Ho Visto Gesù: Spiegazione e Significato
Il Vangelo ci presenta un momento toccante e trasformativo: l'incontro di Maria Maddalena con Gesù risorto. Questo evento, ricco di significato, offre spunti profondi sulla fede, la percezione e la natura della speranza.
Maria Maddalena al Sepolcro
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!».
Maria si ferma in prossimità del sepolcro, resta all’esterno; non entra e piange. Guarda nella direzione sbagliata, è ripiegata sul suo dolore e piange. Le lacrime lubrificano gli occhi, ma allo stesso tempo possono annebbiare la vista del cuore, impedendoci di afferrare la vita che passa. Maria deve voltarsi; è il primo di due movimenti, entrambi non solo del corpo, ma dell’anima.
Guardarsi indietro è l’opportunità che ci offriamo per riconoscere la presenza del Signore nelle persone e negli eventi lieti e meno lieti della nostra esistenza. Si guarda fiduciosi al passato per avere conferma di un presente gravido di Cristo. Maria si volta, sì, ma le sue lacrime le annebbiano ancora la vista; ha il Risorto di fronte e non lo riconosce. Solo quando Cristo la chiama per nome, Maria si volta definitivamente. Il Risorto è presente nella nostra vita e ieri, oggi e sempre ci chiama per nome.
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Come Maria siamo chiamati a rompere l’alleanza con le lacrime che offuscano la vista e a voltarci.
Testimonianze di Esperienze di Pre-Morte
Oltre al racconto biblico, esistono testimonianze di persone che hanno vissuto esperienze di pre-morte (NDE) e affermano di aver incontrato figure divine. Queste esperienze sollevano interrogativi sulla coscienza, la vita dopo la morte e la natura della realtà.
E’ l'incredibile storia, ai limiti della realtà, vissuta de Mike McKinsey, originario della California, negli Stati Uniti, che ha raccontato la sua esperienza di pre-morte in un video pubblicato sul canale YouTube Coming Home, diventato virale. La sua appendice era scoppiata, una complicazione grave dell’appendicite acuta che può essere pericolosa per la vita. E' stato così portato subito in sala operatoria, ma durante l’intervento qualcosa è andato storto: Mike è "clinicamente morto" per 45 minuti, ma poi è tornato alla vita grazie alla rianimazione cardiopolmonare (RCP) praticata dai medici.
Essere clinicamente morto significa che una persona ha subìto un arresto cardiaco e respiratorio, ma che le sue funzioni vitali possono essere ripristinate attraverso la rianimazione. Mike ha raccontato di aver visto Gesù, descrivendolo come un uomo "simile a un arabo" che indossava una tunica bianca. Aveva i capelli castani ondulati e gli occhi blu-verdastri scuri, che a suo dire "guardavano dritto" nella sua anima.
Ha raccontato che quando ha allungato la mano per prendere quella che Gesù gli porgeva, è stato trasportato in un prato perfettamente curato, che ha percorso a piedi nudi e con indosso solo il camice chirurgico. "Mi sono ritrovato su una collina con piccoli fiori dai petali morbidi che si muovevano come se danzassero nel vento - ha raccontato -. C'era una grande cupola dorata, come una capitale, e altre cupole dorate più piccole... insomma, una città enorme. Era distanti chilometri l'una dall'altra. Da qui ho visto il tramonto "più bello" che avessi mai visto. Poi ho dalla cima di un albero si è sprigionato un'infinità di minuscole scie luminose che ha illuminato l'intera collina. Sembrava un enorme spettacolo di fuochi d'artificio. Quando ho guardato la fonte della luce, Gesù mi ha detto: "È la gloria del Signore".
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"La prima cosa che ricordo - ha continuato Mike - è che il medico mi ha chiesto se ricordavo il mio nome e dove mi trovavo. E' stato allora che mi sono reso conto che nella stanza c'erano altre cinque persone in camice. Ad un certo punto ho sentito qualcuno dire: "È tornato!". Quando ho visto un carrello di emergenza accanto a me con una delle piastre di rianimazione abbassata di lato e "i cavi che pendevano, ho capito che ero stato rianimato. Era ovvio che qualcuno l'avesse usato.
La storia di Mike è emersa quasi in contemporanea con quella di Brianna Lafferty, una 33enne del Colorado clinicamente morta per otto minuti. Secondo il suo racconto, durante quei minuti Brianna ha percepito la sua anima uscire dal corpo, come se fluttuasse sopra di esso. "Ho sentito una voce chiedermi se ero pronta. Ho risposto di sì. Poi sono stata avvolta da un’oscurità totale, ma non era spaventosa: era come tornare a casa", ha raccontato. In questo lasso di tempo, ha raccontato di aver vissuto un’esperienza straordinaria. "Stavo guardando tutto dall’alto - ha spiegato nel suo video virale - ma la cosa strana è che non sembrava affatto che fossi io, anche se ero lì seduto a guardare il mio stesso corpo morto".
