Albergo Atene Riccione

 

Hotel El Turista Cuba: Una Storia di Turismo e Patrimonio

Il marchio UNESCO, con il suo impatto sociale, va oltre gli spazi che promuove e protegge attraverso la sua politica di conservazione del patrimonio. Il suo raggio d’azione si spinge fino a completare l’opera di sensibilizzazione sull’importanza di preservare il passato e il suo impatto sul futuro.

Prendendo come punto di partenza il sito dell’Avana Vecchia e il suo sistema di fortificazioni coloniali dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 1982, la realizzazione di diversi hotel ha dato impulso al settore turistico. In particolare Iberostar, con due proprietà emblematiche: Iberostar Grand Packard e Iberostar Parque Central, il brand spagnolo testimonia la conservazione architettonica con un’armoniosa fusione di elementi moderni, realizzando in entrambi i casi un impianto alberghiero di lusso in un’area del patrimonio.

Allo stesso modo, la categoria 5 stelle integra la posizione geografica, le attrazioni che offrono ai visitatori un’esperienza unica, avvalorata dalle recensioni su Tripadvisor. Le strutture per il segmento MICE (eventi, incentivi e convention), con una capacità di 450 persone e 321 camere deluxe, lo rendono un punto di riferimento nel cuore dell’Avana.

L’Iberostar Parque Central, situato nella capitale del Paese, sorge tra gli edifici emblematici della città e si integra nel paesaggio con le sue due torri: una in stile coloniale e l’altra moderna.

Un altro dei siti ad alta affluenza turistica che si distingue per l’eccellente stato costruttivo degli edifici del patrimonio oltre ai valori storici che lo circondano è Trinidad e il Valle de los Ingenios, istituito come sito patrimoniale nel 1988, promuove il turismo naturalistico e gli itinerari attraverso siti architettonici con più di 500 anni di storia. Diverse compagnie alberghiere hanno scommesso su questa destinazione, dove il nome di Iberostar si distingue ancora una volta come leader nello sviluppo del settore nella regione e nella conservazione dei valori storici dei suoi edifici.

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Nei primi anni Novanta, durante il cosiddetto periodo speciale quando in seguito al crollo dell’URSS, il PIL del paese in caduta libera diminuì del 35%, il governo cubano aveva cominciato a puntare tutto sul turismo, fino a fare dell’isola la terza meta dei Caraibi dopo Santo Domingo e Cancún. In quegli anni, per far fronte alla crisi economica dilagante, Castro aveva aperto ai colossi dell’hôtellerie internazionale, consentendo delle joint ventures con il capitale di stato, e creando nel 1994 il Mintur, il ministero del Turismo. In quello stesso periodo fu legalizzato il dollaro e consentita la creazione di piccole aziende private, benché solo in alcuni settori, tra cui la ristorazione.

L’avvento del turismo di massa, però, aveva funzionato un po’ come una macchina del tempo, nonostante la costruzione di complessi alberghieri ultramoderni. Il dollaro era di ritorno, insieme agli americani in vacanza in camicie hawaiane, i night-club e il sesso a pagamento. I vecchi alberghi di L’Avana ancora raccontano quella storia a cui la Rivoluzione ha messo drasticamente fine e che però poi sembra quasi essere ritornata in auge. Il più antico di tutti è l’Hotel Inglaterra, sul Paseo del Prado di fronte al Parque Central. Costruito nel 1875 dall’architetto Juan de Villamil, ex tenente colonnello dell’esercito in pensione, con la Gran Bretagna non ha nulla a che vedere e anzi ostenta i fasti della bella époque spagnola.

L’Hotel Habana Riviera, invece, è un esempio tipico dell’architettura cubana degli anni cinquanta, cementosa e prepotentemente verticale. Gli anni Cinquanta, infatti, segnano il boom dell’edilizia alberghiera in seguito alla promulgazione da parte dell’allora dittatore Fulgencio Batista della Hotel Law 2074 che regalava incentivi fiscali e license per i casinò ai costruttori di grand hotel e night-club.

L’albergo, eletto da Castro a simbolo della Rivoluzione e del nuovo corso, era stato fino a poco prima - per l’esattezza fino alla sua fuga da Cuba il 1 gennaio 1959 mentre nella sala da ballo dell’hotel la buona società cubana celebrava il capodanno, un trofeo di Batista: la dimostrazione che Conrad Hilton, il magnate statunitense dell’hôtellerie, aveva fiducia nel futuro prospero dell’isola.

A pochi passi da Coppelia e proprio di fronte all’Habana Libre, svetta una edificio di 152 metri che per ragioni comprensibili ha catalizzato l’ostilità degli habaneros. Si tratta di un hotel 5 stelle (42 piani e 565 stanze) in cui il governo ha investito 17mila milioni di pesos e che è in costruzione dal 2018. Alla guida di questo progetto, fino alla sua morte inaspettata nel 2022, c’era Luis Alberto Rodríguez López-Calleja, ex generale dell’esercito riconvertito in dirigente d’impresa - la GAESA, il grande consorzio aziendale gestito dalle Forze armate rivoluzionarie - ed ex marito della figlia di Raúl Castro.

