l’approdo ideale per la presentazione al pubblico di pubblicazioni astronomiche e per conferenze. Quella di sabato 5 luglio è la prima di un ciclo di conferenze estive che il Planetario propone durante il programma di Astrosummer ’08. Gli altri appuntamenti saranno il 16, 23 e 30 luglio.
Cielo: Un Ristorante Panoramico
In uno degli indirizzi più ambiti di Roma, all'ultimo piano dell'Hotel de la Ville, si trova Cielo. Si richiede gentilmente di rispettare l'atmosfera elegante creata presso l'Hotel de la Ville.