La Scienza Dietro le Esperienze di Pre-Morte
Grazie al monitoraggio del cervello in tempo reale, la ricerca ha dimostrato che l’attività neurologica può continuare nonostante l’attività cardiaca e la respirazione siano compromesse. Nel cervello dei pazienti morenti sono stati osservati dei cambiamenti nei diversi tipi di oscillazioni neurali (delta, theta, alpha, beta e gamma), modelli di attività elettrica ritmica del tessuto nervoso nel sistema nervoso centrale coinvolti in funzioni altamente cognitive, come concentrazione, sogno, meditazione, recupero della memoria, elaborazione delle informazioni e percezione cosciente.
Un recente studio della Grossman School of Medicine della New York University ha esaminato i ricordi e le esperienze di un gruppo di pazienti colpiti da arresto cardiaco e sottoposti a rianimazione cardiopolmonare (RCP), scoprendo con grande sorpresa che dopo la morte il cervello continua la sua attività e genera coscienza, suggerendo che l’esperienza della pre-morte ricordata è reale. Nei minuti (che possono essere anche ore o addirittura giorni) in cui il cuore smette di battere e le cellule del cervello muoiono, le funzioni cerebrali continuano a svolgersi. E secondo Sam Parnia, tali attività sarebbero addirittura potenziate, tanto da poter dar luogo a un'esperienza umana irripetibile".
Incontrare Gesù: Un'Esperienza Personale
Il primo gesto del Risorto non è uno spettacolo per le folle. È un incontro personale. Intimo. Un nome sussurrato con amore. E così è anche per te. Per me. Per ognuno di noi. Perché Dio ci conosce. Sa come ci sentiamo. Ci vede mentre piangiamo davanti ai nostri “sepolcri interiori”. E ci chiama. Per nome. Sempre. Anche quando non lo riconosciamo. Anche quando pensiamo che Lui sia lontano. No, Lui c’è. È lì. E ci dice:“Rialzati, smetti di piangere… sono venuto per liberarti!”
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Chiudi gli occhi un attimo. E prova a immaginarlo mentre dice il tuo nome. Sì, proprio il tuo. Non è suggestione. È Vangelo. È realtà. E se stai leggendo questo commento, se ti sei spinto fin qui, forse anche tu - come Maria - stai cercando Gesù. La buona notizia è che Lui ti sta già cercando da molto prima. Ti sta aspettando. E ha pronto per te un compito grande: essere testimone di speranza.
Perché ogni volta che lo incontriamo, accade qualcosa di nuovo. Ci trasforma. Ci rialza. Ci purifica. Ma soprattutto… ci ama. E ci affida una missione: raccontare al mondo che l’Amore ha vinto. E allora vai. Non trattenere questa gioia. Corri. Proprio come fece Maria. Corri per le strade della vita e annuncia anche tu:“Sono un’altra persona… perché ho incontrato Gesù!” Perché è questo che accade quando Lui entra nella nostra storia: ci cambia dentro. E con tutte le nostre fragilità, i nostri limiti, anche noi - come Maria Maddalena - possiamo diventare apostoli del Risorto.
La Gioia dell'Incontro
La gioia è qualcosa di diverso dal divertimento. È qualcosa di profondo, di radicale e che Scuote. Padre Timothy, il noto teologo domenicano, ha scritto: «Se il XXI secolo sarà più laico del precedente - e non possiamo esserne certi - allora la gioia sarà la prima cosa che la gente dovrà vedere in noi e in tutti coloro che praticano e annunciano il Vangelo. I nostri vicini si accorgono che siamo felici prima di comprendere il motivo per cui lo siamo. Non è un caso che papa Francesco ha intitolato il documento che lui considera il «programma» del suo pontificato, Evangelii gaudium, la gioia del Vangelo. La gioia è davvero il distintivo - meglio, dovrebbe essere - dei cristiani. I quali hanno avuto il privilegio di un dono immenso: la certezza che la morte, il peccato e il male non sono l'ultima parola nella storia del mondo.
Papa Francesco ci invita a ridare calore e vita a una fede che per molti sembra stanca, vecchia, indebolita e che non ha più incidenza nelle persone. Se una persona non sta bene di salute, e continua a dirselo e ridirlo, e lo ripete a chiunque incontri, ebbene, quella persona non guarirà mai!
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