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Turismo Sessuale Femminile: Un Fenomeno in Crescita

È noto che alcuni uomini sono soliti frequentare Paesi lontani, soprattutto asiatici, per soddisfare i loro desideri sessuali (anche non leciti) mentre si sa poco del turismo sessuale femminile, anche se è un fenomeno abbastanza diffuso. Si parla di donne occidentali di età compresa tra i 40 e i 60 anni che preparano la valigia con l’idea di vivere una situazione che non prevede solo spiagge dorate e mare cristallino, ma anche la presenza di prestanti ragazzi del posto con i quali vivere un’avventura erotica.

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo il turismo sessuale è definibile come “viaggi organizzati dagli operatori del settore turistico, o da esterni che usano le proprie strutture e reti, con l’intento primario di far intraprendere ai turisti una relazione sessuale a sfondo commerciale con i residenti del luogo di destinazione” ed è una pratica che danneggerebbe dal punto di vista sociale e culturale non solo i paesi di destinazione, ma anche quelli d’origine.

Dimensioni del Fenomeno

Alcuni ricercatori che indagano sul fenomeno del turismo sessuale attestano che oltre 600mila donne occidentali partono ogni anno verso lidi esotici per realizzare le proprie fantasie erotiche. L’organizzazione Mondiale del turismo, l’AMPIA (Associazione Nazionale Italiana Antropologi) e vari altri ricercatori che indagano sul fenomeno del turismo sessuale, si trovano d’accordo: sarebbero oltre 600 mila le donne occidentali che ogni anno partono verso lidi esotici per dare sfogo alle proprie fantasie erotiche. Di queste, 30 mila sarebbero italiane.

Riguardo all’Italia, stando ai dati dichiarati dall’Ecpat, sarebbero circa 80mila le italiane che partono alla ricerca di incontri sessuali di questo tipo, in maggior misura occasionali e nel 35% dei casi abituali. Ogni anno il numero degli individui che ricorrono al turismo sessuale aumentano sempre più: un articolo dell’osservatorio per i diritti del 2018 riporta i dati dell’OMT secondo cui 3 milioni di persone si mettono in viaggio ogni anno con fini sessuali. Purtroppo l’Italia è il paese d’origine della maggior parte di questi “turisti” (circa 80mila) ed è seguita da paesi come Francia, Germania, Regno Unito, Cina e Giappone. Parliamo di individui e persone in generale poiché è vero che molti sono uomini, ma il fenomeno è in crescita anche fra le donne.

Destinazioni Preferite

La meta più sognata è Santo Domingo, ma anche Cuba, il Marocco, Capo Verde costituiscono una forte attrazione per le donne che desiderano incontrare uomini disponibili e che siano ottimi accompagnatori per il divertimento e sessualmente interessanti. Le località sono generalmente le più esotiche: per le donne le più gettonate sono quelle africane (fra cui Capo Verde, Kenya e Marocco), Cuba e Costa Rica, mentre gli uomini sembrano essere più allettati dai paesi orientali come la Cina, la Thailandia, ma anche dai Caraibi e dal Sud America.

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Anche nelle spiagge senegalesi è facile imbattersi in ragazzi prestanti e dotati, come descrive nel 1998 il sociologo e antropologo Klaus de Albuquerque nel libro In cerca del Big Bamboo. In Kenya, soprattutto sulla costa, l’approccio risulta facilitato grazie ai nerboruti giovanotti - i beach-boy appunto - che calcano i bagnasciuga offrendo, souvenir, safari, servizi taxi e (soprattutto) se stessi.

Le principali destinazioni europee per donne sono i paesi dell Ex-Jugoslavia. Le testimonianze arrivano direttamente dalle signore dell'Est Europa, le quali affermano di essere riuscite a saziare i propri bisogni carnali in paesi come la Croazia, la Serbia e la Bosnia. Il Senegal, così come le altre altre nazioni francofone, è una delle mete preferite dalle donne francesi, parecchio frequentate anche dalle italiane. Altri luoghi gettonati sono Capo Verde ed il Marocco. Le mete asiatiche sono la prima scelta per le donne australiane probabilmente per via della "vicinanza" geografica. L'arcipelago delle Filippine e la Thailandia sono ben viste anche dalle turiste europee e meritano una speciale menzione. Le destinazioni Caraibiche sono le preferite dalle donne americane. Le "predilette" sono le spiagge della Giamaca e le Isole Barbados, senza dimenticare le paradisiache località della Costa Rica.

Quello che più stupisce è che oltre il 50% di queste donne non concepisce l’idea che si tratti di prostituzione, bensì sono convinte (o si lasciano convincere) che si tratti di un’avventura romantica o che faccia parte di un corteggiamento. Il linguaggio utilizzato da questi tour operator è volutamente ambiguo, ma ci sono anche casi in cui non si lascia spazio all’immaginazione; e quindi ecco che compaiono termini come romance tourism, indirect pay, sugar mommas o sanky panky. Quest’ultima è la tipologia più pericolosa in quanto la donna viene illusa che il ragazzo si sia perdutamente innamorato di lei, fino ad arrivare al punto di sposarla per poi abbandonarla una volta ottenuto quello che voleva.