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Nel 1962, durante la Crisi dei Missili, la struttura fu trasformata in un centro di allenamento per le donne campesinos e negli splendidi giardini furono scavate diverse gallerie per contenere batterie antiaeree, nell’attesa di un eventuale attacco ordinato da John F. La sua signorile opulenza ha attirato, sin dalla sua apertura, numerose celebrità, grandi politici e, prima della Rivoluzione Castrista, famosissimi gangster statunitensi.

Ricordiamo Frank Costello, Joe Bonanno, Meyer Lansky e Salvatore Lucania, meglio conosciuto come Lucky Luciano. Nel 1946, nella suite presidenziale, con Frank Sinatra ad allietare la serata, si svolse la prima riunione dei boss delle famiglie mafiose statunitensi. Fu in quella storica riunione a L’Avana, raccontata poi ne Il padrino 2, che le famiglie si divisero gli affari dei casino, della droga e della prostituzione a Cuba. In epoca più recente hanno soggiornato al Nacional Marlon Brando, Robert Redford, Robert De Niro, Oliver Stone, Steven Spielberg, Diego Armando Maradona, Giorgio Armani e Naomi Campbell.

Dal 1998 l’Hotel Nacional è un Monumento della Memoria Nazionale di Cuba, per decisione dell’UNESCO, che mai prima aveva dato un simile riconoscimento a una struttura di questo tipo. Ed è un riconoscimento arrivato subito dopo un nuovo cambio nella tumultuosa storia di questo edificio. Con la caduta dell’Unione Sovietica, il declino della Revolución e l’economia della Isla sempre più fragile, le autorità cubane decisero di rinnovare completamente l’albergo per aprirlo al turismo internazionale.

Sono almeno tre i grandi barman provenienti dagli Stati Uniti che, con il Proibizionismo in patria e all’apertura della struttura, si sono alternati nei diversi punti mescita del Nacional. Il grande Eddie Woelke, ideatore del “Presidente”, cocktail storico cubano dedicato al Presidente Gerardo Machado. Il mitico Fred Kaufman, padre del “Mary Pickford” altro cocktail storico cubano dedicato a Gladys Smith, celebre attrice del cinema muto soprannominata appunto Mary Pickford e Will P. Taylor, presumibilmente proprio il creatore della miscela dedicata alla struttura alberghiera, come scrive Charles Henry Baker Jr. Nato con il titolo di Hotel Nacional de Cuba, successivamente è stato chiamato Hotel Nacional Special anche se, alcuni ricettari, lo hanno chiamato semplicemente National.

Catene alberghiere internazionali a Cuba

Alla fine il turismo è fra le voci di bilancio più importanti del Paese, con un previsione di 3.8 milioni di arrivi per la fine del 2016. Ed è proprio in questo segmento che si concentrano i maggiori investimenti esteri sulla Isla Grande.

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I contratti di gestione e commercializzazione alberghiera sono una delle voci più importanti del settore turistico: infatti esistono ben oltre 70 contratti con 17 catene alberghiere internazionali che consentono a queste ultime di gestire a Cuba 83 strutture alberghiere la quasi totalità delle quali a quattro e cinque stelle, che offrono un inventario di 39 400 camere, secondo quanto diffuso dal Ministero del Turismo alla data dello scorso marzo.

Esistono anche 13 imprese “miste” delle quali 11 spagnole (la Spagna, ricordiamo è stata la maggiore partner turistica di Cuba nella storia recente) e ne rappresentano il 65% gestendo oltre il 70% degli hotel che operano in modalità “mista”.

Meliá guida il manipolo iberico con 28 hotel nel proprio portafoglio, che consta di 13mila 500 camere. Blue Diamond, brand alberghiero della canadese Sunwing Travel Group, si posiziona in seconda piazza, con 15 hotel e 8mila 470 camere. Il resto degli investitoti a capitale misto proviene da Francia, Portogallo, Jamaica e Usa.

Principali Catene Alberghiere Internazionali a Cuba
Catena Alberghiera Numero di Hotel Numero di Camere
Meliá (Spagna) 28 13,500
Blue Diamond (Canada) 15 8,470

L’entrata della Starwood, a partire dalla firma del primo accordo bilaterale dal 1959, è senza dubbio la maggiore novità. La compagnia gestirà lo storico hotel Inglaterra, di proprietà Gran Caribe, membro della Luxury Collection e del Quinta Avenida Habana, (proprietà immobiliare del gruppo Gaviota), così come del Four Point By Sheraton. Nei principali poli turistici cubani, il 39% degli hotel gestiti da compagnie straniere si trova a Varadero, nella provincia di Matanzas. Seguono i Jardines del Rey, Cayo Coco e Cayo Guillermo e Ciego de Ávila, co il 14 %. Poi i Cayos di Villa Clara e La Habana, con il 13% ciascuna. Distanziati sono la costa nord di Holguín, Cayo Largo del Sur, la spiaggia di Jibacoa (Mayabeque) e le città di Trinidad e Santiago de Cuba nel centro e oriente cubano. L’84% di questi hotel è di chiara impronta “sol y playa”, il 16% in città per business ed eventi, culturale e storico.

Ed è proprio in questo segmento che si concentrano i maggiori investimenti esteri sulla Isla Grande. Cosa porto dentro di me? Alla fine il turismo è fra le voci di bilancio più importanti del Paese, con un previsione di 3.8 milioni di arrivi per la fine del 2016. L’economia cubana, da oltre 50 anni vessata dal blocco americano è dura a piegarsi, anzi per nulla disposta.

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