Molte donne si trovano oggi a ricercare vere e proprie relazioni romantiche con uomini di posti esotici. Secondo uno studio condotto dalla sociologa Jacqueline Sanchez Taylor (Taylor 2001) raramente le donne che praticano questo tipo di turismo, lo considerano una forma di prostituzione. Taylor ha intervistato molte turiste sulle spiagge della Giamaica e della Repubblica Dominicana. E’ risultato che un terzo di queste aveva avuto rapporti sessuali con uomini del posto, durante il soggiorno e il 60% ha riconosciuto che influivano nella relazione interessi di tipo economico. Nonostante questo, non si sentivano “turiste sessuali”. Solo il 3% delle donne intervistate ha ammesso di aver avuto relazioni di tipo esclusivamente sessuale, mentre oltre il 50% le ha definite di tipo romantico (Taylor 2001).

Fattori che Alimentano il Fenomeno

La domanda che sorge spontanea è: cosa hanno in comune questi paesi?

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  • Forte instabilità politica;
  • Povertà e corruzione che rendono più facile commettere gli abusi;
  • Calamità naturali che tengono impegnate le forze dell’ordine per altre emergenze.

Tutti questi fattori non fanno altro che incrementare la diffusione del fenomeno, che secondo l’Ecpat coinvolge persone fra i 20 e i 40 anni.

Negli ultimi decenni l’emancipazione femminile ha raggiunto molti e legittimi traguardi sociali. L’emancipazione femminile, che ha portato le donne a conseguire molti e legittimi traguardi sociali, ha anche spazzato via ogni residua inibizione.

Tipologie di Turiste Sessuali

Nel suo interessante libro “In cerca del Big Bamboo”, l’antropologo Klaus de Albuquerke, fornisce anche un identikit delle turiste sessuali, dividendole in quattro tipologie:

  1. le “neofite”, alla loro prima esperienza;
  2. le “situazionali” cioè quelle che pur non essendo arrivate nel luogo esotico a scopi sessuali, colgono l’occasione che si presenta;
  3. le “veterane”, il cui preciso scopo e proprio quello del sesso in vacanza
  4. infine le “reduci” che, soddisfatte delle esperienze assaporate, instaurano rapporti, con uno o più partner, che si rinnovano ogni anno quando lasciano il loro Paese d’origine per venire in vacanza all’equatore.

Il Caso di Capo Verde

Donne mature e ragazze sbarcano sull'isola di Sal alla ricerca di giovani disponibili. Nella pellicola "Verso il sud", l'intensa protagonista Charlotte Rampling interpretava il ruolo di una donna di mezza età alla ricerca di amore e compagnia in latitudini tropicali. La finzione del film è una realtà nell'isola di Sal, "anche se non ha numeri statisticamente rilevabili", fa notare l'antropologo Damiano Gallinaro, del dipartimento Agemus dell'Università La Sapienza di Roma, a margine della settimana di studio promossa dal Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes. Durante la sua ricerca etnografica nell'arcipelago capoverdiano, Gallinaro si è imbattuto sia in signore europee dai 40 anni in su che "si accompagnavano a uno o due ragazzi; esiste un rituale di corteggiamento ben preciso e oleato, che inizia sulla spiaggia con qualche frase cortese e prosegue in un pub, sorseggiando una bibita".

Tuttavia l'antropologo ha osservato anche i comportamenti di alcune ragazze italiane, "giovani e carine, che sbarcano sull'isola alla ricerca di avventure sessuali". Alcune vorrebbero trovare il grande amore, un po' esotico, sulle spiagge di Sal, "ma su forum del sito Capoverde24 si possono leggere numerosi scambi di post tra ragazze venute nell'arcipelago e altre pronte a partire. A quelle che ancora sognano romanticamente il grande amore, manifestando nostalgia per un 'fidanzato' conosciuto durante la loro vacanza, altre rispondono prosaicamente che quel ragazzo ha avuto molte altre avventure nel frattempo, o che magari è sposato con figli", riferisce Gallinaro, aggiungendo: "Le ragazze capoverdiane, in questi casi, sono le vittime della situazione, perché si trovano a dover gestire la famiglia da sole e a vivere l'impatto sociale dei comportamenti del proprio marito, conosciuto da tutti".

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Si verificano anche casi, infatti, di "turismo procreativo": ragazze che non cercano solo l'avventura, ma una famiglia e, nello specifico, "un compagno e una gravidanza. Tuttavia, una volta arrivati in Italia, non sempre la relazione si rivela autentica e duratura".

Implicazioni e Conseguenze

Visto il massiccio coinvolgimento di minori in questo traffico, verrebbe da pensare che la maggior parte dei turisti sessuali sia pedofila; in realtà sono “solo” il 5%, mentre il resto degli individui si suddivide in clienti abituali (35%) e clienti occasionali (65%).

Dopo un’accurata analisi di questi siti di sex tour ad opera di Gezinski et al (2016) è emerso che nella maggior parte erano omesse tutte le informazioni legali e sulle malattie sessualmente trasmesse, e quando erano specificate miravano a proteggere solo i turisti sessuali e non i sex workers.

Il turismo sessuale in Tanzania ha conseguenze gravi sulla situazione sanitaria del Paese. Esso ha infatti storicamente favorito la diffusione dell’AIDS. Oggi sono 1,8 milioni i tanzaniani colpiti da questa malattia e si ritiene che un terzo dei lavoratori e delle lavoratrici del sesso sia infetto.

Contromisure e Sensibilizzazione

L’arma più potente che abbiamo contro una piaga come quella del turismo sessuale è l’informazione, ed è a questo che puntava la campagna lanciata nel gennaio 2018 dall’associazione culturale Fiori d’Acciaio insieme a Mete Onlus. Tramite l’affissione di 57 manifesti negli aeroporti si cercava di perseguire un duplice obiettivo: denunciare la situazione e informare sulle conseguenze legali e sui pericoli per la salute in cui si incorre nel momento in cui si sceglie di commettere il reato di turismo sessuale.

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